Age of Empires III: Definitive Edition, la nostra Recensione
Microsoft porta a compimento l'opera di restauro della storica saga di RTS con il terzo capitolo, rilasciato per la prima volta ben 15 anni fa
L’uscita di Age of Empires III: Definitive Edition rappresenta, da parte di Microsoft, il punto d’arrivo dell’impegno profuso nell’opera di restauro di una delle saghe di RTS più celebri di sempre. In poco più di un anno infatti sono stati rimasterizzati e tirati a lucido tutti e tre i capitoli, anche se sul secondo erano già stati compiuti lavori di ammodernamento nel 2013. Da parte del colosso di Redmond si intuisce chiaramente l’intento di offrire agli appassionati qualcosa con cui allietare l’attesa per Age of Empires IV, attualmente in sviluppo.
Ma anche e soprattutto quello di celebrare a dovere la trilogia, che costituisce uno dei pilastri del genere degli strategici in tempo reale. Che in questo caso comprende raccolta di risorse, costruzione di basi, addestramento di truppe e naturalmente epiche battaglie sullo sfondo di un periodo storico ben preciso. Questo terzo capitolo, venuto originariamente alla luce nel 2005, si concentra sulla colonizzazione europea delle Americhe. Nel gioco viene coperto un periodo di circa tre secoli, che va dall’effettiva scoperta del Nuovo Mondo fino ad arrivare alla Rivoluzione Americana, e dunque allla nascita di quelli che oggi conosciamo come Stati Uniti.
Frutto del lavoro congiunto degli studi Tantalus Media e Forgotten Empires, il titolo comprende ovviamente le espansioni The Warchiefs e The Asian Dynasties, assieme ad alcune piccole novità che si sommano al restyling generale. Di seguito la nostra recensione della versione Steam di Age of Empires III: Definitive Edition, che ricordiamo essere distribuito da Xbox Game Studios. Vi auguriamo una piacevole lettura.
RICOMINCIO DA T(R)E
Ne è passata di acqua sotto ai ponti, tanto dalla release originale in formato fisico quando da quella digitale (datata 2007), avvenuta sullo store di Valve. Più di un decennio nel quale a svettare sulla saga, in termini di successo e apprezzamento, è sempre stato il II. Incentrato sul Medioevo e con meccaniche solide e rodate che capaci di renderlo ancora oggi un must. Discorso più complesso invece per quanto concerne il terzo capitolo, riesumato e restaurato con Age of Empires III: Definitive Edition.
Le novità e le funzioni introdotte hanno rivoluzionato non poco la formula fino a quel momento tradizionale e intoccabile. Cosa che in una non trascurabile fetta della community ha suscitato una reazione tale da attribuire al gioco il titolo di pecora nera del franchise. Un riconoscimento che non abbiamo timore di definire largamente immeritato, poichè per quanto legittimi, i paragoni con il “sacro” predecessore lasciano il tempo che trovano. La verità è che sono due giochi diversi, studiati e realizzati con finalità diverse.
Parlando delle caratteristiche di gameplay relative a Age of Empires III, naturalmente antecedenti alla stessa Definitive Edition, troviamo infatti numerose differenze rispetto al II, come per esempio:
- Le risorse “ufficiali” passano da 4 a 3 (cibo, legname e oro; la pietra è stata eliminata).
- La raccolta delle stesse è ora automatizzata. I coloni non necessitano più di punti di deposito specifici dove trasportare quanto raccolto.
- L’addestramento delle truppe è tendenzialmente più rapido.
- Introduzione della Città Madre, e di mazzi di carte che si traducono in spedizioni (di unità, risorse o vari bonus) da poter sfruttare durante la partita.
TRA PASSATO E PRESENTE
Lasciando da parte il confronto sul lato tecnico (che dati i sei anni di distanza dalle rispettive release, sarebbe impari), il punto di forza indiscutibile di Age of Empires III: Definitive Edition rispetto allo storico secondo capitolo è la diversità delle fazioni. Che grazie all’aggiunta degli Svedesi e degli Inca sono ora arrivate a 16, tutte ben diversificate sia sul fronte estetico che su quello di gameplay.
