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Captain Tsubasa: Rise of New Champions, recensione

Il gioco di Holly e Benji è tra noi, con tutti i protagonisti che abbiamo amato in gioventù ed altro, ma con un gameplay difficile da domare

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Holly e Benji è una serie che ha fatto la storia del disegno e dell’animazione e che in Italia, a partire dalla metà degli anni ’80 ha – di fatto – cresciuto molte generazioni di appassionati. Il calcio raccontato dall’opera Yōichi Takahashi – sia attraverso i manga sia diverse serie animate –  è fantastico. Con campi infiniti, prodezze atletiche inconcepibili, tiri improbabili e una fisica impossibile. Ma si sa, il realismo in un manga o un cartone animato non è per forza necessario ed è così che in tanti abbiamo (compreso chi vi scrive) amato i personaggi. Sono nati anche diversi videogiochi ad accompagnare il successo. Uno tra questi è Captain Tsubasa: Rise of New Champions, ultima fatica di Tamsoft diffusa da Bandai Namco ed uscito a fine agosto su Pc, PS4, Xbox One e Switch.

È stato un titolo che fin da quando è stato annunciato, a gennaio di questo 2020, ha fatto drizzare le antenne di tantissimi videogiocatori ma anche appassionati, affezionati e nostalgici. Captain Tsubasa è il titolo originale di tutto quello che abbiamo conosciuto nel nostro Paese. Due annetti fa, nel 2018, c’è stato anche un remake che ha ringiovanito e modernizzato tutto l’impianto e ha anche fatto conoscere alla maggior parte di noi i nomi originali dei protagonisti e delle squadre.

Detto questo, però, vi chiediamo: riuscirà il gioco a rispondere alle aspettative dei tanti supporter? Vi invitiamo a leggere la nostra recensione di Captain Tsubasa: Rise of New Champions per PlayStation 4. Buona lettura.

GIOCARE A CAPTAIN TSUBASA ED ALLE SUE MODALITÀ

Prima di iniziare con la vera e propria recensione del gioco è doveroso fare un piccolo accenno alle differenze di nomi che troveremo. È verissimo che i più aggiornati, grazie al web, abbiano già imparato i nomi originali di protagonisti e comprimari. Ma un piccolo ripasso non può che far bene.

Holiver Hutton è Tsubasa Ozora, Benjamin Price è Genzo Wakabayashi, Tom Becker è Taro Misaki, Mark Lenders è Kojiro Hyga, Ed Warner è Ken Wakashimazu, Julian Ross è Jun Misugi e così via.

Quella che noi conosciamo come New Team è la Nankstsu, la Toho Academy, la Hanawa è la Hot Dog, la Funaro è Flynet, ma non mancano la Hirado, la Otomo e le altre formazioni che abbiamo imparato a conoscere con la vecchia versione di Holly & Benji riadattata in italiano.

Il gioco è ambientato nell’arco narrativo delle scuole medie e quindi – in parole povere – con la seconda serie di Holly & Benji e la seconda parte del rifacimento Captain Tsubasa. Per intenderci, nella versione originale conosciuta a metà anni ’80 la New Team aveva la maglia bianca con i contorni rossi, mentre qui sono rimasti blu, come nel primo arco narrativo.

La Nankatsu cerca il terzo titolo consecutivo e Tsubasa Ozora vuole la tripletta per andare in Brasile dal suo amico e mentore Roberto. I ragazzi sono cresciuti e sono un po’ più alti.

In Captain Tsubasa: Rise of New Champions la modalità più importante è quella denominata Il Viaggio. Suddivisa a sua volta in due segmenti principali. Il primo si chiama Episode Tsubasa ed è l’arco narrativo ufficiale. Quello dove con la Nankatsu prenderemo parte al campionato nazionale delle scuole medie affrontando la Artic, la Otomo, la Hot Dog, la Hirado, la Flynet e, per ultima, la Toho. Il tutto seguendo perfettamente quanto visto nella celebre serie TV.

