Project Cars 3, recensione PS4

Mettiamoci al volante del nuovo gioco di corse made in Slightly Mad Studios con la recensione di Project Cars 3

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Con i primi due Project Cars, Slightly Mad Studios si è distinta come uno degli sviluppatori più attenti al mercato dei corsistici simulativi. E non è un caso che la serie venisse spesso accostata a prodotti quali Assetto Corsa. Con il terzo capitolo della serie, l’utenza si aspettava un nuovo step in questa direzione, ma la software house ha deciso per un cambiamento radicale.
Proponendosi ad una più ampia fetta d’utenza, si è deciso per un gameplay orientato all’accessibilità. Questo cambio d’assetto darà i risultati sperati? Scopritelo leggendo la nostra recensione. Vi ricordiamo che Project Cars 3 è pubblicato da Bandai Namco Entertainment e disponibile a partire dallo scorso 28 agosto su Pc, Playstation 4 ed Xbox Series X.

UNA PROGETTAZIONE DIVERSA

Definire Project Cars 3 un sequel è riduttivo, perfino errato. Non ha alcuna somiglianza con i capitoli precedenti della serie. A gare dove si faceva notte per cercare il settaggio dei propri sogni, ora si contrappone una formula decisamente più accessibile che avvicina il gioco ad un Gran Turismo o un Forza. Quindi appendiamo pinza e cacciavite al chiodo e ci dedichiamo a sgommate e sportellate come nel più classico corsistico arcade?

Almeno in parte è così anche se joypad alla mano, l’aderenza delle gomme sull’asfalto ci è sembrata tutt’altro che granitica. E non è un caso che nelle prime curve della gara adibita a tutorial, le uscite sul tracciato e le sportellate sui muretti si siano sprecate. Frenare e sterzare al momento giusto è pratica comune anche negli arcade, ma in questo titolo è forse ancor più importante. Indice che una piccolissima percentuale di ciò che rappresentava Project Cars vive ancora.

MECCANICI A PUNTEGGIO

La carriera si snoderà attraverso un buon numero di modalità e una quantità enorme di tracciati. Lo staff tecnico a bordo pista è stato sostituito da un compagno virtuale che avrà il solo compito di continuare a “tifare” per noi.

Nessun consiglio su come affrontare il tracciato, stato sostituito da una serie di indicatori a schermo. Niente nemmeno sul fronte del setting, che anche se presente è sensibilmente ridotto nella portata e nella profondità rispetto a Project Cars 2. Guidare in modo ottimale, permetterà di acquisire fondi e punti esperienza a fine gara.

I punti saranno guadagnati sia dal giocatore per acquistare macchine nuove fiammanti, che dalla vettura usata. Questi ultimi in particolare, serviranno ad aumentare la nostra familiarità con la macchina che stiamo guidando. Il livello di confidenza risulta quindi molto importante perché garantirà un forte sconto quando andremo a sviluppare miglioramenti con i soldi guadagnati. E il costo di questi miglioramenti è davvero ingente.

Ogni vettura ha un indicatore che ci illustrerà le varie statistiche. Come in altri arcade, avremo macchine adatte ai circuiti veloci, altre a quelli lenti e pieni di curve. Il gioco incoraggia molto l’aggiornamento della propria auto e se sulle prime può sembrare una scelta naturale, questa meccanica in realtà si rivela un’arma a doppio taglio.

Certo, lo sviluppo di nuova tecnologia garantirà prestazioni superiori ma dato che la progressione è piuttosto lenta e il costo dei miglioramenti importante, il grinding nelle gare per ottenere i crediti necessari allo sviluppo è marcato. La conseguenza è che il giocatore finirà per acquistare due o tre macchine e correre sempre con quelle piuttosto che ripartire da zero, lasciando l’intero parco a prendere polvere.

IN GARA

E veniamo al comparto relativo al gameplay. Il modello di guida presente in Project Cars 3 è divertente e sfrecciare andando sui cordoli si rivelerà meno punitivo rispetto ai precedenti capitoli della serie. Questo ci permette di guidare in modo più aggressivo e presa la scia delle auto avversarie potremmo divertirci a tagliare le curve senza troppi pensieri.

