Partisans 1941, la nostra recensione

Abbiamo avuto l’occasione di provare l'interessante tattico di Alter Games che ricalca le orme della famosa serie Commandos

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I tattici con meccaniche stealth sono un genere ampiamente versatile. Offrono la possibilità di raccontare storie a livello di gioco di ruolo sfruttando una componente strategica non scontata e piena di possibilità. Di questa nicchia è impossibile non citare titoli quali gli immortali Commandos e Shadow Tactics,  quest’ultimo recensito dal nostro Antonio Michele Patti. Sviluppato dal team indie Alter Games e pubblicato da Daedalic Entertainment, Partisans 1941 entra in questa non affollata nicchia ambientando il gameplay nei primi anni della Seconda Guerra Mondiale, più precisamente sul fronte orientale.

Il gioco è disponibile a partire dallo scorso 14 ottobre su Steam. E ora, fucile in spalla e pronti per la recensione. Buona lettura.

VODKA E PALLOTTOLE

Il fronte orientale è una parte della Seconda Guerra mondiale che negli ultimi anni è stata oggetto di molte produzioni. Dagli strategici ad ampio respiro fino agli sparatutto, gli sviluppatori hanno portato in auge battaglie famose come quella del Kursk fino a schermaglie meno conosciute. Questo periodo storico si aprì nel 1941 con l’invasione dell’Unione Sovietica da parte delle forze tedesche. Quest’ultime, nelle fasi iniziali, travolsero quelle sovietiche fino a spingerle quasi alle porte di Mosca.

E qui entreremo in gioco noi che da combattenti per la libertà del nostro paese dovremo guidare una squadra composta da tre elementi che si destreggerà attraverso numerose missioni. Rigorosamente dietro le linee nemiche, la nostra cellula di resistenza si avventurerà tra incursioni, insurrezioni, eliminazione di elementi chiave. Il tutto senza dimenticare una leggera componente gestionale che comprende la raccolta di cibo, risorse e attrezzature atte a migliorare il party più alcune componenti prese dai giochi di ruolo.

FUGA PER LA VITTORIA

Il protagonista del gioco è il comandante Zorin, ufficiale dell’Armata Rossa che viene catturato e imprigionato dalle forze della Wehrmacht. Il primo livello che funge anche da tutorial permetterà al nostro alter ego di prendere dimestichezza con i comandi di gioco ed incontrare due compagni di sventura. Il trio, riuscirà a trovare un nascondiglio nella palude che diverrà anche il centro tattico dove le sfrutteremo le meccaniche gestionali accennate sopra.

Aggiornando il nostro rifugio, consentiremo ai nostri uomini di cercare più cibo, personalizzare armi e completare operazioni fuori mappa per ottenere più risorse. Non esiste un sistema a quest anche se dobbiamo dire che la trama delle missioni si rivela decisamente avvincente.

A posteriori, escludendo l’albero delle abilità con cui possiamo personalizzare ogni soldato a disposizione, l’aggiunta di interazioni approfondite tra i vari componenti della squadra avrebbe fatto spiccare il volo all’intera produzione. Questa personale indicazione non preclude il lavoro svolto dallo sviluppatore che risulta davvero di ottimo livello.

UN GAMEPLAY CHE HA UNA SUA IDENTITÀ

Il gameplay di Partisans 1941 è immediatamente riconoscibile. Ci si può nascondere tra i cespugli, preparare trappole, sgattaiolare dietro a muri che fungeranno anche da protezioni in caso di combattimento. Come in Shadow Tactics, Commandos e altri esponenti del genere, l’IA nemica è provvista di un campo visivo che potremo volgere a nostro favore lanciando sassi per liberarci di guardie con cui non abbiamo voglia di “interloquire”.

Ogni soldato della squadra è poi dotato di particolari talenti che potranno anche essere migliorati. Il lato “hardcore” del gioco svela le sue carte non solo quando un gameplay finisce molto in fretta causa individuazione da parte delle forze nemiche. I soldati a nostra disposizione se uccisi in azione non potranno essere recuperati.

Il party verrà ampliato nel tempo ma è innegabile che vedersi privare di “uno dei nostri” dopo averlo cresciuto con attenzione può risultare frustrante. Nonostante questo, ci sentiamo di condividere questa scelta perché Partisans 1941 vuole essere un gioco adatto a tutti ma che difficilmente perdona gli errori.

