XCOM 2 Collection, Recensione Switch
Lo strategico di 2K approda sulla console ibrida di Ninendo. Ecco come se la cava
Nel settore degli strategici a turni, XCOM rappresenta un’icona sin dalla fine degli anni ’90 quando il primo e seminale capitolo, Ufo: Enemy Unknown – che univa non solo i classici crismi del moderno settore ma addirittura alcuni elementi gestionali extra – fece capolino sul mercato. Dopo diversi capitoli differenti e anche cambi di sviluppatore/produttore, la saga è ritornata a splendere nel 2012, con XCOM Enemy Unknown sviluppato da Firaxis Games e pubblicato da 2K. Quello che analizzeremo oggi, è proprio il seguito del capitolo di 8 anni fa, XCOM 2, rilasciato su Pc, PlayStation 4 e Xbox One nel 2016 e giunto anche su Switch in una versione “Goty” corredata di tutte le espansioni uscite di cui parleremo dettagliatamente in questa recensione. Una versione “rielaborata” dallo studio di Singapore Virtuos. Ma bando alla ciance, ecco la recensione di XCOM 2 Collection per Switch che, ricordiamo, è arrivata in contemporanea alle raccolte BioShock e Borderlands, lo scorso 29 maggio. Buona lettura
IL GIOGO ALIENO SULL’UOMO
XCOM 2 è un gioco di strategia turni con spessi elementi ruolistici, caratterizzato da una camera isometrica che inquadrerà l’azione concreta di gioco, alternata a schermate più “classiche” che ci orienteranno nelle fasi pre-scontri a fuoco.
L’edizione che analizzeremo, come detto la “Collection”, contiene sia il gioco base, sia i quattro dlc, sia l’espansione War of the Chosen. Se i primi aggiungono all’offerta videoludica base una serie di armi, armature e cosmetici vari (fatta eccezione per “L’ultimo regalo di Shen”, che conterrà una nuova classe utilizzabile), War of The Chosen aggiungerà tanta carne al fuoco. Questo grazie a tre classi completamente nuove legate a tre diverse fazioni della Resistenza, nuovi nemici alieni, nuove ambientazioni, missioni e meccaniche di gameplay, come un nuovo sistema di “affaticamento” e la possibilità di perdere definitivamente un componente del proprio team, e tre potentissimi nemici. Insomma, a conti fatti, il pacchetto XCOM 2 Collection offre una quantità invidiabile di contenuti, al contempo offrendo, anche per le caratteristiche intrinseche del gioco, una longevità complessiva elevatissima.
XCOM 2 si pone come il seguito diretto di Enemy Unknown: la Terra ha perso la sua lotta di resistenza contro gli alieni invasori che, piegata l’esercito degli uomini, si sono stabiliti sul pianeta creando un governo militare fantoccio definito “Advent”. Tale governo è, a sua volta una copertura, di un non meglio precisato progetto chiamato Avatar che punta alla manipolazione genetica dell’uomo.
In questo terribile conflitto, il giocatore rivestirà il difficile ruolo del comandante di una squadra tecnologicamente avanzata di soldati, gli XCOM appunto, con lo scopo prefissato di metter fine sia al progetto che alla dittatura aliena del pianeta Terra.
Il gameplay di XCOM, per chi non lo conoscesse, è sostanzialmente spaccato in due parti ben distinte: nella prima, ci si parerà innanzi una mappa del gioco, suddivisa in varie aree di interesse, dove potremo selezionare le missioni da intraprendere, tra principali e secondarie, oltre che svariate risorse da raccogliere. Nonostante l’apparenza, questa sezione non è affatto “statica”: nel mentre la scrutiamo, i nostri avversari “complottano” e si muovono verso altri obbiettivi.
In sostanza, la mappa non corrisponderà ad una fase di “stasi” ludica ma, anzi, inquadrerà l’evolversi del conflitto tra il governo alieno, impegnato nello sviluppo e nel compimento del progetto Avatar, e la Resistenza. In sostanza, nel gioco saremo chiamati ad attaccare quartier generali oppure affrontare missioni specifiche che, sostanzialmente, mireranno a contrastare i progressi del nemico. Naturalmente, in qualità di comandante, dovremo occuparci non solo del piano strategico di contrasto agli alieni, il quale sarà sostanzialmente una continua corsa contro il tempo, ma anche allo status complessivo della squadra che comanderemo sul campo: in questo senso, XCOM 2 ci fornirà una serie di spessi elementi ruolistici che andranno dallo sviluppo del soldato selezionato a livello di abilità, che cresceranno man mano che lo stesso uscirà indenne dalle missioni, al complessivo equipaggiamento.
La seconda sezione del gameplay, invece, com’è lecito attendersi, sarà dedicata alle effettive manovre belliche sul campo.
LA RESISTENZA
Nelle fasi iniziali, comanderemo delle reclute “informi”, quindi non dotate di particolari specializzazioni, che potranno esser ottenute ottenendo l’esperienza necessaria sul campo. Specificatamente, XCOM 2 ci consentirà di selezionare tra diverse classi, espanse nei numeri come detto grazie ai DLC, tra cui Ranger, Support, Sniper ecc.
In piena tradizione ruolistica, ogni classe avrà caratteristiche completamente diverse, oltre che mere statistiche passive differenti che andranno, naturalmente, ad incidere sul ruolo effettivo che avranno sul campo. Ma oltre alla gestione delle operazioni e della complessiva squadra, il giocatore sarà altresì chiamato a gestire l’Avenger che, ben lontano da relazioni con il mondo supereroistico, sarà sostanzialmente il nostro quartier generale volante dove sarà possibile espandere le nostre capacità tecnologiche, costruire nuove diavolerie tecnologiche utili a frigger meglio i nostri nemici alieni ecc. In totale, avremo a disposizione una dozzina di room sul vascello che potranno essere destinate ai più disparati compiti, dal centro ricerca a reparti dedicati al concreto combattimento, utili per l’unlock di differenti caratteristiche.