Age of Empires II possiede (anche grazie alle espansioni rilasciate negli ultimi anni) viceversa oltre 20 civiltà. Ma di fatto, oltre a qualche unità e tecnologia esclusiva, sono tutte inevitabilmente simili. Spesso perfino esteticamente. Può esserci invece un margine di discussione per quanto concerne le novità introdotte dal terzo capitolo, che abbiamo già menzionato nel paragrafo precedente.
Le sopracitate caratteristiche sono spesso “interpretate” come simbolo di un’eccessiva semplificazione del gameplay. Quando invece andrebbero lette come un’evoluzione, finalizzata allo svolgimento di partite più dinamiche e veloci, specie sul fronte multiplayer. Ciò vale in particolar modo per tutte le meccaniche microgestionali agevolate, mentre un po’ meno in relazione alle carte-spedizione.
Queste ultime a seconda dei casi possono ribaltare in maniera drammatica il corso della partita. Senza contare che nelle campagne persiste la possibilità di “raggirare” quanto imposto dal gioco. Ad esempio durante una missione è stato possibile eludere la mancata possibilità di arruolare abitanti (che invece andavano liberati dai nemici in vari punto della mappa) giocando le carte-spedizione appropriate. Nella fattispecie quella che consentiva di riceverne, a gruppi di due, virtualmente all’infinito.
IL NUOVO CHE PROVA AD AVANZARE..
A livello di contenuti Age of Empires III: Definitive Edition conferma l’intero, storico pacchetto originale. Con le tre iconiche campagne, la modalità schermaglia e quella multigiocatore, il tutorial e l’editor per gli scenari. Al netto delle tante migliorie e ammodernamenti non mancano invero degli interessanti elementi di novità. Una è la modalità Arte della Guerra, dove potremo cimentarci in una sorta di “tutorial avanzati”, i quali prevederanno altresì un sistema di punteggio. Esso premierà coloro che riusciranno a portarli a termine il più velocemente possibile.
Tra novità e migliorie…
L’altra interessante aggiunta riguarda le Battaglie Storiche, ovvero degli scenari che andranno a riprodurre degli scontri realmente avvenuti. Il fatto che siano divise in missioni singole (che si sbloccano completandole una per volta) rende il tutto quasi come se fosse una quarta campagna. Oltre al potenziamento dell’editor degli scenari e delle funzionalità multiplayer, veramente apprezzabile è stata la scelta di rendere disponibili da subito tutte le carte-spedizione delle varie civiltà. Nel titolo originale esse venivano sbloccate livellando le singole Città Madri: un processo tedioso e molto lungo.
Abbiamo già menzionato le due nuove civiltà, Svedesi e Inca, che portano il numero totale di fazioni da 14 a 16. Due di quelle già presenti, Irochesi e Sioux, sono state invece rinominate rispettivamente in Haudenosaunee e Lakota. Questo grazie alla consultazione del team di sviluppo con alcuni discendenti delle tribù. Cosa che ha portato anche alla modifica delle caratteristiche in-game delle due fazioni. La volontà da parte di Microsoft di rappresentare in maniera ancora più fedele fatti e civiltà coinvolte nel gioco merita senz’altro il giusto riconoscimento.
… E colpi bassi alla fedeltà storica
Peccato che tale nobile intento abbia finito col tramutarsi in un parziale asservimento alla piaga moderna oggi nota come politicamente corretto. Un esempio magistrale è dato dalla seconda età “tecnologica” del gioco, che è sempre stata (per motivi di coerenza storica e ludica) conosciuta nel titolo originale come età coloniale. In Age of Empires III: Definitive Edition invece la si ritrova modificata in età del commercio. Come se i vari imperi europei si fossero recati nel nuovo continente avendo come scopo primario quello di commerciare con i nativi…
SVECCHIATO MA NON TROPPO
E’ interessante notare quanto il lavoro di restauro da parte di Microsoft sia stato più efficace proprio con Age of Empires III: Definitive Edition. Che rispetto agli altri due capitoli era ed è il più recente e dunque, teoricamente, quello meno bisognoso di rifiniture. Ciò è dovuto all’impianto originale più moderno, dove invece nel caso dell’I e del II non era stato possibile alterare più di tanto l’assetto tecnico di partenza.
