New Star Manager, storie di un allenatore di calcio – parte 3
Si cambia aria: continuiamo la nostra avventura in Romania, la nazione dello Steaua, del Cluj e di altre squadre conosciute anche a livello europeo
La nostra terza parte dello speciale su New Star Manager ci porta ad un bivio: il cambio del campionato. Dopo aver vinto tutto in Galles ma aver fatto, spesso e volentieri, la figura dei pallottolieri (soprattutto le prime volte), in Europa – ed aver constatato che non ci sono troppi margini di crescita sia tecnicamente che economicamente – decidiamo di andare in Romania.
Un campionato emergente, affascinante, poco conosciuto ma che ha consegnato alla storia l’impresa dello Steaua Bucarest e del suo numero 1, il portiere Helmuth Duckadam, che a Siviglia nel 1986 parò quattro rigori ai giocatori del Barcellona permettendo al suo club di salire sul tetto d’Europa. Tra lo stupore di tutti ed anche di chi vi scrive visto che vide in diretta quella partita e quella incredibile sequenza di tiri dagli 11 metri.
NOTA SUL CAMBIO DEI CAMPIONATI
Sarà possibile andare altrove e ricominciare dalla lega più bassa (o giù di li) che c’è. Se, ad esempio andassimo in Scozia partiremmo dalla quarta serie. In Inghilterra inizieremo o dalla Conference (la quinta serie) o dalla lega inferiore.
L’Inghilterra ha ben 6 livelli di campionato e ben tre coppe nazionali (quella che si ispira alla F. A., quella di Lega e quella di Non Lega riservata alle formazioni di sesta e quinta serie). Ma non è soltanto una questione di leghe. C’è proprio un livello campionato completamente diverso.
E segue, bene o male, l’andamento reale. Se andrete nel campionato svedese non dovreste fare troppa fatica per salire in massima serie ma a livello internazionale ci saranno problemi. Il cammino in Italia, Spagna, Germania, Francia ed altri campionati competitivi, è piuttosto lento.
Tra l’altro si riparte da zero, ossia con una formazione base, piuttosto mediocre in qualunque contesto anche se proporzionato, ma con pochi fondi e con tutte le strutture da migliorare e lo staff tecnico da assumere. Ma più un campionato è lungo e competitivo, più ricompense ci saranno.
È tutto proporzionato. Vincere lo scudetto gallese, benché comunque rilevante a livello formale, vale molto meno di aggiudicarsi la serie B romena che vale fino ad 11 volte tanto. Ed è chiaro che con più fondi a nostra disposizione c’è più spazio per la crescita che sarà più rapida. Inoltre il livello medio di ogni nazione è diverso. Ci sono Paesi dove con una squadra di bronzo si può vincere il campionato e magari dominare in quella nazione.
Ma in tornei maggiori bisognerà avere una squadra d’oro (in tutti i sensi) potrebbe anche non bastare a conquistare lo scudetto. Attenzione, inoltre, è contemplata anche la retrocessione e non stupitevi se questa possa materializzarsi. Le stagioni possono prendere pieghe strane ed inaspettate sia in termini positivi che negativi. Di contro, notiamo una piccola incongruenza: possiamo arrivare all’apice, vincere una Champions e poi decidere di cambiare aria.
E fin qui non ci piove: tanti gli addi all’apice, ricordate Mourinho all’Inter andato via dopo il triplete? Bene, il gioco ci farà ripartire ugualmente dalla serie più bassa. Sarebbe più congruo, a nostro avviso, permettere di cambiare campionato ma anche di andare – soprattutto se si vince una coppa continentale o un massimo campionato di rilievo – ripartire dalla massima serie della nazione prescelta. In poche parole, vincere la Champions con una squadra italiana, ad esempio, ed andare in Inghilterra per allenare in Conference (la quinta serie), non è realistico.
Buffon e pochi altri da campioni del mondo rimasero alla Juve declassata in serie B, molti altri se ne andarono, ed era la Juve in cadetteria…
LA SERIE B ROMENA
È tutto nuovo, veniamo accolti bene dalla stampa. “Uomo di grande esperienza…”. Ma alla prima amichevole prendiamo 5 gol in 27 minuti. Perdiamo 6-2 in casa. Non ci facciamo una bella figura.
- Io: “Simon, è andata di merda. Che peggio di così non pensavo. Questi perderebbero con la nostra ex squadra gallese”.
- Simon Read: “Beh, si, ma siamo all’inizio. Ci vuole tempo”.