Trattandosi di un gioco a missioni e non un open world, ogni mappa presenta un ventaglio di possibilità per essere affrontata anche se il contesto “stealth” rimane preminente rispetto a tattiche votate all’attacco a distanza. Questo fattore ci suggerisce la strategia cardine della serie made in Pyro Studios: le imboscate. Capiterà che unità nemiche si aggirino in posizioni prive di una buona visuale e con poche coperture, ed è lì che entreremo in gioco noi. Tra sassi e l’uomo che funge da esca, porteremo il nemico esattamente dove vogliamo per farlo fuori senza troppe cerimonie. Particolarmente utile in questo frangente è anche una sorta di congelamento del tempo che non è dissimile dalla pausa tattica.

Premendo “spazio” mentre stiamo progettando un’azione il tempo rallenterà offrendoci una finestra entro la quale dare nuovi ordini ai soldati. Nel caso delle imboscate e dell’uso di armamenti quali bombe a mano risulta utilissima. Durante un’azione abbiamo nascosto un uomo nelle vicinanze del nemico per fargli lanciare una granata in una posizione tattica favorevole. Lanciato il piccolo ordigno e sfruttando il tempo rallentato, gli abbiamo ordinato di andare in copertura dietro a due membri della squadra pronti e ben posizionati agli angoli di due edifici.

I soldati nazisti si sono riversati nel vicoletto esattamente dove li volevamo e sono stati eliminati senza troppe difficoltà dal fuoco incrociato dei nostri fucili. Come avrete capito, gli scenari offrono diversi spunti sia grafici che tattici e il lavoro svolto da Alter Games è davvero di buon livello. Il gioco stesso ci spinge ad esplorare le mappe in ogni singolo anfratto, trovando cibo e oggetti interessanti che ci serviranno anche al rientro nel campo base.

DUE PAROLE SUL PIANO TECNICO

Il valore della produzione di Partisans 1941 è nettamente sopra la media, soprattutto per un team indie. Il lato artistico del gioco ha goduto di particolare attenzione. Risulta molto fedele sia per quel che concerne il contesto storico che per la struttura delle aree e degli edifici. Lo zoom non servirà solo per preparare le tattiche ma ci offrirà un buon numero di particolari e oggetti semplici ma in quantità. A posteriori uno zoom più potente non avrebbe guastato, chissà che lo sviluppatore o qualche modder ne aumenti la portata. Poco spettacolari gli effetti che in presenza di esplosioni appaiono sotto tono.

La componente audio si attesta su livelli medi con tracce generalmente tranquille che accompagneranno le nostre missioni senza particolari picchi di “epicità”. Buono invece il lavoro sugli effetti sonori dove ad esempio, il rumore dei passi nemici sarà cadenzato in base alla distanza rispetto alla nostra posizione.

Unica nota dolente è che il gioco risulta localizzato in inglese, russo, francese, tedesco, spagnolo, coreano, cinese, giapponese, polacco, turco, ungherese e ceco. Quindi un gioco tradotto in ben quattordici lingue che vede tra quelle escluse l’italiano. Tempo fa si parlava della famosa percentuale risicata di giocatori italiani su Steam. Ttroviamo difficile che tale dato sia inferiore a quello ceco e quello ungherese. I dati di Valve che si riferiscono a settembre, ossia al mese scorso, ci danno ragione.

COMMENTO FINALE

Partisans 1941 è un prodotto formato da diverse anime ma spicca e vuole essere giocato come strategico tattico. Sotto questi aspetti si difende sorprendentemente bene, offrendo un’esplorazione appagante e non fine a sé stessa più una porzione tattica che offre diverse possibilità.

Imboscate, trappole e mine risultano preminenti e in perfetta linea con il contesto storico. Una fantastica, anche se semplice, esperienza furtiva, un ottimo combat system e una storia interessante che però scalfisce solo la superficie di personaggi che avrebbero meritato più battute e caratterizzazione. Inaccettabile, ifnine, la mancanza di una localizzazione nella nostra lingua, soprattutto considerando le quattordici (14) disponibili.

Pregi

Immersivo e ricco di possibilità. Meccaniche gestionali ben implementate. Offre molti spunti tattici.

Difetti

Inaccettabile la mancanza dell’Italiano. Audio sottotono. Non adatto a tutti i palati.

Voto

8