È bene sottolineare che l’espansione del nostro vascello sarà vincolato alle capacità energetiche del nostro quartier generale, espandili procedendo innanzi con il gioco, e che non sarà possibile rimuovere le strutture una volta costruite (quindi, pianificazione).
Se la prima fase è di natura gestionale, a sua volta tripartita in sotto-insiemi specifici, la seconda ci vedrà direttamente scendere in campo con il nostro piccolo esercito, che potremo tra le altre cose personalizzare con un dettagliato editor, che affronterà orde di alieni di vario tipo via via più potenti nella sua classica “flemma” a turni.
La prima caratteristica fondamentale, rispetto al passato, introdotta in XCOM 2, sarà la proceduralità con cui saranno generate le mappe. Una casualità non solo più squisitamente geografica ma, per quanto concerne le missioni secondarie, anche a livello di obbiettivi da portare a compimento. Per questa ragione e non solo, anche nella sua fase action XCOM 2 conserverà la sua natura che spinge il gameplay verso l’acuto pianificare piuttosto che un agire alla Rambo.
Far morire un soldato significherà perderlo per l’intera partita e far si che, al contempo, non ottenga esperienza necessaria per potenziarlo. In aggiunta, i soldati feriti potrebbero divenire “off limits” per diversi giorni, simulando sostanzialmente un periodo di “cura”: un danno notevolissimo se si valuta, ad esempio, la situazione in cui i nostri migliori elementi sono inaccessibili nel mentre gli alieni continuano indisturbati le loro operazioni di conquista.
Com’è tradizione della serie, non appena giunti nell’area d’azione, essa sarà attorniata dalla classica “fog of war”, ovvero una “nebbia” che precluderà una dettagliata visuale delle zone circostanti. Zone che, com’è lecito attendersi, diverranno “note” solo attraverso un’attenta e guardinga esplorazione, seppur in XCOM 2 avremo, rispetto al passato, la possibilità di un posizionamento “libero” della squadra utile ad un’esplorazione più ragionata.
Com’è tradizione degli strategici a turni, avremo facoltà di movimento libero finché non ci imbatteremo nei nemici, dove diverremo limitati da un quantitativo di “mosse” possibili durante ogni turno a disposizione, tra mero movimento spaziale e azioni d’attacco/difesa, prima che la “palla” passi al nemico: ecco che, in questo senso, la necessità di pianificazione, costante nella prima fase, si estenderà semplicemente cambiata di vestito anche nella seconda fase.
In linea di massima, oltre alla sistematica eliminazione del nemico, XCOM 2 ci offrirà una serie di variazioni sul tema, come ad esempio missioni a tempo. In generale, il gameplay del titolo è sicuramente estremamente versatile, grazie alla presenza di diversi livelli di difficoltà che lo rendono, di fatto, adatto ai parvenu (anche grazie alla presenza di una serie di “facilitazioni” selezionabili dal menu principale) sia naturalmente agli esperti del settore.
IL LATO OSC…, TECNICO
Probabilmente, la questione più importante dell’intera analisi concerne il cuore della trasposizione dello strategico sull’ibrida Nintendo. Si può dire tranquillamente che, sia in versione Tv che in modalità portatile, XCOM 2 si comporta egregiamente e risulterà giocabile in entrambe le possibilità.
Com’è noto, l’hardware Switch non è particolarmente potente: le trasposizioni sono sempre complicate seppur, in questo caso, Virtuos abbiamo compiuto un lavoro egregio. È naturale che la versione Switch di XCOM 2 abbia una resa grafica puntata verso il basso e, un eventuale confronto con le piattaforme “antagoniste”, risulterebbe impietoso.
Una distanza tecnica che è possibile scorgere sia a livello meramente qualitativo, specialmente nelle cutscene dove la telecamera si avvicinerà ai personaggi, sia per quanto concerne il frame rate che sarà piuttosto ballerino. A questo, si aggiunga che però, XCOM 2 sarà sostanzialmente “leggibile” e facilmente gestibile nel complessivo, complice anche un’intelligente mappatura dei comandi, in ogni modalità (persino nella “ridotta” versione portatile): una caratteristica fondamentale che, nonostante gli evidenti limiti tecnici della versione Switch, la rendono paradossalmente la versione di punta del gioco, semplicemente perché portatile e giocabile ovunque.
Dell’intero comparto tecnico, probabilmente, le due mancanze più importanti sono l’assenza di comandi Touch, particolarmente sentita in modalità portatile, ed una certa tendenza dei caricamenti ad esser piuttosto estesi.
COMMENTO FINALE
XCOM 2 è l’alfa e l’omega degli strategici a turni: il suo arrivo su Switch lo rende, nonostante degli evidenti limiti tecnici, alcuni anche di rilievo, probabilmente la miglior versione del gioco, semplicemente perché sostanzialmente traslata in modo più che egregio e che ci consente di apprezzare il titolo anche in portabilità. A questo, si aggiunga anche un gameplay curato e profondo, una longevità pazzesca grazie al “full package” relativo a DLC e contenuti aggiuntivi.
Pregi
XCOM in mobilità! Contenutisticamente vastissimo. Porting su Switch egregio...
Difetti
... ma il comparto tecnico ha visibili limiti. Alcuni caricamenti davvero lunghi.
Voto
8,5