L’altro è Episode New Hero, dove potremo creare da zero il nostro calciatore e farlo diventare un nuovo eroe grazie ad un editor snello. Sarà anche possibile scegliere in quale squadra farlo giocare.

I fan di tutto il mondo potranno poi dimostrare le proprie abilità con le partite della divisione usando le squadre predefinite o creando il proprio team, che potrà includere il proprio avatar di Episode: New Hero. Il nostro giocatore crescerà di partita in partita nelle caratteristiche peculiari: tecnica, velocità, contrasto ed altro.  L’unico imperativo è vincere e solo così si potrà andare avanti. Inoltre potrà apprendere mosse e tiri speciali grazie alle affinità con i vari personaggi con i quali si intratterrà nel corso della sua carriera. Questa lo porterà dal torneo giovanile al World Youth Challenge americano (nel quale entreranno in gioco anche le nazionali giovanili).

Oltre alle partite della divisione, i giocatori potranno anche partecipare alle tradizionali modalità online 1vs1 e 2vs2. Sarà inoltre possibile sfidare localmente i propri amici in partite normali, in tornei ad eliminazione diretta o in una lega e duellare ai calci di rigore.

UN GAMEPLAY POTENZIALMENTE INTERESSANTE MA LEGNOSO

Il gameplay in titolo come Holly e Benji… scusate, Captain Tsubasa: Rise of New Champions suscita sicuramente molta curiosità. Tamsoft ha sicuramente fatto i salti mortali per offrire agli appassionati una giocabilità degna di questo nome.

Andiamo subito al dunque. La missione è riuscita a metà: da un lato si apprezza l’applicazione di tante mosse su personaggi così caratterizzati e profondi (ogni squadra ha i suoi giocatori chiave). Dall’altro però si traduce in un gameplay spezzettato, legnoso, sicuramente non fluido che si riduce quasi esclusivamente a premere i pulsanti nella miglior tempistica possibile. L’azione si svolge con una visuale laterale con telecamere mobili ed una “regia” televisiva mobile che fa primi piani o zoomate quando ci sono episodi di gioco importanti e si focalizza su bellissime sequenze animate nei tiri e nelle parate più spettacolari.

Bene, invece, i menu che sono intuitivi e facili da raggiungere con un’interfaccia ben fatta.

Captain Tsubasa: Rise of New Champions

Non potevamo certamente aspettarci i tatticismi di un PES o di un Fifa ed era ovvio che il gameplay fosse più votato a toni arcade. Idealmente il concetto è anche ben esposto perché ogni personaggio ha le sue mosse al punto giusto. E anche nella modalità New Hero è possibile apprendere da tutti i protagonisti e comprimari e far si che il proprio alter ego possa essere poliedrico.

Per segnare, in novantacinque casi su cento dovremo inventarci qualcosa di straordinario con super tiri a ripetizione che andranno a sfiancare la resistenza dei portieri avversari. La natura arcade si concretizza soprattutto nell’applicazione di tecniche speciali. Se attivati, i tiri ad esempio ci mostreranno un’animazione e poi la sequenza del tiro, con la sfera che si deformerà andando a creareuna scia di energia. Oppure verrà accompagnata dalle figure di animali quali tigre, aquila, falco e così via.

L’IMPORTANZA DI ALAN CROCKER

I portieri, a parte qualche incredibile svarione che potremmo descrivere come il classico calo di zuccheri dell’intelligenza artificiale, sono veramente forti. Abbiamo imparato ad apprezzare interventi decisivi di Alan Crocker (Yuzo Morisak), che oggettivamente ci ha stupito ricordandone le goffe figure nella serie televisiva. Ma anche Kato (Flaynet) e tutti gli altri svolgono egregiamente il loro lavoro.

Discorsi a parte per gli estremi difensori più famosi. Il numero uno della Toho propone parate efficaci quanto spettacolari ma anche lui, ogni tanto, è battibile… ci vuole tenacia. Tanta tenacia.

