Art of Rally, la nostra recensione
Una perla artistica low poly firmata da Funselektor ci fa rivivere trent'anni di storia del rally
Ci sono tante forme di lettere d’amore videoludiche. Produzioni ad alto e basso costo. Ma quando si fa una cosa con amore, spesso e volentieri i risultati si vedono. Senza troppi giri di parole, che potrebbero rivelarsi poi stucchevoli, vi diciamo che Art of Rally, nuovo titolo firmato dallo studio canadese Funselektor – un team indie con base a Vancouver conosciuto per aver dato alla luce cinque anni fa Absolute Drift – è un piccolo grande capolavoro.
I motivi ve li spiegheremo nel corso di questa recensione del racing che ha fatto ufficialmente il suo debutto su Steam il 23 settembre, ossia lo scorso mercoledì.
Non ci resta che augurarvi una buona lettura.
LA STORIA DEL RALLY
Art of Rally è un titolo che sta a metà tra il simulativo e l’arcade. È più qualcosa di poetico anche se c’è molta carne, molta sostanza e concretezza nel titolo realizzato da Funselektor. Ed è un gioco che a modo suo ripercorre la storia di questo sport dedicato agli amanti delle “ruote coperte” che da sempre fa da contraltare alla F1.
La modalità Carriera sarà, come facile intuire, la più importante a livello contenutistico. Questa permetterà di ripercorrere la storia di questo sport se non altro a livello nozionistico. Concludendo il rally di competenza dal 1967 fino al 1996 sbloccheremo vetture (e livree) che richiamano i modelli storici che abbiamo imparato a conoscere grazie alle imprese di Ari Vatanen (finlandese che vinse il mondiale del 1981 su Ford Escort RS1800 e vanta 10 rally vinti in carriera), Walter Rohlr (iridato nel 1982 su Opel Ascona 400 o di Miki Biasion (vittorioso nel 1988 e 1989 Lancia Delta HF Integrale). Tra le vetture ispirate alle icone storiche troviamo anche quelli ispirati alla Stratos, alla Abarth e così via. Il titolo non ha licenze ufficiali ma non sarà un problema riconoscere i modelli.
Senza andare troppo lontani, il gioco ci guidare oltre 50 vetture dell’epopea dei rally con auto di Gruppo B, Gruppo S, Gruppo A e così via. Oltre a veicoli quanto meno stravaganti come furgoni, un camion da Dakar ed altro. Il tutto descritto in una scheda tecnica. Il gioco è sottotitolato in un italiano un po’ claudicante. Poco male anche se ci aspettiamo aggiornamenti a tal proposito.
Potremo anche disputare 60 prove speciali (tappe) dei rally di Finlandia, Norvegia, Sardegna, Germania e Giappone. Ogni location ha sei tappe regolari mentre le altre da disputare sono in senso inverso. Non è finita qui: potremo scegliere le condizioni meteo e l’orario del giorno in cui disputare le gare. Pioggia, neve, foschia, tramonto, notte, alba. Non sarà una mera condizione visiva ma cambierà molto della guida.
Insomma, la sola modalità Carriera è di sicuro ricca e varia anche se è un peccato che ci siano soltanto cinque ambientazioni.
Oltre a questo che è il fulcro, come detto, di Art Rally, troviamo anche la sfida a tempo e la possibilità di giocare online alla caccia del crono migliore nelle sfide giornaliere e settimanali con gli eventi online.
E c’è anche la guida libera dove potrete saggiare la poesia che questo gioco sprigiona permettendo agli appassionati di esplorare in qualsiasi condizione ogni tracciato presente. Art of Rally offre anche la possibilità di registrare video e di scattare foto elaborate con la modalità dedicata (Photo Mode).
PASSIONE E DEDIZIONE AL SERVIZIO DELLO SVILUPPO
L’autore ha preso la sua ispirazione dopo aver trascorso molte ore a giocare all’originale Colin McRae su Pc all’inizio degli anni 2000, e tratto esperienza alla guida di auto WRC degli anni ’90 in Nuova Zelanda.
