Quella di Baldur’s Gate è una delle saghe più celebri tra la folta schiera dei giochi di ruolo. Dal 2001, anno di rilascio dell’ultima espansione che chiuse il cerchio sulle avventure del figlio di Bhaal, la creatura di Bioware continuò a far parlare di sé e ritornò in pompa magna con le versioni “Enhanced” nel 2012. Nonostante fosse nei sogni di ogni appassionato di gdr, nessuno si aspettava realmente lo sviluppo di un terzo capitolo anche per via di una storia chiusa in modo netto con la fine di Throne of Bhaal. Per questo, l’annuncio di giugno 2019, in pre-E3 di quell’anno, dove Wizards of the Coast affidava a Larian Studios lo sviluppo di un terzo capitolo fu come una tempesta di fulmini a ciel sereno. Per Baldur’s Gate 3, il team belga (famoso per la serie Divinity e punto di riferimento per gli appassionati del genere), ha optato per un accesso anticipato su pc via Steam, GoG e Google Stadia che è stato reso disponibile dal 6 ottobre scorso. La piattaforma scelta per questa anteprima è ricaduta sulla versione Pc.
DAR NUOVA VITA AD UN CAPOLAVORO
Al momento, la versione ad accesso anticipato di Baldur’s Gate 3 dà accesso all’intero primo atto della campagna, ossia poco più che un assaggio di quello che Larian offrirà a tutti i videogiocatori che si avventureranno nei Forgotten Realms a release ultimata.
Le circa venticinque ore di contenuti del primo atto della storia tra, quest, combattimenti, personaggi, dungeon, si snoderanno attraverso un’avventura incastonata all’interno del canonico gameplay che ha contraddistinto gli ultimi due capitoli della famosa serie di Larian Studios, Divinity Original Sin.
Riuscire a dar nuova linfa ad un prodotto che tutt’ora viene considerato come pietra miliare del genere è operazione difficile e assai rischiosa. Lo sa bene inXile che nel tentativo di creare uno seguito spirituale di Planescape: Torment, con Torment: Tides of Numenera sviluppò un gioco di ruolo soddisfacente ma lontano dai fasti del predecessore. Eppure, aveva per le mani la miglior ambientazione creata negli ultimi vent’anni, assolutamente di primo livello per il genere fantascientifico.
Non stupisce quindi che lo studio belga abbia deciso di mantenere intatti i dogmi di due tra i migliori rpg del decennio insieme ai regolamenti della 5ed del D&D. In generale, la maggior parte dei nuovi giocatori rimarrà davvero soddisfatta e impressionata da questo nuovo capitolo. Per lo zoccolo duro, è meno certo. Ne parleremo in seguito, specialmente in fase di recensione.
DAL CARTACEO AL DIGITALE, IL PROPRIO EROE
Trattandosi di un gioco di ruolo legato al D&D la creazione del personaggio è una delle parti “succose” di ogni gameplay. In questo articolo abbiamo spiegato come Larian Studios avesse parlato molto di questa fase. Al momento, le classi disponibili sono sei:
- Guerriero
- Chierico
- Ranger
- Ladro
- Warlock
- Mago
Otto le razze
- Umano
- Githyanki
- Drow
- Elfo
- Mezzelfo
- Nano
- Halfing
- Tiefling
Andiamo ad analizzare questa fase più nel dettaglio. Alle classi mancano ancora all’appello il bardo, lo stregone, il paladino, il druido, il barbaro e il monaco. Siamo convinti che verranno aggiunte durante il corso della fase ad accesso anticipato, ma la creazione con le classi attualmente disponibili ci ha permesso di osservare gli sforzi di Larian. Che sono encomiabili, visto che la trasposizione da cartaceo a digitale non ha portato a quasi nessuna modifica o rinuncia. Competenze e bonus/malus compresi.
Ad ogni classe sono poi da associare i punti caratteristica che anziché essere affidati ad un lancio di dadi come in Baldur’s Gate 1 e 2, verranno decisi dal giocatore. Scelta comprensibile e ormai uno standard nei giochi ruolo moderni.