GOL DECISIVI ANCHE DA JOHNNY MASON

Bruce Harper, per quanto preso in giro vista la sue scarse abilità tecniche, nella serie TV riesce a trovare un posto d’onore che conferma anche in Captain Tsubasa: Rise of New Champions: è un difensore arcigno e piuttosto difficile da superare

Ed è anche giusto sottolineare come anche i comprimari possano dire la loro. Nella nostra esperienza abbiamo vinto partite con i gol decisivi di Johnny Mason (Teppei Kisugi) e Paul Diamond (Mamoru Izawa). E abbiamo anche salvato i risultati grazie ad eccellenti interventi di Bob Denver, Bruce Harper (ma loro erano già “forti”) e moltissimi altri.

In campo, quindi, anche un perfetto sconosciuto può fermare i più forti. E fin qui va bene. Anzi. Peccato che all’atto pratico non sia per niente agevole segnare normalmente. Da un lato è bello vedere ed eseguire i vari tiri della Tigre, tiro del Falcone, tiro dell’Aquila, doppio tiro e così via.

Dall’altro però è sconfortante trovare la via della rete solo in questo modo e non, ad esempio, con un bel contropiede ben congegnato e senza bisogno di mosse speciali o tiri impossibili. Inutile cercare il realismo in Captain Tsubasa, sarebbe davvero poco furbo da parte nostra, ma è chiaro che un po’ di semplicità ogni tanto avrebbe giovato. Anche per premiare le giocate semplici ma al tempo stesso intelligenti.

Ci sono anche alcuni contrasti che verranno risolti con la pressione di tasti in rapida successione. Inoltre, l’attivazione di tali mosse sarà dettata dalla tempistica. Questa sarà fondamentale per la riuscita di una sia offensiva che difensiva, come dribbling particolari, scivolate o spallate di un certo rilievo. Ovviamente il tutto viene accompagnato da scene e animazioni oggettivamente ben fatte.

Inoltre, in campo, come nella tradizione dell’anime che è diventata leggenda metropolitana ed oggetto di facile ironia, sembra che le distanze aumentino a dismisura.

UNA MANOVRA CORALE CHE PERÒ NON CONVINCE

Captain Tsubasa: Rise of the Champions
L’azione in campo è vittima di un gameplay legnoso ed altalenante che non consente di trovare la via della rete in molti modi diversi

I punti deboli del gameplay sono evidenti nella manovra di gioco. Rimpalli, passaggi sbagliati, lisci, ma soprattutto contrasti rendono la costruzione delle azioni non limpida. I tiri “normali”, ossia quelli che non vengono caricati al massimo per attivare le finalizzazioni spettacolari, sono quasi del tutto inutili. Una via di mezzo nel trovare la via della rete sarebbe stata più gradita.

È possibile cambiare tattica ma questo non porta a nulla di concreto ed è soltanto fine a se stesso. Giocare con un 4-4-2 o con un 4-3-3 non sarà distinguibile. Cross con tiri al volo? Belli ma difficilmente porteranno al gol. A meno di attivare una tecnica spettacolare.

Ed è un peccato perché nell’episodio New Hero, quello che permette maggiore libertà di gestione del personaggio, il tutto appare promettente poichè ci dà la libertà di conoscere ed apprendere le tecniche dei protagonisti. Qui è possibile creare il proprio alter ego scegliendo il proprio ruolo preferito (salvo il portiere).

E se possiamo apprezzare tantissimo i dettagli narrativi con tantissimi intermezzi nei quali – sempre nella modalità New Hero – possiamo anche dare delle risposte a tono, non possiamo che rammaricarci del fatto che tali scenette siano veramente lunghe e frammentino l’azione. Aggiungiamo anche che tali risposte nei dialoghi sono sostanzialmente inutili e che non portano ad effettive conseguenze.

