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Tinkertown, la nostra Anteprima

Headup Games ci mostra come potrebbe (o sarebbe potuto) essere un Minecraft su Gameboy; ecco le nostre prime impressioni

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Qualche settimana fa, in quel di Steam, si è affacciato Tinkertown. Un piccolo ma ambizioso progetto realizzato e distribuito da Headup Games. Noto editore di videogiochi indipendenti che questa volta ha deciso di vestire i panni di sviluppatore. La scelta di lanciare il gioco in accesso anticipato sembra essere stata dettata dalla volontà di apportare vari ritocchi e miglioramenti seguendo i feedback e in generale le indicazioni della community.

E non potrebbe (forse) essere altrimenti, dato che il gioco intende offrire il meglio di sé in multigiocatore. Fermo restando che anche da soli è possibile fruite dell’esperienza completa. Ora però, senza ulteriori indugi, vi lasciamo alle nostra anteprima del gioco. Che ricordiamo essere acquistabile sullo store di Valve al prezzo di 16,99 euro. Vi auguriamo una piacevole lettura.

MINECRAFT STYLE, QUASI

Tinkertown è un titolo che si pone come una “nuova e rinfrescante esperienza multiplayer sandbox”. Ma dal momento che non è stato possibile provare tale modalità (non ci è stato possibile farla funzionare ndr), ci limiteremo a parlarvi di tutto il resto. Cioè della medesima esperienza di gioco a disposizione del singolo giocatore.

Il quale, avviando una nuova partita, si ritroverà in un mondo generato in maniera procedurale. Similmente a Minecraft (da cui l’ispirazione tratta è davvero forte), non sembra esserci un obiettivo preciso. Se non quello di sbizzarrirsi in un mondo pieno di risorse da raccogliere e utilizzare per sopravvivere. Questo per modo di dire, dal momento che manca qualsiasi indicatore di fatica, fame o sete.

Tinkertown
Ogni volta che raccoglieremo un nuovo materiale, potremo sbloccare e accedere alle ricette che ne prevedono l’impiego

Tutto ciò di cui dovremmo sostanzialmente preoccuparci è la barra della vita, che sovrasta quella del “mana”. Quali sono le minacce in Tinkertown? Sostanzialmente mostri, come per esempio scheletri e goblin. Ma anche ambientali, come nel caso dell’acqua. Il nostro personaggio (che potrà essere creato a tavolino tramite un editor piuttosto rudimentale) non sarà capace di nuotare.

Anzi, ogni volta che finiremo, anche per sbaglio, a fare un passo in più verso uno specchio d’acqua… Perderemo dei punti vita. L’unico modo per attraversare corsi d’acqua et similia sarà quello di costruire delle passerelle, sostanzialmente. Sul fronte delle costruzioni ci ritroveremo molto più limitati rispetto allo storico titolo di Mojang, ma lo stesso invece non si potrà dire dell’inventario.

UN MONDO A MISURA DI GAMEBOY

Tinkertown
In superficie potremmo trovare degli ingressi che ci condurranno all’interno di dungeon sotterranei, colmi di nemici ma anche di bottino

Aprendo l’inventario noteremo l’interfaccia del personaggio che mostra la possibilità di equipaggiare un elmo, una pettorina, delle scarpe, uno scudo e naturalmente un’arma. Di tutti questi elementi potremo craftarne (o trovarne) di varie tipologie, che andranno poi a influenzare quelle che saranno le nostre statistiche. Non solo le già citate Salute e Mana, ma anche Armatura, Forza, Velocità e Agilità.

C’è dunque un po’ di rpg in questo sandbox che fa dell’evocatività il suo punto di forza. Giocare a Tinkertown infatti susciterà nei giocatori di lungo corso il ricordo del fu Gameboy Advance. Delle ore passate a osservare, come nel caso di Pokèmon, personaggi in visuale isometrica stilizzata. Che questa volta, un pixel dopo l’altro, saranno impegnati a raccogliere risorse, realizzare strumenti e abbattere mostri.

Nel corso di una partita potremo incontrare tre tipi di biomi: foresta, deserto e tundra. Ognuno con le sue piccole specificità, e tutti accomunati dalla presenza di “luoghi d’interesse”, quali accampamenti, ingressi di dungeon ecc. L’esplorazione risulterà poi piuttosto comoda visto che la minimappa ci indicherà sempre la direzione del punto di spawn, o della nostra base.

Molto basilare (per non dire rudimentale) è invece il sistema di combattimento. Ben poco dinamico e contraddistinto, sostanzialmente, dall’atto di sferrare un colpo, indietreggiare per schivare quello avversario e poi ripetere. Tale schema si ripeterà con gli attacchi a distanza, che potremo per esempio compiere mediante l’utilizzo di arco e frecce. Non manca qualche bug di sorta, ma a parte l’impossibilità di giocare in multiplayer, nulla di così letale per l’esperienza complessiva.

Tinkertown
Girovagando, soprattutto per i dungeon, potremo imbatterci anche in dei boss che, al pari dei nemici, saranno tuttavia facili da “comprendere” e dunque battere

COMMENTO FINALE

Difficile definire Tinkertown se non come un grande cantiere a cielo aperto. Headup Games ha intenzionalmente rilasciato, per il momento, solo l’infrastruttura di base avente però il gameplay “completo”. Per la versione 1.0 infatti sono attese più ricette di crafting, più oggetti, più nemici e tutto ciò che il team vorrà/riuscirà a realizzare su indicazione della musa ispiratrice prescelta. Cioè la community, che ora è chiamata a stabilire se supportare il progetto mediante l’acquisto o meno.

Come è facile immaginare allo stato attuale il gioco risulta alquanto grezzo, con alcuni buoni spunti momentaneamente confinati dentro quella che sembra essere poco più di una beta. A testimonianza di ciò c’è il fatto che il multiplayer, indicato come maggiore punto di forza della produzione, al momento non è funzionante. Staremo dunque a vedere ciò che ci riserverà un titolo che deve ancora mostrare tutte le carte che può mettere in tavola.

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