- Io: “Si, lo so. Dobbiamo sicuramente studiare questo campionato… e la squadra”.
Quello romeno di serie B è un campionato vero: 20 squadre, 38 partite… lungo ed estenuante rispetto alle passeggiate nel piovoso Galles.
Esordiamo bene, però: vinciamo 4-0 in casa e la nostra valutazione di allenatore sale subito a 2. In Galles si era fermata a 40. La nostra squadra, oggettivamente, non è malissimo: ha una valutazione media (quando è al massimo) di 24,5 ma non abbiamo ancora iniziato. E ci sono discreti prospetti. Già troviamo alcuni giocatori con valutazione di bronzo.
Vinciamo le prime cinque, poi pareggiamo in casa 3-3 da polli visto che vincevamo 3-1 a poco dalla fine, siamo però secondi. Non male. Alla nona partita c’è il match clou e da li possiamo capire quali siano le nostre aspettative. Giochiamo con l’Asa 13 (mai sentita, forse la squadra della città di Targu Mures). Hanno una valutazione di 38. Noi a stento arriviamo a 26.5. Perdiamo 4-3 ma giochiamo bene. Scendiamo in terza posizione ma non è un dramma. La squadra migliora velocemente.
Nel frattempo, veniamo eliminati in Coppa di Romania al secondo turno. Perdiamo in casa 4-1 contro una squadra di metà classifica di serie A. Stranamente siamo contenti.
- Io: “Simon, non ci crederai, ma sono contento di essere uscito dalla coppa. Ci concentreremo sul campionato. E mi fa capire di aver fatto la scelta giusta venendo qui in Romania”.
- Simon Read: “Non la capisco, è già stanco di vincere?”.
- Io: “No. Vorrei vincere ma con la squadra giusta. Qui possiamo giocarci la vittoria del campionato o la promozione in serie A. Non sarebbe male ma la salvezza la vedrei difficile”.
- Simon Read: “Beh la Romania è più tosta del Galles”.
- Io: “Decisamente”.
Il girone di andata si chiude con una sconfitta interna contro il Pandur che ha una valutazione vicina al 40. Siamo secondi. Non male per la rosa che abbiamo. Ma siamo fiduciosi.
Ed abbiamo ragione. Il nostro attacco è una potenza e sopperisce alle troppe distrazioni di una difesa a dir poco mediocre. Festeggiamo la promozione con 7 turni di anticipo e ci giochiamo il primo posto in campionato. La promozione è ottima ma andare in A da vincitori del torneo cadetto è una prospettiva che ci piace di più. E ci riusciamo. Con una giornata di anticipo vinciamo la serie B romena. Al primo anno. Vinciamo con 92 punti in 38 partite: 29 vittorie 5 pareggi e 4 sconfitte. Segnamo 124 ma ne subiamo 52. Troppe. Con i suoi 41 gol, Matt Mansell, che non è parente dell’ex pilota Nigel Mansell, è capocannoniere.
UNA SALVEZZA SUDATA
Buone le due amichevoli ma prima ancora, ottimi – viste le nostre abitudini – le sponsorizzazioni. Cifre mai viste rispetto a quanto visto prima di allora in Galles. Si tratta sempre di serie A ma evidentemente il campionato romeno è nettamente più appetibile per chi vuol fare pubblicità. Ed il campionato è davvero più ricco.
Il nostro esordio è in casa contro una squadra dal nome poco raccomandabile. Chi è medico può confermare. Affrontiamo il Sepsi (che nella realtà esiste ed è la squadra della cittadina di Sfantu Gheorghe). La nostra squadra ha una valutazione di 31.1. Sicuramente la più scarsa della massima serie. Siamo, per la prima volta, seriamente candidati a scendere. Inoltre è una massima serie dove ci sono club di levatura internazionale. È vero che il gioco non ha licenze, ma nomi come Steaua, Cluj e D Buch (che sarebbe Dinamo Bucharest) ed altri incutono timore. Chi mastica calcio lo riconosce.
Vinciamo con il Sepsi (3-1) ma perdiamo 4-3 alla seconda giornata. Puntiamo su un giovanissimo portiere che sulla carta è forte ma è ancora acerbo. Acquistiamo Artug, un centrocampista di 25 anni con valutazione 41. Sa cosa è il pallone: segna una doppietta in modo sinuoso. Le altre due sono disastri e con il Cluj perdiamo in casa per 6-2.
- Io: “Ma veramente è stata tutta colpa di quel gol a freddo”.
