Uno degli aspetti più singolari del Ventesimo secolo è stata la cosiddetta corsa allo Spazio, o Prima era spaziale. Questa ha coinvolto le super potenze U.S.A. e U.R.S.S. in una competizione alla conquista della Luna e di altri pianeti del sistema solare tra gli anni ’50 e ’70. Kosmokrats di Pixel Delusion (edito da Modern Wolf) ci catapulta in quel ventennio, ma con una sostanziale differenza. Nel videogioco dello sviluppatore polacco, il fallout nucleare è avvenuto. Adesso la corsa allo spazio diventa anche corsa alla sopravvivenza.
Disponibile su Pc, via Steam oppure GOG, Kosmokrats si profila come un puzzle game sopra le righe, e quella che state per leggere è la nostra recensione. Buona lettura.
COMPAGNO COMMISSIARIO, ABBIAMO UN PROBLEMA
Kosmokrats, annunciato a febbraio scorso, pone il giocatore nei panni di un pela-patate che vive nella stazione spaziale appartenente alla super potenza russa. Proprio così, un pela-patate. Il preambolo è semplice: per via di un incidente, il cosmonauta della stazione è deceduto e non ci sono sostituti. L’unica speranza ricade su un pela-patate che non ha mai guidato neanche un triciclo: noi.
Dopo un brevissimo addestramento che ci fa sentire dei cosmonauti fatti e finiti, eccoci lanciati nello spazio. Tra la stazione spaziale e la Terra, che ci attrae con la sua forza gravitazionale. In quella manciata di secondi o pochi minuti nello spazio aperto, dobbiamo usare una navicella spaziale per assemblare moduli per la stazione orbitale, sempre più complessi.
La visuale è in terza persona, da lontano. Spostiamo la nostra navicella di supporto in due direzioni: verticale e orizzontale. I moduli da connettere ricordano tanto il Tetris, e possono essere connessi solo tramite particolari nodi. Il modo in cui vengono collegati tra di loro deve rispondere precisamente allo schema che ci consegnano dalla stazione spaziale.
I problemi sorgono quando c’è troppo lavoro da fare in poco tempo. I moduli da connettere tra loro sono tanti, spesso in mezzo allo spazio di manovra troviamo astronauti e giornalisti della propaganda. Le componenti dei moduli da incastrare sono molto fragili, quindi non possiamo spingerle o farle collidere con eccessiva forza.
GAMEPLAY SI REALISMO NO
La linea di pensiero degli sviluppatori polacchi di Pixel Delusion è chiara. Il realismo grafico costa e loro hanno voglia di raccontare storie. Queste devono essere soprattutto divertenti, perché un videogioco, in fondo, deve offrire questo. Kosmokrats è il loro primo sforzo creativo ed è, in un certo senso, il loro manifesto. La storia che si dipana tra una missione e l’altra è tutt’altro che banale. La parodia e la satira al comunismo della Guerra Fredda degli anni ’50 da un lato diverte e strappa risate, dall’altro spinge tanto alla riflessione.
Dietro la grafica tutt’altro che foto realistica, Kosmokrats ci mette nei panni dell’ultima ruota del carro, un pela-patate su una stazione orbitale. Questi deve risolvere problemi, ma soprattutto mettere a rischio la propria vita, per il bene superiore, per la Madrepatria. Ci ha colpito moltissimo una delle prime missioni: vengono lanciati in orbita dei moduli che hanno delle persone al loro interno: personale per la stazione spaziale. Dobbiamo connetterli tutti prima che la forza di gravità terreste attragga tutto in una letale e incendiaria ricaduta.
Pur con tutti gli sforzi del caso, non siamo riusciti a soddisfare oltre il 75% della richiesta di salvataggio della stazione spaziale. Abbiamo perduto molti compagni allo scadere del tempo a disposizione. Ma il peggio è venuto dopo: mentre mestamente ci ritiravamo alla stazione spaziale, con le anime sulla coscienza, abbiamo visto ulteriori lanci verso lo spazio. La Madrepatria ha deliberatamente spedito più persone di quante si potessero effettivamente accogliere. Un sacrificio che pone tante domande, a cui seguiranno risposte durante il gioco.
PICCOLO GRANDE GIOCO
Kosmokrats è gradevole da vedere, a patto di non pretendere l’ultra-realismo. Con il suo stile a metà strada fra un cartone animato e un film in stop-motion (Tim Burton ne ha realizzati diversi) racconta lo stile di vita e lo stile di competizione degli anni ’50 di una superpotenza controversa a dir poco. La satira e la parodia sono sapientemente messe in scena, senza risultare stucchevoli e sempre spingendo al pensiero, tra una battuta e una risata.
L’accompagnamento sonoro è pregevole. Le musiche, soprattutto, risultano ben fatte. Joypad (raccomandato) alla mano è un incrocio di vecchi classici: Tetris e Asteroids soprattutto. Noi giocatori diamo potenza ai motori di una navicella.
Dobbiamo spingere i moduli spaziali per farli incastrare tra di loro. Possiamo anche trainarli con un potente raggio traente, ma di scarsissima durata. Gestirlo, nelle fasi avanzate, diventa vitale. Non possiamo usare tanta velocità, ne andrebbe dell’integrità delle strutture da costruire eppure il tempo a disposizione è sempre di una manciata di minuti.
Mai più di cinque. Questo mette sotto pressione, anche tanto. Durante gli ultimi secondi, la forza di gravità diventa molto intensa e questo si riflette sulle manovre da fare, sempre più difficili. Visivamente possiamo notare che qualcosa inizia ad incendiarsi. Anche se non graficamente a livelli di Crysis, per dirne uno, la cura per i dettagli non manca.
COMMENTO FINALE
Kosmokrats è il primo videogioco dello studio indipendente Pixel Delusion, di stanza in Polonia. E’ un puzzle game che unisce il meglio del gameplay di due grandi classici senza tempo: Tetris e Asteroids. Lo scopo del gioco è quello di costruire delle strutture orbitali a gravità zero, facendo attenzione a non danneggiarle nel processo e realizzandole entro un certo tempo limite. Non mancano leggere varianti al tema delle missioni, come quello di agganciare capsule recanti persone, per esempio.
Tecnicamente parlando, fedeli al manifesto che si sono dati, i Pixel Delusion hanno realizzato un gioco visivamente gradevole, anche essenziale se vogliamo. Ma la “povertà” (intenzionale) visiva è incorniciata da un doppiaggio, da effetti sonori e da una colonna sonora di prim’ordine.
Disponibile solo su Steam e GOG, Kosmokrats sotto la veste di puzzle game narra una storia dalla portata satirica e parodistica non indifferente. La corsa allo spazio è inserita in un contesto ucronico. Questo offre la possibilità di rendere molti temi, in voga negli anni ’50 e ’60, affrontabili con serenità, divertendo da un lato ma spingendo alla riflessione dall’altro.
Pregi
Gameplay sopra le righe, eredita il meglio di Tetris e Asteroid ma pone il tutto su nuova veste. Colonna sonora ben fatta e doppiaggio convincente. Puzzle mai banali e curva di difficoltà quasi perfettamente tarata. La satira e la parodia del comunismo degli anni '50 è fatta bene.
Difetti
Graficamente sotto ai livelli di guardia: scelta tecnica intenzionale che, però, scoraggerà gli amanti del "graficone". Certi puzzle possono portare stress mentale agli animi meno abituati ed emotivo a quelli più sensibili.
Voto
8
1 commento su “Kosmokrats, recensione Pc”