Giudicare che cos’è Spirit of The North al primo impatto non è semplice. Un’avventura? Un walking simulator? Crediamo che il nome più adatto ad un simile prodotto sia esperienza. C’è dell’interattività senza dubbio nel titolo di Infuse Studio, casa di sviluppo indie al loro debutto, ma ciò che succede a schermo va ben oltre quello. Le atmosfere grafiche, i paesaggi di montagna e la musica in sottofondo creano un mix coinvolgente e unico.
Ma partiamo per questo viaggio solitario, o quasi, nelle lande del nord in questa recensione di Spirit of The North per PS5. Buona lettura.
VALLI INCANTATE E PASSAGGI A NORD-OVEST
Spirit of The North si apre senza introduzioni classiche, nessuna sequenza in cinematica. Veniamo quasi completamente scaraventati nel gameplay. Una volpe rossa sta attraversando le montagne. Il suo colore risalta come non mai nel bianco della valle innevata. Davanti a noi, tutta la zona è a nostra disposizione. All’inizio rimaniamo storditi. Cosa dovremmo fare? Cominciamo a muovere i primi passi attraverso la neve soffice. La volpe sembra quasi divertirsi a camminare in quella pallida sostanza. Qualcosa attira la nostra attenzione. Una scia rossa nel cielo. Decidiamo di seguirla. Ed è proprio così che Spirit of The North ci indicherà la via. Non esiste una narrazione, non esiste un tutorial vero e proprio che non sia l’icona a schermo del tasto del pad per fare una determinata azione.
E allora seguiamo la scia fino ad arrivare ad una grotta. In questo rifugio troviamo l’elemento principale del gioco. Lo spirito del Nord, il guardiano dell’aurora boreale. Sarà questo spettro ad indicarci la via e parte della storia che andremo ad affrontare. Infatti, il guardiano, sotto forma di una volpe azzurra, ci indicherà una sorta di incisioni rupestri. I glifi ci mostreranno come lo spirito fosse adorato dalla gente del posto, come fosse una divinità. Ad un certo punto, il guardiano si è assopito e, durante il suo sonno, l’oscurità prese possesso delle terre del nord. Questo male conquistò il territorio e uccise ogni forma di vita. Il guardiano, destatosi dal suo sonno, trovò solo desolazione e morte. Non potè far altro che aspettare l’arrivo di qualcuno che traghettasse la sua volontà per i territori del nord, al solo scopo di annientare l’oscurità.
POTERI CELESTI
Ed è qui che entriamo in gioco noi. Lo spirito ci darà parte dei suoi poteri per portare al termine il viaggio al fine di distruggere per sempre l’oscurità che permea i paesaggi del nord. Questi poteri serviranno per risolvere i numerosi enigmi che ci sbarrano la via.
Inizialmente, si tratterà di semplici puzzle ambientali da risolvere ma via via diventeranno sempre più complicati. I poteri aumenteranno sempre di più, proprio per far fronte all’aumentare della difficoltà. Dapprima, avremo il dono della luce, un potere che potrà risvegliare la forza sopita in totem di pietra in grado di muovere oggetti. Poi, otterremo la capacità di fare un scatto fulmineo fino ad arrivare alla possibilità di abbandonare per alcuni istanti il nostro corpo animalesco mortale per diventare esseri di puro spirito, in modo da attraversare barriere altrimenti irraggiungibili. Va detto, alcuni enigmi sono davvero complicati. Più che altro per la scarsa comprensione di essi. A volte, la mappa che percorriamo è talmente grande che potremmo perderci dettagli utili al completamento del puzzle, il che può risultare fastidioso.
SOLITUDINE
Come avrete capito, il gameplay è abbastanza minimale. Oltre ad utilizzare le succitate abilità, avremo a disposizione solo un tasto per saltare e uno per guaire. Esatto, nessun tasto per attaccare. Perché non ce ne sarà bisogno. Durante il gioco, non incontreremo nessuno. Saremo soli. Noi, la nostra luce guida e il paesaggio. A farci compagnia ci sarà solo una serie di musiche orchestrali che creeranno un’atmosfera surreale. In realtà, qualcuno incontreremo. O, perlomeno, cosa rimane di loro. Lungo il percorso, troveremo spesso i cadaveri dei sacerdoti che adoravano il guardiano delle loro terre.
Se decideremo di avvicinare al corpo senza vita il loro bastone cerimoniale, allora libereremo la loro anima dal corpo invaso dall’oscurità, regalandogli un riposo eterno. Questa meccanica sarà quello che aggiungerà longevità al titolo, in quanto faranno da classici collezionabili. Longevità che si attesta circa sulle 6 o 7 ore, a seconda dell’abilità del giocatore o di quanto tempo si voglia passare a girovagare per le terre.
Spirit of The North su PS5 è uno spettacolo per gli occhi. L’utilizzo dell’Unreal Engine è stato più che azzeccato. Passare da montagne innevate, verdi colline e cascate d’acqua sarà qualcosa di fantastico. Inoltre, il riflesso dinamico sull’acqua ci ha sorpreso così tanto che ci siamo fermati ad osservare come non solo la nostre volpe rossa venisse specchiata, ma anche gli altri elementi ambientali, come la scia rossa nel cielo. Le texture non sono quasi mai sbavate.
L’unico difetto che abbiamo riscontrato risiede in qualche incertezza in alcune pietre. Pietre che al nostro avvicinarsi cambiavano forma. Per il resto, il lavoro tecnico dietro al titolo è magistrale, sopratutto se pensiamo che è stato messo in atto da un team di tre persone.
COMMENTO FINALE
Per concludere, Spirit of The North si presenta come un’esperienza da vivere in silenzio, estraniandosi dal mondo intero e facendosi trasportare in quelle terre nordiche alla scoperta di riti, culti e aurore boreali. Solo l musiche e la nostra guida divina ci accompagneranno nel nostro viaggio al fine di ripulire le lande dall’oscurità.
I puzzle risultano stimolanti da affrontare, anche se qualcuno metterà a dura prova la vostra capacità di osservazione. La durata non troppo elevata permette che il gioco non risulti noioso alla lunga. Infuse Studio ha confezionato un prodotto che merita di essere giocato, sopratutto in questa controparte PS5, dove il lavoro tecnico è su ottimi livelli.