- Simon Read: “Ma siamo andati in vantaggio”
- Io: “Appunto ed hai pure sbagliato battuta perché avresti dovuto dire altro, ma va bene”.
Simon mi guarda e non comprende: ha ragione.
Le cose non vanno bene. Siamo oggettivamente troppo scarsi. Ne perdiamo 9 di fila. Poi affrontiamo lo Steaua. Il calcio è veramente strano: pareggiamo 3-3 in inferiorità numerica e con un infortunio. Il girone di andata è disastroso: siamo ultimi con 5 punti. Una vittoria, alla prima, poi due pareggi e 10 sconfitte di cui 9 consecutive. Il problema, ancora una volta, non è l’attacco avendo segnato 27 gol (più di due a partita) ma è la difesa che non è la linea Maginot: 49 gol subiti.
Il ritorno si apre bene: vinciamo due partite di fila grazie al successo per 4-1 sul Sepsi (e ci confermiamo loro bestia nera) e contro il Viitrl per 2-1. Sei punti in due partite, uno in più rispetto a quanto conquistato nell’intero girone di andata, ci fanno sperare.
Purtroppo, nonostante un girone di ritorno decente rispetto a quanto fatto vedere all’andata non arriviamo oltre la penultima posizione nella stagione regolare. Totalizziamo 19 punti, pochissimi, ma 14 nella seconda metà del torneo. Concludiamo questa fase della stagione con due record che fanno sembrare la squadra folle. Peggior difesa, di gran lunga del campionato, con 93 gol subiti… ma clamorosamente abbiamo il miglior attacco con 58 reti. Più dello Steaua campione (44 gol fatti ma appena 21 subiti). E con una valutazione di 35.9. Come ci siamo salvati rimane un mistero.
C’è da soffrire per mantenere un posto in massima serie ed evitare la retrocessione.
- Io: “Non è proprio facile la serie A romena. Non me l’aspettavo”.
- Simon Read: “Beh, gliel’avevo detto che non sarebbe stato facile”.
- Io: “Si ma non così… ma poi non riusciamo a migliorare lo staff. Lo sanno pure Zagarolo che dobbiamo avere buoni tecnici. Ma niente. Non se ne trovano”.
- Simon Read: “Non vengono, non siamo affascinanti”.
- Io: “Aspetta Simon, che dovremmo fare? Per essere affascinanti”?”.
- Simon Read: “Vincere”.
- Io: “Ahhh, e perché non lo dicevi subito? Tu mi farai fare la fine di Crisantemi della Longobarda”.
- Simon Read: “Longobarda”?
- Io: “Si, non conosci”?
- Simon Read: “No, preferisco Mike Basset”.
- Io: “Perfetto, se vinciamo organizziamo triangolare con Longobarda e Norwich”.
Riprendiamo con l’appendice dei play out. Ci facciamo valere. Sesti su otto, ci salviamo battendo le squadre dirette concorrenti. Complessivamente chiudiamo la nostra prima serie A al 12° posto su 14 squadre con 29 punti: 75 gol fatti e 110 subiti.
- Simon Read: “Bene, mister, ora che vuole fare?”
- Io: “Mi pare ovvio, scettico amico mio: l’attacco è forte… la difesa non serve a niente ed i portieri sono ridicolizzati… speriamo di trovare qualche allenatore dello staff decente”.
- Simon Read: “Dipende anche dai risultati”.
- Io: “Eh, ho capito, ma qui una mano bisogna darcela”.
NOTA SULLE CARATTERISTICHE E LA FELICITÀ: LE SFUMATURE CHE DANNO QUALCOSA IN PIÙ
Ed anche i componenti dello staff possono contribuire proponendo di aggiungere una caratteristica positiva o togliere una negativa. Questo dà il pepe al gameplay di New Star Manager. Il motivo è presto detto: aggiungono profondità ed imprevedibilità al giocatore. Se un calciatore è forte ma è una testa calda sarà più predisposto ad accumulare cartellini gialli e/o (peggio) rossi.
Di contro, se un giocatore è “re del centrocampo” o “condottiero della difesa” aggiungerà un +1 a tutti i compagni di reparto.
Con l’età, inoltre, i calciatori maturano e quindi possono sviluppare una caratteristica unica che permette loro di creare più azioni pericolose e già in fase di finalizzazione al di là delle statistiche. Stessa cosa per un giocatore bravo negli assist.
Sovente è capitato che un giocatore di qualità grigia (e quindi sulla carta molto scarso) abbia fatto passaggi illuminanti (creando quindi occasioni) dal nulla.
