Windbound, la nostra recensione

L'ultima fatica di 5 Lives Studios è coraggiosa e ci immerge in un mondo da esplorare nel tentativo di sopravvivere

-

Sviluppato da 5 Lives Studios ed edito da Deep Silver, Windbound ha fatto visibilmente tesoro di quanto “tramandato” dall’ultimo capitolo di Zelda, l’acclamato Breath of the Wild. Il titolo, si presenta al grande pubblico con una coraggiosa commistione di generi e punti di riferimento che lo tramutano, a grandi linee, in un piccolo esperimento metaludico.

Diversi generi mescolati assieme e legati da un sottile filo azzurro, così come azzurro è il vasto oceano che riempirà il gameplay di Windbound: ma, andiamo con ordine. Ecco la recensione della versione Xbox One del gioco che ha fatto il suo debutto anche su Pc, PS4, Switch e Stadia a fine agosto. Buona lettura

UN INFINITO MARE

Windbound è un gioco d’azione in terza persona, al cui interno saranno presenti caratteristiche fondanti di differenti generi. Il titolo, infatti, è un po’ gioco di ruolo, un po’ di sopravvivenza oltre che, come abbiamo già accennato, d’azione. Il tutto, incorniciato da una forte componente esplorativa di un mondo piuttosto vasto, suddiviso in tante isole di dimensioni variabili.

Nel gioco, impersoneremo Kara che, dopo esser naufragata dopo una terribile tempesta, si risveglia magicamente (è proprio il caso di dirlo) su un’isola deserta. Da lì, sostanzialmente, saremo soli: Windbound, non si perderà in prolissi tutorial, ma ci darà un paio di dritte per cominciare a muovere i primi passi nel suo universo di gioco.

Sin dalle prime battute, avremo ben chiara la necessità per la nostra protagonista di nutrirsi, magari raccogliendo bacche o funghi o procacciandosi della selvaggina. L’alimentazione, com’è lecito attendersi, influenzerà negativamente la resistenza e, a lungo andare, la salute generale della nostra protagonista.

Per quanto riguarda il primo aspetto, il titolo Deep Silver avrà dalla sua anche un piuttosto impegnativo sistema di combattimento che, concettualmente, prenderà le mosse dai classici soulslike. In questo frangente, sarà proprio la resistenza ad esser fondamentale, visto che ogni azione, dal rotolare per schivare gli attacchi nemici ai nostri affondi, ne consumerà un pezzo (e consumarne troppa andrà a ridurre la quantità massima disponibile).

Come ogni buon survival che si rispetti, alla base del nostro agire ludico ci sarà il raccogliere risorse che serviranno alla costruzione di diversi strumenti: si potranno edificare fuochi da campo, sacche ma anche armi come lance o fionde che però saranno soggette ad un progressivo deterioramento man mano che le utilizzeremo.

Ma oltre al mero nutrimento, Kara ben presto avrà bisogno di arnesi basilari per sopravvivere, come una lancia di legno o una sacca. Oltre che… di una barca.

Il mezzo sarà fondamentale per poter esplorare e portare a compimento la missione che, dopo poco, si svelerà dinanzi ai nostri occhi: Kara si avventurerà in mare aperto alla ricerca dei misteri legati alla scomparsa di un’intera civiltà a loro volta connessi a degli strani altari sparsi per i sette mari. A ciò, come sottolineato in precedenza, sarà indissolubilmente legata la forte componente esplorativa del gioco. Questa avverrà in modo completamente libero e non traviato da alcun caricamento.

Ogni qual volta ci addentreremo in un nuovo capitolo del gioco, l’area esplorabile sarà generata proceduralmente: una meccanica fondamentale per incentivare all’esplorazione che, però, una volta acquisite le concettualità fondamentali del gioco, diverrà meno “sorprendente”. In sostanza, ci sarà tanto da esplorare ma non tantissimo da vedere. La sensazione è che, quanto meno parzialmente, il mondo di Windbound sia un po’ scarno di elementi di interesse.

Tutto ciò, comunque, non danneggerà eccessivamente il complessivo gameplay che, grazie alla libertà concessa di movimento, risulterà sicuramente stimolante: gli sviluppatori hanno altresì inserito la possibilità per la nostra eroina di governare una vera e propria vela (costruibile con i giusti elementi) e farsi così trascinare dalla brezza marina.

ARS TECHNICA

Tecnicamente parlando, Windobound è un pregevole lavoro: l’evidente ispirazione “zeldiana” la si ritrova nella scelta dei colori, delle forme e dello stile grafico dei modelli.

Un design artistico sicuramente di pregio e che ben si sposa con la “rarefazione” concettuale, a tratti, che il titolo offre. Un complessivo disegno artistico piacevole e coerente con l’etereo mondo di gioco che ci troveremo a traversare: morbido, libero e pacifico.

“Morbidezza” che, a grandi linee, si traduce anche in relazione alla mera pulizia della programmazione. Qualche piccolo bug è stato riscontrato in relazione ad una certa tendenza della nostra protagonista di incastrarsi in alcuni pezzi dello scenario. Inoltre, abbiamo notato qualche piccolo pop up di texture ed elementi distanti.

Se proprio volessimo trovare l’antologico “pelo nell’uovo”, la gestione della telecamera risulterà un po’ “disorientante”, specialmente durante i combattimenti. Alle volte, soprattutto quando si rotolerà per schivare gli attacchi avversari, l’occhio della camera ci perderà “di vista” per qualche attimo. Questo ci lascerà un po’ scoperti alle angherie nemiche.

Per quanto concerne la fluidità complessiva, la versione di Windbound, testata su di una fiammante Xbox One X, soffrirà di qualche piccolo calo di fotogrammi.  Specialmente quando, in mare aperto, si caricheranno più elementi distanti. Nulla comunque di eccessivamente dannoso o pesante per il gameplay che, in linea di massima, scorrerà più che fluidamente.

COMMENTO FINALE

Windbound offre esplorazione, libertà e sopravvivenza: un trittico fondamentale per un gioco che fa della proceduralità del suo universo, assieme alla necessità di “vedere” per poter “vivere”, il suo leitmotiv. Un gameplay sicuramente interessante ma che perderà qualcosa proprio perché, dopo qualche ora, non ci sarà praticamente più nulla da vedere.

La qual cosa, impatterà direttamente, com’è lecito attendersi, al senso stesso dell’esplorazione. Nulla però di tragico: il corpo del gioco c’è, il design artistico pure e, tralasciando qualche dettaglio tecnico non perfettamente integrato, il titolo sicuramente ha tanto potenziale.

Pregi

Miscellanea di generi diversi. Artisticamente ben concepito. Tanta libertà d'azione...

Difetti

... ma non c'è troppo da vedere. Dopo un po', ripetitivo. Qualche piccolo limite tecnico.

Voto

8-