Nuovo capitolo di nostalgia con la nostra recensione di Crysis Remastered, provato su console PS4 Pro. Crytek, dopo l’ultima apparizione con Hunt: Showdown, con l’aiuto di Saber Interactive tira fuori dal cilindro il suo miglior colpo. Quando uscì Crysis nel 2007, il mondo del computer gaming ancora non era pronto a sostenere l’immane potenza sfoderata dal CryEngine.
Utilizzato per la prima volta in FarCry (prima di cedere l’IP a Ubisoft), l’engine proprietario della software house tedesca rappresentava il fiore all’occhiello dell’industria videoludica di quegli anni. Impressionava la gestione della fisica e della luce, così come il rendering delle ambientazioni. Ma il tributo richiesto, in termini di risorse, tagliava fuori una buona parte dell’utenza media.
Il brand Crysis non riuscì, poi, a diventare una saga di successo. Tolto il primo capitolo, in grado di vendere un milione di copie, i sequel non riuscirono a replicarne il successo. Nonostante il tentativo di rinfrescare la saga nel 2011, con il remake di Crysis su console PS3 e Xbox 360, Nomad e compagni erano sul punto di finire nel dimenticatoio. Un vero peccato per gli amanti degli FPS. Come si suol dire in questi casi, la speranza, però, è sempre l’ultima a morire.
A più di dieci anni di distanza dalla sua prima uscita, Crysis arriva su Pc e console di tutto il mondo in una versione completamente rimasterizzata. Con una risoluzione fino ad 8K, le texture e la grafica delle ambientazioni migliorate in toto e il supporto HDR, Crytek ci riporta sull’isola di Lingshan.
La vera grande novità, però, di questa remastered è il pieno supporto al RayTracing, sia lato software (solo per le console e le schede AMD) che hardware. Le premesse sono ottime. Occorre adesso capire se le belle parole si sono, anche, tramutate in fatti. Per scoprirlo sapete già cosa fare, in compagnia della nostra recensione PS4 di Crysis Remastered.
QUANDO UN GAMEPLAY FUNZIONA
Iniziamo, quindi, la nostra recensione PS4 di Crysis Remastered, affrontando il capitolo gameplay. Vi era un tempo in cui un genere statuario, come quello dell’FPS, veniva contaminato con strani esperimenti. Sebbene il mondo di gioco lo faccia assomigliare ad un open world puro, Crytek ha optato per un sand-box a missioni. Il nostro Nomad, personaggio principale del gioco, deve recarsi dal punto A al punto B per tutto il gioco. Fin qui nulla di nuovo e/o eccezionale. La cosa interessante sta nel come raggiungerli.
Il primo luogotenente delle forze speciali statunitensi indossa un Nanotuta super-tecnologica. Questa è in grado di potenziare le sue capacità fisiche, donandogli velocità, forza, resistenza e invisibilità. Sfruttando questi 4 vantaggi dobbiamo riportare a casa una spedizione di ricercatori finita tra le mani delle truppe nord-coreane. In tutto questo, qualcuno o qualcosa osserva nell’ombra le nostre mosse.
I canoni di un FPS classico ci sono tutti, con tanto di configurazione degli accessori dell’arma. La nanotuta e il binocolo fanno il resto. I nemici sono in numero ed equipaggiamento superiori a noi. La pianificazione di ogni missione diventa, quindi, un requisito fondamentale per portare a casa la pelle. Per velocizzare gli spostamenti nell’isola, oltre alla supercorsa possiamo sfruttare i veicoli del nemico. Dovete solo far attenzione alla loro capacità di attirare a sé il fuoco nemico.
La migliorata qualità grafica la si può apprezzare in tre modalità diverse: qualità, prestazioni e ray tracing. Possiamo scommettere su quale delle tre il vostro occhio abbia avuto qualche attimo di secondo di freeze. Ebbene sì, anche in versione console, per la prima volta in questa generazione, potete ammirare i prodigi del ray tracing. Mettiamo le mani avanti dicendo che è solo una versione software di questo nuovo modello di rendering, anche se la sua bella figura la fa lo stesso.
I movimenti furtivi sono aiutati dalle zone di luce e ombra, perfettamente individuabili nello scenario di gioco. Le esplosioni, cosi come la consapevolezza della distruzione, aiutano nella cd. “immersione”. Gli effetti sonori, poi, rappresentano la ciliegina sulla torta. Sembra tutto molto bello. La verità, però, è che la versione di Crysis Remastered per console, altri non è che un antipasto di quella rilasciata su Pc.
PORTING NON SIGNIFICA RIDURRE
Non volevamo darvi una classica fregatura, propinandovi delle belle parole che finivano con una mezza delusione. Tutto quello che abbiamo detto è assolutamente corretto. Purtroppo per noi, il mondo dei “consolari” dovrà accontentarsi di una versione ridotta, in termini prestazionali, di Crysis Remastered. Dispiace molto, anzi per un certo senso fa proprio “incazzare”. Scusate il francesismo ma “quando ci vuole ci vuole”. La cosa che non ci è chiara è perché, tutte le sante volte che un gioco passa da Pc a console, i pesanti downgrade sono scontati.
Questa generazione di console Sony ha vissuto con il 2020 il suo anno migliore a livello di titoli. Sono usciti su PS4 The Last of Us Parte 2 e Ghost of Tsushima. L’anno scorso abbiamo visto Death Stranding. Graficamente erano follia pura. Su questo penso che siamo tutti d’accordo. Per carità, Naughty Dog, Sucker Punch e Hideo Kojima sono cresciuti a “pane e Playstation”. Loro, però, sono sempre riusciti a valorizzare al meglio le capacità tecniche del mondo console.
