I giochi di ruolo ad ambientazione tetra che vedono protagonisti, o antagonisti, i vampiri hanno da sempre invaso il mondo dei videogiochi. Eviteremo di fare lunghe liste per andare direttamente al dunque. Vampire’s Fall Origins, uscito ad inizio anno per Pc e qualche settimana fa su Switch ed Xbox One, è l’ultima fatica di Early Morning Studio, piccolissimo team svedese indipendente fondato nel 2010 di stanza a Stoccolma.
Ed è una produzione, lo diciamo fin da subito, che strizza l’occhio ai classici del passato in ambito RPG ma con la contaminazione del combattimento a turni. Di fatto sembra di trovarsi nel mondo di Diablo o del primo Sacred (classico ARPG di Ascaron Entertainment del 2004, ndr) ma con un gameplay che assomiglia molto di più a quello proposto dai primi Final Fantasy.
Se questo ha stimolato la vostra curiosità sul gioco, nato originariamente per dispositivi Android ed iOS, vi rimandiamo al resto della recensione che si basa sulla versione Steam del titolo. Buona lettura.
UN MONDO VASTO, TETRO E PERICOLOSO
Il mondo di gioco è un grande continente dove per moltissimi anni, gli abitanti hanno vissuto in armonia. Ma la pace, come un bel gioco, non dura molto. C’è un pericolo oscuro che incombe e che abbrutisce il mondo, la natura, le persone: la magia nera portata dal Witchmaster.
Quest’ultimo, grazie al suo sconfinato potere, ha corrotto uomini, bestie e spiriti per il suo intento: conquistare il mondo partendo dal piccolo villaggio di Vamp’Ire per i suoi scopi. Piani, ovviamente, che sembrano all’apparenza piuttosto chiari. Non aggiungiamo altro perché la trama è piuttosto articolata e scivola via nelle lunghe ore in modo liscio ma con qualche sussulto. Nulla di esagerato, si intende, ma ha dei risvolti interessanti.
Tocca a noi, inconsapevoli del nostro destino, combatterlo. Le nostre vicende inizieranno nel villaggio di Vamp’Ire, saremo delle reclute al soldo della milizia locale che sta invadendo il continente. Chiaramente, come è facile immaginare, le forze locali sono irrisorie: poche e male addestrate. Dopo i primi compiti (e relativi commenti sarcastici ed ironici dei superiori) per entrare a farvi parte (l’uccisione di un ratto basterà per far parte delle fila dei difensori di Vamp’Ire), siamo subito mandati ad affrontare il Witchmaster. Ovviamente questi ci sconfigge in men che non si dica. E da qui, terminato quello che si può definire il tutorial, parte la nostra storia che sarà veramente lunga.
Missioni principali, compiti secondari, qualche piccolo colpo di scena e ricerche ci porteranno a vagare per decine e decine di ore lungo un territorio popolato da umani, troll, lupi, cinghiali, spiriti malvagi (e non solo), soldati corrotti e molto altro presente nel comune bestiario fantasy.
Girovagando lungo la mappa, infatti, oltre ad incontrare gli npc che ci daranno informazioni per le nostre missioni (con alcune subquest veramente interessanti per dinamica e trama), avremo scontri casuali con creature che popolano le diverse regioni. Ma ne parleremo a breve.
GAMEPLAY CLASSICO
Il gameplay di Vampire’s Fall: Origins è quanto di più collaudato possa esistere. È un RPG (gioco di ruolo) con combattimenti a turni. L’esplorazione è libera e saremo in grado di spostarci ovunque nelle mappe di gioco. Ovviamente la conformazione geografica delle varie regioni pone degli ostacoli naturali come laghi, fiumi montagne e relativi valichi.
Abbiamo scritto, ad inizio recensione, che sembra di giocare a Sacred o a Diablo ma con un gameplay simile a quello dei primi Final Fantasy, per intenderci, quelli fino al sesto capito visto che – come molti saprete – dal settimo in poi c’è stata una rivoluzione in termini tecnici inaudita, un balzo enorme che ha un po’ evoluto la sua natura.
Torniamo a Vampire’s Fall: Origins, l’esplorazione libera con incontri (dei nemici) casuali e con combattimenti a turni. Non è possibile, invece, eliminare chi si voglia mentre non tutti i personaggi dialogheranno attivamente. Al termine degli scontri con i nemici, se vittoriosi, recupereremo soldi, avremo punti esperienza in base alla forza del nemico abbattuto e, se saremo fortunati, raccoglieremo oggetti ed armi utili alla nostra causa. I punti esperienza si acquisiranno anche portando a termine le quest e le subquest che ci verranno assegnate. Da notare come alcune missioni secondarie non vengano segnate sulla mappa costringendoci a cercare a fondo nei dintorni delle location indicate dalla quest.
