Tamarin, la nostra Recensione Pc
Il team indipendente Chameleon Games (che comprende molti sviluppatori veterani di RARE) propone un'avventura platform tridimensionale con protagonista un giovane tamarino
Quasi una settimana fa Tamarin ha esordito su Pc e PS4. Un’avventura platform tridimensionale all’appartenza ordinaria, ma che nasconde alla vista un passato, quello degli sviluppatori, piuttosto glorioso. Il team di sviluppo Chameleon Games infatti è guidato da Omar Sawi, che ha riunito attorno a sé molti degli sviluppatori veterani di RARE per realizzare questo nuovo titolo.
Stiamo parlando delle persone dietro a classici del passato quali Donkey Kong Country, Banjo-Kazooie, Conker e Golden Eye. Dal grafico Richard Vaucher, che ha guidato la produzione artistica, al compositore David Wise, che ha arricchito l’atmosfera di gioco con brani davvero accattivanti. Cosa saranno riusciti a fare unendo le forze in un unico studio? Lo scopriremo in questa recensione della versione Steam di Tamarin. Vi auguriamo una piacevole lettura.
L’AVVENTURA DI UNA PICCOLA SCIMMIETTA
Tamarin è ambientato in un mondo fantastico abitato da soli animali. Una parte vive in simbiosi con la natura, e trascorre placidamente e in armonia le proprie giornate. Un’altra invece “prospera” in un mondo grigio, triste e inquinato che sembra stare attraversando una sorta di industrializzazione. Il paesaggio che compone tale parte del mondo di gioco infatti è tappezzato di fabbriche, ciminiere e asfalto.
Un giorno gli abitanti di quest’ultima parte (formiche, calabroni e altri insetti armati di fucili e pistole) invadono il territorio dominato dalla natura, e iniziano a seminare morte e distruzione. Tra le vittime di tale distruzione c’è anche il protagonista, un giovane tamarino, a cui viene distrutta la casa. Esso che avrà il compito di salvare la sua famiglia e gli altri abitanti della sua terra dalla crudeltà e dalla sete espansionistica degli insetti giganti.
Cominceremo così la nostra avventura, nella quale controlleremo la giovane scimmietta da una prospettiva in terza persona. Una visuale che ci accompagnerà durante tutte le fasi di gioco, che si divideranno in platform e sparatutto. Sì, esatto. Il tamarino risponderà al fuoco con il fuoco, di certo non lanciando sassi. Con l’avanzare nel gioco potremo ottenere una pistola, una mitraglietta e un mini-lanciarazzi.
Essi serviranno non solo a liberarci dei nemici di turno, ma anche ad attivare speciali serrature, che inizialmente impediranno l’apertura di particolari porte. Sparsi negli ambienti di gioco ci saranno inoltre sfide e collezionabili da raccogliere, molti dei quali nascosti. Altri invece saranno dati come ricompensa per il salvataggio di piccoli uccellini dalle grinfie degli insetti. (che dovremo poi riportare nei loro nidi originali).
UN IBRIDO PLATFORM/TPS
In Tamarin le due fasi, una da platform e l’altra da third-person-shooter, risultano prevalentemente separate. Nel momento in cui impugneremo un’arma, la scimmietta camminerà su due zampe, quasi in posizione eretta. Di conseguenza sarà sì in grado di saltare, ma nulla a che vedere con i grandi balzi che viceversa sarà possibile compiere da disarmati, a quattro zampe.
Ci saranno momenti in cui dovremo temporaneamente affidare le armi al nostro amico istrice (lo stesso che ce le fornirà, in pratica). In questo modo potremo raggiungere punti altrimenti inaccessibili, dover poter proseguire il percorso fino alla fine del livello. Fedelmente ai classici dei quali tenta di raccogliere l’eredità, il lavoro di Chameleon Games si suddivide in livelli. A fine missione ci apparirà una schermata indicante il tempo impiegato e il numero di uccellini salvati.
