Solo le ali di un falco sono libere dalle acque che ci vincolano. Con queste parole veniamo accolti nel suggestivo mondo di The Falconeer. Un titolo che al pari di un Pumpkin Jack dimostra e ribadisce quanto un singolo uomo può spingersi lontano. Quanto non siano formalmente indispensabili team formati da decine di persone per realizzare un buon videogioco.
C’è da dire che in questo caso, dietro alle quinte, non si cela certo un novellino qualunque. Bensì un autentico veterano del settore, co-fondatore tra gli altri della Little Chicken Game Company. Stiamo parlando di Tomas Sala, all’esordio nelle vesti di autore di un progetto sul quale si è deciso di scommettere. A farlo è stato innanzitutto Wired Productions, che ha rilasciato il gioco nelle vesti di editore.
In seconda ma non meno importante battuta c’è invece Microsoft, che fin dal principio ha deciso di puntare forte sulla creazione del noto sviluppatore olandese. Sia proponendolo come titolo di punta a diversi eventi e presentazioni del settore, sia come esclusiva. Non a caso il gioco è disponibile solamente su Pc, Xbox One e Xbox Series X/S. Di seguito la nostra recensione della versione Steam di The Falconeer. Vi auguriamo una piacevole lettura.
SULLE ALI DELLA LIBERTÀ
Il mondo di The Falconeer, denominato Grande Ursee, appare come una sterminata distesa acquatica interrotta da ben pochi elementi. Alcuni arcipelaghi, un crepaccio che spacca letteralmente il mare in due e varie formazioni rocciose talvolta sormontate da edifici. In mezzo a tutto ciò imperversano scontri senza fine tra le varie fazioni, che si contendono il controllo dei territori. Si va dall’Impero Nordico, che da grande potenza tenta continuamente di imporre il proprio dominio, ai pirati e ai ribelli.
Questi ultimi assaltano ogni insediamento possibile, ivi compresi quelli della fazione “civile”. Essa riunisce una serie di comunità indipendenti che cercano continuamente di sottrarsi all’egemonia dell’Impero Nordico e dell’Ordine dei Mancer. Studiosi esperti che hanno il predominio sul versante tecnologico, e che dirottano i propri progressi verso una sconosciuta destinazione nota come “Il Percorso”.
A colpire fin da subito è il modo in cui l’autore, Tomas Sala, ha organizzato la Modalità Storia. Avviando una nuova partita potremo scegliere se iniziare dal prologo, dal primo o dal secondo capitolo. Altre due parti più un epilogo saranno invece sbloccabili giocando e completando quelli precedenti. In The Falconeer manca infatti una progressione lineare.
Al giocatore viene infatti lasciato l’onere di decidere da sé come e da dove iniziare. Una prospettiva affascinante per alcuni, ma piuttosto spiazzante per altri. Ogni capitolo funge da “mini-campagna”, nella quale giocheremo nei panni di un eroe (generabile casualmente o personalizzabile, seppur in maniera minima) seguendo le vicende di una delle fazioni.
TOP GUN ORNITOLOGICO
Abbiamo accennato circa la morfologia del mondo di The Falconeer, e delle poche terre emerse che ospitano luoghi d’interesse. Fra questi figurano anche delle piattaforme d’atterraggio per i falconieri, che costituiscono la principale forza militare nel Grande Ursee. Nella maggior parte dei casi combatteremo infatti contro altri falconieri come noi, piloti dell’aria in sella a falchi da guerra giganti.
Un’ambientazione suggestiva e una lore affascinante ma (volutamente) frammentata fanno da cornice a uno shooter in terza persona. Dove al centro di tutto vi sono degli autentici duelli aerei, in stile dogfight. Virate, planate, tuffi in picchiata… Guidare un falco renderà i combattimenti molto più incentrati sulla mobilità che non sulla velocità (come sarebbe invece combattendo tra aerei).
Ogni capitolo della campagna sarà suddiviso in mini-quest (molte ripetibili all’infinito), che ci sveleranno sempre più dettagli sull’universo di gioco. Ripeterle servirà anche ad accumulare una valuta che potrà essere investita per incrementare le prestazioni del nostro falco da guerra. Tramite i mutageni potremo incrementare le prestazioni quali velocità, resistenza e attacco. In seconda battuta sarà possibile potenziare o acquistare armi più potenti.