Quest e dialoghi
Troveremo un discreto numero di missioni legate alla storia principale ma anche avventure slegate. Inoltre nei dialoghi potremo scegliere il nostro orientamento se fare una determinata azione o meno, se concludere una quest in un modo o in un altro. Eroi o distruttori? Saremo noi a scegliere.
Vale la pena, però, menzionare alcune subquest di rilievo come quelle della caccia e – sparse per il mondo di gioco – anche alcune missioni “ambientali” che daranno degli indovinelli da risolvere o delle location specifiche da scovare. Insomma, non ci si annoia. Il titolo offre la traduzione dei testi in italiano ma in alcuni sporadici casi tale traduzione salta e si legge un misto tra inglese ed italiano maccheronico. In altri, alcuni elementi non sono proprio stati tradotti come i nomi delle armi e dell’equipaggiamento.
Gli alberi delle abilità
La parte ruolistica si concretizza con l’aumento di livello che sblocca quattro punti abilità da posizione in uno dei tre alberi principali della Stirpe: Rabbia, Vitalità ed Inganno che racchiudono le varie abilità che migliorano ad esempio l’utilizzo delle armi da taglio, o la bravura nello schivare i colpi o nel pararli o ancora la possibilità di rigenerazione di punti vita o focus al termine del turno o di una combo o, ancora di trovare più oro o di raccogliere più punti esperienza da ogni combattimento.
Inoltre c’è un punto da assegnare nelle abilità innate che si suddividono in tre grandi categorie: Controllo, Istinto e Forza. Le prime due (Controllo ed Istinto) a loro volta hanno 4 abilità ciascuno che si traducono in mosse speciali da utilizzare in combattimento. Ad esempio troviamo il morso che permette di sferrare un attacco imparabile e di recuperare punti vita. Mossa che, come certamente capirete, diventa fondamentale in alcuni combattimenti all’ultimo sangue. O troviamo il rafforzamento che serve a migliorare per qualche turno la capacità di impatto della propria armatura. O si può ancora attaccare con una sfera di energia oscura o con uno sciame di pipistrelli o attaccare alle spalle.
Il combattimento a turni
I combattimenti a turni sono piuttosto semplici nella loro dinamica. E questo grazie anche ad un interfaccia oggettivamente comoda e molto chiara che ci permette di leggere le opzioni a nostra disposizione in modo immediato. Inoltre dovremo controllare due caratteristiche fondamentali: i punti vita ed il Focus. Sui primi non c’è molto da spiegare, finiscono e si muore ripartendo dalla località abitata più vicina al luogo della sconfitta e pagando un piccolo obolo per la resurrezione. Del resto, come più volte viene detto in Vampire’s Fall: Origins, “La morte è solo l’inizio”. Ed a tal proposito, il Witchmaster potrebbe non essere l’unico nemico dai poteri “forti”.
La seconda, i punti Focus, equivalgono al mana che serve sia per sferrare attacchi speciali come quelli che abbiamo elencati sia per “confezionare” combo, ossia più colpi in combinazione nello stesso turno. E con alcune abilità “passive” è possibile anche che questi attacchi abbiamo un ulteriore colpo supplementare.
Tali combo si attivano ogni tre turni completi (attacco-difesa). Una volta attivata la combo sarà possibile “disegnarla” a proprio piacimento e secondo il Focus disponibile si possono inserire diversi attacchi. Ogni attacco ha un proprio costo.
Ci sono anche dei colpi speciali che derivano dall’equipaggiamento. Ci sono mosse che prevedono, ad esempio, l’attacco e l’impatto con spada e scudo o, se si predilige combattere con due armi, l’utilizzo della mano secondaria. Ma ci sono anche colpi speciali dotati di una forza dirompente che, se non vengono schivati dall’avversario, possono anche essere risolutivi togliendo un ingente quantitativo di punti vita.
Ovviamente i nemici non staranno a guardare e potranno infliggerci attacchi importanti o con loro abilità toglierci di colpo un certo numero di punti vita o abbassarci la guardia o ancora ridurre la nostra possibilità di schivare o renderci ancora più sensibili ad un determinato tipo di attacco.
L’equipaggiamento
A tal proposito, dovremo essere bravi a scegliere il nostro equipaggiamento. Le battaglie con nemici più forti ci forniranno spesso e volentieri armi ed equipaggiamento utile che potremo migliorare di fabbri che si trovano lungo i vari villaggi e cittadine del luogo.
Ma proprio dal fabbro potremo comprare elementi importanti. Ci sono armature e parti di esse, infatti, che proteggono da un certo quantitativo di armi o riducono al massimo i danni da veleno, magia ed elementi come fuoco, fulmine e così via. Avremo un inventario limitato e dovremo fare attenzione anche al peso complessivo di ciò che portiamo. In caso contrario dovremo lasciare a terra qualche cosa o sbarazzarcene. In quest’ultimo frangente sarà bene scegliere di buttare la cosa meno utile.
