Parlammo di The Hand of Glory nel 2018 dopo la sua presentazione alla Games Week di Milano. L’anno successivo lo sviluppo di Madit Entertainment con la collaborazione di Daring Touch venne suffragato da una campagna Kickstarter che andò a buon fine e che venne finanziata con ben 9 giorni di anticipo rispetto alla scadenza dei termini previsti. Il contributo di quasi 300 appassionati portò alla raccolta di una cifra vicinissima a 10.000 euro. Gli sviluppatori ne chiedevano 8mila sulla nota piattaforma di crowdfunding. Un piccolo-grande successo per i team indipendenti italiani.
E così, a giugno dello scorso anno, è uscita la prima parte di questa – lo diciamo fin da subito – interessante avventura grafica punta e clicca. I toni investigativi a volte sono seri, a tratti sono ironici grazie ai due protagonisti: lo scanzonato (all’apparenza) detective Lazarus Bundy ed alla fascinosa e capace apprendista Alice Sharp.
Ad inizio dicembre scorso, il tandem Madit Entertinament e Daring Touch ha poi pubblicato la seconda, ed ultima parte. Ed ecco, dunque, la nostra recensione che include la totalità dell’avventura.
Non ci resta che augurarvi una buona lettura.
LAZARUS, ALICE, UN CASO PERICOLOSO
La nostra avventura inizia vestendo i panni di Lazarus Bundy. Lars per gli amici. Un ragazzotto intraprendente che sembra essersi sposato col suo lavoro: quello di detective. Peccato che le sue quotazioni siano in ribasso. Appena espulso dal suo dipartimento per una serie di passi falsi, si imbatte in un’indagine pericolosa, rischiosa e dai toni misteriosi.
A Miami, città dove vive il nostro protagonista che ha origini italiane, viene rapita la figlia di un noto uomo d’affari della città. Kathrin Mulzberg, scompare in circostanze misteriose gettando la sua famiglia nello sconforto. Ma molte cose non tornano e Bundy grazie alla sua testardaggine si butterà a capofitto in queste indagini lunghe e pericolose.
Ma c’è un particolare: da solo non può fare molto visto che – come accennavamo in precedenza – è stato appena “cacciato” dal suo dipartimento. Per sua fortuna, un’anima pia viene in suo soccorso. O meglio, accetta di aiutarlo.
Dovete sapere, infatti, che Lars non è il solito pasticcione fortunello e stereotipato che abbiamo imparato a conoscere fin dai tempi di Guybrush Treepwood. Il nostro Bundy era uno bravo, solo che negli ultimi tempi non gliene riusciva una. Un periodo buio su cui chi giocherà il titolo farà piena luce. E ovviamente non possiamo andare oltre per evitare anticipazioni (o spoiler) inutili.
Bastano, infatti, queste nostre prime indicazioni. Dicevamo dell’anima pia che ha un nome e cognome: Alice Sharp, stagista al suo primo giorno. Immaginatevi voi, una ragazza al suo primo giorno di lavoro che incontra uno dei detective più rinomati (il nostro buon Lazarus lo è) della zona. E Miami non è proprio un paesello sperduto. Alice si dimostrerà un braccio destro ideale: Lazarus è un uomo giovane ma che con la tecnologia non ci sa proprio fare (vedere il suo telefonino per credere); lei, invece, è tutto il contrario ed è anche preparata: i suoi studi l’hanno portata a questo.
I due riusciranno a far coppia, sia pure in modo strano, e man mano che si andrà avanti gli appassionati si accorgeranno di quanto siano complementari tra loro.
Ci fermiamo qui: gli spoiler non li amiamo e le anticipazioni che avete avuto sono comunque di pubblico dominio. Possiamo aggiungere che il nostro Lazarus assieme ad Alice andrà in Italia dove continuerà le sue ricerche. In sostanza è da qui che inizia la seconda parte.
GAMEPLAY MOLTO CLASSICO
Cavallo di battaglia di ogni avventura punta e clicca è sicuramente la trama. Senza spoilerare nulla, possiamo tranquillamente dirvi che The Hand of Glory è davvero interessante. La storia ha ritmi calzanti e buoni dialoghi. Ma cosa sarebbe un gioco di questo genere senza degli enigmi?
E qui gli sviluppatori sono stati molto bravi dato che hanno miscelato sapientemente la storia, lunga il giusto, sfaccettata, profonda e con qualche piccolo (giusto dirlo) colpo di scena, ai puzzle.
