FIFA 21, la nostra recensione
Un upgrade o un nuovo capitolo?
Come ogni anno, EA Sports presenta al mondo il suo titolo di punta e FIFA 21 arriva carico di tante buone premesse. Quest’anno il noto titolo calcistico, oltre a convincere, doveva sistemare quanto fatto nella precedente stagione. FIFA 20 è stato è stato un po’ sottovalutato. Ad iniziare da un infrastruttura server che mostrato tutta la sua inefficienza. Per la prima volta la community si è dimostrata unita e EA se ne è accorta. La software house americana, a sorpresa, ha compiuto, un passo storico, ammettendo le proprie colpe.
E infatti FIFA 21 inizia da questa presa di posizione forte, che suona come una premessa senza precedenti. E non finisce qui. L’azienda americana, per migliorare l’esperienza online, ha avviato già dalla scorsa stagione una revisione dell’architettura client/server che muove tutta la componente competitiva del gioco. La missione è quella di annullare il tanto fastidioso “lag”. Ok, tutto bellissimo. Ma stiamo parlando di FIFA 20 o FIFA 21?
Queste erano cose che potevano e dovevano essere fatte sin da subito già da qualche anno a questa parte. Dall’avvento di FUT, introdotto per la prima volta in FIFA 09, la base di utenza è cresciuta moltissimo. Forse EA Sports ha sottovalutato questo aspetto, arrivando al famoso “collo di bottiglia”. A un passo dalla next-gen questo è un brutto scivolone. Si, ok, va bene, ma quali sono le novità di FIFA 21?
Onestamente, non ce ne sono molte. Quello che sembra non è una nuova edizione del gioco, bensì un buon update. In questa nostra recensione di FIFA 21 per PS4 proveremo a comprendere gli aspetti salienti del gioco a capire se va la pena acquistarlo oppure guardare altrove, magari alla concorrenza.
UN GAMEPLAY CON LE SPALLE AL MURO
Il primo a salire sul banco degli imputati è senza dubbio il gameplay. Quello che doveva essere il cavallo di battaglia del noto simulatore calcistico, comincia ad assomigliare a uno a dondolo. Ogni anno questa componente viene rivisitata. Raccogliendo i feedback degli utenti si cerca di migliorare e riprogettare determinate dinamiche e movimenti di gioco. Sulla scia dell’edizione precedente, in FIFA 21 il famoso gameplay “ragionato” rifà la sua comparsa. Ma è un po’ poco.
Sinceramente la scelta di non tornare alle “rushate” dei capitoli pre FIFA 20 è stata intelligente. In questo modo, ogni zona del campo diventa buona per dar vita a scontri ad alto contenuto agonistico. Vi è, però, un problema non indifferente. Se tutto rallenta, chi corre?
Nel correre ai ripari, EA Sports introduce, in FIFA 21, il concetto di consapevolezza di gioco. Adesso, in teoria, ognuno sa come si chiama e cosa deve fare in campo. Se non siamo soddisfatti di come l’intelligenza artificiale dirige l’orchestra, possiamo “quasi” sostituirci a essa, sia in fase offensiva che difensiva. Questa cosa può sembrare interessante nel corso della prima ora di gioco ma poi ci si accorge che tutto è diventato più facile. Se si hanno dei giocatori con delle buone stats su agilità ed equilibrio la palla gira che è un amore e si rischia di vincere, con molto relax, ogni incontro delle Squad Battle in difficoltà “Leggenda”.
Sebbene questo aspetto possa, invece, esaltare tutti i giocatori di FUT, agevolando i famosi “giocolieri”, non si può sfuggire al nuovo annoso problema della stupidità dei portieri. Quest’anno anche il più forte di tutti non è in grado di coprire il primo palo su un tiro ravvicinato. Se si vuole segnare, in tutte le modalità, basta premere il tasto del tiro, caricare la barra della tiro a tre quarti ed inclinare la levetta analogica in direzione del palo più vicino. Se non fate goal siete veramente poco fortunati.
Per il resto non ci sono delle grandissime novità da “nuovo capitolo”. Sembrano tutti dei fix e correttivi per FIFA 20. Anche il tanto promesso miglioramento della reattività è sempre dipeso dal matchmaking e dal server. Per trovare un ping intorno ai 10ms bisogna aspettare dopo la mezzanotte, oppure fare diversi tentativi sino a trovare un server vicino. E intanto la voglia di farsi una partita a FIFA è già passata.
