I giochi di logica, in questo mondo dominato dall’ultra-violenza e da editor dei personaggi sin troppo “dettagliati”, un “semplice” gioco di logica può esser, per certi versi, una vera e propria “rivoluzione” ludica. GraviFire, titolo indipendente sviluppato e prodotto da Potata Company, sembra inserirsi in modo perfetto in questa breve descrizione: unire a meccaniche ed estetica semplici, un titolo la cui complessità e difficoltà va aumentando con la progressione degli stage. Ma andiamo con ordine invitandovi a leggere la nostra recensione della versione Pc del titolo uscito su Steam a fine novembre.
GREEN FIRE!
GraviFire è un gioco di logica in due dimensioni, dotato di visuale dall’alto, che mescola enigmi di carattere fisico e meccanico.
Il titolo, nonostante la sua generale “semplicità” concettuale, ci offrirà una piccola storyline per introdurci alle sue meccaniche di gioco: in GraviFire impersoneremo una piccola fiammella verde, rapita da “cattivissimi” alieni che, imprigionandola in una sorta di tuta spaziale meccanizzata, le impongono un’unica via di salvezza. Ovverosia la risoluzione di una sequela lunghissima di puzzle fisici.
Nel gioco, concretamente, saremo chiamati ad interagire con diversi oggetti (solitamente, una sorta di grandi “casse”) che obbediranno a forze gravitazionali specifiche che potremo richiamare a nostro piacimento e che, conseguenzialmente, consentiranno un movimento “corale” “particolare” degli oggetti presenti sullo stage. Il nostro compito, naturalmente, sarà collocare le citate casse in punti specifici della mappa, al fine di completare lo stage e proseguire nel successivo stage.
Naturalmente, a renderci la vita più complicata, non ci sarà solamente la “morfologia” specifica dei livelli che andremo ad affrontare, ma anche una serie di “ostacoli” ambientali come laser mortali, mura invalicabili e così via.
Inutile negarlo, GraviFire è divertente ma, al contempo, una bella gatta da pelare: nella cinquantina di livelli a disposizione, ognuno come detto progressivamente più difficile, il concetto fisico e la forza di gravità verranno utilizzati in modi davvero singolari e “fuori dalla norma”, costringendoci non solo ad usare la mera logica ma anche un pizzico di fantasia e di pensiero “fuori dagli schemi”.
Avremo, naturalmente, facoltà di “azzerare” il livello in corso d’opera, riportando tutte le condizioni dello stage al “day zero”, e addirittura di saltarne a piè pari uno seppur la caratteristica ha dei limiti (dovremo attendere 10 minuti per il ripristino del “potere”). Intravisto nella sua essenziale e peculiare ottica, ovvero un “ammazza tempo, ammazza cranio”, GraviFire è praticamente perfetto, ludicamente parlando.
Seppur, per la sua essenza intrinseca e per la sua leggerezza concettuale, è piuttosto semplice captare le “emanazioni mobile” che il titolo emana. Riassumendo: è un ottimo gioco di logica, ma ispirato ai classici “lumi” a cui obbediscono i titoli mobile.
BRAIN… SMASHING
Da un punto di vista più squisitamente meccanico, GraviFire poggia su caratteristiche meccaniche piuttosto semplici ed intuitive: i controlli principali del gioco si sviscereranno attraverso la classica combinazione “wasd” della tastiera, unitamente agli immancabili direzionali. Sorprendentemente, il gioco supporta anche la possibilità di utilizzare un pad con dei canonici stick, il quale si rivelerà, con altrettanta sorpresa, una parimenti dignitosa alternativa rispetto alla canonica tastiera del Pc.
Anche in una prospettiva limitata alla mera programmazione, GraviFire sarà praticamente esente da bug e gradevole allo sguardo, grazie ad una grafica in 2d retrò che riporta alla mente, per i più anzianotti, titoli platform e puzzle game degli anni ’90.
Il tutto, condito da uno style vagamente comic, che ne alleggerirà ancor di più (e in modo positivo) l’essenza. A completare un pacchetto sicuramente pregevole, track elettroniche/ambient visibilmente ispirate alla synthwawe, con annesse effettistiche sonore retrò che ben si amalgamano al contesto.
COMMENTO FINALE
GraviFire può avere due interpretazioni: la prima, come ammazza tempo. E, in questo frangente, il gioco è pregevole offrendo un’estetica semplice ma accattivante e retrò. Il tutto unito ad un gameplay concettualmente “modico” ma dalle infinite (e difficoltose) applicazioni.
La seconda interpretazione, esula dal titolo in sé e guarda più dall’alto: GraviFire è un titolo dalla spiccata essenza mobile che, per la sua intrinseca semplicità, potrebbe far storcere il naso a chi vuol sì un puzzle game, ma da “Pc”, con tutti i crismi e i significati, anche “nascosti”, che la cosa comporta. Qualsiasi sia l’interpretazione prescelta, visto anche il costo estremamente contenuto, GraviFire è sicuramente una produzione degna di nota e divertente nello specifico settore.
Pregi
Meccaniche semplici, enigmi complessi. Stile retrò ben realizzato.
Difetti
Essenza mobile che potrebbe non piacere a tutti.
Voto
8
1 commento su “GraviFire, la nostra recensione”