In principio fu BladeRunner, che nel 1982 già ci preannunciava tante cose, in particolare quelle cose che noi umani non potremmo neanche immaginarci. Ma quindi, Roy Batty, oltre alle navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione e ai raggi B vicino alle porte di Tannhauser, cos’altro aveva visto? Forse aveva visto il genere cyberpunk entrare di prepotenza nell’immaginario collettivo? Forse era già a conoscenza dei numerosi rinvii che Cyberpunk 2077 avrebbe subito? O ancora forse, aveva già giocato a Cloudpunk, titolo sviluppato da Ion Lands, uscito ad aprile di quest’anno su Pc e successivamente su console? Purtroppo non sapremo mai se lo abbia giocato e quale opinione si sia fatto, però anche noi abbiamo avuto la possibilità di giocarlo e voi, cari lettori, avete la fortuna di leggere la nostra opinione della versione PS4.
NIVALIS COME SAN FRANCISCO
Questa recensione non vuole essere assolutamente un paragone con il film ambientato appunto a San Francisco però i richiami alla pellicola, cosi come a tanti altre opere del genere, ci sono. La citazione di BladeRunner è forse la più semplice e immediata.
Detto questo, in Cloudpunk la protagonista Rania sorvola la città di Nivalis con il suo veicolo volante (HOVA), impegnata ad effettuare consegne. La grande metropoli sembra assomigliare alla famosa Coruscant di Star Wars, una città-pianeta che si sviluppa in altezza e sembra non avere una fine. Superato quest’altro richiamo, Rania con la sua HOVA è impegnata nel svolgere consegne per questa società che da il nome al gioco, che opera ai limiti della legalità. La ragazza inizierà con incarichi piuttosto semplici e utili al giocatore per prendere dimestichezza con i comandi, fino ad arrivare a compiti ben più importanti e meno chiari, per i quali meno si fanno domande meglio è. Anche il nostro datore di lavoro, non ci mette a nostro agio anzi, farà di tutto affinchè il nostro lavoro venga svolto in maniera “esemplare”.
La città di Nivalis svolge la maggior parte del lavoro all’interno di Cloupunk: si presenta sin da subito decisamente grande ed è possibile esplorarla tutta già dall’inizio. I noti grattacieli ornati da luci al neon dei grandi marchi si scontrano con un’altra parte della città più buia e trasandata dove, come genere vuole, regnano delinquenza e degrado. Il volo dall’alto con l’ HOVA ci da la possibilità di ammirare la voxel art (il design artistico del gioco) della città, facendoci venire il desiderio di non scendere mai.
Le dinamiche di Cloudpunk, che vanno a comporre la trama rimangono sostanzialmente le stesse, danno l’impressione di non riuscire veramente a spiccare quindi a sbalordire il giocatore. Per sopperire a questa mancanza, arrivano in aiuto gli NPC, con i quali la nostra protagonista potrà interfacciarsi, per vedersi affidata incarichi vari. Ognuno di questi personaggi ha una propria storia, alcune incredibilmente assurde (in senso positivo).
COME IN CIELO COSI IN TERRA?
Il gameplay di Cloudpunk si divide fondamentalmente in due fasi: quelle a bordo del veicolo e quelle a piedi. Per quanto riguarda la prima, guidare il nostro HOVA sarà veramente un piacere anche perchè il panorama della città ci invita a non accelerare i tempi delle varie consegne e a soffermarci sulle luci dei grattacieli. La guida è decisamente semplice e basterà premere il pulsante assegnato: accellerare, frenare o alzarsi o abbassarsi di quota. Anche l’utilizzo degli analogici per sterzare non fa i capricci: si fa domare facilmente. Ovviamente, andando avanti nel gioco, si potranno migliorare le caratteristiche del veicolo (anche quelle estetiche) rendendolo più veloce, stabile e più tamarro che, nel caso di specie, creerebbe un bel effetto di luci con quelle della città.