Da non sottovalutare anche la felicità (che va da 1 a 100) dei propri atleti. Più felici saranno, migliori saranno le prestazioni. Se saranno arrabbiati (con una felicità inferiore al 50 percento), le cose potrebbero andare male in campo.
Solitamente i calciatori si lamentano per due motivi fondamentali: la gestione (se saranno troppe volte in panchina, storceranno il muso), ed il sentirsi trascurarti dallo staff (e quindi la crescita delle caratteristiche). Ma anche se la squadra va male potrebbero esserci problemi. Questi, infatti, influiscono sia sulla prestazione in campo (un giocatore triste tenderà a disputare partite disastrose e/o a farsi ammonire elevando magari all’ennesima potenza la sua caratteristica negativa) che sul rinnovo del contratto. Su quest’ultimo, infatti, sarà più complicato strappare una conferma.
Ci vengono in aiuto le carte dialogo che permettono di affrontare un argomento caldo e di risolverlo. In quel modo sarà possibile sia farlo giocare meglio ma anche contrattare le condizioni per il rinnovo.
IL SECONDO ANNO IN ROM1 MA NON CI AMBIENTIAMO
Dopo lo scampato pericolo decidiamo di disputare due amichevoli e di migliorare il fondo erboso. Troppi infortunati ci hanno messo in allarme. Il campo adesso è molto bello. E questo già all’inizio della terza stagione in Romania.
La situazione rimane simile a quella di prima. Non riusciamo a generare giocatori dalle giovanili in grado di fare la differenza ma fanno solo numero. Poco male: avevamo la squadra ridotta all’osso con 21 giocatori.
Esordiamo in casa col Pandur ma perdiamo 4-3… l’attacco è ottimo ma la difesa continua a fare acqua. E ne abbiamo la conferma con la trasferta successiva a Cluji: ne subiamo 6 segnandone 2.
Ci guardiamo negli occhi e rimaniamo un po’ con l’amaro in bocca.
- Io: “Dieci gol in due partite…”.
- Simon Read: “Si, lo vede che stiamo andando peggio di prima”.
- Io: “Lo dico a te, ma uno bravo non dovrebbe dirlo… e sei libero di riferire alla squadra ma se lo fai dimmelo: perché vorrei avere il piacere di confermare. La differenza tra noi e loro è che loro hanno una difesa. Noi non abbiamo neppure il portiere. Mi spiace dirlo. Se subiremo meno di 100 gol quest’anno sarà un successo. Ma dobbiamo lavorare. Qui fa freddo”.
- Simon Read: “Glielo dirà lei agli interessati”.
Il calcio è strano perché poi accade una cosa che non accadeva da una vita: vinciamo in trasferta… ma senza gol al passivo.
Tra alti e bassi, però, la squadra che ha una valutazione superiore al 38 è un po’ meno traballante. Chiudiamo il girone di andata con 14 punti che valgono il nono posto. Ventisei gol fatti e solo, si fa per dire, 36 subiti.
La stagione regolare è molto sfortunata: infortuni, squalifiche, una squadra mai contenta e sempre in tensione perde partite che normalmente avrebbe vinto.
Chiudiamo undicesimi e siamo sempre nella poule retrocessione con 25 punti, 56 gol fatti ed 80 subiti. Nella poule retrocessione però, c’è una inaspettata inversione di marcia: ne perdiamo solo una, l’ultima e concludiamo la nostra seconda stagione in serie A romena al nono posto complessivo (terzo nell’appendice) con 39 punti complessivi (nostro record), 72 gol fatti e 91 subiti. La Dinamo Bucharest è campione.
La coppa di Romania ce la sogniamo: eliminati ancora al secondo turno, ma siamo contenti al punto che promettiamo al nostro secondo di arrivare quanto meno in Europa.
- Io: “Simon, andremo in Europa”.
- Simon Read: “Mister, lei ha bevuto?”.
- Io: “Sono sobrio come un tifoso dell’Atalanta che ha centrato i quarti di finale di Champions”.
- Simon Read: “Ed io che speravo nel Leicester”.
- Io: “Appunto, il finale di stagione è stato ottimo, abbiamo subito meno gol dell’anno scorso e la forza della squadra è migliorata”.
- Simon Read: “… e che ci voleva a subire meno di 100 gol come l’anno scorso?”.
- Io: “Simon… andremo in Europa: diglin diglon”.
- Simon ci guarda quasi sconcertato.