Durante il processo di sviluppo, inoltre, Casu ha frequentato la scuola di rally DirtFish Dirt (negli Usa) per comprendere meglio il comportamento delle auto da rally. Gran parte dello sviluppo è stato fatto in un camper in cui viveva mentre viaggiava in giro per Canada, America e Messico.
Dune sfrutta i suoi viaggi per cercare ispirazione e ricercare i vari ambienti caratterizzati dal gioco. Ecco perché parliamo di dedizione e poesia in questa recesione. Le due qualità che stanno dietro allo sviluppo di questa perla.
UN GAMEPLAY IMMEDIATO MA PROFONDISSIMO
Una delle cose più difficili nella realizzazione di un videogioco è senza dubbio rendere la giocabilità fruibile a tutti e, al contempo, far si che la sfida sia equilibrata. Mai troppo scontata, men che meno troppo proibitiva.
Art of Rally è una perla proprio per questo. Dune Casu ha trasferito la sua esperienza reale al suo progetto. Il risultato è splendido con un gameplay “morbido” e “duro” al tempo stesso. Questo permette ai neofiti di avvicinarsi ai racing dedicati al rally ed ai più esperti di competere per i tempi migliori. Senza, comunque precludere la strada a nessuno visto che con la pratica si potrà dominare il proprio mezzo e conoscendo meglio anche i vari tracciati si potrà sempre aspirare al miglioramento. E non finisce qui perché troviamo diverse opzioni per rendere la vita più semplice o la competizione ancora più serrata. Il gameplay è dunque scalabile ed adattabile a tutte le esigenze: dai bimbi ai più esperti.
La guida è quella che ci si aspetta e cambia in base al modello che abbiamo tra le mani ed il tracciato che affrontiamo. Impareremo subito che le derapate sono importanti e che anche i tempi di accelerazione e frenata saranno fondamentali per affrontare le curve nel modo migliore evitando pericolosi sovrasterzi o sottosterzi. I più smaliziati potranno aggredire ghiaia, asfalto, ghiaccio e qualunque superficie si incontri con sbandata controllata, controsterzo, frenata con il piede sinistro, svolta con freno a mano. Questi colpi da maestro serviranno a guadagnare secondi preziosi nella corsa contro il tempo che caratterizza i rally.
Ma attenzione alle superfici. La nebbia rende pericolosa, ovviamente, la visibilità, ma pioggia e neve possono essere devastanti se si guida senza in modo distratto o quanto meno “libertino”.
Il gameplay è davvero molto profondo ed ha il pregio di non essere mai troppo punitivo nei confronti degli utenti. Altro grande punto in favore di questa produzione indie è l’effettiva differenza di comportamento delle oltre 50 vetture nei 60 stage e nelle relative condizioni meteo e di terreno.
La pioggia, la neve, la ghiaia, l’asfalto, saranno affrontate in modo diverso alla guida di vetture di Gruppo S o di Gruppo 1.
Inoltre, sarà fondamentale evitare di far danno alle auto. Tra una frazione e l’altra dei rally più lunghi sarà possibile effettuare le riparazioni al nostro mezzo.
Motore, radiatore, cambio, sospensione, rotazione visuale dovranno sempre essere efficienti per avere la migliore risposta della vettura. Diversamente sarà una lotta anche per tenere dritta la propria auto. Fumo, fuoco, fiamme ed un comportamento non proprio idoneo dell’auto ci suggeriranno il da farsi nelle riparazioni al prossimo traguardo. A patto di arrivarci… sarà bravura del giocatore poi compensare alle mancanze dovute ai danni che mineranno velocità e stabilità.
Ogni riparazione richiederà un determinato periodo di tempo ed ovviamente questo tempo sarà limitato. Se si accumuleranno troppi danni si dovrà scegliere cosa ripristinare ed in che modo.
LOW POLY, HIGH ART
Una delle peculiarità di Art of Rally è il suo aspetto: davvero caratteristico grazie alla sua grafica low poly, ossia a scarsa “densità” di poligoni. Questa tecnica, ampiamente utilizzata in ambito indie dove spesso e volentieri il design è più audace e strizza l’occhio al passato, è ben realizzata nel gioco.