Giusto ricordare che i giocatori, ad inizio partita, oltre al nome, al genere ed all’aspetto (grazie ad un piccolo editor che ci farà delinare sommariamente i tratti somatici, ndr) potranno scegliere una tra le quattro stirpi di vampiro: Nosferatu, Ranjeni, Magistrav o Equides. Questa opzione non è soltanto nominale ma indirizza la crescita del personaggio. Ad esempio una stirpe guadagna un maggior numero di punti esperienza, un’altra è più abile in una determinata abilità e così via.
UN TRIBUTO ARTISTICO AI CLASSICI RPG
Andiamo al lato tecnico di Vampire’s Fall: Origins, che è probabilmente la parte meno forte del piatto offerto dai bravi sviluppatori di Early Morning Studio. Visivamente parlando troviamo un quadro che richiama i classici del passato. La visuale isometrica è usata per l’esplorazione del mondo mentre i combattimenti sono in schermate statiche (senza scrolling).
Il team ha evidentemente puntato sull’effetto nostalgia e non ha voluto sfruttare la pixel art che probabilmente avrebbe fatto il suo effetto. Quindi parliamo di un 2d piuttosto vetusto. Le mappe di gioco sono vaste ma non troppo variegate. Nondimeno, alcuni scorci presenteranno delle texture con qualche sbavatura. Un peccato perché se è vero che a tratti sembra giocare a Baldur’s Gate, o ad Ice Wind Dale, o a Sacred, in altri momenti – a causa di queste sbavature e della ripetitività del paesaggio – preferiremo pensare ad altro. Attenzione, non mancano luoghi caratteristici o gradevoli solo che anche questi saranno veramente datati dal punto di vista tecnico.
Sulla sessione dei combattimenti a turno non c’è molto da dire: i disegni dei nemici e delle ambientazioni sono buoni mentre le animazioni sono sufficienti.
Il sonoro è di buona fattura ma non ci ha particolarmente colpito. Alcuni rimandi ad alcuni classici (e non solo RPG) ci hanno invece divertito. Da qualche parte nella vasta prima mappa troverete un easter egg dedico a Monkey Island.
Per farla breve, comunque, artisticamente non è affatto male e le tinte oscure fanno il resto assieme al font scelto dalla produzione per i menu: è lo stesso di quello di Diablo. Sono piccoli tocchi che rendono familiare un ambiente e che ce lo fanno piacere nonostante i difetti.
COMMENTO FINALE
Vampire’s Fall: Origins è un bel gioco di ruolo con combattimenti tattici. Il motivo è presto detto: ha la sua anima. E nonostante dal punto di vista tecnico sia datato, da quello artistico – non esente comunque da piccoli difetti – riesce a trarre benefici che avvalorano una trama buona.
L’atmosfera tetra rimanda a titoli ben più famosi e blasonati mentre il gameplay scorre liscio tra esplorazione, combattimenti a turni ben studiati anche se piuttosto lineari, dialoghi e la risoluzione di enigmi e quest. La storia, pur non essendo da premio Oscar è comunque valida. Inoltre, le cose da fare non mancheranno certo con belle subquest ed una storia lunga che offre decine e decine di ore con qualche sussulto. Non facciamo anticipazioni di sorta ma il Witchmaster potrebbe non essere l’unico scopo della nostra avventura. O no?
Ci è piaciuta anche la crescita del personaggio che, missione dopo missione, combattimento dopo combattimento e dopo ore a girovagare nel mondo di gioco, si fa rispettare anche se la sfida è sempre ardua. Gli alberi delle abilità ci sono sembrati adeguati. Così come l’equipaggiamento e le armi che rendono gli attacchi sempre gradevoli e le combo a tratti letali. Il livello di difficoltà è adeguato ma ogni tanto si incontrano nemici veramente difficili da superare. Per quelli basterà fare un po’ di esperienza o avere l’equipaggiamento adeguato. Poi la tattica farà il resto perché usare una mossa piuttosto che un’altra può anche essere decisivo.
Lo consigliamo a tutti. Ai neofiti perché le meccaniche e la gestione del personaggio sono comunque semplici ed intuitive. Agli esperti perché, ai livelli più alti, troveranno una sfida per i loro denti. Ed anche perché ha un fortissimo richiamo al passato che omaggia molto bene.
Pregi
Tanti contenuti. Storia gradevole, interessante e con qualche bel passaggio. Alcune missioni secondarie di rilievo. Fortissimo richiamo al passato. Gestione del personaggio interessante. Combattimento a turni accessibile. Decisamente longevo. Easter egg e sarcasmo qua e la. Tanti richiami ai classici. Artisticamente piacevole...
Difetti
... seppur artisticamente gradevole, tecnicamente ha qualche sbavatura con texture in alcuni casi rattoppate. Un po’ di varietà in più nelle location non avrebbe guastato. Traduzione italiana incerta
Voto
9-