Crown Trick, la nostra recensione

Esploriamo labirinti senza fine con la recensione di questo interessante strategico a turni roguelike

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L’editore Team17 si è sempre dimostrato eclettico e molto attento nel trovare interessanti prodotti da pubblicare nell’ampio sottobosco indipendente, oltre ad essere un glorioso sviluppatore conosciuto in tutto il mondo per la serie Worms. Il titolo di cui parleremo è un ibrido di generi differenti che va a confluire in un’anima procedurale per la generazione dei livelli. Stiamo parlando di Crown Trick, sviluppato dal team indie Next Studios e disponibile su Steam e su Switch dallo scorso 16 ottobre. Non andiamo oltre e vi auguriamo una piacevole lettura della recensione.

UN BRUTTO SOGNO

Il filmato introduttivo realizzato con gran cura ci racconta la storia che fa da apripista alle vicende narrate nel gioco. Interpreteremo una giovane e sconosciuta ragazza di nome Elle. Caduta in un profondo sonno, si trova catapultata nel Regno degli Incubi dove in seguito ad alcune peripezie si ritrova a dover assumere il ruolo di eroina con l’obbiettivo di rimandare gli incubi da dove sono venuti.

A supportarla nel suo cammino troveremo Crown, una creatura a forma di corona da regina che ci ha ricordato da molto vicino Rubilax di Wakfu. Essendo un regno fatto degli stessi sogni della ragazzina, i dungeon muteranno continuamente rendendo ogni partita unica. Superando i vari livelli, metteremo in ordine i pezzi di un puzzle apparentemente senza senso che nasconde invero un intreccio narrativo leggero ma interessante.

LOOT E PROGRESSIONE

Inizialmente ci verrà data la possibilità di scegliere tra due armi del tutto casuali, ognuna dotata di caratteristiche diverse e valori d’attacco, proprietà magiche e possibilità di potenziamento. L’esplorazione dei dungeon non servirà solo a proseguire con la storia ma offrirà l’occasione di trovare nuovi oggetti da equipaggiare. L’equipaggiamento è davvero molto vario e offre varie possibilità in base alla build che vogliamo creare. Oggetti molto potenti sono anche le antiche reliquie, che nel gioco assumono la forma di ciondoli e offrono diversi bonus.

Il gioco è molto immersivo e il senso di progressione è strutturato attraverso più meccaniche. Oltre al già citato inventario abbiamo anche i vendor che verranno reclutati in una particolare stanza dove spenderemo i frammenti delle anime nemiche raccolte durante gli scontri. La scelta su quale personaggio sbloccare dipende molto dal giocatore ma almeno nelle fasi iniziali suggeriamo di puntare sugli oggetti curativi. Avremo poi la possibilità di ottenere chiavi speciali che daranno accesso a sale e aree prima inaccessibili.

I PRIMI PASSI

Sebbene rientri nel genere dei roguelike, Crown Trick si avvicina molto ai giochi di ruolo a turni, specialmente quelli con meccaniche tattiche. In quest’ottica, il titolo ci ha ricordato Terra Randoma (link https://www.ilvideogioco.com/2020/11/08/terra-randoma-la-nostra-anteprima/) dove il personaggio si muove in dungeon a griglia quadrate. Qui, le griglie risultano non visibili ma lo scontro con un nemico vedrà Elle e le creature muoversi dello stesso quantitativo di passi. Questa meccanica accentua in modo importante lo studio dei nemici soprattutto per quel che concerne i punti deboli. Interessante l’inserimento di armi con portata superiore a quella standard, capaci di colpire anche ad alcuni blocchi di distanza gli incubi.

I boss di fine livello sono piuttosto ostici ma se sconfitti, cederanno le loro mosse speciali che verranno aggiunte al nostro inventario quando finiremo il livello. In ogni partita potremo sfruttarne fino a quattro e il loro utilizzo consumerà una porzione importante delle nostre riserve di mana, ma è un costo che accetteremo di pagare senza remore visto che i danni che possono produrre sono ingenti.

Sulla scia degli scenari dinamici introdotti con i Divinity: Original Sin, potremo usare l’ambiente in torno a noi per generare effetti ancora più distruttivi. L’esempio più semplice è la pozza d’olio che andremo ad incendiare generando danni da fuoco che “abbrustoliranno” le creature in cui ci imbatteremo. Nel complesso, pur considerando la progressione lenta il gioco si rivela avvincente e molto impegnativo, una manna per quei giocatori appassionati nella creazione di build.

TANTI CONTENUTI, OVVERO TANTA CARNE AL FUOCO

Il gioco ha diversi contenuti e c’è carne sul fuoco che sicuramente terrà impegnati giocatori di tutti i gusti.

COMPARTO TECNICO, UNA GIOIA PER GLI OCCHI

Lo stile artistico di Crown Trick è una gioia per gli occhi. Non è un mistero che chi redige questa recensione sia un appassionato di giochi in pixel art e quella proposta da Next Studios è di pregio, così particolareggiata da sembrare un cartone animato. Il tutto è seguito da un buon numero di animazioni, effetti speciali differenti per ogni abilità e una certa varietà nella conformazione dei dungeon che mascherano in modo sorprendente la natura procedurale del titolo.

Il comparto audio è forse l’unica cosa che non ci ha soddisfatto appieno. Il numero di tracce è corposo ed è possibile godere di una certa varietà ma quello che non ci ha convinto è il tema. Le soundtrack sono tutte orientate ad un sonoro di tipo elettronico, il che in un certo senso si scontra con la natura “onirica” e cartoonesca del gioco, dove forse musiche fantasy sarebbero state più appropriate. Questo non va ad inficiare una struttura comunque validissima.

COMMENTO FINALE

Crown Trick è un prodotto davvero ben riuscito. Gioco di ruolo tattico a turni, in ultima istanza mantiene la componente roguelike dietro ad una mole contenutistica di tutto rispetto, una grafica di prim’ordine e una longevità nettamente sopra la media.

La curva d’apprendimento più rigida della media non è un fattore negativo, ma conta come feature del gioco in quanto l’intera struttura spinge ci spinge ad andare avanti e non arrenderci alle prime sconfitte. La componente narrativa pur risultando in secondo piano risulta godibile, pur con testi solo in inglese. Se vi piacciono i roguelike, tenetelo seriamente in considerazione

Pregi

Stile artistico bello e ispirato. Impegnativo. Riesce a mescolare sorprendente bene meccaniche diverse. Tante possibilità per la costruzione della propria build.

Difetti

Solo in inglese. A tratti frustrante.

Voto

8+