CRISI D’IDENTITA’
Ogni anno EA Sports introduce novità importanti che non riguardano soltanto il gameplay. L’introduzione di VOLTA Football, che ha mandato in pensione Alex Hunter e il suo The Journey, ha lasciato tutti di stucco. Tutti quelli che sognavano un ritorno di FIFA Street sono stati, finalmente, accontentati già nel capitolo precedente. FIFA 21, visto il successo del frizzante calcio di strada, non poteva che riproporlo, con nuove arene e una modalità competitiva stimolante.
Anche FUT è stata rivisto (ma non rivisitato), puntando i riflettori sull’aspetto co-op. Adesso si potranno affrontare stagioni in due con condivisione di premi e obbiettivi. La Weekend League si conferma l’appuntamento a cui tutti non vorrebbero mai mancare, a patto che i server funzionino. Purtroppo quest’anno la prima uscita è stata infelice, con il rinvio di un giorno per problemi tecnici. Nulla di strano (vedasi FIFA 20).
EA Sports, quest’anno, in termini di miglioramento, non dà molto peso alla modalità Carriera e al Pro-Club. Di fatto, salvo piccole limature, non sono cambiate di una virgola rispetto alla passata stagione. E si potrebbe fare moltissimo, soprattutto verso il lato manageriale e la componente competitiva. Immaginate un ritorno di FIFA Manager calato in un universo online dove, oltre al gameplay, contano anche le vostri doti di allenatore. E chissà perché ancora non ci ha pensato. La Carriera, così come il Pro-Club, pagano il prezzo dell’esclusione, con coscienza e volontà della software house americana.
E poi il continuo appuntamento alla next-gen, della serie “il meglio lo vedrete a novembre”. Onestamente non crediamo che la grafica da urlo, il ray-tracing, l’audio 3d e il feedback aptico siano in grado di riaccendere la vena creativa di un gioco che pensa a tutto tranne che al calcio giocato. Sicuramente sarà un’esperienza nuova, in grado di proiettarci verso un’inedita dimensione dello sport virtuale. Ma i problemi restano, con o senza next-gen. La scelta di Konami di prendersi un anno sabbatico comincia ad assumere un contorno chiaro se paragonato a questo update mascherato da nuovo capitolo. Anche perché è di questo che si tratta, anche se ve lo fanno pagare come “gioco nuovo”.
C’ERA UNA VOLTA IL “CALCIO” SECONDO EA
Eppure la famosa series di FIFA ha regalato moltissime soddisfazioni negli anni. È stato il più illustre ambasciatore del calcio 3d, segnando il passaggio dall’arcade alla simulazione. E vincendo nel corso degli anni alcuni duelli a distanza come quelli con la celebre saga Actua Soccer. I più grandi calciatori di tutti i tempi hanno vestito le copertine delle varie edizioni, rievocando in noi ricordi e momenti unici e rari. In fondo era questo FIFA. Un gioco in grado di creare rivalità e competizione giocando “spalla a spalla”, senza FUT e FIFA Points. Senza interessi e senza GAAS. Ci si prendeva in giro e ci si confrontava su come fare goal, magari sfruttando i pochi bug presenti nel gioco.
Con FIFA 98 si tocco il massimo a livello di gameplay, con una circolazione di palla da paura (ed in Fifa 98 World Cup c’è una delle migliori telecronache di sempre con il duo di TMC formato da Massimo Caputi e Giacomo Bulgarelli). L’AI è andata, via via migliorando, sino a raggiungere un buon punto (salvo l’orribile Fifa 2001, a nostro avviso il punto più basso di tutta la serie).
In FIFA 11 si poteva giocare da portiere ed in FIFA 16 debuttò il calcio femminile. Nel frattempo è cominciata l’involuzione, che ha coinciso, guarda caso, con l’introduzione della componente competitiva online. EA non si è lasciata sfuggire l’occasione, visto il successo riscosso, disegnando un gioco in grado di macinare soldi facendo sfidare quanti più utenti possibili. Ogni anno, inseriva un elemento in grado di accendere la competizione, ma toglieva aria al gameplay con i server che si riempivano sempre di più.
