Spellforce 3: Fallen God, recensione
Suoniamo i tamburi della guerra con Fallen God, la seconda espansione di Spellforce 3
Dal primo Spellforce sono passati circa dieci anni. Mantenendo inalterato l’incipit che vuole una commistione tra gioco di ruolo e strategico in tempo reale, la serie ha saputo rinnovarsi offrendo di volta in volta novità interessanti e proponendosi ad un pubblico ampio e non avvezzo a meccaniche “hardcore”.
Sul finire del 2017 la serie targata Grimlore Games e pubblicata da THQ Nordic è giunta al terzo capitolo con Spellforce 3. A maggio 2019 abbiamo recensito Soul Harvest, prima espansione del gioco che ci ha convinto grazie ad una storia matura e alcuni passi avanti sul piano tecnico. Lo studio tedesco, però, non si è seduto sugli allori continuando a lavorare sulla propria creatura fino a portare sui nostri schermi Fallen God, seconda espansione disponibile dallo scorso 3 novembre su Steam . Vi auguriamo una piacevole lettura.
DA EROI CADUTI A CONDOTTIERI IN ERBA
La campagna di Soul Harvest ci vedeva impegnati nell’impervia strada della redenzione, risollevando le sorti di un generale decaduto in circostanze misteriose. Nella campagna base, la più lunga come durata complessiva, gestivamo un manipolo di eroi variegato. Per Spellforce 3: Fallen God, Grimlore Games ha deciso di cambiare totalmente punto di vista offrendoci per la prima volta di guidare un eroe troll in un’avventura interamente dedicata alla lore di questa razza.
Scopriremo che non sono la semplice carne da macello incontrata fin’ora, ma possiedono una cultura sfaccettata e a suo modo interessante. La campagna inedita e slegata dai capitoli principali permetterà di apprezzare questa espansione indipendente sia a chi si avvicina per la prima volta alla saga di Spellforce 3, che a chi ha già giocato i capitoli precedenti di questa ambientazione quantomai ricca.
Seguiremo quindi Akrog e i suoi commensali nei tragici eventi che lo vedranno salire al trono della sua tribù dopo la morte del padre. La situazione per i clan è quantomai disperata, in continua lotta con bracconieri per le loro zanne e un morbo che affligge le tribù senza lasciare scampo.
Tutto sembra volgere al peggio quando l’improvvisa offerta di un elfo appare come l’unica via per la salvezza di un popolo apparentemente segnato dal destino. Tutto ciò che Akrog dovrà fare è resuscitare un dio caduto. Cosa può andare storto quando ci si mettono riti oscuri e personaggi misteriosi?
DA RTS A RPG, ANDATA E RITORNO
Quello che ci ha sempre colpito di Spellforce è la sua anima ibrida. Spada di Damocle su una produzione che per molti appassionati è troppo poco “leggera” sul fronte ruolistico e superficiale su quello strategico. Con il terzo capitolo però, la componente narrativa è stata fortemente migliorata dal lato rpg. Quest’ultimo è stato impreziosito anche grazie ad un’interfaccia finalmente in linea con i dogmi moderni.
Tralasciando una storia interessante e approfondita più di quel che si potrebbe pensare, Fallen God offre anche libertà sulla conformazione del party. Sebbene i nomi siano predefiniti per ovvi motivi di carattere narrativo, c’è libera scelta nella selezione di classi, fattezze estetiche e statistiche principali. Tutti i personaggi in seno al party guadagneranno esperienza in battaglia e saliranno di livello migliorando le proprie statistiche e le abilità. Apprezzabile anche il peso di alcune scelte che il giocatore dovrà compiere nel corso delle ore di gioco che andranno ad impattare sul gameplay.
Per quanto concerne il comparto strategico, le mappe sono suddivise in zone dove le risorse verranno raccolte grazie ad unità create ad hoc che serviranno anche per la costruzione degli edifici. Un’altra interessante novità di SpellForce 3: Fallen God è il modo in cui vengono addestrate le unità. Il reclutamento di quelle base potrà essere migliorato e condurre a specializzazioni tramite appositi edifici dove le invieremo nel corso del gioco. Questa meccanica potrà essere sfruttata più volte così da arrivare a possedere truppe sempre più forti.
Uno dei problemi insito nella natura stessa del gioco è la montagna di cose da fare durante una sessione di gameplay. La gestione degli edifici, la raccolta delle risorse, l’addestramento e lo sviluppo di nuove unità, la gestione del proprio party ed ovviamente gli obbiettivi dello scenario. I fattori cui tener conto sono davvero tanti e una modalità a turni potrebbe non essere un’aggiunta fuori luogo. È però presente un’opzione che ci permetterà in caso di selezione di unità alleate o nemiche di mettere il gioco in pausa e questo si tradurrà in una “pausa tattica” quantomai utile.
GRAFICA E SONORO
Rispetto al secondo capitolo della serie, Spellforce 3 ha fatto enormi passi avanti sul piano tecnico e Fallen God non è da meno. Texture, effetti speciali ed unità godono di un buon dettaglio e gli edifici sono molto diversi e riccamente decorati. Le mappe della campagna offrono ambienti diversificati e colmi di edifici e punti d’interesse. Visto come gioco di ruolo sarà solamente nella media ma se guardiamo il prodotto sotto le vesti di uno strategico in stile fantasy, il risultato è encomiabile.
Sul fronte audio, purtroppo è forse questo il tallone d’Achille di una produzione invero di buon livello. Le musiche ci sono e godono di una certa varietà, ma l’ispirazione tribale delle tracce porta ad una ripetitività di fondo che difficilmente le renderà memorabili, soprattutto se confrontate con il gioco base e l’espansione Soul Harvest.
COMMENTO FINALE
A discapito delle novità introdotte in questa espansione, Spellforce 3: Fallen God è ancorato ai canoni del primo capitolo. Per questo motivo, tutti coloro che apprezzano questo tipo di gameplay si troveranno a proprio agio mentre chi non lo trova interessante, difficilmente cambierà idea.
Questa doverosa premessa non intacca il buon lavoro di Grimlore Games. Con una storia avvincente e con qualche colpo di scena, offre ai giocatori un’espansione che terrà impegnati gli appassionati per molte ore.
Pregi
Background ben sfruttato. La campagna si rivela interessante. Tante cose da fare.
Difetti
Ancorato a dettami non adatti a tutti. Poche novità sul fronte gameplay.
Voto
7,5