I giochi di corse automobilistici indie quest’anno sembrano aver trovato nuova linfa. Il periodo sembra propizio. E Star Drift Evolution, uscito in early access su Steam venerdì scorso (30 ottobre 2020, ndr), sembra confermare quanto scritto ad inizio di questa anteprima
Dopo esserci divertiti e respirato aria retro grazie a titoli come lo psichedelico Electro Ride: The Neon Racing, l’evocativo Hotshot Racing, il “romantico” Art of Rally e provato l’interessante Circuit Superstars è il momento di mettere le mani sulla tastiera per parlarvi di Star Drift Evolution, nuova creatura di Catze un piccolissimo studio indipendente che ha puntato molto forte sulla fisica, sul gameplay profondo ma non impossibile e votato al divertimento.
A tutto questo, la produzione aggiunge sul piatto una grafica low poly ammiccante al passato ed un sonoro in chiptune che fa altrettanto nel tentativo di fare meglio di quanto realizzato in StarDrift, pubblicato due anni prima dallo stesso team sempre sulla piattaforma digitale di Valve.
Sarà in grado Star Drift Evolution di insidiare i titoli nominati e dire la sua in un panorama sempre verde ed in fermento come quello dei giochi di corsa in stile arcade indipendenti? Scopritelo leggendo la nostra esperienza. Detto questo, non ci resta che augurarvi una buona lettura.
QUEL RICHIAMO AGLI ANNI ’80 E ‘90
Inutile girarci intorno: Star Drift Evolution si rifà ad alcuni classici arcade degli anni ’80 e ’90. Fra questi, per tipologia e svolgimento delle gare (ma senza power up) impossibile non notare una certa ispirazione ad Ivan “Ironman” Stewart’s Super Off Road 4×4, gioco originariamente uscito nelle sale giochi a fine anni ’80 ed arrivato su computer e console domestiche ad 8 e 16 bit dal 1989 in poi.
Nel titolo firmato da Catze (del team fa parte anche Marco Calcaterra), ci troveremo a guidare una vettura in lotta con altre sette in 60 circuiti sparsi in tutto il mondo grazie alla modalità Carriera che è senza dubbio la più importante del gioco. Qui sbloccheremo più di 30 vetture con differenti parametri grazie ai premi raccolti durante le gare.
Venti, invece, le competizioni da sbloccare, ognuna con tre corse di diversa durata. Obiettivo è conquistare soldi per acquistare le auto e stelle per potere accedere ad altre competizioni.
Ovviamente è possibile giocare anche contro il tempo ed in compagnia. Ovviamente quest’ultima opzione è la più divertente e tira sicuramente il meglio di Star Drift Evolution. Ci si può divertire in multiplayer sia offline con lo schermo condiviso, sia online per sfide all’ultima derapata.
UN GAMEPLAY A PROVA DI FISICA
Ovviamente, uno dei punti focali dei qualsiasi produzione videoludica è senza dubbio il gameplay. In Star Drift Evolution è una delle armi migliori. Il motivo è presto detto: potremmo definirlo rotondo. Ci spieghiamo meglio.
Iniziamo col dire che il titolo offre diverse inquadrature ma quella dall’alto in isometrica è sicuramente la migliore per avere un insieme migliore. Anche le altre sono funzionali, ci mancherebbe ma quella default è sicuramente, a nostro avviso, la più indicata.
Imparare a muovere la vettura in Star Drift Evolution è semplice. Controllarla un po’ meno. Questa fase si basa sulla fisica, elemento sul quale gli sviluppatori si sono dedicati a capofitto per offrire al pubblico una giocabilità arcade divertente ma non semplice. Ma perché definire il gameplay “rotondo”? Perché provando e riprovando ed a furia di tentativi scoprirete che il gioco di freno ed acceleratore oltre che ad una sterzata ampia e preparata premieranno nei tempi e nelle prestazioni chi riuscirà a “disegnare” le traiettorie più efficaci.
A tratti sembra di scrivere sulle varie superfici di gioco ma per riuscire in questo bisognerà conoscere bene oltre che i vari punti del circuito in cui frenare ed accelerare o cimentarsi in derapate anche avere piena coscienza della vettura che si guida.
Ma la bravura degli sviluppatori non è stata soltanto quella di dosare la fisica nei 32 mezzi disponibili (tra questi oltre ad auto che ricordano le muscle car o le super car, troviamo anche dei Tir) ognuno di essi a differenziarsi oltre che per l’estetica anche per Velocità, Accelerazione, Grip ed Aerodinamica.