LA TERZA VOLTA IN SERIE A ROMENA
Le sensazioni di fine stagione si confermano con un girone di andata confortante chiuso al terzo posto con 39 punti, cinque in meno dei campioni della Dinamo Bucharest e due in meno rispetto allo Steaua. La difesa ha subito 23 gol, la più scarsa del lotto di testa, ma l’attacco segna 39 volte.
E finalmente abbiamo potuto promuovere il nostro allenatore delle giovanili a livello argento. I due giocatori fin qui promossi dal nostro vivaio sono un attaccante (con valutazione 53) ed un’ala destra (58). Abbiamo il presentimento che possa essere la stagione del ritorno in Europa…
Ma il portiere titolare, che già non brilla di suo, si infortuna.
Tuttavia si riprende e passiamo pure, finalmente, l’ostacolo del secondo turno di Coppa superando a domicilio il Cluj per 2-1. Mica pizza e fichi. In casa affrontiamo e battiamo lo Iasi. Andiamo ai quarti di finale. E siamo fortunati: l’accoppiamento ci mette di fronte ai dilettanti del Ceahla. È tutto facile: 3 gol nei primi quindici minuti ed un altro nella ripresa. Vinciamo 4-0, siamo tra le prime quattro.
- Simon Read: “Mister, emozionato”?
- Io. “Si, ti direi una cosa che mi gira in testa dal 1984 ma te la dico dopo, magari l’anno prossimo”.
- Simon Read: “Perché attendere così tanto”?
- Io: “Perché ora non ne vale la pena”.
Nel frattempo chiudiamo la stagione regolare al sesto posto con 45 punti, 65 gol fatti e 55 subiti. La vetta dista 11 punti ed è occupata dalla Dinamo Bucharest. La vittoria del campionato è impossibile ma c’è la soddisfazione di aver centrato l’ultimo posto per la poule scudetto. Siamo in corsa per l’Europa.
Ma in Coppa ci fermiamo al penultimo atto. Perdiamo 6-3 in casa con la Dinamo, campione di tutto. Giochiamo bene ma quando abbiamo i blackout in difesa diventa tutto difficile.
- Io: “Un portiere, la mia panchina per un dannatissimo portiere che non si inebetisca”.
- Simon Read: “Mister, si calmi”.
- Io: “Ma mi calmo che cosa che sono 4 stagioni che non vinciamo niente ed è possibile anche che non riusciremo ad arrivarci a sto cavolo di Europa”.
La sfuriata serve: vinciamo le ultime tre e ci prendiamo una rivincita – platonica – sulla Dinamo Bucarest chiudendo in bellezza. Finiamo terzi e ci qualifichiamo per i preliminari di Europa League. Totalizziamo 56 punti a meno 10 dalla quota scudetto.
Rimuginiamo su alcuni pareggi o risultati negativi che si potevano evitare. Abbiamo fatto un po’ come l’Inter e l’Atalanta nel campionato di calcio italiano che si sta concludendo proprio in queste ore e che ha visto la Juventus trionfare per il nono campionato consecutivo. Tanti “Chomp chomp” che potremmo descrivere come l’onomatopeica del masticarsi e propri attributi in senso di rammarico.
SARÀ LA VOLTA BUONA?
Iniziamo la nostra decima stagione (nona intera). Vinciamo le due amichevoli e le prime due partite di campionato. Poi attendiamo il sorteggio del terzo turno preliminare (e qui si vede anche il peso del torneo romeno che ha più valenza di quello gallese) della Europa League. Siamo fortunati, sulla carta: giochiamo con i maltesi dello Sliema. Hanno una valutazione di 15… non abbiamo problemi. All’andata vinciamo 5-0. Al ritorno è un agevole 4-0.
In campionato continuiamo a vincere e con 4 vittorie in altrettante partite siamo in vetta assieme al blasonatissimo Steaua. Le cose vanno come vogliamo. Come speravamo.
Affrontiamo il Kayser, squadra turca (61.2 di valutazione). Facciamo l’impresa: vinciamo 2-1 in casa e, tenetevi forte, 4-0 al loro domicilio. Ci qualifichiamo per i gironi di Europa League e nel frattempo abbiamo anche ampliato lo stadio portandolo a 5.000 posti.
E battiamo lo Steaua in trasferta grazie ad una cosa che ci è sempre mancata: il portiere che para. Non tutto ma almeno non fa entrate il 100% dei tiri come, purtroppo, in qualche stagione ci è capitato di subire.