La visuale dall’alto (con tanto di zoom) è perfetta sia per il gameplay sia per dare un insieme delle ambientazioni. Non per questo, il dettaglio è avulso. Anzi. Ci si perde tra le verdi colline giapponesi contornate dai ciliegi e dai mandorli in fiore che adornano le case dai caratteristici tetti. Il ghiaccio della Finlandia che si contrappone al verde della Norvegia. Nonostante i pochi poligoni, infatti, componenti naturalistiche come alberi e piante sono ben caratterizzate ed hanno forme morbide.
Paesaggi naturali, o strutture architettoniche come campi di calcio, mulini a vento, ruderi, fari, e quant’altro sono solo una descrizione estremamente sintetica di quello che offre la grafica minimale di Art of Rally. Ad arricchire il tutto è sicuramente l’enorme varietà degli effetti speciali e particellari.
Scintille, sgommate, impatti, per non parlare di tante piccole finezze come – ad esempio – il pubblico ai bordi della strada che si accalca (anche pericolosamente) alla vettura quando passa. Anche gli effetti luce, ombra e meteo sono allo stato dell’arte e per di più quest’ultimi hanno anche un importante impatto sul gameplay, come abbiamo già scritto nel paragrafo dedicato al gameplay.
Per non parlare dei modelli poligonali delle vetture, davvero ben realizzati e colorati. A tratti anche spettacolari.
Il tutto è incantevole da fermo ma a tratti veramente bello in movimento. Non ci sono grosse sbavature ma non possiamo non notare qualche effetto pop-up. Poca roba, si intende, ma c’è anche se non mina minimamente l’esperienza del gameplay.
Musica sintetizzata firmata da Slava Korystov ed ottimi effetti sonori (il cambio delle marce ed il rumore del motore a scoppio sono grandiosi) fanno il resto. In modo egregio.
COMMENTO FINALE
Art of Rally è un capolavoro sotto tutti gli aspetti. Da quello artistico a quello tecnico per passare dal gameplay. È adatto a tutti grazie ad un livello di difficoltà scalabile ed in grado di offrire diverse emozioni e sensazioni anche in base alla vettura utilizzata. Funselektor ha svolto un gran lavoro realizzando una lettera d’amore poetica verso il rally e la guida grazie ad una dedizione fuori dal comune.
Il titolo permette di guidare oltre 50 vetture ispirate ad altrettante auto iconiche che hanno scritto la storia di questa disciplina attraverso 5 nazioni e 60 stage. Peccato, però, che ci siano soltanto 5 rally (e relative ambientazioni). Questo perché ci sarebbe piaciuto vedere altre ambientazioni e viaggiare ulteriormente. Gli appassionati apprezzeranno tanto la modalità Carriera, un po’ anomala a dire il vero, ma itinerante. Percorreremo, è il caso di dirlo, 30 anni di storia del rally. Troviamo anche le sfide online e la modalità guida libera oltre alla classica attacco al tempo.
Bellissimo da vedere, Art of Rally. Grazie ad una grafica low poly di altissimo livello ed a dettagli delle ambientazioni. Diventa poetico guidare di notte o fare derapate durante uno stage innevato o sfrecciare lungo i ciliegi in fiore tra due ali di folla festante. Peccato qualche effetto pop-up che si materializza lungo il percorso. Fare i conti con meccanica e fisica, inoltre, rappresenta una delle cose più importanti del gioco. Ed è uno dei punti forti perché la guidabilità che cambia in base a condizioni meteo, di asfalto e della meccanica tra una vettura ed un’altra, fa il resto. Se siete appassionati della guida, vi consigliamo Art of Rally. Vi sorprenderà.
Pregi
Modello di guida semplice ma al tempo stesso complicato e profondissimo. Gameplay scalabile. Fisica molto credibile. Visivamente una goduria. Artisticamente sublime. Modalità video e foto. Buona colonna sonora. Buon numero di contenuti...
Difetti
... ma cinque ambientazioni principali sono pochine. Qualche effetto pop up.
Voto
9