Empire of Sin, la nostra recensione
Romero Games e Paradox ci (ri)portano nella Chicago degli anni ’20 del secolo scorso con un mix tra gestionale, strategia a turni ed rpg di atmosfera
Due dati, fondamentali: sviluppato da Romero Games e distribuito da Paradox Interactive. Il primo, non ha bisogno di presentazioni per chi ha almeno trent’anni. Il secondo, al contempo, non ha altrettanto bisogno di bigliettini da visita. Con queste due “promesse silenti”, ci si è approcciati ad Empire of Sin, un “simulatore” di malavita che pareva, sin dalle prime battute, offrire il giusto mix di gioco e “cinematograficità”. Atmosfere noir, alcool e proiettili: un mix, appunto, esplosivo la cui miccia, innescata dai due nomi citati, faceva già presagire uno “scoppio” gigantesco che… invece, lo diciamo fin da ora, non v’è stato.
Ma andiamo con ordine augurandovi una buona lettura della versione PS4 del titolo uscito lo scorso 1 dicembre anche su Pc, Mac, Xbox One e Switch.
SOLDI, ALCOOL E PROIETTILI
Empire of sin è un gioco di strategia, misto ad un ruolistico a turni, dedicato alla malavita in salsa italo-americana e ambientato in una Chicago degli anni ’20 (del secolo scorso), in pieno proibizionismo. Un set che, tra del jazz da club di inizio secolo, atmosfere pastose e fumose e i classici cliché ben riprodotti con cui il cinema da decenni dipinge il malaffare all’italiana (seppur, saremo in grado di interpretare diversi personaggi non solo italici), Empire of Sin.
Ludicamente parlando, il titolo tenta di mettere sul tavolo (è il caso di dirlo), diverse caratteristiche preponderanti: nel gioco, come specificato, non dovremo solo gestire l’aspetto “finanziario” del nostro business, ma anche e soprattutto quello legato alle azioni “sul campo”.
Ecco che, in sostanza, il titolo si dividerà in due anime: nel prima, ci troveremo dinanzi ad un classico manageriale in cui, col solito gioco delle “leve”, dovremo equilibrare e gestire il nostro impero del crimine. Dalla produzione dell’alcool, vero settore trainante per il nostro “esercizio”, sino all’ottenimento per vie “traverse” di edifici, che ci consentiranno di ampliare la nostra attività, sia al reclutamento di nuovi “picciotti” i quali accumuleranno esperienza sul campo, salendo di livello e potendo così “vestire” equipaggiamento più potente.
Poi, l’altra “anima”, ci vedrà impegnati sul campo in uno stile non troppo dissimile da XCom: Empire of Sin, infatti, ci offre anche uno spaccato in stile gioco di ruolo a turni, in cui la nostra squadra avrà dei punti azione limitati a ogni turno e che verranno spesi per portare a compimento determinate azioni, come ad esempio attaccare i nemici, difenderci p spostarci in mappe – sempre piuttosto contenute – costituite da caselle quadrate, ognuna delle quali ci offrirà al contempo bonus differenti in base alla “morfologia” e alle coperture presenti.
Sul campo, potremo inserire i nostri sgherri i quali, come specificato, guadagneranno esperienza e saliranno di livello, evolvendosi seguendo un proprio albero delle abilità) e potendo in questo modo utilizzare equipaggiamenti via via più sofisticati. Due anime, dicevamo, imbevute in un dolce “liquore” narrativo: Empire of Sin ci permetterà di selezionare il nostro alter ego tra una nutrita selezione di boss “leggendari” e che hanno fatto la storia.
Ma non sarà una scelta di facciata: ogni gran capo avrà dei pregi specifici che lo renderanno particolarmente “portato” in alcune aree specifiche del malaffare. In aggiunta, il nostro alter ego dovrà affrontare dialoghi d’ogni sorta e che avranno evidenti ripercussioni sul gameplay, offrendo un inatteso taglio cinematografico al gioco e donando il necessario movente extra-ludico per continuare ad affrontare le sfide proposte.
Ad esempio, fondamentali nel gioco saranno le “trattative” con gli altri boss, dove solitamente si “chiariranno” le posizioni rispetto a determinati questioni. Questioni che saranno anche orientate dalle caratteristiche del singolo personaggio: persino i nostri subalterni avranno una propria “vita”, presentandosi ai nostri occhi come “persone” descritte da vizi e virtù che andranno comunque ponderati e che, addirittura, si evolveranno nel corso del tempo in base alle vicende che occorreranno nel gioco.