Il punto debole più evidente è senza dubbio quello descritto ad inizio recensione, ossia l’aderenza. Prendere male una curva e andare a sbattere ci farà quasi certamente perdere la posizione, rendendo quasi impossibile recuperare. Ci è poi capitato diverse volte e senza motivo di vederci assegnato un malus per essere “usciti” dal tracciato. Andando a sbattere parrebbe quasi normale se non fosse che ci è accaduto anche in pieno rettilineo.

L’intelligenza artificiale in gioco è in linea con altri corsistici del genere sulla falsariga dei Need for Speed, ma in generale appaiono tutti ben più incollati sull’asfalto. Per chi volesse un gioco meno stressante, il menu relativo agli aiuti permetterà di impostarla a piacere anche se il nostro consiglio è quello di mantenerla al livello standard, permettendo al gioco di non perdere mordente nelle fasi più avanzate della partita.

Mancano danni di tipo meccanico, e ci è spiaciuto constatare che anche le sportellate e gli incidenti non avranno un impatto davvero reale sulle prestazioni. Che tra l’altro sono piuttosto brevi visto che vanno dai tre ai cinque giri massimo il che ha reso superflua la meccanica relativa al carburante che infatti è stata eliminata.

ASPETTO TECNICO

A livello grafico, la serie dei Project Cars si è sempre distinta anche se lontana dai fasti di altri marchi. L’ultima creatura di Slightly Mad Studios vive però di alti e bassi che sulle prime ci hanno sorpreso, in negativo. Su PS4 Pro il titolo fatica a girare con fluidità, i fondali sembrano essere stati oggetto di un downgrade grafico e anche le vetture se messe a confronto con Project Cars 2 non fanno gridare al miracolo e anzi, sembrano praticamente identiche a parte qualche effetto di luce.

Più di ogni altra cosa, quello che stona è soprattutto la mancanza di un framerate stabile che in un corsistico è praticamente obbligatorio. La prima patch uscita ha sistemato un po’ le cose ma nel complesso “l’effetto velocità” rimane un miraggio.

Come per Assetto Corsa Competizione, il nostro punto di vista è che lo sviluppatore sia al lavoro anche sulle console di nuova generazione e con una corposa patch garantirà un netto miglioramento non appena i giocatori metteranno le mani sulle prossime console di Sony e Microsoft. Questo però non giustifica un comparto tecnico altalenante.

COMMENTO FINALE

Project Cars 3 è una vettura non bellissima, veloce ma difficile da guidare. La modalità carriera è corposa e con oltre cento tracciati la longevità e la varietà sono assicurate. Le possibilità di personalizzazione estetica permetteranno a tutti i giocatori di sbizzarrirsi. Il modello di guida è divertente e aggressivo, il parco macchine ampio. Purtroppo i punti deboli sono particolarmente evidenti.

Una progressione piuttosto lenta, la meccanica relativa ai punti esperienza che sfavorisce l’ampliamento del parco auto, un modello di guida divertente ma con qualche bug e il tallone d’Achille dell’aderenza, il comparto tecnico buono nel complesso ma con una fluidità da rivedere. Almeno su PS4.

A nostro avviso, cercare di attirare una fetta d’utenza più ampia porta spesso più problemi di quelli che si vuole risolvere. Questa software house si trova più a suo agio nelle vesti prettamente simulative e non c’è nulla di male nel focalizzarsi in una particolare nicchia. Perché il rovescio della medaglia è un prodotto discreto ma lontano da quello che ci si sarebbe aspettati e che sarebbe in grado di proporre questo grande team.

Pregi

Tantissimi tracciati. Buon parco macchine. Ottima longevità in singleplayer. Tante cose da fare.

Difetti

Modello di guida da migliorare. Qualche bug da sistemare. Tecnicamente altalenante. Progressione troppo lenta

Voto

7,5