Anche sul fronte estetico non rimarremo delusi, visto che corpi e volti godono di un dettaglio davvero approfondito e con molte opzioni di personalizzazione. Mancano all’appello peso e altezza ma il resto c’è tutto. Cercando il pelo nell’uovo, manca varietà nei set vocali ma non è affatto escluso che ampliarli sia già nei piani dello sviluppatore.
SPERDUTI IN FONDO AL…CIEL?
Il filmato iniziale vede un nautiloide mind flayer che veleggia a tutta velocità per attaccare la città di Yartar. Senza motivo apparente inizia a catturarne la popolazione attraverso i suoi viscidi tentacoli. Il misterioso piano viene interrotto da Vlaakith, la regina della razza dei Githyanki. Inviando uno sciame di draghi alle redini di fedeli cavalcatori, costringe la nave a teletrasportarsi nelle terribili lande dell’Averno, finendo per naufragare tra le città di Elturel e Baldur’s Gate proprio in mezzo all’eterna Guerra del Sangue tra diavoli e demoni.
Tra il primo attacco e il naufragio si snoderà il tutorial iniziale che vedrà il nostro alter ego liberarsi fortuitamente. Dopo essere stato infettato da un parassita che lo trasformerà in una “splendida” creatura tentacolare come quella che lo ha rapito, inizierà l’esplorazione del velivolo cercando poi una cura alla sua condizione. In seguito al naufragio, l’incontro con altre persone afflitte dallo stesso morbo ci porterà a forgiare legami con compagni che condivideranno le nostre avventure.
INTERPRETAZIONE RUOLISTICA
Lo sviluppo di un quest e dei vari personaggi che la compongono si snoda attraverso una mole di dialoghi spesso importante che definisce lo stile stesso del gioco in questione. Anche se in fase di early access, il lavoro svolto su questo versante è di primissimo livello. I dialoghi sono tanti, dinamici e molto vari.
Ci è capitato di liberare un cervello per poi trovarcelo come compagno nelle prime fasi dell’avventura, non riuscire a convincere un padre che sua figlia si è trasformata in un mind flyer ed essere costretti ad eliminarlo, convincere un gruppo d’avventurieri che un nautiloide non è il posto migliore per una scampagnata.
Ogni conversazione si svolge in modo diverso a seconda della razza, della classe, di chi abbiamo nel gruppo, di eventuali promesse fatte ai nostri amici e molto altro. C’è grande varietà narrativa, più ramificata rispetto ai capitoli precedenti e anche a Dinivity: Original Sin 2 che all’uscita ha definito un nuovo livello qualitativo per tutti gli rpg.
Varietà e profondità che contraddistinguono anche il mondo di gioco. L’esplorazione fine a se stessa è ancora acerba ma davvero appagante. Foreste ricche di particolari, dungeon dove accendere una torcia o un vecchio candelabro pieno di ragnatele non è un’opzione, cittadine dallo stile squisitamente medievale. Se tali entusiasmanti premesse verranno mantenute, non ci troveremmo di fronte solo ad un degno terzo capitolo ma avremo tra le mani un prodotto capace di rivaleggiare con “LA” pietra miliare ad oggi ancora indiscussa: Planescape: Torment.
IL PERFETTO COMBATTENTE
E dopo questo lungo excursus su ciò che il gioco ha da offrire, veniamo al “timbro” di casa Larian: il sistema di combattimento. Baldur’s Gate 3 è costruito sullo stesso sistema a turni che ha contraddistinto entrambi gli Original Sin. All’inizio di ogni combattimento un tiro determinerà l’ordine di partenza. In base al regolamento D&D, ogni personaggio potrà compiere un’azione di movimento, una relativa a cure o abilità di supporto e una attiva di attacco.
Il mondo che ci circonda non è un mero scenario di pixel visto che verticalità, oggetti e lo stesso ambiente giocano un ruolo fondamentale. Durante uno dei combattimenti nel dungeon che volevamo visitare a tutti i costi ci siamo introdotti da un’entrata laterale grazie ad un passaggio nascosto. L’apertura di una porta ci ha messo contro un party di predoni con due arcieri, un mago e un guerriero.