Lavoro di cesello…
Oltre a texture più pulite e rifinite, a godere maggiormente del restyling sono gli effetti di luce e le ombre, che ora raggiungono livelli qualitativi, rispetto agli RTS recenti, di tutto rispetto. L’implementazione del motore Havok ha inoltre permesso un miglioramento drammatico degli effetti fisici. Delle esplosioni, del fumo, dei danni agli edifici e via discorrendo.
Tra le varie migliore spunta l’ottimo miglioramento dell’IA di gioco, che renderà le partite contro il computer decisamente più competitive rispetto al passato, specie a difficoltà elevate. Anche il multiplayer ha goduto di un miglioramento decisivo. Questo grazie all’appoggio su server migliori (gli stessi delle Definitive Edition degli due Age of Empires) e all’aggiunta del crossplay con la versione Microsoft Store di Age of Empires III: Definitive Edition.
… In mezzo ad alcune incertezze
Ora tutti gli appassionati sono riuniti in un unico ecosistema nel quale possono scontrarsi e siglare alleanze sul campo di battaglia, in quella che resta una delle migliori esperienze RTS in circolazione. Tra i difetti più evidenti figurano l’imprecisione nel pathfinding delle unità (un’eredità dal titolo originale), che a volte potrebbero finire con “l’incastrarsi” in mezzo ad alberi o ad altri ostacoli. Ma anche e soprattutto un’ottimizzazione altalenante, che minerà non di rado (anche se in maniera non eccessiva) la fluidità dell’esperienza.
COMMENTO FINALE
Age of Empires III: Definitive Edition costituisce una degna opera di restauro per uno degli RTS più iconici finora realizzati. Gli elementi di “rottura” rispetto al celebre e ingombrante predecessore andrebbero oggi più che mai rivisti come un’evoluzione che strizza l’occhio al dinamismo degli strategici in tempo reale più moderni. Pur avendo visibilmente sulle spalle il peso dei 15 anni trascorsi dalla release originale, il gameplay (anche con qualche incertezza ereditata dalla versione del passato) si difende molto bene. Passando persino al contrattacco nell’atto di intrattenere e far divertire, complici i tanti contenuti, per centinaia di ore.
Lodevole l’intento da parte degli sviluppatori di ricercare un maggiore livello di fedeltà storica, cardine della serie, attraverso un nuovo consulto con esperti di civiltà di nativi. Ciò nonostante la tendenza a volersi (o doversi?) adeguare alla contraddittoria e non di rado esecrabile sensibilità odierna ha finito con il causare alcuni risvolti comici e tragici allo stesso tempo, specie per chi conosce bene i periodi storici trattati. Il corso della storia non può essere cambiato, ed è imperativo conservarne l’integrità concettuale, in sede di ricostruzione, senza alterazioni viziate dal mondo contemporaneo. Al netto di tutto un appassionato di stategici in tempo reale non può non passare da qui.
Pregi
Poche ma buone aggiunte a una quantità di contenuti già di per sé impressionante. Grandissimo lavoro di restauro tecnico sull'impianto grafico originale. Un classico degli strategici in tempo reale che nonostante gli inverni sulle spalle rimane un must del genere.
Difetti
Qualche incertezza ereditata dal titolo originale. Ottimizzazione non al top. Alcune scelte infelici relative alla "rilettura" storica che c'è stata, e che costituiscono un'autentica bassezza per una serie che ha fatto della fedeltà agli avvenimenti un marchio di fabbrica.
Voto
8-