È passato poco più di un anno dal primo contatto con la nuova creatura di Little Green Man Games, Starpoint Gemini 3. I mesi passati hanno visto il susseguirsi di aggiornamenti via via più corposi, tra bugfix, nuove meccaniche e una roadmap seguita con particolare attenzione. I tempi del rodaggio (qui la nostra anteprima) però sono finiti e il 5 novembre scorso il gioco è uscito dalla fase d’accesso anticipato di Steam per approdare sugli schermi di tutti i videogiocatori con l’agognata versione 1.0.
Starpoint Gemini 3 si colloca cronologicamente dopo la fine del secondo capitolo, apprezzato da pubblico e critica per un gameplay immediato e tante cose da fare.
A distanza di sei anni e un ibrido 4X ambientato nello stesso universo, la software house indie di Zagabria (in Croazia) sarà riuscita a ripetersi? Scopritelo con la nostra recensione, buona lettura.
CAMBI DI PROSPETTIVE
Nel corso degli anni, la serie di Starpoint Gemini ha saputo adattarsi alle mode del momento e rinnovarsi ad ogni iterazione pur offrendo un gameplay aperto, con una componente narrativa solitamente in secondo piano. Specialmente il secondo capitolo, è protagonista della volontà dello sviluppatore di offrire un open world ricco e colmo di cose da fare.
In questa nuova iterazione però, Little Green Man Games ha deciso di cambiare le carte in tavola. Nelle fasi iniziali dello sviluppo e durante quasi tutta la fase in accesso anticipato, i giocatori hanno pilotato caccia e bombardieri a differenza delle navi di grossa stazza usate negli altri tre titoli della saga. Non solo, dalla consueta inquadratura in terza persona si è passati alla prima come in altri space sim quali Wing Commander e soprattutto la serie X.
Il “dogma” dello sviluppatore croato è stato ripristinato nel mese di ottobre con un aggiornamento che ha aggiunto la meccanica relativa al comando delle capital, sebbene come valore orientato all’endgame. La storia, ci mette nei panni del capitano Bold, novello Han Solo che senza volerlo passa dall’essere un piccolo ladruncolo insignificante ad uno dei personaggi più ricercati della galassia.
Dopo aver rubato un prototipo di nave sperimentale AI denominato ADAH, la nostra avventura si snoderà in territori sconosciuti e nei canonici settori della serie. Incontreremo un buon numero di personaggi dai tratti stereotipati e piuttosto superficiali ma che offriranno la base di una “quest” principale a sfondo di un open world che risulta invero protagonista.
Il rapporto tra noi e la nostra AI è quello è quello che andrà più in profondità con battute che strapperanno più qualche sorriso. Sulle prime, ADAH vedrà in noi il più inutile degli esseri umani, ma con il passare delle ore le cose cambieranno, andando a formare un duo ben affiatato. Anche se la componente sandbox è preminente, il lavoro svolto da uno scrittore professionista si vede. E infatti per questo terzo capitolo Little Green Man Games ha raggiunto l’accordo con Darco Macan, scrittore croato che ha lavorato anche con Marvel.
ESPLORARE IN LIBERTÀ
La trama offrirà alcuni spunti interessanti pur senza eccedere. Le scelte del giocatore però, andranno ad impattare in modo significativo il rapporto con le varie fazioni in gioco. Potremo decidere di favorirne una o più d’una a discapito di altre, o essere nemici di tutte e tentare la dura vita del vero pirata. C’è anche la possibilità di fare il poliziotto buono, o il più classico dei mercenari. Il gioco non ha binari fissi, tutto dipenderà dalle scelte che faremo.
È possibile intraprendere una serie di missioni casuali atterrando sui pianeti o sulle stazioni spaziali e visitandone i bar. Altre, ci verranno proposte mentre esploriamo lo spazio. Nella maggior parte dei casi, tutte risponderanno agli archetipi classici del “consegna l’oggetto”, “difendi la nave”, “attacca una capital”, “ripara satelliti guasti”, “elimina una flottiglia di caccia nemici”. L’unico neo al momento è rappresentato da ricompense un po’ troppo esigue, che costringono ad un corposo grinding al fine di migliorare nave ed quipaggiamento.
Nonostante sia possibile fare compravendita di merci, la componente economica è quella meno approfondita, ancorata a canoni classici che non consentono di avere una panoramica di prezzi e potenziali guadagni tra i vari settori. Il gioco è chiaramente rivolto allo svolgimento di missioni e ad un rudimentale sistema di mining di asteroidi e nebulose da cui estrarre minerali e gas.
Il viaggio attraverso un settore della galassia avverrà per mezzo di una modalità ad hoc del motore, migliorabile in base ai nostri acquisti. Per “saltare” tra punti distanti della stessa regione sfrutteremo un sistema a “fari”, mentre per viaggiare tra settori distanti useremo i canonici portali per il salto. La mappa in questi casi risulterà molto utile. Semplice come in Starpoint Gemini 2 ma decisamente meglio strutturata, risulta molto intuitiva anche per stabilire una rotta da seguire verso una posizione specifica o un punto nello spazio senza alcuna nomenclatura.
