Control. Uno di quei titoli capaci di nobilitare il medium videoludico, mostrando come sia possibile coniugare una narrazione complessa e intrigante con un gameplay stratosferico. Non a caso esso si colloca tra i videogiochi più riusciti di questa generazione, ormai prossima a lasciare il testimone a quella successiva. La quale, oltretutto, non sarà affatto privata della possibilità di giocare il fiore all’occhiello di Remedy Entertainment.
Anche su PlayStation 5 e Xbox Series X infatti sarà disponibile Control Ultimate Edition, l’edizione completa dell’opera magna del team finlandese. L’esperienza definitiva nei panni di Jesse Faden, comprensiva sia degli aggiornamenti e delle migliore tecniche finora apportate che delle due espansioni. The Foundation, rilasciata lo scorso marzo, che estende l’end-game con una nuova e affascinante ambientazione. E infine Awe, il dlc dedicato ad Alan Wake rilasciato lo scorso 27 agosto in proprio assieme all’Ultimate Edition, che è distribuita da 505 Games.
Una data tutt’altro che casuale, visto che segna il primo compleanno del titolo. Un anno esatto (celebrato anche dagli sviluppatori) dal suo rilascio ufficiale su PS4, Xbox One e Pc, in esclusiva temporale (ora decaduta) su Epic Games Store. E oggi siamo qui a parlarvi, in questa recensione, della versione Steam di Control Ultimate Edition. Dove non ci concentreremo sul gioco base, già esaurientemente trattato dal nostro Dino C., bensì sulle due espansioni. Vi auguriamo una piacevole lettura.
L’ULTIMATE EDITION DI CONTROL
Se come chi vi scrive siete nati entro i primi anni ’90, è facile che possiate aver giocato all’iconico Max Payne (2001). Parliamo di uno dei primi videogiochi in assoluto ad aver adottato, sulla scia di Matrix, l’effetto speciale (reso poi meccanica) noto come bullet time. Ma anche dell’opera di consacrazione per il game designer Sam Lake e per l’intero team di Remedy, che negli anni successivi ha partorito altri titoli memorabili come Alan Wake e Quantum Break.
A livello ludico Control appare proprio come il perfezionamento di quest’ultimo, da cui riprende altresì il motore grafico di proprietà della software house finlandese, il Northlight Engine. Un motore tirato a lucido soprattutto grazie all’aggiunta del ray tracing, che grazie all’aggiornamento rilasciato a marzo (che ha introdotto il DLSS 2.0 di Nvidia) ha permesso di incrementare notevolmente le prestazioni anche da parte di configurazioni hardware non al top.
Anche quelle di fascia media possono ugualmente godere di una signora esperienza, sia pure orfani del ray tracing (che come è noto richiede il possesso di una scheda Nvidia RTX). Difatti il lavoro compiuto da Remedy sul fronte dell’ottimizzazione è in linea con tutte le altre componenti della produzione. Inoltre le abbondanti impostazioni grafiche presenti consentiranno a tutti gli utenti di trovare, nel caso, il giusto compromesso tra grafica e prestazioni.
Ora però passiamo a trattare le due espansioni presenti in Control Ultimate Edition, rigorosamente in ordine di rilascio. Ci teniamo a specificarlo poichè in-game esse non seguono la stessa linearità. Mentre il dlc The Foundation richiede il completamento della storia principale per poter essere giocato, lo stesso non vale per Awe. Per potersi immergere nell’espansione dedicata e ambientata nell’universo di Alan Wake basterà aver completato la settima missione principale del gioco base, intitolata “Il volto del mio nemico”.
THE FOUNDATION
Come anticipato pocanzi, la prima espansione The Foundation è ambietata subito dopo la fine della storia principale, della quale costituisce un seguito diretto. Ci troviamo sempre nella Oldest House, il complesso che raccoglie il quartier generale e tutti i dipartimenti del Federal Bureau of Control. Qui Jesse Faden continua a svolgere il proprio ruolo di Direttore, quando all’improvviso squilla il Telefono Rosso.