Il lavoro si è concretizzato soprattutto nel modellare questa fisica in base alla superficie del tracciato. Guidare sul fango finlandese può essere divertente ma rischioso visto che l’accelerazione soffre e si rischia di far girare gli pneumatici a vuoto (proprio come nel fango dell’Alabama citato nel divertentissimo film “Mio Cugino Vincenzo”).
Guidare nel ghiaccio, però, non è per niente semplice e non sempre il più veloce ha la meglio. Abbiamo provato la tattica alla Steven Bradbury con alterni risultati ma ogni tanto ci è riuscito il colpaccio vincendo andando ad andatura media ma con traiettorie pulite a dispetto di chi ci sovrastava in potenza ma sbagliava tutte le traiettorie possibili faticando a mantenere la propria auto entro i limiti del circuito.
A Bredbury riuscì il super colpo vincendo l’oro nei 1.000 metri dello short alle Olimpiadi invernali di Salt Lake City nel 2002 con una tattica accorta: sapendo (per via di una menomazione) di non poter mai competere in velocità con i suoi superfavoriti avversari li lasciò sfogare sperando nella Dea Bendata (che lo aveva portato alla finalissima): caddero tutti gli avversari e lui li schivò tutti per chiudere trionfante al traguardo.
Tolta questa parentesi sportiva, torniamo a parlare di Star Drift Evolution che si distingue anche per gli impatti sia con gli avversari che con l’ambiente hanno una notevole risonanza sugli esiti della nostra corsa. Tanto buon lavoro, a volte, può essere buttato al vento per un contatto che ci fa cambiare la traiettoria desiderata (allargandola o stringendola) o addirittura bloccare e ripartire.
Questo capiterà molto soprattutto all’inizio quando si studierà sempre la traiettoria migliore per curvare o per iniziare a spostarsi nella direzione ideale per derapare. E ricordiamo che sia il mezzo, sia la superficie e sia il dosaggio della velocità saranno fondamentali per condurre la nostra vettura al successo.
Ci vorranno ore ed ore di tentativi, allenamenti, improperi e possibili riformulazioni dei santi nel calendario ma al contempo regala ore ed ore di allegria e risate continue soprattutto se giocato con gli amici.
LOW POLY E CHIPTUNE DA AUTORE
Fin da ora, ricordiamo sempre che il gioco è entrato da pochi giorni in accesso anticipato, Star Drift Evolution si fa apprezzare dal punto di vista tecnico. L’aspetto in grafica low poly non tragga in inganno: lo stile retro (a bassa densità di poligoni) c’è tutto ma oltre questo c’è di più. Molto di più.
I modelli delle vetture sono gradevoli mentre la pista e la relativa varietà fanno da corollario ad un’ambientazione ben realizzata. Ma ci sono tanti dettagli, molte finezze già da ora sono notevoli. Gli effetti particellari che si creano nelle sgommate o all’impatto delle auto con gli specchi d’acqua o con altre parte ambientali, sono ben fatti e danno quel tocco in più. Le visuali fanno il loro dovere anche se, probabilmente, quella in terza persona è la meno forte. Ma questo dipende anche dalle piste che si affrontano. Come è normale che sia: alcuni tracciati sono più “carichi” di dettagli, altri un po’ meno. Ma è fisiologico. Non ci sentiamo di dare una colpa.
Le animazioni sono convincenti grazie anche ad un buonissimo comportamento delle varie auto in pista. Ma non finisce qui: anche l’audio fa la sua parte. Per la colonna sonora del gioco sono stati chiamati a collaborare diversi autori. Tra questi Fabio “Kenobit” Bortolotti, Luke McQueen, Nihilore, Bisboch ed Electroshark. Ne è uscita una compilation di brani chiptune e non solo di grande pregio che accompagna perfettamente l’azione. E non solo: rimane in testa. E non è detto che questa raccolta non si allarghi nei prossimi mesi di early access.
Per il resto, amplieremo probabilmente il concetto quando recensiremo la versione finale di questo interessantissimo titolo.
COMMENTO FINALE
Star Drift Evolution è in accesso anticipato ma è molto promettente e lo si può considerare come una delle sorprese indie di questo 2020. È probabile che in questo periodo di early access, non ancora quantificato, il titolo possa ulteriormente migliorare.
Potrebbero forse arrivare ulteriori modalità o arricchimenti nei contenuti. Ma il condizionale su quest’ultimi è d’obbligo. Più facile che gli autori limino qua e la qualche parte di gameplay.
Per il resto ci sentiamo di dire che il titolo ha un enorme potenziale e sicuramente fa già buona parte del suo dovere: diverte. E quando un videogioco diverte è sicuramente sulla buona strada.
2 commenti su “Star Drift Evolution, anteprima”