Il terreno dei 4X è fertile e ricco di proposte. Che siano ambientati nello spazio come Stellaris o Distant Worlds, oppure sulla cara e vecchia terra come Civilizations e Field of Glory Empires, portano via ore ed ore di gioco spesso appannaggio di un pubblico di appassionati. È quindi con curiosità e sincero interesse che ci apprestiamo a proporvi la recensione di Imperiums: Greek Wars, strategico 4X che segna l’esordio di Kube Games, sviluppatore indie proveniente dalla Repubblica Ceca. Il gioco è disponibile su Steam a partire dal 30 luglio scorso.
Buona lettura.
FIELD OF… EUROPA?
Il fatto che il genere dei 4X (Exploit, Expand, Explore, Exterminate) potesse adattarsi egregiamente ad un contesto storico l’abbiamo appurato in occasione della recensione di Field of Glory Empires. Ad oggi secondo noi il miglior esponente in assoluto del genere nella sua nicchia.
La possibilità di vivere avventure nell’antica Grecia ci è parsa fin da subito una bella idea, visto che parliamo di un contesto storico non così approfondito. E infatti le due campagne, attualmente disponibili seguono l’Impero a partire dal 355 a. C. la grande Atene, la mitica Sparta, la pericolosa Macedonia, regioni e fazioni di cui non conoscevamo l’esistenza, tutto si è aperto a noi come un libro ricco di fatti, nomi e battaglia da scoprire.
Come in ogni 4X che si rispetti, il nostro compito sarà quello di gestire l’impero, espanderci ed esplorare nuove terre, trattare accordi diplomatici, muovere guerra. A livello estetico, il gioco ricorda altri prodotti, soprattutto di casa Paradox.
QUANDO POSSIAMO DIRE CHE UN GIOCO È EDUCATIVO?
Oggi si parla, spesso a sproposito, di quanto i giochi possano far male. Davvero poco di quanto invece possano essere educativi. Citare l’esempio di Civilizations sarebbe scontato, ma vogliamo sottolineare che durante la prova di Imperiums: Greek Wars ci è capitato d’imbatterci in molte informazioni sulla storia, la cultura e più in generale il mondo dell’antica Grecia.
Alcune cose le conoscevamo già, altre invece è stato piacevole apprenderle mentre giocavamo. Non parliamo di una quantità enorme di testo, certamente nemmeno avvicinabile alla famosa Civlopedia, ma le informazioni a corredo ci hanno soddisfatto. Plauso anche alla manualistica, con più di 200 pagine in cui vengono evidenziate tutte le caratteristiche del gioco.
UNA BELLA TERRA, TUTTA DA CONQUISTARE
Imperiums: Greek Wars è uno strategico a turni nei quali muoveremo le unità e svilupperemo il nostro impero. Consigliamo caldamente di seguire il tutorial che permetterà di apprendere le basi di gioco. Il tutto rimane ancorato ai classici del genere, principalmente quello dei “grand strategy games”.
L’economia ruota attorno a materie prime quali carbone, grano, oro, ferro, legno, più le componenti relative alla conoscenza e all’influenza. La produzione del materiale avverrà per mezzo dello sfruttamento di miniere, mentre per il grano e il legno dovremo inviare coloni a disboscare foreste e creare nuovi campi per le coltivazioni.
La costruzione delle strade permetterà di velocizzare gli spostamenti delle nostre unità, ma in generale non abbiamo molte variazioni sul tema rispetto alle costruzioni base. Anche per le città, ci saremmo aspettati un menu ad hoc e invece i miglioramenti sono singoli e solamente in base a valori predeterminati quali difesa, infrastrutture ed economia. Insomma, il ventaglio delle scelte di Field of Glory Empires rimane un miraggio.
Ci ha convinto invece il sistema legato alla diplomazia, che abbiamo trovato ricco di opzioni. Anche se l’IA di gioco risulta fin troppo pacifica, usare i generali per incitare le città rivali a rivoltarsi o espandersi oltremisura, farà propendere i regni vicini a coalizzarsi contro di noi. Proprio per questo è utile una strategia atta a creare stabili alleanze, che potranno anche sfociare nella creazione di una vera e propria confederazione.
Anche l’albero tecnologico è decisamente ampio, con una sessantina di ricerche da sviluppare. Ogni nuova tecnologia darà accesso a svariati bonus e unità nuove di zecca da costruire. Anche determinate opzioni in campo diplomatico saranno precluse se l’opportuna ricerca non è stata sviluppata.
LA SCONFITTA DI SPARTA
A livello strategico, Imperiums: Greek Wars cerca di porsi come via di mezzo tra un gioco squisitamente “hardcore” ed un prodotto destinato ai neofiti. Scelta controversa, che spesso genera più insidie di quelle che vorrebbe risolvere. Ed infatti il gioco risulta poco profondo per un giocatore navigato e inutilmente macchinoso per chi si avvicina al genere per la prima volta.
Dallo scorrimento tra i vari menu che genera una sequela di sotto menu a confondere il giocatore, allo sviluppo delle costruzioni cittadine che risulta poco chiaro fin dalla scelta della relativa opzione.
Per farvi un esempio, abbiamo perso più di qualche menu solo per capire la meccanica atta a far entrare un’unità all’interno della nostra città per difenderla da un assalto. In un’altra situazione ci siamo perduti nel tentativo di produrre un’unità, salvo poi capire che l’avevamo appena fatto ma non ci era stato notificato.