La situazione è subito volta al peggio perché potendo mandare in avanti un personaggio per volta saremmo stati facile preda delle frecce nemiche. Due barili colmi d’olio ci hanno suggerito una strategia differente. Mettendo il gruppo ai lati della stanza nella quale eravamo, abbiamo usato il nostro mago per lanciare un piccolo dardo di fuoco verso i barili che esplodendo, ci hanno liberato di due nemici in un colpo solo.
Il guerriero superstite è stato facile preda della nostra chierica mentre la maga è stata eliminata dal nostro ladro, decisamente abile con l’arco. Tutte queste fasi sono “facilitate” grazie ad un’interfaccia davvero ben sviluppata e mai invasiva dove trovano posto attacchi base, azioni secondarie, incantesimi e oggetti. Una sola piccola precisazione riguardo la rotazione della telecamera che di default è gestita dal tasto centrale del mouse.
Attraverso il menu principale, andando a modificare i comandi, potremo facilmente assegnare a questa funzione i tasti “Q” ed “E”. Quest’ultimo è a sua volta indicato per la gestione del party ma può essere facilmente rimappato con il tasto “Z” che garantirà un’ottima usabilità della telecamera senza perdere velocità nella gestione dei propri compagni.
L’esempio appena descritto è un semplice antipasto di una meccanica profonda e appagante tanto visivamente quanto nel gameplay. E pensare che l’articolo che state leggendo è scritto da colui che forse più di tutti apprezza meno questo tipo di combat system. A proprio agio con la vecchia scuola ancorata ai soli attacchi base, speciali e magie, l’idea di combattimenti con le meccaniche tipiche dello studio belga non piaceva. A conti fatti però il sistema funziona e offre così tante possibilità da aver annichilito i nostri timori.
DUE PAROLE SUL PIANO TECNICO
Come descritto più volte nel corso dell’articolo, Baldur’s Gate 3 offre un impatto visivo davvero entusiasmante. Lo stile artistico di ambienti, dungeon e personaggi è ispirato e in linea con il carattere medievale dei Forgotten Realms. Il lavoro dello sviluppatore sul mondo di gioco offre mappe ricche di particolari ambientali e non, con personaggi dai modelli al passo con i tempi e con un buon numero di animazioni.
A far da contraltare a quanto c’è di positivo, abbiamo texture caricate con lentezza, compenetrazioni e problemi di inquadratura, crash al desktop e framerate ballerino. Tutte casistiche che rientrano appieno nella definizione di early access e siamo sicuri che al lancio il piano tecnico non rappresenterà il punto debole della produzione.
Da notare l’ottimo uso delle librerie Vulkan che consentono anche a computer non high-end di godersi il gioco con una certa fluidità.
E DUE PAROLE SULLA LINGUA
Circa un mese fa la diatriba sulla rimozione della lingua italiana ha portato lo sviluppatore belga a tornare sui propri passi grazie anche a Wizard of the Coast che ha nell’Italiano la seconda lingua in termini di vendite a livello globale dei propri manuali.
Chi scrive ha sempre criticato aspramente le produzioni dove la nostra lingua viene ignorata ma in questa occasione vogliamo consigliare il prodotto anche a chi non ha grandissima dimestichezza con la lingua d’Albione.
L’inglese utilizzato è piuttosto semplice e permette di carpire il contesto anche con una padronanza del linguaggio basilare. Inoltre, un buon numero di vendite nel nostro territorio durante la fase di early access smentirà chi vede nell’Italiano un mercato privo d’attrattiva.
COMMENTO FINALE
I timori sul terzo capitolo della saga di Baldur’s Gate sono stati fugati da un accesso anticipato corposo e appagante. Larian Studios è stata capace di riportarci nei Reami Dimenticati con un gioco che non è un clone di Divinity: Original Sin. Ed, anzi, sorprende praticamente in ogni aspetto a partire dal combat system.
Le componenti ruolistiche della quinta edizione del D&D sono riproposte fedelmente e armonizzate in un contesto di gioco profondo e ricco di possibilità, soprattutto per quel che concerne i dialoghi e i personaggi che porteremo con noi. Non ci resta che aspettare la versione finale ma le premesse sono davvero entusiasmanti. Baldur’s Gate 3 è partito col piede giusto.
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