Con sommo sgomento di Jesse all’altro capo della cornetta c’è Helen Marshall, la responsabile delle operazioni dell’Agenzia incontrata durante le prime fasi di gioco. Essa ci informa del fatto che una nuova minaccia (oltre alla momentaneamente ridimensionata Hiss) sta mettendo a repentaglio il futuro dell’FBC. Per questo motivo saremo costretti a far luce sulla vicenda avventurandoci nelle sconfinate caverne poste al di sotto dell’Oldest House.
L’avere accesso all’intero insieme di abilità di Jesse (dopotutto veniamo dal completamento della trama principale) permette di godersi al massimo la suggestiva, nuova ambientazione. Decisamente meno claustrofobica dei vari dipartimento della Oldest House, anche per via del fatto che quelle grotte sono “sovrapposte” con il piano Astrale. Il quale, per una ragione precisa (che non vi staremo a spoilerare), sta inglobando la dimensione terrena “normale”.
In questa espansione la connotazione metroidvania di Control è particolarmente accentuata, con percorsi e sfide che andranno superati mediante l’utilizzo di una nuova abilità, denominata Forma. Quest’ultima si “divide” in due manifestazioni distinte (Frattura e Crea ndr), che riguardano l’interazione con dei “cristalli” presenti nella nuova mappa. Inizialmente potremo entrare in possesso di una sola manifestazione, ma proseguendo nell’espansione sbloccheremo anche l’altra.
Una pseudo libertà
L’espansione The Foundation è protagonista di un consistente paradosso che ne pregiudica alla base la finalità. La conformazione della mappa di gioco, che esalta l’abilità di Levitazione di Jesse, suggerisce una libertà di movimento (parallela a quella di approccio) che nella fattispecie non sussiste. O lo fa comunque ben al di sotto degli standard del gioco base.
Nelle 4-5 ore di storyline sarà facile essere assaliti da una sensazione di ripetitività, che di certo non beneficia dei limiti d’azione e applicazione del nuovo potere acquisito da Jesse. Un’abilità circoscritta esclusivamente alla nuova ambientazione. Nel caso di Frattura potremo solamente abbattere a suon di proiettili i cristalli che ostacoleranno il cammino.
Con Crea invece potremo erigere formazioni cristalline sia a scopo offensivo che difensivo, oppure come piattaforme. Il tutto però in punti predefiniti; il che rende l’abilità in sé quasi un affronto se comparata alle altre. Che viceversa possono trovare in qualunque momento un’applicazione pratica, a seconda del nostro stile di gioco.
A tenere su la baracca è una buona trama (anche se sottotono rispetto a quella principale) e alcune missioni secondarie particolarmente interessanti. Nel complesso assistiamo dunque a una generale riproposizione delle meccaniche già viste in Control, seppur in un contesto differente che si sarebbe potuto sfruttare decisamente meglio.
AWE
Di ritorno al Settore Esecutivo Centrale dopo aver completato la missione principale “Il volto del mio nemico”, veniamo improvvisamente assaliti da una visione. Compare la sagoma di un uomo avvolto nell’oscurità, seduto dinanzi a una macchina da scrivere. Mentre la carta si riempe dell’inchiostro delle parole digitate, la sua voce sembra raccontare una storia riguardante la stessa Jesse. Quell’uomo è Alan Wake.
Dopo questo tetro e misterioso preambolo ci viene mostrato cosa fare. Dovremo dirigerci nel Settore Investigativo, un settore della Oldest House sigillato due anni prima e in totale stato di abbandono, nel quale si annida un grande pericolo: l’Oscurità. Essa sta fisicamente contaminando l’intera area, e starà a noi far luce (letteralmente) su di essa con l’obiettivo di annientarla.
Rimettere in funzione gli impianti energetici sarà proprio l’obiettivo principale delle nostre missioni in quel del Settore Investigativo. Nel quale verremo accompagnati a più riprese dalle visioni del celebre scrittore, che in questa espansione conferma il legame tra le due opere di Remedy. Un legame in precedenza solamente ipotizzato per via di un easter egg nell’avventura principale, che tuttavia, già allora, non lasciava spazio a dubbi.