Abituati per tre titoli a cambiare nave in base alle esigenze e al conto in banca, la gestione dei velivoli di Starpoint Gemini 3 può spiazzare. Partendo dalla scocca di quella iniziale, andremo a modificarla grazie ad una serie di moduli (quali ad esempio la carena, le ali, i post-bruciatori e altri componenti) che ne personalizzeranno estetica e statistiche. A seconda di quello che acquisteremo, otterremo in cambio una migliore manovrabilità, velocità, danni e così via.
Potremo acquistare i progetti sui pianeti o le stazioni spaziali ed è presente anche una meccanica dedicata al crafting, seppur leggera e non invasiva. C’è anche una discreta varietà in fatto di armamenti, che dai classici cannoni laser vanno alle mitragliatrici e ad una nutrita schiera di cannoni e lanciamissili.
FUOCO ALLE POLVERI
Il combat system è semplice e fortemente orientato al dogfight con ampio uso di missili. I comandi prediligono l’uso della combinazione mouse più tastiera. E durante le nostre prove, pur avendo a disposizione un joypad sulla falsariga di quello Xbox, abbiamo infine optato per la prima opzione. Sia in combattimento che nelle fasi esplorative, sarà possibile cambiare la telecamera spostandola da una visuale in prima persona ad una in terza persona sullo stile dei capitoli precedenti.
L’interfaccia è semplice ma molto funzionale. Troviamo i valori di scudo, velocità e scafo posti in basso a destra, le armi e i tasti di scelta rapida in basso a sinistra. I giocatori più navigati potrebbero facilmente preferire altri prodotti quali ad esempio gli X. Ma nel complesso il risultato è più che soddisfacente e appagante soprattutto quando vengono coinvolte anche le capital.
Un’introduzione che abbiamo particolarmente apprezzato, ci ha ricordato una meccanica di Assassin’s Creed IV: Black Flag. Dispersi nello spazio, è possibile imbattersi in alcuni boss particolarmente ostici e pesantemente armati. Se abbattuti, però, forniranno risorse, progetti e un quantitativo ingente di crediti. Per riuscire ad averne ragione, sarà necessario essere adeguatamente equipaggiati.
GRAFICA E SONORO
A livello tecnico, il gioco tradisce la sua natura indie ma offre un bel colpo d’occhio. La nave interamente modificabile offre diversi spunti per ogni giocatore con texture di buon livello.
Quelle gestite dall’AI godono di una certa varietà e la loro progettazione trae ispirazione dai capitoli precedenti. Davvero buoni invece gli effetti speciali, soprattutto quelli delle esplosioni che “lasciano” i detriti delle navi abbattute nello spazio. Gli ambienti alla lunga risulteranno ripetitivi ma lo sforzo dello sviluppatore nell’offrire più varietà possibile si nota.
Nikola Nikita Jeremic, ancora una volta all’opera con il comparto audio del gioco, è riuscito nell’impresa di superarsi offrendo una soundtrack davvero completa. Dalle epiche musiche delle fasi di combattimento, si passa a sinfonie decisamente più compassate ma non meno ispirate in quelle esplorative.
TRADUTTORE UNIVERSALE
Non potevamo non segnalare anche la totale localizzazione nella nostra lingua per tutti i sottotitoli. In un 2020 dove l’Italia gode sempre meno di traduzioni anche per giochi casual e adatti ad ampie nicchie, giocare a Starpoint Gemini 3 nella nostra lingua non ha prezzo. Va quindi dato atto allo sviluppatore per aver puntato sul nostro idioma.
COMMENTO FINALE
Abbiamo apprezzato Starpoint Gemini 3 in fase d’accesso anticipato e i mesi passati da Little Green Man Games sulla propria creatura l’hanno resa migliore. È un gioco in grado di catturare pur nella sua semplicità, con una campagna laterale. Innestata, tuttavia, in un contesto dove il giocatore avrà sempre qualcosa da fare, qualche anfratto da esplorare.
Tante missioni, molte fazioni con cui interagire e navi completamente personalizzabili. Sono solo alcuni aspetti di un sandbox che ai livelli più alti permetterà di godere anche delle proprie capital, agognato premio per tutti gli appassionati.
In questa galassia possiamo interpretare il personaggio che più ci piace. E non deve per forza essere una versione annacquata di Han Solo o l’eroe senza macchia. Navigare nella sottile linea grigia tra ordine e caos non sarà facile, ma offrirà diversi spunti. Se siete appassionati di space sim e non avete voglia di navigare tra interminabili menu e gestioni articolate di flotte e stazioni, questo è il gioco che fa per voi. Ed a suo modo è quasi un sequel spirituale di Freelancer.
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