Adesso però, passiamo alla fase a piedi. Come ogni consegna che si rispetti, il corriere deve scendere dal propria vettura e consegnare il pacco. In Cloupunk, le parti a piedi non consisteranno soltanto nell’andare in contro al destinatario, ma si potranno svolgere altre piccoli side-quests. Ma andiamo per ordine. La prima difficoltà la si incontra già nel trovare i parcheggi per il veicolo poichè questi non sono numerosi e successivamente, la manovra di parcheggio è risultata abbastanza ostica. Una volta atterrati, la visuale, che può essere in prima o in terza persona, non facilita il lavoro: la telecamera alterna momenti bloccati su Rania che rendono difficile direzionarla, a momenti in cui si distanzia, andando a creare una sorta di grandangolo sull’ambiente di gioco, ma rendendo difficile capire dove ci troviamo in quel momento.
Da apprezzare in realtà, è la scelta fatta dagli sviluppatori in merito alle poche aree di parcheggio. Se non ci fossere, Il giocatore potrebbe tranquillamente atterrare ovunque e consegnare direttamente il pacco, rendendo il tutto decisamente sterile e facilotto. Operando in questo modo invece, il giocatore attraversa più aree di gioco, scoprendo dei luoghi che altrimenti non avrebbe potuto farlo e conoscere persone, ognuno con la sua storia. Quindi verrebbe da dire, ottima idea.
I TECNICISMI CHE NON POSSONO MANCARE
La città di Nivalis colpisce subito il giocatore proprio per il suo essere in stile cyberpunk che è sempre una meraviglia per gli occhi. Le luci al neon la fanno da padrone che il giocatore non può non aver voglia di andare a scoprirle una ad una. A queste si aggiungono gli effetti della pioggia realizzati in maniera ottimale e i famosi vapori che fuoriescono dai tombini. Di fare un giro sulla città, statene pur certi, non vi stancherete mai.
Il tour cittadino, “rovinato” da un caricamento troppo lungo quando si passa da una zona della città e l’altra, incontra un’altra problematica: quella relativa ai numerosi indicatori sulla mappa che vanno a confondere il nostro corriere durante la missione. Inoltre, nel caso di dialogo con i quest-givers, non c’è la possibilità di saltare le frasi dette, dovendo riascoltare lo stesso dialogo appunto.
Degno di nota è il comparto sonoro. Questi è caratterizzato da una serie di effetti che uniti tra loro vanno a creare una atmosfera perfettamente legata al genere. Il suono della pioggia, quelli degli enormi cartelloni pubblicitari sui palazzi, le sirene della polizia. Anche i dialoghi in inglese (con sottotitoli in italiano) sono ben realizzati, soprattutto il doppiaggio di Camus, l’intelligenza artificiale che fa sempre compagnia a Rania. A corredare il tutto arriva una fantastica colonna sonora realizzata da Harry Critchley.
COMMENTO FINALE
Cloudpunk riesce perfettamente a rievocare la famosa atmosfera che noi tutti abbiamo imparato a conoscere con BladeRunner. Il titolo di Ion Lands si presenta come una partita a tennis tra pregi e difetti: ad una Nivalis realizzata in maniera perfetta in tutte le sue sfaccettature, si contrappone una mancanza a livello di trama e di piena caratterizzazione della protagonista, che viene in parte colmata dall’aiuto di Camus.
Il comparto grafico e sonoro si scontra con un gameplay poco vario che parte già con un handicap dato che si tratta di impersonare un corriere. Tutto sommato Cloudpunk si dimostra un titolo decisamente di livello e qualitativamente importante. Da apprezzare il lavoro svolto poiché, già soltanto con questa ambientazione, si poteva “vincere facile”. Invece, il mondo cyberpunk si è rivelata come una cornice, all’interno della quale gli sviluppatori sono stati in grado di muoversi in maniera egregia, realizzando un’opera intelligente.
Pregi
-Città di Nivalis ben realizzata. Comparto sonoro di livello. Da giocare per chi ama il mondo cyberpunk.
Difetti
Carenza a livello di trama. Gameplay molto semplice. Telecamera da rivedere.
Voto
7,5
1 commento su “Cloudpunk, recensione PS4”