Cosa c’è di più folle del vedere un alpaca che gioca a calcio? Le risposte potrebbero essere molteplici ma in questo caso diplomaticamente – e visto il contesto – diremo che è difficile averne certezza. Di sicuro, l’idea folle di Salt Castle Studio si è fatta notare fin dall’annuncio di Alpaca Ball: Allstar.
Il titolo è arrivato lo scorso 8 ottobre su Pc (attraverso Steam) e Switch sotto etichetta Badland Publishing e Leoful con una dose non indifferente di colori, ritmo, follia ed… alpaca, simpaticissimo parente del lama. Ruminante di origine sudamericana, principalmente Perù, Cile e Bolivia, l’alpaca è appassionato di vegetali, grande produttore di lana pregiata e si è riscoperto anche funambolo con il pallone. Non proprio come Marco Nappi ai tempi della Fiorentina. Non chiedeteci come.
Evitiamo di fare ulteriori giochi di parole ed andiamo subito al dunque augurandovi una buona lettura della recensione della versione Steam di questo titolo indie. Buona lettura.
UN ALPACA GLOBETROTTER DEL.. CALCIO, ANZI, DELL’ALPACA BALL
Protagonista di questo gioco, manco a dirlo, è un alpaca che vive in un mondo di alpaca. Detto così ci verrebbe subito voglia di trasferirci in questo contesto salvo poi fare un esame di coscienza ed aver paura di rovinare pure questa realtà spensierata.
L’ambientazione è il nostro mondo popolato dal simpatico animale e la modalità Storia è la più importante del gioco. Grazie a quest’ultima, porteremo il nostro lanuto amico a quattro zampe, dal collo lungo e dagli occhietti dolcissimi, in un giro per il globo per farlo diventare il Pelè del calcio, anzi, dell’Alpaca Ball. Uno sport simile al calcio. Affrontiamo il viaggio un po’ per gloria personale, un po’ per quella familiare ma il nostro obiettivo è diventare i numeri uno e portare a casa la coppa.
Affronteremo così un viaggio in tutto il mondo, dal Sudamerica alle Alpi tirolesi, all’Etna ad altre parti della nostra amata Terra. Giocando in diversi tipi di arena con diversi tipi di pallone e sfidando avversari sempre più agguerriti.
Giusto, però, ricordare come sia possibile giocare partite amichevoli contro la CPU o con amici selezionando arene, pallone, tempo di gioco, possibilità di attivare i potenziamenti, golden gol in caso di parità dopo il tempo regolamentare e così via.
GAMEPLAY INTUITIVO MA VERAMENTE CAOTICO
Il punto forte di Alpaca Ball: Allstar è senza dubbio il suo (folle) gameplay. Le sfide che affronteremo contro la CPU nelle partite della modalità Storia sono il banco di prova di questo titolo indie. Giocheremo partite uno contro uno ma anche in squadre fino a 4 contro 4, due contro due, tre contro tre mentre le diverse arene (o campi) avranno varie forme e dimensioni. Oltre ad avere specifiche peculiarità.
Le regole fondamentali delle partite di Alpaca Ball sono semplicissime: non ci sono regole. L’obiettivo è quello di segnare il maggior numero di gol degli avversari. Per dirla alla Zeman, l’importante è “fare un gol in più dell’avversario”.
Potremo guidare il nostro alpaca in partite folli dal ritmo frenetico e caotiche in ogni tipo di superficie e con tanti bonus che vengono proposti durante i match. Oltre alle mosse standard, infatti, come il correre, saltare e colpire il pallone con una rotazione del collo da far girare la testa (abbiamo visto cose che voi umani…) per tentare (si, tentare) di indirizzarlo in porta.
Potremo anche sfruttare le barriere che delimitano i campi ed utilizzare le sponde per “autolanciarci” o per eludere gli interventi avversari. Non esistono falli laterali né rimesse dal fondo: se la sfera (o cubo, o disco, troviamo diversi tipi di “pallone”) va in alto, rimane sempre dentro il perimetro del campo.
Le dinamiche sono semplici ma vengono vivacizzate dai bonus e dalla fisica. I bonus agiscono come in tante altre produzioni simili. In questo titolo si concretizzano con un super tiro che spazza tutto e tutti ma che viene comunque deviato dalle sagome dei poveri alpaca che vengono colpiti (ergo non è una sentenza), tiri ad effetto variabile (una traiettoria fantasma che eluderà ogni tentativo di intervento), un tiro piazzato che ci fa scegliere la traiettoria con tanto di calcolo di rimbalzi (come se fosse un tiro di biliardo, specialità carambola) un casco. Ma ci saranno bonus (o malus) che rimpiccioliscono i nostri eroi in campo o che allungano il già possente collo del lama, pardon, alpaca.
Questo darà sicuramente pepe al gameplay già veloce e rapido che il titolo offre. Tuttavia aggiunge anche ulteriore frenesia a discapito della precisione. Avendo un gameplay che si basa sulla fisica infatti queste varianti gravano ulteriormente sulla efficacia dei colpi. Non è facile impostare un’azione manovrata. Diciamo che il gioco difficilmente lo prevede e, anzi, da spazio ad un’accozzaglia di colpi ed azioni abbozzati. A volte, sembra di vedere la Newppy capitanata da Bruce Harper prima di incontrare Oliver Hutton nel celebre cartone animato Holly e Benji (Captain Tsubasa): tutti addosso al pallone a roteare il corpo nel tentativo di toccare il pallone (o quello che lo rappresenta) e spingerlo in porta.
