Battlestar Galactica Deadlock: Armistice, Recensione
Chiudiamo la seconda stagione di Battlestar Galactica Deadlock con la recensione dell'ultimo dlc cronologicamente ambientato alla fine di Battlestar Galactica - Blood & Chrome
Il nostro apprezzamento per Battlestar Galactica Deadlock è palese. I lati positivi di uno strategico tattico capace di rivaleggiare con Homeworld sono emersi a partire dalla recensione del gioco base. Ma gli sviluppatori di Black Lab Games non si sono mai adagiati sugli allori. E ad ogni contenuto rilasciato hanno migliorato ulteriormente la loro creatura, espandendo una storia avvincente e non scontata. Che si conclude con il dlc che andremo a recensire oggi, Armistice. Disponibile su Steam a partire dal 24 settembre scorso e pubblicato da Slitherine, l’espansione andrà a chiudere i battenti sulla seconda stagione e sulla prima guerra cylon.
Detto questo, vi lasciamo alla recensione di Battlestar Galactica Deadlock: Armistice. Buona lettura.
QUANDO ANCHE L’OCCHIO VUOLE LA SUA PARTE
Del gameplay di Battlestar Galactica Deadlock ne abbiamo parlato a fondo. Questa volta, dunque, iniziamo da un aspetto importante ma anche secondario se paragonato al gameplay, cardine di ogni strategico degno di questo nome.
Il lato artistico e squisitamente visivo non è solo tenuto in grande considerazione ma offre scorci e dettagli tali da far impallidire produzioni ben più attrezzate a livello economico, tanto per i fondali quanto per le navi riccamente ornate da dettagli visibili anche con un zoom esasperati. Con l’ultima patch rilasciata in occasione dell’espansione Armistice, Black Lab Games ha aggiunto alcune funzionalità che faranno felici tutti gli amanti di videomaking.
Eravamo già in grado di osservare l’andamento di una battaglia come nella serie televisiva, grazie anche all’espansione Sins and Sacrifice che insieme a cannonate ed effetti speciali aggiungeva le voci dei piloti di caccia e bombardieri.
Ora, potremo creare video dall’impatto visivo stupefacente grazie ad un dettaglio grafico ulteriormente migliorato e la possibilità di cambiare gli angoli di ripresa dello scenario. Possono sembrare funzioni di poco conto ma in un’epoca dove la “photo mode” sta diventando uno standard, riusciremo a creare video o screenshots da togliere il fiato.
E CALÒ IL SILENZIO
Le vicende raccontate in Battlestar Galactica Deadlock: Armistice iniziano immediatamente dopo il successo dell’offensiva della flotta fantasma. Ora che le forze coloniali hanno preso il sopravvento sembra che il peggio sia passato. Ma la notizia di una nuova super arma cylon in via di sviluppo getta nel panico l’intero ammiragliato. La nostra missione sarà quella di eliminare possibili minacce, scoprire cosa si nasconde dietro questo misterioso progetto e porre fine una volta per tutte al conflitto.
L’intera campagna si snoderà attraverso otto missioni principali più nove missioni secondarie utili per il recupero di materiali e risorse che andranno a rimpolpare le scorte e serviranno alla costruzione di nuove basi stellari e a ridurre la minaccia cylon. Per quanto le missioni secondarie offrano un diversivo e diversi spunti interessanti, seguono sempre lo stesso filo logico: recupero risorse a annientamento del nemico.
Se c’è una meccanica che in futuro andrà rivista è sicuramente questa perché aumentare la varietà negli obbiettivi non solo garantirà ore di gioco supplementari ma andrà ad annullare il senso di ripetitività che le pervade.
Anche sul fronte delle ambientazioni c’è da aspettarsi qualche variazione sul tema visto che sono praticamente sempre le stesse. Caprica, Ragnar, il pianeta ghiacciato senza nome visto in Blood & Crome sono sicuramente aree suggestive ma è tempo che ci si spinga oltre, proponendo pianeti diversi e perché no, asteroidi e giganti gassosi.
Per quanto riguarda la campagna principale, invece, gli sviluppatori si sono davvero dati da fare offrendoci alcune tra le migliori missioni mai giocate lungo tutto il corso delle due stagioni. Forse non eccellerà a livello contenutistico, ma quanto a dinamicità e narrazione rappresenta un vero e proprio passo in avanti. Narrazione che riesce ad offrire uno spaccato dell’ambientazione di Battlestar Galactica e riprodurre il dramma e a suo modo l’epicità della serie televisiva.