MECCANICHE DA… “OLIARE”
Nonostante le tante promesse, in concreto Empire of Sin è però stato tradotto in un’esperienza non proprio priva di alcune asperità. Fondamentalmente, la volontà di unire due aspetti non proprio vicinissimi tra loro, ovvero quello più numericamente manageriale unito alle sessioni d’azione a turni, hanno probabilmente innescato la necessità negli sviluppatori di “riassumere” e semplificare i classici crismi dei due settore.
Il risultato è una certa tendenza alla “semplificazione”: i combattimenti saranno quasi sempre molto semplici da affrontare e molto spesso ben lungi dall’essere punitivi nei confronti del giocatore. Una semplicità che vede l’intelligenza artificiale “faticare” e non poco anche contro strategie d’attacco basilari che, in larghissima misura, ci consentiranno di vincere gli scontri in modo piuttosto agile.
Allo stesso modo, anche la mera gestione finanziaria delle attività non sarà estremamente impegnativa e ci lascerà molto “spazio di manovra”, anche ai livelli di difficoltà più alti. Se volessimo riassumere al massimo l’esperienza, si potrebbe dire che “i soldi risolvono tutto”: nell’espansione del nostro impero, non vi saranno grandi possibilità o scelte gestionali extra-binario preimpostato, ma basterà continuare a far evolvere le attività conquistate.
Le decisioni possibili avranno un relativo impatto strategico: l’unico nostro obiettivo sarà incamerare quanti più soldi possibile, per poter potenziare e far evolvere “esercito” e attività. In definitiva, si sente la mancanza di una maggiore libertà decisionale e tattica. Tutte questioni che, leggendo i post degli sviluppatori, dovrebbero esser “limate” con una patch di grandi dimensioni e che dovrebbe esser rilasciata nei primi mesi di quest’anno.
UN SIGARO A METÀ
Per quanto concerne il lato tecnico, Empire of Sin su PlayStation 4 ha degli alti e dei (visibili) bassi: l’atmosfera di gioco sarà tendenzialmente sempre valida e di spessore. L’aspetto “fumoso” di palazzi e strade renderà sicuramente più avvincente l’esperienza ludica.
L’engine grafico utilizzato, Unity, ci permetterà di avere uno spaccato sicuramente affascinante e con dettagli di buon livello, sia relativi alle texture di auto, palazzi ecc. ma anche specificatamente correlati al buon gioco di luci creato ad hoc dagli sviluppatori, che spesso ci lascerà per qualche secondo ad osservare l’andirivieni dei cittadini digitali nei vicoli “noir” di Chicago.
Una buona estetica, coadiuvata da una direzione artistica sapiente e che fa buon uso dell’immaginario collettivo di derivazione cinematografica, che, però, gode come detto di bassi piuttosto evidenti, come nel caso delle animazioni, approssimative, dei modelli poligonali durante le fasi di dialogo e “trattativa”. A livello di performance, la versione Ps4 del gioco offrirà un gameplay senza particolari intoppi o rallentamenti, sia per quanto concerne la fase gestionale che per quanto riguarda le sezioni più spiccatamente “action”.
È possibile però, incappare in alcuni bug durante l’esperienza di gioco, alcuni anche gravi, per cui è consigliatissimo il download degli update del gioco, che ne risolvono una gran parte. È da segnalare l’assenza totale della lingua di Dante, nello scritto e nel parlato, seppur va sottolineato il buon lavoro recitativo fatto a livello di doppiaggio.
COMMENTO FINALE
Alcool, soldi, proiettili e tanto jazz: una formula presente in modo accattivante in Empire of Sin che, grazie al suo “sdoppiarsi” sia in un gioco di ruolo, sia in un gioco gestionale, cerca di proporre la propria visione ludica su di un settore che, negli ultimi anni, ha visto pochissimi esponenti affacciarsi sul mercato.
Un prodotto sicuramente valido ma con dei limiti evidenti a livello di gameplay che, stando a sentire gli sviluppatori, attentissimi alle “valutazioni” della community, dovrebbero esser presto risolti con una patch in arrivo nei primissimi mesi dell’anno. Una buona esperienza ma non esente da limiti ludici sin troppo visibili.
Pregi
Graficamente e artisticamente piacevole. Narrativamente interessante. Un po' gestionale, un po' ruolistico a turni...
Difetti
... seppur entrambe le "anime" abbiano evidenti limiti. Tante componenti diverse unite tra loro in modo imperfetto. Qualche indugio tecnico.
Voto
7