Anche se Codemasters è nato come sviluppatore eclettico, lo conosciamo principalmente per i suoi titoli dedicati al mondo delle corse automobilistiche. Dopo l’acquisizione di Slightly Mad Studios nel novembre del 2019 e la licenza ufficiale esclusiva del World Rally Championship nel giugno del 2020 (ma per le edizioni dal 2023), il team si è dato da fare con DiRT 5, il più vario e a suo modo scanzonato titolo nel garage della software house britannica.
In uscita su Pc, XboX e Playstation lo scorso venerdì, 6 novembre, la build oggetto di questa recensione si riferisce alla versione Playstation ed i test si sono svolti su Playstation 4 Pro.
Ma come sono andati? Leggetelo nella nostra recensione. Buona lettura.
QUANTITÀ O QUALITÀ? PERCHÉ NON ENTRAMBE?
DiRT 5 è un gioco che ha portato Codemasters a tornare sui propri passi. Rispetto al quarto capitolo dove l’accento era posto sulla proceduralità dei circuiti, lo sviluppatore ha deciso di proporre un modello classico puntando alla mole contenutistica. Troveremo, così, più di settanta tracciati, un editor per sviluppare corse personalizzate, una carriera molto varia, un sacco di Paesi diversi e davvero tante cose da fare.
Le competizioni si snoderanno attraverso dieci zone principali tra cui spicca anche la nostra penisola. In base al Paese sono poi disponibili circuiti e competizioni di tipo differente. Questo rende, di fatto, anche la componente geografica protagonista grazie ad un meteo dinamico di cui parleremo più avanti nel corso della recensione.
Anche sul fronte motoristico ce n’è per tutti i gusti con una sessantina di vetture di vari marchi anch’esse suddivise in base a classi collegate alle tipologie di competizione. L’Italia è ben rappresentata dai marchi Lancia e Fiat, compresa la famosa Lancia Stratos del 1973. Ammettiamo che se Codemasters avesse incluso anche il Delta HF Integrale saremmo praticamente svenuti ma non possiamo lamentarci. Chissà che in futuro non venga inclusa attraverso un contenuto ad hoc.
QUANDO CORRERE NON BASTA
Oltre alle gare personalizzabili e alle prove a tempo, il singleplayer di DiRT 5 prevede una corposa modalità carriera che va a toccare tutte le zone proposte dal gioco e i veicoli delle modalità in esso presenti. Potremo svilupparla sulla base delle nostre scelte e nel complesso si rivela un’ottima proposta che ci terrà impegnati per diverse ore, grazie anche alle molte classi e tipi di competizioni differenti.
Ad ingolosire l’offerta, Codemasters offre anche una modalità detta Playgrounds dove potremo sviluppare i nostri tracciati personalizzati o scaricare quelli creati dalla community. L’editor di gioco si rivela semplice e piuttosto vario come quello proposto da Milestone con il suo Monster Energy Supecross.
Oltre al multiplayer online, segnaliamo il ritorno della modalità split-screen fino a quattro giocatori in locale, cosa non scontata considerando che i corsistici degli ultimi tempi sembrano aver dimenticato che ci si può divertire anche in casa tra amici e non solo e obbligatoriamente se collegati via internet.
UN MODELLO DI GUIDA DA NON SOTTOVALUTARE
DiRT 5 appare come un corsistico tipicamente arcade, ma in realtà si rivela più profondo, e decisamente punitivo. Che ci si cimenti in una schizofrenica gara di rally cross o un velocissimo circuito sprint, ogni curva, rettilineo, avvallamento, rampa ha un peso specifico che risulta differente in base al veicolo scelto. Un Volkswagen Touareg 3 ad esempio, è meno agile di una Peugeot 208 ma il peso differente lo porta ad essere decisamente più aggressivo nei saliscendi.
Ovviamente parliamo di vetture di classi diverse ma sono fattori cui dovremo tenere conto quando inizieremo la gara visto che la guida prevede particolare attenzione nel passaggio tra acceleratore e freno. Analizzando i tracciati, troviamo un susseguirsi coerente di parti asciutte, fango, porzioni frastagliate e per gli ambienti nordici norvegesi, ghiaccio e neve. L’acqua sul terreno è un elemento da non sottovalutare e sarà cura di ogni pilota cercare le traiettorie più “pulite” possibili. Pena il grosso rischio di perdere il controllo.
A farla da padrone sul bilanciamento della gara vi è poi un sistema di meteo dinamico dove pioggia, neve e tempeste di sabbia hanno impatto importante sia sul comportamento della nostra macchina che sul modo di guidare degli altri piloti. Di fatto, l’arrivo delle precipitazioni cambia anche in modo importante il modo di affrontare una o più sezioni della gara. Tenendo a mente, ovviamente, che man mano che procediamo potrebbero diminuire ma anche aumentare d’intensità.