UNO SPAZIO VUOTO
Per chi ha già giocato al capitolo base e alle precedenti espansioni, in Armistice troverà volti familiari che faranno il loro ritorno. Questi personaggi completamente doppiati come anche tutti i segmenti di dialogo e i briefing di missione. A livello gameplay non c’è nulla di davvero nuovo se non alcune tracce sonore composte dal famoso Ash Gibson Greig.
Quindi niente navi che questa volta sono state dirottate sul dlc che accompagna Armistice: il Modern Ships Pack. In questo pacchetto sono presenti sei nuove navi, tre per fazione che potranno essere usate nelle mappe skirmish, in multiplayer o nell’espansione Anabasis.
Dato che parliamo di navi di un’era posteriore a quella delle vicende in seno ad Armistice è plausibile che non siano state introdotte. Ma a nostro avviso sarebbe stato più corretto proporle come “dono di chiusura” della serie, magari alzando di qualche euro il costo dell’espansione.
Vediamo le navi nel dettaglio:
- Flotta Coloniale
- Colonial Mercury – Heavy Modern Battlestar
La Mercury è l’apice della Flotta Coloniale ed è equipaggiate con un’impressionante potenza di fuoco. Capace di resistere ad un’ingente quantità di danni grazie ad una corazza sviluppata per l’occasione, questa base stellare è probabilmente famosa anche per le sue baie d’aggancio ventrali invertite.
Colonial Valkyrie – Support Battlestar
Famosa per essere l’assegnazione precedente a quella del Galactica dell’Ammiraglio Adama, la Valkyrie è una base stellare di piccole dimensioni. Questo le consente di essere estremamente agile e non le preclude di essere pesantemente armata.
- Colonial Viper Mk VII – Modern Space Superiority Fighter
- Il Viper Mk VII è il più famoso caccia costruito dalla Flotta Coloniale
FORZE CYLON
Cylon Modern Basestar – Command Ship
L’abbiamo vista nel 2004 e…è splendida e altrettanto letale. A differenza delle navi base della prima guerra cylon, si basa esclusivamente sul dispiegamento di un alto numero di missili e sciami di caccia per la difesa. La resina organica vista nella quarta stagione della serie televisiva permette a questa nave base di riparare i danni strutturali.
Cylon Guardian Basestar – Basestar Prototype
Già vista in Razor, questa base stellare è sfuggita miracolosamente alle vicende di Blood & Chrome e dell’offensiva della flotta fantasma. Al suo interno, il profetico prototipo di ibrido pronto a recitare le seguenti parole:
“Tu sei l’araldo della morte, tu li condurrai verso la loro fine.”
Modern Raider – Modern Cylon Fighter
L’ultima evoluzione del caccia Cylon
Questo breve excursus ci offre forse un indizio. Che la terza stagione di Deadlock porti le vicende coloniali dentro la serie televisiva del 2004?
COMMENTO FINALE
Battlestar Galactica Deadlock: Armistice è un ottimo dlc ed una buona conclusione per un gioco supportato da uno sviluppatore che ha creduto fortemente nella bontà del proprio progetto.
A livello gameplay non va ad innovare nulla e le missioni secondarie soffrono di una ripetitività di fondo che andrà rivista in futuro. Nonostante questo, la breve campagna è dinamica e avvincente e riuscirà a soddisfare senza troppi sforzi gli appassionati.
Assolutamente un must have per tutti i fan di Battlestar Galactica. Speriamo, inoltre, che il Modern Ship Pack (che secondo noi andava incluso nell’espansione) sia l’araldo di una terza stagione che ci vedrà protagonisti nel viaggio verso la Terra al fianco dell’Ammiraglio Adama e del Presidente Roslin. I tamburi di battaglia li sentiamo già.
Pregi
Una degna conclusione.Missioni della campagna avvincenti. La photo mode è fantastica. Dettaglio visivo stupefacente.
Difetti
Ripetitività nelle missioni secondarie. Contenutisticamente non offre nulla. Il Modern Ship Pack andava offerto insieme al dlc base
Voto
Si