Quest’ultimi non sono ovviamente troppo cervellotici (salvo un paio) e non ne troviamo di assurdi. Tutti, o quasi, infatti, sono più o meno congrui al contesto. Certo, qualcuno è risultato essere più complicato di altri ma riteniamo sia normale. Anzi, aggiungiamo, aumentare il grado di sfida (senza esasperarlo) è un ottimo segno. I dialoghi sono di buona fattura con una buonissima partitura. Ed alternano momenti leggeri ad altri dove c’è sicuramente più tensione, ad altri anche drammatici.
Non mancano le sorprese: ricordate che tutto sembra ma non è detto che lo sia effettivamente. Tuttavia, nulla che trascenda dai “binari” imposti dai classici del genere che abbiamo imparato ad amare nel corso degli anni. Qualcuno lo ha definito – forse a giusto titolo – come il Broken Sword italiano. La struttura è sostanzialmente quella: immagine a pieno schermo, inventario a scomparsa, puntatore del mouse che cambia icona a secondo del punto di interesse: si vede un determinato luogo od oggetto, si interagisce con esso o si raccoglie una cosa da mettere in tasca. Stesso discorso per l’utilizzo di un oggetto, che sia dal proprio inventario o meno.
I dialoghi prevedono domande e risposte ed in alcuni casi anche la scelta multipla, quindi nulla di nuovo all’orizzonte. Sotto questo aspetto non inventa nulla.
Il nostro protagonista maschile per muoversi, soprattutto nella prima parte dell’avventura, userà una bicicletta chiamata GreenDart, sembra una moto Custom ma è una bici. Anche un po’ scassata, ma fidatissima.
GRAFICA DISEGNATA A MANO, BUON DOPPIAGGIO
Ma The Hand of Glory, come si comporta tecnicamente? Il lavoro svolto dagli sviluppatori è di buona fattura. La grafica è in 2d disegnata a mano in alta risoluzione. Non pixel art ma disegni a mano nel caro vecchio 2d. L’impatto è altalenante. Ci sono location che sono incantevoli, altre che non convincono del tutto. Il parere è ovviamente soggettivo. Colpa di alcune ambientazioni un po’ spoglie, quasi fredde. Ma è oggettivo lo sforzo fatto da un team di dimensioni ridotte che sicuramente non si è risparmiato dando tutto quello che poteva.
Le animazioni sono discrete mentre abbiamo apprezzato molto il doppiaggio in inglese (unico disponibile). I sottotitoli ovviamente sono anche nella nostra lingua e quanto prima arriveranno anche quelli tedeschi.
Il doppiaggio, dicevamo, è consone ai personaggi. Ed è sicuramente una delle parti migliori di questa produzione a basso budget. Peccato, proprio per i pochi mezzi, che non si sia potuto doppiare in italiano.
COMMENTO FINALE
The Hand of Glory è sicuramente un titolo interessante che conferma quanto i piccoli team indie possano dire la loro anche in campo internazionale soprattutto se si parla di avventure grafiche punta e clicca.
Il titolo è sicuramente profondo grazie ad una bella storia che si dipana in circa 15-20 ore (anche di più se si perde tempo ad ascoltare e seguire tutti i dialoghi e qualche enigma risulta ostica) di gameplay. Quest’ultimo non innova nulla nel panorama delle avventure grafiche punta e clicca ma chiedere anche questo sarebbe stato pretenzioso.
I dialoghi sono ben scritti mentre gli enigmi ben congegnati. Non sembra essere sbagliata la “fama” di “Broken Sword Italiano” anche se parliamo di produzioni completamente diverse realizzate in periodi storici completamente differenti. Sarebbe più bello scrivere, invece, che The Hand of Glory vive di luce propria (anche se sono indubbie le inflessioni). È sicuramente corretto aggiungere che il lavoro svolto da Madit Entertainment e Daring Touch è sicuramente lodevole e che rende onore alle produzioni indipendenti.
Tecnicamente il titolo è di discreta fattura con una grafica in 2d altalenante (ma mai sotto la sufficienza) ed uno stile a mano che può piacere ma può anche non acchiappare. Buone le musiche mentre del doppiaggio abbiamo già parlato. Peccato manchi il doppiaggio in italiano. Rimane, comunque, una delle produzioni italiane più interessanti del 2020 appena passato.
Se amate le avventure grafiche punta e clicca, The Hand of Glory può regalarvi buone ore di sfida e divertimento. Dategli una possibilità.
Pregi
Trama molto interessante e variegata. Ottimi enigmi. Buoni dialoghi. Bel mix tra parti ironiche e drammatiche. Una bella opera se consideriamo la natura indie del progetto. Buon grado di sfida. Dura il giusto. Buon doppiaggio. Grafica discreta.
Difetti
Comparto visivo con alti e bassi. Non inventa nulla, pur scrivendo una bella pagina per chi ama questo tipo di giochi. Peccato manchi il doppiaggio in italiano.
Voto
8+