Esse saranno tutte accomunate dalla facoltà/necessità di potersi ricaricare attraverso i fulmini delle tempeste. Volando per la mappa capiterà di imbattersi in esse: volandoci attraverso potremo “catturare” i fulmini e ricaricare armi e barra della resistenza. Per il resto dovremo fronteggiare tanti nemici, sia dall’aria che dal mare. Evitare i colpi e infliggerne a nostra volta sarà decisivo, visto che la quantità di danni sopportabile sarà alquanto limitata (cosa alla quale potremo parzialmente ovviare aggiungendo la capacità di rigenerazione).
ONE MAN ARMY
Molti combattimenti, ma anche esplorazione. La componente open-world di The Falconeer si esprime nella possibilità di girare liberamente per la mappa di gioco. Non solo potremo così ammirare senza pressioni gli scorci che il gioco ha da offrire, ma sarà inoltre possibile scoprire luoghi di interesse checi torneranno utili lungo il nostro percorso.
Un percorso in sella a un falco da guerra che di tanto in tanto vorrà persino deviare leggermente dalla rotta, come se avesse vita propria. Un’aggiunta affascinante che, presentandosi in momenti sconvenienti (quali un combattimento estremo), finirà col causare non poca frustrazione. I comandi risultano configurati e configurabili sia per mouse e tastiera che per pad, dove risultano fisiologicamente più comodi.
La struttura aperta della campagna lascia un ampio margine di libertà, dipanandosi in diverse tipologie di missione. Alcune delle quali risultano tuttavia notevolmente povere e ripetitive, come per esempio il recupero di oggetti in una data posizione e il ritorno successivo alla base. La facoltà di ricorrere a spostamenti rapidi a missione conclusa sveltiscono quantomeno i tragitti, che altrimenti sarebbero insopportabilmente lunghi.
Al netto di alcune componenti più piatte The Falconeer riesce comunque a brillare, proponendo un gameplay di stampo arcade divertente e una lore che, seppur frammentata, risulta invero accattivante. Oltre a offrire delle signore prestazioni grazie a un’ottimizzazione che renderà il framerate stabile per tutta l’esperienza, il titolo riesce anche a stupire sul fronte grafico. Questo nonostante un’architettura low poly che riesce, grazie ad accorgimenti quali fenomeni atmosferici, clima dinamico ecc, a regalare colpi d’occhio veramente notevoli.
COMMENTO FINALE
The Falconeer ha innanzitutto il merito di riportare in auge una tipologia di giochi fin troppo spesso lasciata ai margini del mercato. Parliamo naturalmente degli shooter ad alta quota in tre dimensioni. E lo fa in sella a degli imponenti falchi da guerra, intenti a ingaggiare duelli aerei sullo sfondo di una lore intrigante. Alla quale tuttavia avrebbe probabilmente giovato una struttura più lineare, al pari della campagna. Impossibile comunque non celebrare l’ottimo lavoro svolto da Tomas Sala, che da solo è riuscito a catturare persino l’attenzione di Microsoft. Facendo sì che il colosso americano puntasse con decisione sul suo progetto. Che nelle sue imperfezioni offre una perfetta visuale panoramica su ciò che è umanamente possibile realizzare, anche con un team composto da un solo individuo.
Pregi
Un gameplay dinamico e divertente che regala diversi momenti epici. Il Grande Ursee, pur essendo composto prevalentemente da oceano, è di una bellezza rara. Grande lavoro sul piano tecnico, sia per quanto concerne il sapiente sfruttamento della grafica low-poly sia per il lato ottimizzazione che non presenta, sostanzialmente, alcun difetto. Una lore profonda e intrigante...
Difetti
... Che avrebbe tuttavia giocato di un'organizzazione più lineare, al pari della stessa campagna. Tipologia di incarichi poco variegata. IA del falco a tratti irrequieta.
Voto
8
1 commento su “The Falconeer, la nostra Recensione Pc”