Tra i titoli più sorprendenti di fine anno (e altresì fine old-gen) figura senz’altro Ghostrunner, un’opera frutto degli sforzi congiunti degli sviluppatori One More Level, 3D Realms e Slipgate Ironworks. Dopo essere stato annunciato piuttosto in sordina (specie se paragonato ad altre produzioni) nel corso della Gamescom di quest’anno, l’action in prima persona a tema cyberpunk distribuito da All in! Games e 505 Games ha continuato a mostrarsi nel corso del tempo.
Pur sapendo che il suddetto filone è e sarebbe continuato a essere monopolizzato dall’attesissimo Cyberpunk 2077, il titolo ha mantenuto un profilo piuttosto basso fino alla sua release. Da lì è emersa la realtà, quella di un gioco ben progettato e soprattutto ben realizzato. Ora vedremo perchè. Di seguito la recensione della versione Steam di Ghostrunner, che vi ricordiamo essere disponibile anche su PS4, Xbox One e, da qualche giorno, Switch. Vi auguriamo una piacevole lettura.
GIUSTIZIA DA APPLICARE
Nel mondo di Ghostrunner l’umanità è sopravvissuta per miracolo a un cataclisma globale, che ha decimato fortemente la popolazione. I superstiti sono ora racchiusi all’interno della Dharma Tower, una sconfinata città-torre dove la loro vita viene altresì regolata da un rigido sistema di classi sociali. Dietro a tutto questo c’è un misterioso personaggio, chiamato l’Architetto, che vent’anni prima aveva creato la torre con fini nobili.
Salvo poi essere ucciso dalla sua collega Mara, che con un colpo di stato prese il controllo della città imponendo subito dopo un autentico pugno di ferro. Noi vestiamo i panni di una sorta di cyber-ninja, l’ultimo rimasto tra quelli che avrebbero dovuto proteggere l’Architetto. Ma come gli altri, fallimmo. Nel filmato introduttivo vediamo Mara uccidere l’Architetto, con noi scagliati giù da un edificio, senza apparente possibilità di sopravvivenza.
In realtà emerge il fatto che dopo essere miracolosamente sopravvissuti alla caduta, siamo stati recuperati e rimessi in funzione alla bell’e meglio da un gruppo di ribelli, noti come Scalatori. Ed è qui che inizia la nostra avventura, dove cercheremo di fare giustizia detronizzando Mara, ora nota come Custode delle Chiavi. A farci da guida in quest’impresa sarà proprio l’Architetto.
Quest’ultimo comunica con noi in forma di “coscienza digitale” appoggiandosi a una dimensione parallela, nota come Cybervuoto. Nel corso dell’avventura visiteremo più volte questa dimensione, dove potremo imparare delle abilità che ci saranno davvero utili nella dimensione “fisica”, alla Dharma Tower. Un luogo ricchissimo di trappole e insidie da superare non solo a fil di spada, ma anche correndo e saltando.
UN TORRENTE DI ADRENALINA E VARIETÀ
Come è naturale che sia, in Ghostrunner a far da padrone è il gameplay. Prima persona, parkour (migliorato) alla Mirror’s Edge e spada in pugno per tentare di eliminare e non essere eliminati dai nemici. La maggior parte dei quali andrà giù con un colpo solo, certo… Peccato che ciò varrà anche e soprattutto per noi, in ogni singola circostanza. Un colpo, un morto.
Vietato sbagliare, pena il ri-caricamento perpetuo dall’ultimo checkpoint. Un salto fatto male che si traduce in una rovinosa caduta nell’abisso, un proiettile nemico ben piazzato, una trappola letale non evitata con il giusto tempismo. Tante potranno essere le cause di morte all’interno di un titolo contraddistinto da un livello di sfida estremo.
Sia chiaro, estremo non vuol dire impossibile. Dopotutto non è nota l’esistenza di sviluppatori che han finito con l’ideare delle sfide con il proposito di renderle umanamente insuperabili. Semplicemente Ghostrunner è concepito per spremere sino al midollo le nostre capacità. D’improvvisazione, di adattamento e alla lunga di strategia. Una delle peculiarità (nonchè pregi) del titolo è infatti quello di offrire svariate alternative.
Non ci sarà mai un’unica maniera per superare una sezione, sia che si tratti di “semplice” platforming che di quest’ultimo combinato con la presenza di nemici. Avremo sempre modo di escogitare il metodo a noi più congeniale per abbattere i nemici e superare gli ostacoli. Ciò chiaramente non vale per gli enigmi che ci capiterà di dover risolvere, soprattutto nel Cybervuoto. Ma il concetto rimane.
UNA SPADA PER FENDERLI TUTTI
In Ghostrunner troveremo nemici equipaggiati con pistole, laser e tanti altri giocattoli in grado di oneshottarci in modi inenarrabili. Coerentemente alla natura di cyber-ninja del personaggio noi potremo viceversa fare affidamento su una spada. Con essa potremo anche noi annientare con un colpo solo (a volte 2-3) la maggior parte dei nemici, e con il giusto tempismo riusciremo anche a respingere/deviare proiettili in arrivo.