Anche l’interfaccia di gioco, già appesantita da menu e sotto menu, è costellata da informazioni e notifiche molte delle quali di poco conto. Ne consegue che lo scorrimento della mappa è lento e spesso la visuale è ridotta. In un grand strategy games e nei 4X, la gestione dei menu deve essere semplice, profonda e immediata. Quando questo non accade, a cascata si aprono una serie di problematiche che portano alla confusione. Purtroppo, ci troviamo dinanzi a questa casistica.
IL PROFUMO DELLA BATTAGLIA
Le fasi di combattimento sono astratte, e vedono due unità scontrarsi con qualche sparuta animazione dando vita a quello che sarà l’esito dello scontro. Carina l’idea di “sporcare” di sangue le unità così da dare l’idea di quanto siano in affanno. Infatti, un’unità coperta di “rosso” sarà facile preda anche di truppe dal valore più basso.
Sebbene le fasi di combattimento siano più che esplicative, non ci ha convinto la meccanica che consente alle unità di difendersi una sola volta per turno. In pratica, se una nostra unità venisse attaccata da due unità separate, la “difesa” al secondo attacco vedrà i nostri uomini perdere intorno al 40% della loro salute per ogni attacco.
Va da sé che tutte le unità guidate dall’IA tendono a sfruttare questa tecnica, alla quale potremo opporci solamente reclutando più unità possibile e non mandandole MAI sole in territori inesplorati o dove siamo in guerra con un’altra fazione.
GRAFICA E SONORO
Graficamente il gioco tradisce la sua natura indie con sprite scarsamente particolareggiati e animazioni legnose e in numero esiguo. Ovviamente in questo tipo di giochi la grafica è forse uno degli ultimi elementi cui prestare attenzione. I caricamenti sono piuttosto lunghi e anche la fine del turno richiede qualche minuto per porre fine alle azioni dei giocatori comandati dal computer.
Ci è piaciuta invece la componente sonora, con una serie di titoli davvero ampia e la possibilità di cambiare le tracce audio direttamente dal gioco.
COMMENTO FINALE
Imperiums: Greek Wars è una discreta opera prima, con qualche difetto. Fa l’occhiolino ai grandi, ma vuole essere un punto d’ingresso per chi si avvicina al genere per la prima volta.
Questo suo “dualismo”, lo porta ad essere un prodotto inutilmente macchinoso che spesso confonde o blocca il giocatore. Nulla di insormontabile, ma per un gioco di strategia si tratta di fattori cardine che lo sviluppatore dovrà migliorare in vista delle prossime patch.
Ancorato ai canoni del genere, non offre particolari innovazioni e anzi, alcune delle scelte risultano piuttosto strane, su tutte il fattore difesa e la guarigione delle proprie unità. Buone invece le fasi relative alla diplomazia, ben sviluppata e con tante opzioni tra cui scegliere.
Pregi
L’antica Grecia è un’ambientazione affascinante. Fase diplomatica ben sviluppata. Adatto ai neofiti.
Difetti
Inutilmente macchinoso. A tratti confuso. Per un 4X, troppo poco profondo.
Voto
7,5
Bella recensione! Una precisazione: questo non è il loro gioco d’esordio; Kubat Software ha già pubblicato Aggressors: Ancient Rome https://store.steampowered.com/app/783210/Aggressors_Ancient_Rome/ che tra l’altro è stato molto ben accolto dai giocatori (79% su Steam). Se posso fare un’osservazione direi che molti degli elementi che costituiscono la “profondità” del gameplay di questo gioco potrebbero non saltare all’occhio immediatamente. Mi riferisco a meccaniche quali il morale dell’esercito, la lealtà, la corruzione, i generali, i miti, e così via. Ancora complimenti per la recensione!!
Ciao e grazie per il tuo commento, lo apprezzo!
Ho scritto “titolo d’esordio” poichè a differenza di Aggressor (sviluppato sotto egidia Slitherine) si tratta del primo titolo fatto uscire da questi talentuosi ragazzi “in solitaria”. Il gioco ha molte sfacettature e non è stato possibile scriverle e sviscerarne i dettagli per via dello spazio che portano via all’interno dell’articolo. Sono quelle discussioni ottime tra i commenti, e questo è il caso perfetto!
Il gioco di potenzialità ne ha, solo che questi “muscoli” risultano nascosti da un’interfaccia spesso poco chiara e/o confusa. Per uno strategico, specialmente un grand strategy game o un 4X, l’interfaccia è metà del gioco.
Quella di Imperiums: Greek Wars soffre di quella che potremo definire “Genesi del fuori tutto”, dove vieni tempestato di informazioni spesso non collegate tra loro, e dove molte funzioni non sono ben chiare o inutilmente complicate nella loro operatività.
Di questo difetto soffre ad esempio Imperator: Rome, e infatti il gameplay risultava inutilmente “meccanico”, lento. Un conto è se perdi anche mezz’ora nel tuo turno per creare la giusta strategia. Un conto è se perdi questo tempo perchè non riesci ad eseguire semplici azioni, o non hai ben chiaro il quadro d’insieme poichè le informazioni che garantirebbero questo fine sono poco “evidenti”.
Sono difetti normali per un piccolo team, e si possono sistemare con una bella e corposa patch, ma vanno sistemati per raggiungere un livello più alto.
Anche i combattimenti, ingolositi dalle meccaniche come quella dei generali, sono afflitti dal problema relativo alla meccanica relativa alla cura, per non parlare della difesa “singola”.
Insomma, un buon punto di partenza con qualcosina da migliorare!