Fin quando questa dimensione verrà sempre vista come il “copia/incolla sbagliato” di quella Pc, il popolo dei “consolari” dovrà sempre accontentarsi del famoso antipasto. Perdonate lo sfogo ma, dopo aver visto il video gameplay di Crysis Remastered su Pc, la temperatura è iniziata a salire. Non vogliamo dire che è quasi un altro gioco, ma poco ci manca.
Possibile che dopo più di dieci anni il CryEngine sia ancora difficile da addomesticare? La PS4 Pro ha un bel motore sotto il cofano. I tre titoli citati prima lo hanno ampiamente dimostrato, facendole guadagnare la pensione in maniera più che dignitosa. Onestamente crediamo che lo sforzo in termini di sviluppo su Pc è stato maggiore di quello sulle versioni console. È una nostra impressione, frutto delle comparazioni effettuate.
Inoltre, in occasione dei frequenti salvataggi automatici, il gioco si “freezza” per qualche secondo. Ai fini dell’esperienza generale di gioco non è proprio il massimo, anche perché non sono episodi sporadici. Quando, poi, si passa in modalità ray tracing, qualche frame lo si perde pure per strada. Forse, le nostre, potrebbero anche non essere solo delle impressioni.
PS4 VEDE LA LUCE
Vanno comunque riconosciuti ampi meriti a Crytek. La software house tedesca è stata, infatti, la prima a sperimentare su console i prodigi del ray tracing. Tralasciando il fatto che la versione per console, cosi come quella su computer per schede grafiche AMD, è solo software, questo rappresenta un vero traguardo per l’anziana PS4. È un peccato che questo record arrivi a un passo dal pensionamento, ma rende onore a una console che entra di diritto nella grande storia del gaming.
Tornando a Crysis Remastered, il miglioramento grafico della modalità ray tracing è tangibile anche se non “abbaglia”. Tralasciando l’infelice battuta, gli unici a godere dei benefici della luce sono i riflessi su ogni forma di superficie. Specchi d’acqua e pavimenti riflettono i dettagli dell’ambiente, sia a livello cromatico che luminoso. Il colpo d’occhio è sublime. Il resto degli oggetti come barili, finestre, armi e carrozzerie non sembrano godere di grandi migliorie.
Normale, anche perché, in termini di risorse, questa innovativa tecnologia funziona come un “diabolico spremiagrumi”. Non vi nascondiamo, inoltre, che, nel passaggio dalla modalità “qualità” a quella “ray tracing”, qualche frame per strada ce lo siamo perso. A dimostrazione che questa tecnologia richiede tanti sacrifici. Nonostante questo, c’è da riconoscere che Crytek e il suo CryEngine quanto ad “attributi” non sono secondi a nessuno.
La sensazione, però, che potevano “fare ma non hanno fatto” resta. Con o senza ray tracing. Possibile, quindi, che si siano resi conto che più di un tot non potevano fare? Probabile. La fluidità del gameplay entra in crisi quando ci sono esplosioni che coinvolgono veicoli ed edifici. Fisica ed effetti speciali richiedono una bella potenza di calcolo per fare la loro magia. La PS4 ci prova, intonando il suo ultimo canto del cigno. Ma contro la matematica tecnologica c’è poco da fare.
Comunque, detto tra noi, in pochi avrebbero fatto una simile follia con il ray tracing. L’onore di vederlo con i nostri occhi lo abbiamo avuto, per cui “Grazie Crytek”.
COMMENTO FINALE
E’ stato un bel tuffo nel passato quello che ci ha regalato Crysis Remastered. Rimesso a nuovo, anche grazie all’utilizzo del ray tracing, è riuscito ancora una volta a strapparci qualche lacrimuccia. D’altronde, non è un caso che il cuore pulsante che muove il gioco si chiami, appunto, CryEngine. Anche se sono passati oltre dieci anni, il gameplay dimostra una solidità invidiabile, amplificata dal fattore console. Lo switch tra i potenziamenti dello nanotuta sembra disegnato apposta per il controller PS4.
Nonostante le premesse erano più che buone, la scure del downgrade grafico ha colpito anche questa volta. La versione Pc è nettamente migliore rispetto a quella console. Le texture e la qualità grafica dei dettagli non impressionano molto su console, al contrario della controparte Pc. Bisogna, comunque, dare atto che la software house tedesca è riuscita a portare la luce su PS4. Grazie a una versione software del ray tracing, è riuscita a farci assaggiare, in anteprima, un sorso di next-gen. L’anziana console Sony, prossima al pensionamento, dimostra che qualche colpo in canna, ancora, le è rimasto.
In definitiva, Crysis Remastered è stato un altalena di emozioni e sensazioni. Tra alti e bassi, forti emozioni e grandi delusioni, l’idea che “si poteva fare molto di più” non ci si toglie dalla testa. Era una gran bella occasione questa. Chissa, che questa sia stata solo una prova generale per un reboot della saga?
Pregi
Abbiamo avuto l'onore e il privilegio di ammirare il ray tracing per la prima volta su console. Il Gameplay sembra disegnato appositamente per console coniugando il lato action con quello tattico in una sinusoide narrativa in salsa sandbox. Questo fiume nostalgico viene guidato dalla potenza della luce, in grado di abbagliare e farci anche scendere qualche lacrimuccia ...
Difetti
... anche se, ancora una volta, siamo costretti ad accontentarci dell'ennesima versione azzoppata dai downgrade. La differenza con il mondo Pc è importante e la si vede nei dettagli grafici e nelle texture in generale. La fluidità del gameplay, inoltre, subisce delle brusche frenate in occasione dei salvataggi automatici, che interrompono il flusso naturale del gioco.
Voto
8+
3 commenti su “Crysis Remastered, Recensione PS4”