Un elemento interessante è costituito dall’importanza del raccogliere i collezionabili, rappresentati principalmente dagli uccellini da salvare. Essi avranno un’autentica funzione strumentale. Visto che per ogni tre uccellini riportati nel rispettivo nido, otterremo un insetto speciale che servirà ad aprire delle porte specifiche. Ognuna di queste ultime richiederà un numero preciso di insetti da possedere.
Alcuni dovranno essere trovati (e acchiappati) in giro per la mappa. Altri invece potranno essere ottenuti salvando i suddetti uccellini. Il resto del gioco si divide in mappe di varia conformazione da superare e nemici da abbattere, contraddistinti da un’intelligenza artificiale veramente comica.
MACCHIE E SBAVATURE IN QUANTITÀ
Gli sparuti buoni spunti presenti in Tamarin finiscono con il disperdersi facilmente nella selva di imperfezioni che attanagliano il titolo. In primis la gestione della telecamera, che si rivelerà assai scomoda e fastidiosa, soprattutto nelle fasi platform. Una difficoltà che andrà ad aggiungersi ai difetti presenti a livello di hitbox, bug e glitch. Come ad esempio dei nemici bloccati nei muri che non potremo colpire, ma da cui potremo essere colpiti.
A livello di comandi inoltre è vivamente raccomandato l’utilizzo di un controller (specie su Pc), visto che, almeno per il momento, mouse e tastiera non sono del supportati del tutto. La presenza di una rotolata al posto di una schivata (che invece sarebbe stata utile, specie in combattimento) completa un quadro complessivo che restituisce l’immagine di un lavoro raffazzonato, forse anche affrettato.
Sul comparto tecnico Tamarin si difende un po’ meglio, sia pure incassando un sacco di colpi dal fatto di essere un titolo uscito nel 2020. I modelli poligonali delle creature sono buoni, così come le texture e gli effetti di luce che regalano degli scorci quantomeno interessanti. Eppure le mappe (divise in tante sezioni di dimensione mediamente ridotta) risultano perlopiù spoglie e prive di vita, con pochi elementi ripetuti una miriade di volte.
Il comparto artistico, soprattutto musicale, regala qualche soddisfazione a opera soprattutto del compositore David Wise. Ma per salvare la situazione sarebbe servito molto di più. Oltre a bug e glitch già menzionati, a livello di ottimizzazione il gioco si mostra piuttosto incerto. Nonostante un numero di impostazioni limitato e requisiti hardware sulla carta piuttosto modesti, i cali di framerate si presenteranno in svariate occasioni. E senza motivo apparente.
COMMENTO FINALE
Tamarin prova a (ri)percorrere le orme di classici del passato come Conker e Donkey Kong Country. La task force di ex sviluppatori veterani di RARE riunita nel neonato team Chameleon Games avrebbe dovuto fare un uso accorto dell’eredità che avevano a disposizione… Ma siamo spiacenti di riconoscere che ciò non è avvenuto, neppure lontanamente.
Da persone aventi alle spalle un passato tanto importante era ed è certamente lecito aspettarsi un prodotto di ben altra fattura, specie visto e considerato che, a livello di genere, si giocava decisamente “in casa”. Allo stato attuale le avventure della giovane scimmietta costituiscono un’ombra sbiadita della luce che avvolge i balzi e le acrobazie dei suoi predecessori.
Pregi
Modelli delle creature di buona fattura, con texture ed effetti di luce e ombra che regaleranno qualche bel panorama. Interessante ibrido fra platform e third-person-shooter.
Difetti
Difetti e imperfezioni su quasi tutti i comparti. Imprecisioni nei comandi e una gestione assai scomoda della telecamera renderanno alcune fasi platform davvero frustranti. Bug e glitch in quantità, assieme a un'ottimizzazione tutt'altro che convincente.
Voto
4,5