La struttura ludica che permea questa nuova esperienza in Control consiste in un’alternanza tra brevi scontri con soldati controllati dall’Hiss e puzzle ambientali. Una meccanica appena accennata nel gioco base che qui viene invece accentuata. Si tratta perlopiù di spostare dei blocchi energetici con la telecinesi, e di scacciare l’Oscurità (che ha forma fisica) orientando sapientemente dei fasci di luce, in vari modi.
Un’occasione gettata alle ortiche
In Awe non figurano nuove abilità di sorta, bensì una nuova modalità per la nostra Arma di Servizio. Oltre a quelle già presenti, con questa nuova capacità saremo in grado di sparare delle vere e proprie granate adesive, che potremo far detonare a comando. Una modalità di fuoco divertente, ma la cui utilità viene tuttavia ridimensionata dal fatto di avere già a disposizione (a quel punto della trama principale) tutte le altre.
Il resto dell’espansione non brilla certo per genialità e intuizione, nonostante un’ottima boss fight finale da affrontare (e superare) in maniera non convenzionale. Complessivamente questa seconda espansione di Control finisce con il mettersi sotto a una luce persino più flebile rispetto a The Foundation. Se quest’ultima aveva perlomeno introdotto un’ambientazione completamente nuova, così non è stato con Awe.
I cui ambienti risultano ben poco caratterizzati, complice la non indifferente opera di riciclo compiuta a piene mani sul gioco base. La suggestiva e angosciante atmosfera di Bright Falls si riduce così a un effimero miraggio. Certo, l’eccellente comparto grafico regala una tensione palpabile per buona parte delle 2-3 ore necessarie al completamento della storyline principale dell’espansione.
Ma la progressione avviene nondimeno al buio, con la forte e super-equipaggiata Jesse che si ritrova incapace di mettere le mani su una torcia da annettere all’arma. Un fatto piuttosto paradossale ma sul quale si riesce tuttavia a chiudere anche più di un occhio, visto che altrimenti le varie sezioni puzzle incentrate sull’utilizzo della luce ai danni dell’Oscurità non avrebbero avuto ragion d’essere.
COMMENTO FINALE
Control Ultimate Edition è il pacchetto perfetto per l’amante dei TPS (Third Person Shooter ndr) perfetto. Un’esperienza profonda, intricata e intrigante, contraddistinta da un gameplay davvero coinvolgente, oltre che perfettamente incastonato nella cornice della mirabile narrazione che porta i vividi segni della mano di Sam Lake. Le scelte a tratti infelici sul fronte ruolistico non bastano certo a mettere a repentaglio il grande divertimento nel giocare nei panni di Jesse Faden.
Una ragazza (intrepretata dalla splendida Courtney Hope) che nei panni di neo-direttore del Federal Bureau of Control dovrà far luce sul proprio passato all’interno di un mondo dove normale e paranormale arrivano a intrecciarsi. A volte persino a sovrapporsi, come nel caso di The Foundation. Pur mettendo insieme diversi spunti interessanti, le due espansioni tuttavia costituiscono, per ragioni diverse, due occasioni sprecate da parte di Remedy Entertainment. Che in tali, circoscritte occasioni non è riuscito a garantire le vette raggiunte nel puzzle di fascino e mistero che circonda Control.
Pregi
L'esperienza definitiva targata Remedy, che regala agli appassionati uno dei migliori TPS finora mai realizzati. Narrazione sublime che dipana poco a poco la coltre di mistero che avvolge la trama principale sin dal principio. Gameplay spettacolare, con tante abilità da poter utilizzare e perfino combinare. Comparto tecnico ineccepibile.
Difetti
Fronte ruolistico confusionario e poco equilibrato. Comparto narrativo (e non solo) delle due espansioni sottotono rispetto al gioco base.
Voto
9-
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