Il tutto sarà combinabile con le abilità in nostro possesso. La principale, in dotazione fin dall’inizio del gioco, è quella che ci permetterà sostanzialmente di rallentare il tempo per alcuni secondi. Grazie a essa(che ricorda molto Superhot) potremo persino spostarci a mezz’aria, con il fine di schivare un proiettile che altrimenti ci avrebbe centrato in pieno. Visto e considerato che la corsa in sé non sarà così veloce, bisognerà imparare bene a sfruttare tale abilità.
Nel corso della “campagna”, che si compone di 17 livelli liberamente ripetibili (e dove figurano punteggio, numero di morti ecc), potremo accedere anche a dei veri e propri poteri. Le visite nel Cybervuoto sotto la guida dell’Architello finiranno spesso con il lasciarci una di queste abilità (per un totale di 4) come souvenir. Per ottenerle basterà superare quei livelli normalmente, risolvendo gli enigmi e completando le tostissime sezioni platform.
L’utilizzo di tali capacità svuoterà una barra specifica, chiamata Concentrazione, che potrà essere ricaricata sconfiggendo nemici. Niente armi da fuoco di sorta, ma una spada e tante capacità da combinare e usare nel momento e nel modo che riterremo di volta in volta più adatto. Questa è la forza di Ghostrunner, che comprende altresì un sistema di potenziamento, chiamato Subsystems Calibration Panel, dove potremo ottenere dei miglioramenti, anche relativi alle suddette abilità.
UN FLOW DA MANUALE
Per un titolo che fa della fluidità e del dinamismo i principali punti di forza, il comparto tecnico non poteva certo scendere sotto a certi standard. E infatti Ghostrunner non delude affatto sotto questo aspetto, anzi. Visivamente il lavoro svolto è di ottimo livello grazie a un sapiente utilizzo delle facoltà dell’Unreal Engine 4, che ha altresì permesso un’ottimizzazione pregevole anche a dettagli alti.
Framerate stabile e senza incertezze durante l’intera durata dell’esperienza, che viene “macchiata” giusto da picchi di difficoltà che potrebbero scoraggiare i neofiti e checkpoint non di rado troppo distanti l’uno dall’altro. Per i Pc più prestanti dal lato hardware c’è persino la possibilità di attivare il ray-tracing lanciando il gioco in DirectX12.
Pur non brillando per scrittura, la trama di Ghostrunner (che si mantiene comunque su un ottimo livello) si sposa perfettamente con il gameplay. Non spezza il ritmo dell’azione con minuti e minuti di filmati, ma si inserisce durante il nostro cammino in maniera costante, senza tuttavia risultare “invadente”. Al centro di tutto, d’altra parte, resta l’azione e l’innata rigiocabilità insita nel titolo.
La volontà di finire un livello senza essere morti 60 volte, l’atto di sperimentare percorsi o metodi di sterminio differenti. Ma soprattutto il piacere di danzare fra i proiettili con la spada in pugno al ritmo dell’eccezionale colonna sonora, firmata Daniel Alexandrovich. Noto artista danese conosciuto nel settore con il nome di Daniel Deluxe, specializzato in musica elettronica e retrowave, che ha conferito al gioco un accompagnamento audio che innalza il valore dell’esperienza ai massimi livelli.
COMMENTO FINALE
Ghostrunner è un meraviglioso esempio di videogioco avente un obiettivo chiaro, oltre che efficacemente perseguito dagli sviluppatori. In questo caso si tratta di offrire agli appassionati un concentrato di azione adrenalinica, capace di coinvolgere e travolgere. E, a seconda dei casi, tramortire. Il livello di sfida offerto dal gioco infatti è veramente impressionante. Non tanto per la meccanica del “un colpo-un morto”, quanto invece per la cura (a tratti il sadismo) emersa nella progettazione dei livelli.
Dove tutto è sapientemente studiato per spingere i giocatori a dare fondo alle proprie capacità. L’atto di voler migliorare il proprio “score” (tempo impiegato e numero di morti) nei suddetti sarà certamente una ragione che spingerà tanti a rigiocare il titolo più e più volte. Un titolo che offre altresì dei gran bei colpi d’occhio a livello di ambientazione, in un mondo denso di cyberpunk in cui morire più e più volte prima di gridare. Per le imprese abilmente superate.
Pregi
Alto livello di sfida da vivere attraverso dell'azione adrenalinica in scenari di rara bellezza. Gameplay di rara fluidità e dinamismo arricchito da svariate capacità dall'ampio margine di utilizzo. Grandissima varietà di approccio alle situazioni, sia in termini di nemici che di fasi platform. Ottimo comparto tecnica ed eccezionale colonna sonora.
Difetti
Alcuni checkpoint risultano troppo distanti tra loro; cosa che in certi frangenti potrebbe rendere frustrante il morire più volte. Sceneggiatura non all'altezza di altre componenti. Alcuni picchi di difficoltà che potrebbero scoraggiare molti neofiti.
Voto
9
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