Io: “Questa cosa che il nostro portiere cominci a parare mi piace”.
Simon Read: “Lo sa che è cattivo?”
- Io: “Cattivo? Oh no, Simon, ti dico quello che vedo. Quante partite buttate perché abbiamo avuto un portiere che non parava…”
- Iniziamo il girone di Europa League. Ospitiamo l’Arsenal e siamo nello stesso gruppo con Spartak e Slovan.
- Io: “L’Arsenal… ma a parte loro Spartak e Slovan non parrebbero impossibili. Certo, sulla carta siamo un po’ più scarsi ma ce la possiamo giocare. Sai, Simon? Saranno battaglie”.
Ma le riflessioni servono a poco: si perde 5-2 in casa con l’Arsenal. Il modo peggiore per inaugurare il nuovo manto erboso. Ma alla seconda vinciamo in trasferta contro lo Spartak per 4-3. E vinciamo ancora, questa volta in casa con lo Slovan per 3-2. Pareggiamo poi con l’Arsenal 2-2 ed è un punto insperato.
Nel frattempo siamo campioni d’inverno: 11 vittorie e 2 pareggi valgono 35 punti e 7 lunghezze di vantaggio sullo Steaua. Nel frattempo un risultato storico: ci qualifichiamo per i sedicesimi di finale di Europa League. È la prima volta.
- Simon Read: “Sono stupefatto. E ci è riuscito con una giornata di anticipo in un girone con l’Arsenal”.
- Io: “Siamo all’inizio. Non so se passeremo il primo turno finale, ma a se vinciamo il campionato devo rimanere per confermarci”.
Intanto in campionato vinciamo senza problemi diverse partite e sfuggiamo a +17 dallo Steaua che ci insegue ma a stento.
Nei sedicesimi di Europa League affrontiamo il San Gallo: è un avversario alla nostra portata. L’andata è nostra: vinciamo in casa 2-0. Quasi il minimo indispensabile ma in Svizzera avremo due reti di vantaggio. Al ritorno andiamo subito sotto ma riusciamo a pareggiare 2-2 nei 90 minuti di gioco. Andiamo avanti. Agli ottavi di finale c’è il Marsiglia.
Intanto vinciamo, anzi, stravinciamo la stagione regolare con 12 punti di vantaggio sulla seconda. Arriviamo benissimo alla poule scudetto che quasi non ci sarebbe bisogno di giocare con 69 punti, 74 gol fatti, 25 subiti.
Simon Read, che ci fa da secondo e che ricordiamo essere l’autore di New Star Manager, si congratula ma ci vede non soddisfatti.
- “Mister che succede? Ha vinto con merito il campionato. Può andarsene ora in un campionato più forte”.
- Io: “Si, Simon manca la poule scudetto. Ma non me ne andrò. Vincere solo il campionato in Romania è poco. Senza nulla togliere. Ma se non mi presento in un campionato di livello con almeno un altro scudetto o un piazzamento in Coppa europea non mi prenderanno sul serio”.
Simon intuisce il mio disagio e dice la sua:
“Si vede che lei è italiano, mister. In qualunque parte del mondo il vincitore di un campionato come quello romeno sarebbe visto come uno competente. Da voi no perché è considerato un campionato di seconda fascia. Ok, non è la Premier, né la Liga, né la vostra serie A, ma è un campionato di buon livello. Dignitoso. Lei merita una ribalta più ampia anche se può sembrare un controsenso. Lei è qualificato per quanto mi riguarda, mi creda”.
In coppa europea però ci fermiamo: perdiamo 5-1 a Marsiglia e non basta un primo tempo strepitoso nel match di ritorno in casa dove segniamo 3 reti ma non andiamo oltre. Vinciamo amaramente 3-0 ma il bon voyage è tutto dei francesi che vanno ai quarti.
Il finale di stagione è positivo. E storico. La bacheca si arricchisce. Vinciamo il primo scudetto dominando anche (pur con un paio di risultati negativi) l’appendice per il titolo. Alla fine totalizziamo 81 punti: 26 vittorie 3 pareggi e 2 ko; 89 reti fatte, 32 subite. Più 15 dalla seconda, lo Steaua.
Ed in Coppa di Romania arriviamo in semifinale e possiamo giocarci l’accesso all’epilogo: vinciamo in casa 2-0 con il Conc C. Ci giochiamo la Coppa. L’avversario è abbordabile: il Craiova. Vinciamo, vinciamo 3-0. Alziamo la Coppa, finalmente!