La storia dello sviluppo di Iron Wings meriterebbe un approfondimento a sé. E vi promettiamo che faremo di tutto per farlo in futuro. Era il 2016 quando Naps Team tentò fortuna su Kickstarter. La campagna non andò bene pur avendo avuto un sostenitore d’eccezione: Brian Fargo. Ma questo non fermò il piccolissimo team indie messinese che realizzò ugualmente il gioco e lo portò prima su Steam (nel 2017) e poi, a poco a poco, su altre piattaforme.
Lo scorso 25 giugno, il titolo è approdato su Switch grazie al lavoro di Raylight che si è occupata della versione del titolo che ha portato l’Operazione Husky e, di conseguenza, la Seconda Guerra Mondiale sulla console ibrida di Nintendo. Come sarà andato questo lavoro? Vi auguriamo una buona lettura.
JACK ED AMELIA I DUE PROTAGONISTI
Una delle caratteristiche non scritte ma sicuramente più importanti di Iron Wings è senza dubbio il lato narrativo. La storia, come sicuramente saprete, ci porta nella Seconda Guerra Mondiale, negli anni ’40 e si dipana attraverso le vicende di Jack ed Amelia, due amici che sono cresciuti con la medesima passione: il volo. Entrambi si sono arruolati per dare il loro contributo. Questo avviene nell’Operazione Husky che porterà le forze alleate in Sicilia per liberare il Mezzogiorno d’Italia dal gioco del nazi-fascismo. Dai cieli di New York a quelli di Messina e dell’Isola al centro del Mediterraneo per la libertà.
Senza fare discorsi logorroici o che potrebbero portare ad inutili riflessioni politiche che in un videogioco lasciano il tempo che trovano e sarebbero pur stucchevoli, la scelta narrativa di Naps Team omaggia alcuni eventi importanti: il fatto che Jack sia un afroamericano ed Amelia una donna è un semplice ossequio alla storia ed a quegli uomini e donne che l’hanno scritta.
Chiusa questa perentesi Iron Wings ci farà vivere le vicende di questi due ragazzi che saranno protagonisti del gioco grazie alle loro evoluzioni, aneddoti ed abilità di volo. Non diciamo altro perché il titolo offre un racconto interessantissimo grazie anche a tantissime scene di intermezzo veramente ben fatte e di grande atmosfera dove i due ragazzi, assieme ad altri personaggi, descrivono anche il tipo di missione che ci aspetta. E vengono, inoltre, raccontati alcuni aneddoti poco noti come le origini di alcune strumentazioni militari. Ovviamente chicche date a chi ha la pazienza di guardare i filmati senza la bramosia di saltarli e passare subito all’azione.
GAMEPLAY SCALABILE E ADATTO A TUTTI
Iron Wings ci immerge nell’atmosfera della Seconda Guerra Mondiale a poco a poco facendoci prima superare alcune missioni di tutorial che serviranno a familiarizzare i comandi base dei velivoli. Imparare a domare gli arei sarà di vitale importanza. Il titolo offre un gameplay piuttosto scalabile e dai toni prettamente arcade.
Attenzione, però, questo non significa che la giocabilità sia banale. Tutt’altro. Sarà possibile pilotale per filo e per segno più modelli di aerei e con tutte le opzioni alcune manovre saranno complicate e bisognerà stare attenti a diversi fattori. Inoltre, dobbiamo pur sempre ricordare che stiamo volando su arei degli anni ’40. Scordatevi evoluzioni spettacolari ed efficaci: basterà una distrazione per andare in stallo e perdere il controllo del mezzo.
Di contro chi vuole solo l’azione, può concentrarsi sul semplice pilotaggio dell’aereo (in modo guidato) e concentrarsi nello sparare a più non posso contro i diversi obiettivi.
Inoltre, il gioco, permette diversi tipi di missione. Non ci saranno soltanto i classici combattimenti aerei (dogfight, ndr). Potremo scattare foto durante ricognizioni, intercettare frequenze audio, bombardare obiettivi e così via. Al termine di ogni missione andata a buon fine andremo avanti ricevendo anche un corrispettivo in dollari che permetterà di acquistare potenziamenti ed accessori per i nostri velivoli. O addirittura cambiarli. Si potranno quindi migliorare l’armamento nonché aggiungere delle pitture di camouflage per la mimetizzazione.