Il mito del “momentum”, che qualcuno giurava di aver vissuto sulla propria pelle, stava diventando la normalità. Alcuni parlavano di “azioni scriptate” con strampalate teorie del tipo “se FIFA vuole che perdi, alla fine, perdi”. Come dare torto a queste voci, anche alla luce di tutto quello che è successo in questi anni. FIFA 21 non è solo un (non) nuovo capitolo ma è anche l’ago della bilancia di un franchise che rischia di perdere tanto terreno rispetto al rivale PES. E non parliamo delle licenze, li Fifa (salvo la mancanza di qualche squadra importante) impera, ma del calcio (virtuale) giocato. Quello che comunemente chiamiamo gameplay e che sembra non interessare più ad EA Sports. Che costino troppo le licenze Fifa e Uefa? E che si debba sempre dare più importanza alle licenze piuttosto che ai contenuti che divertono?
Non è possibile che, dopo solo 6 giorni di accesso anticipato, ci fossero utenti che schieravano squadre con una media di valutazione oltre il 90. Lo possiamo capire a stagione avanzata, ma così non ha senso. Passano le motivazioni. Senza sé e senza ma. Si perde voglia e interesse sin da subito, se va bene. Se, invece, si ha voglia di competere ad alti livelli bisogna mettere mano al portafoglio per spendere 99 euro per l’acquisto di FIFA points. Quelli che vengono regalati ad influencer e Youtuber per registrarsi mentre spacchettano in maniera ossessivo compulsiva. Spendendo anche soldi che potrebbero fare la differenza. L’importante, sempre seguendo la logica dell’apparire a tutti i costi, è forse dare sempre lustro ai soliti. In tutti i campi.
Ma è questo il calcio? È questo FIFA? Potremmo scrivere a voi l’ardua sentenza ma recensendo il titolo è giusto dirvi che in buona parte il calcio non è più FIFA.
COMMENTO FINALE
Andiamo al dunque: Fifa 21 non è un nuovo capitolo anche se lo paghiamo per tale. Il gioco doveva fare molto di più del suo predecessore e non l’ha fatto. EA Sports ha cercato di spostare l’attenzione, puntando i riflettori sulla next-gen, promettendo un esperienza senza precedenti. Il problema è che uno: questi “precedenti” non si dimenticano facilmente. FIFA 20 ha messo a nudo la software house americana che è dovuta correre ai ripari per evitare una fuga di massa verso PES. La produzione di Konami di fatto è stata più trasparente facendo capire a tutti gli appassionati che il capitolo di quest’anno sarebbe stato un aggiornamento.
Torniamo a Fifa 21. A livello di gameplay non offre nulla di innovativo se lo vediamo in ottica “nuovo capitolo”. Tutti i correttivi e i fix sono da update periodici. Possiamo, magari, fare un eccezione sul discorso IA che, portieri a parte (ancora nel 2020 questi estremi difensori non riescono ad essere “domati”), sembra un tantino più intelligente. Per il resto le modalità sono quasi identiche a quelle di FIFA 20, con uno slancio verso la condivisione dell’esperienza.
Poca roba per meritarsi i canonici 69,90 euro. Rimandare l’appuntamento alla next-gen, lasciando appesi gli utenti di questa generazione dando loro una sorta di aggiornamento di FIFA 20, è un ennesimo scivolone in una pozzanghera che comincia a diventare sempre più grande. Arrivederci o addio? A voi la scelta, la riflessione legittima. Se non avessimo voluto recensire il gioco ci saremmo volentieri risparmiati il prezzo del biglietto. Ahinoi. Per dovere morale (è pur sempre il videogioco più acquistato dell’ultima settimana in Italia) l’abbiamo fatto e vi consigliamo il titolo solo se non potete fare a meno di vedere FIFA 21 girare sul vostro Pc o console. Che possa andare meglio con la versione next-gen? Lo speriamo e pensiamo che EA Sports ci creda fortissimo. Vedremo come andrà, se il campo gli darà ragione.
Pregi
L'intelligenza artificiale è l'unico cambiamento che si nota in FIFA 21, visti i movimenti in campo che sembrano più coerenti rispetto all'azione di gioco. E questo vale sia in attacco che in difesa. Il gameplay ragionato lascia ancora spazio alle sfide a tutto campo dove le stats individuali contano...
Difetti
... ma non è abbastanza per farci togliere dalla testa l'idea che stiamo giocando a un update e non a un nuovo capitolo. Modifiche sostanziali non ce ne sono. Questo non riguarda solo il gameplay ma anche le modalità, di fatto quasi uguali a quelle dell'anno scorso. Ha senso acquistarlo solo per il dual-entitlement e la possibilità di giocarlo su next-gen acquistandolo una sola volta e senza costi aggiuntivi?
Voto
6,5