Inoltre, dopo la prima run a livello normale, è possibile alzare il tiro per sbloccare le squadre di USA e Brasile.

Ovviamente, si sbloccheranno anche filmati, canzoni, artwork ed oggetti da utilizzare oltre a valuta in-game per comprare (senza micro-transazioni) le carte amicizia, magliette, scarpini ed altro.

BELLO DA VEDERE E DA ASCOLTARE

Captain Tsubasa: Rise of New Champions

Dal punto di vista visivo, Captain Tsubasa: Rise of new Champions è nella stragrande maggioranza del tempo molto bello da vedere. Discrete le scene di intermezzo. Splendide, invece, le animazioni scriptate delle tecniche speciali e dei super tiri oltre che delle parate o degli scontri aerei.

I dribbling di Nitta della Otomo (Patrick Everett) o la catapulta infernale dei gemelli Derrik (Masao e Kazuo Tachibana) della Hot Dog (Hanawa) o ancora il tiro guidato di Tsubasa o quello della Tigre di Lenders e così via. E scusate se alterniamo i nomi originali a quelli dell’adattamento italiano ma 35 anni e passa di abitudine alla prima versione sono duri da scrollare in una recensione.

In campo (verdissimo), i modelli dei giocatori sono piuttosto caratterizzati e ben fatti mentre le animazioni sono viceversa poco varie e di qualità altalenante. I modelli degli stadi, così come del pubblico, sono scialbi. Gli elementi di contorno, diciamolo senza mezze parole, potevano essere sicuramente più curati. Diversamente avremmo apprezzato decisamente di più.

Ottime, invece, le musiche che accompagnano le azioni di gioco, e gli archi narrativi. Il commento in giapponese è piuttosto enfatico e va bene così dopo le prime tre ore di gioco ci è sembrato – inevitabilmente – ripetitivo. Buonissima la qualità dei sottotitoli in italiano.

COMMENTO FINALE

Captain Tsubasa: Rise of New Champions è un titolo che promette tantissimo e che non deve mancare nelle liste giochi degli appassionati di Holly e Benji. Se visto come un arcade, il titolo firmato da Tamsoft e Bandai Namco può dare soddisfazioni. C’è una discreta profondità nel gameplay (stiamo pur sempre parlando di un titolo arcade) anche se alla lunga risulta essere ripetitivo e legnoso. Chi cerca qualcosa di più sofisticato rimarrà deluso.

È però apprezzabile la modalità New Hero de Il Viaggio che permette di creare il proprio campione e forgiarlo come meglio si crede. Questo grazie anche ad un sistema di amicizie/affinità che permetterà di imparare tecniche e mosse da altri protagonisti.

Peccato che in campo il gioco pecchi parecchio di “flessibilità”, con l’azione che molte volte si riduce alla pressione dei tasti da eseguire perfettamente. Pena contrasti persi o tiri stoppati in modo frustrante.

Per il resto, se amate Captain Tsubasa ed il suo fantastico mondo calcistico, date una possibilità al titolo che sarà in grado di immergervi piuttosto bene in questo mondo. E sarà bello rinverdire i ricordi.

Alti e bassi anche sul lato tecnico ma le azioni più spettacolari, per fortuna, sono realizzate a regola d’arte. Ultimo dato: è un buon gioco e a tratti fa perfettamente il suo dovere, immergendo e divertendo anche in alcune fasi concitate.

Pregi

Holly & Benji in tutta (o quasi) la sua bellezza. Due archi narrativi. Il Viaggio New Hero permette di personalizzare il proprio calciatore dei sogni. Tecnicamente con alti e bassi ma con scene ben fatte. Rimane, al netto dei difetti, divertente. Ottima colonna sonora.

Difetti

Il gameplay in campo è un po’ riduttivo e legnoso. Non ci sono troppi modi di segnare. Le scene di intermezzo sono troppe e spezzettano l’azione. Le parti buie dal punto di vista tecnico sono comunque evidenti.

Voto

7+

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