DERAPATE E USCITE DI PISTA
Per valutare la bontà del meteo dinamico ci siamo cimentati in una prova singola nel tracciato dei Ponti di Vara in Toscana. Con la nostra fidata Peugeot 208 abbiamo iniziato la corsa con una buona partenza quando a metà del secondo giro è iniziato a piovere. Dopo qualche minuto le prime curve iniziavano a coprirsi d’uno strato abbondante d’acqua. Sia noi che i nostri avversari abbiamo cercato traiettorie esterne per evitare le pozzanghere.
Inutile dire che non a tutti è andata per il vesto giusto, noi compresi. Il susseguirsi di testacoda e incidenti ha stravolto l’andamento della corsa. Evento che ci ha visto concludere mestamente in decima posizione quando veleggiavamo nei pressi del podio.
Stranamente appagati da un insuccesso che, però, ha ingolosito la voglia di testare condizioni estreme, ci siamo spostati in Norvegia dove in una pista completamente ghiacciata siamo stati travolti da una tempesta di neve. Sempre al voltante di una Peugeot 208, inizialmente non abbiamo notato grandi differenze e il feeling appariva simile alla sfortunata gara italiana.
Al terzo giro, però, l’intero tracciato era coperto da un sottile strato di neve che a, causa del passaggio di molti battistrada in un breve lasso temporale, aveva prodotto avvallamenti. Questi hanno reso il controllo della vettura una vera sfida. Il meteo dinamico quindi, non ha un impatto solo “sulla carta”, o visivo. Tutt’altro. E’, infatti, protagonista tangibile di ogni gara che ci vedrà cambiare tecnica e modo di guidare in base alla condizione.
Qualche sbavatura è però presente e si mette in mostra in special modo negli impatti a bordo pista. Andare a cento km/h e cappottarsi dopo aver preso una manciata di pietre è fin troppo spettacolare e oltre a farci perdere molte posizioni, poco realistico.
Anche il taglio delle curve risulta zelante e spesso si viene forzati a rientrare in pista solo per aver tagliato la curva di qualche metro, anche qui dopo aver perso quasi certamente qualche posizione. In questi frangenti il gioco si dimostra fin troppo punitivo per un prodotto che non si presenta come una simulazione ma vuole essere qualcosa più di un “semplice” arcade.
SOTTO LA SCOCCA DI DIRT 5
Tecnicamente parlando, il gioco si difende bene sia a livello grafico che in fatto di musiche ed effetti sonori. Gli scatti del nostro provato fanno riferimento ad una versione non in 4K. Il livello di dettaglio dimostra che lo sviluppatore ha svolto egregiamente il suo lavoro, anche se con qualche compromesso.
Le vetture all’interno del parco macchine offrono un invidiabile colpo d’occhio che si nota meno in gara dove le texture si attestano su livelli inferiori. A controbilanciare questa parziale mancanza, un sistema di danni visibili di prim’ordine e che in caso di impatto vedrà le macchine perdere cofano, portiere, portabagagli posteriore. Praticamente ogni singolo pezzo della scocca potrà subire danni completamente visibili. Il tutto ha valore prettamente estetico e non impatterà sulle prestazioni ma il risultato è entusiasmante.
Il framerate è ballerino in particolare se in fase d’avvio si sia deciso di privilegiare la qualità visiva a discapito delle prestazioni. Tuttavia, Codemasters è riuscita nel difficile compito di mantenere la fluidità. A nostro avviso il gioco dà il massimo su Pc e sarà in grado di strabiliare gli utenti con lo sbarco della prossima generazione di console.
La colonna sonora di DiRT 5 offre un buon numero di tracce mai troppo ripetitive che si adattano perfettamente alla frenesia dell’azione. La traccia principale, in particolare, è davvero azzeccata. Da segnalare anche l’intera localizzazione in italiano anche per quanto riguarda il doppiaggio delle voci di Troy Baker e Nolan Nort che con qualche freddura e diverse battute strapperanno qualche sorriso.
COMMENTO FINALE
Adrenalina, derapate, belle donne, fango e pezzi di scocca che volano, questo è DiRT 5. Dal sole che fa capolino dietro le montagne fino al fango umido della Toscana, l’ultimo corsistico targato Codemasters rappresenta un vero passo avanti per questa serie.
Una mole contenutistica di tutto rispetto, un editor di piste e un meteo dinamico ben implementato fanno il resto. E terranno i giocatori impegnati per molte ore in questo velocissimo gioco. Un titolo che non ha paura di punire gli errori ma che vuole essere alla portata di quanti più utenti possibile.
Qualche compromesso sul versante grafico e la mancanza di setup personalizzati per le vetture rappresentano sbavature di un progetto emozionante.
Pregi
Divertente e adrenalinico. Pieno di cose da fare. Tante vetture di classi diverse. Adatto a tutti. Il ritorno dello split screen.
Difetti
Manca il setup delle vetture. Qualche compromesso sul fronte grafico.
Voto
8,5
2 commenti su “DiRT 5, la nostra recensione”