GRAFICA A TRATTI CINEMATOGRAFICA
Il lavoro tecnico di Naps Team e, in questo caso, di Raylight che si è occupata del porting su Switch, è interessante. Magari sottovalutato dai più. Consideriamo il fatto che Naps Team sia composto da soltanto due persone, Domenico Barba e Fabio Capone, e che questi abbiano realizzato con pochi mezzi (complice – come già assodato – una campagna Kickstarter poco fortunata, ndr), un engine proprietario (ma come si chiama? Ndr), Iron Wings ha un certo peso tecnico.
L’engine è piuttosto leggero – funziona egregiamente anche su Switch – ma non per questo lesina alcuni effetti particellari interessanti come ad esempio i riflessi di luce sull’oceano o i modelli degli aerei. Alcuni velivoli, soprattutto quando in movimento, sono a tratti spettacolari.
Il 3d offerto in Iron Wings rimane di buon livello, in considerazione dei mezzi “in campo”. Certo, altri titoli ben più blasonati possono vantare un maggior numero di poligoni e dettagli, ma parliamo di valori di produzione diversi.
Il tutto si muove con una buona fluidità salvo qualche rallentamento e registriamo qualche effetto pop-up. Nulla che influisca sul gameplay, però, e quindi si può sicuramente passare oltre. Mentre le scene di intermezzo con i tanti effetti seppia ed un effetto sfocato danno la sensazione di essere filmati d’epoca. A tratti, quindi, possiamo parlare di comparto grafico cinematografico.
Il sonoro vanta delle buone musiche di accompagnamento e di un discreto doppiaggio in lingua inglese. Ovviamente il titolo è sottotitolato in italiano anche se non sarà impossibile capire gli obiettivi delle varie missioni.
COMMENTO FINALE
Iron Wings è un gioco interessante. Un titolo sul combattimento aereo a metà tra simulazione (accennata appena ma tanto basta per dare quel pizzico in più in termini di profondità di gameplay) ed arcade. Un gioco, ci permettiamo di affermare, sottovalutato probabilmente nel corso del tempo ma che nasconde molte perle ed ha buone frecce alla sua faretra. Intendiamoci, Iron Wings ha i suoi difettucci e non innova sostanzialmente nulla, ma racconta una storia. E lo fa in modo gradevole.
La sua storia, infatti, fa vivere attraverso diverse missioni articolate l’amicizia tra Jack ed Amelia, due ragazzi che amano il volo. Questa passione e legame d’amicizia li porterà ad essere protagonisti nell’Operazione Husky, ovvero lo sbarco alleato in Sicilia.
Tanti gli aneddoti e chicche raccontati attraverso le belle scene di intermezzo, aumentano il fascino di un gioco che è stato realizzato con pochi mezzi e che nonostante questo è riuscito ad emergere. Buono il comparo tecnico, visti i mezzi a disposizione, del gioco firmato Naps Team con un bel porting realizzato da Raylight. Quest’ultimo è stato in grado di realizzare una versione fedele su Switch raccogliendo una sfida tecnica non indifferente. E che in pochi team indie si sono accollati su questa piattaforma.
Consigliamo il gioco a chi ricorda Wings su Amiga, anche se ovviamente il contesto è un po’ diverso, o a chi apprezza Ace Combat e Battle over Pacific. Il gameplay è facile da apprendere, non difficilissimo da padroneggiare, ed è adatto a tutti.
Pregi
Ottimo porting su Switch. Gameplay divertente. Grafica a tratti gradevole. Aneddoti interessanti nelle scene di intermezzo.
Difetti
Qualche piccolo difetto grafico (effetti pop up ad esempio). Chi si aspetta una simulazione voli altrove.
Voto
8+
1 commento su “Iron Wings, recensione Nintendo Switch”