Le giocate spettacolari ci sono ma molte volte è l’IA a risolvere le sfide anche in nostro favore con autoreti ingloriose. Saltare o scattare in libertà può anche causare giocate involontarie. Il tempismo è fondamentale.
Per carità, il gioco è divertente ma spesso e volentieri si ha la sensazione che si debba risolvere tutto con un pizzico di fortuna.
Il dilemma, infatti, che pervaderà il giocatore fin dai primi passi è uno:
“Ho fatto gol per mia bravura o per mera fortuna?”.
Tuttavia, ad onor del vero, e bisogna riconoscerlo, se si evita di rincorrere il pallone sempre e comunque, è possibile evitare autoreti clamorose o effettuare conclusioni volute. Tuttavia, la natura arcade ha la meglio. Non c’è esasperazione ed il livello di difficoltà è abbordabile.
Alpaca Ball: Allstar non è per niente punitivo. Tutt’altro. Ha il grande pregio di far divertire non prendendosi sul serio. La riprova è che fino ad otto alpaca possono rincorrere in partite quattro contro quattro un pallone da calcio, o l’ovale del football americano, o il mega pallone gonfiabile che si vede nelle spiagge, o da pallavolo, il pack di hockey e troviamo anche un dato o una bomba.
Ad essere sinceri non è facile calciare un disco da hockey o una bomba o ancora un pallone da pallavolo. Non è facile indirizzarlo ed in questo senso, la fisica fa il suo dovere. E probabilmente, diciamocelo pure, essere un alpaca non aiuta neppure ad avere un gran controllo. Se guidassimo delle foche, però, potremmo pensarcela. Anche se è chiaro che il titolo non pensi assolutamente al realismo.
QUANTO SONO CARINI GLI ALPACA SULL’ETNA
Dal punto di vista tecnico, il titolo firmato da Salt Castle Studio offre tante luci e qualche ombra. Andiamo ad esaminare i lati positivi. L’aspetto in primis. Gli alpaca sono veramente carini e divertenti da guardare.
Ci sono piaciute la varietà delle arene ben caratterizzate e particolareggiate con la presenza di alcune finezze. Dal verde prato dello stadio di Wembley al terreno pietroso e scuro dell’Etna alle spiagge sudamericane.
Unity, il motore usato dagli sviluppatori, fa il suo dovere anche a livello di animazioni e di fisica. Non ci sono, almeno non ne abbiamo notati, rallentamenti o indecisioni anche nelle fasi più concitate (azioni alla Newppy per intenderci). Anche i vari palloni e relative animazioni sono graziosi ed interessanti. Gli effetti speciali dei bonus-malus e potenziamenti sono ben fatti e rendono perfettamente l’idea.
Ci piace lo stile low poly della mappa e la sua discreta interattività. Bene anche le finestre di dialogo tra i vari personaggi.
La fisica fa il suo dovere e nonostante le folli azioni e situazioni che si creano, riesce comunque ad essere convincente.
Splendida invece la colonna sonora. Il merito degli sviluppatori e della produzione è stato quello di riesumare un pezzo di alcuni fa di Frank Guerrero y su grupo Aché intitolato Vamos A Toscar Sonero. Una salsa che si sposa perfettamente con lo spirito allegro del gioco. Scritta dal gruppo colombiano tempo addietro.
COMMENTO FINALE
Alpaca Ball: Allstar non è certamente un titolo rivoluzionario ma ammicca e strizza l’occhio agli appassionati di giochi “calcistici” alternativi. Più volte abbiamo letto sul web frasi del tipo “Non mi piacciono i giochi di calcio ma questo potrei giocarlo serenamente”.
Potremmo definirlo, in estrema sintesi, come una sorta di Rocket League ma con gli alpaca. Forse non ha lo stesso appeal del best sellers di Psyonix, ma risulta essere simpaticissimo.
Il gameplay è confusionario ed è complicato, effettivamente, realizzare azioni manovrate o giocate di un certo livello. Molte volte si segna per demerito altrui o per colpi di fortuna dovuti a situazioni paradossali. Difficilmente il colpo pensato e provato si concretizza. Colpa della fisica? Possibile anche se quest’ultima ci è parsa coerente nonostante la follia generale dell’azione.
Ad ogni modo proprio per questo potrebbe essere divertente ed attirare quei giocatori che il calcio non possono sopportarlo proprio per l’eccessiva volontà di ricercare la precisione ad ogni costo.
In più gli alpaca sono davvero simpatici e divertenti: potrebbero avere un appeal clamoroso. Consigliatissimo anche a chi non ama il calcio e vuole divertirsi con un titolo che ha il merito di proporsi in modo semplice, comico, scanzonato e, sicuramente divertente e rilassato nonostante sull’arena i ritmi siano folli.
La modalità Storia è il perno del gioco ed offre una discreta longevità. Le partite tra amici, invece, possono riservare sorprese e sfide ancora più esaltanti.
Pregi
Graficamente molto gradevole e discretamente particolareggiato. Colonna sonora davvero bella anche se non originale. Buona la modalità Storia. Multiplayer locale. Gameplay comunque adatto a tutti…
Difetti
… ma oggettivamente è troppo confusionario. Difficile effettuare la giocata voluta.
Voto
7,5