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Borderlands Legendary Collection, Recensione

La amata saga di Gearbox irrompe con tutta la sua follia sulla console ibrida di Nintendo. Vediamo come è andata

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La saga di Borderlands non ha bisogno di grandi presentazioni: la creazione di Gearbox diffusa da 2K è da circa una decade sinonimo di follia e shooting cooperativo.

Due caratteristiche che, assieme alla brutalità assurda incorniciata in una evocativa grafica in cel shading, la rendono di fatto uno dei capisaldi degli sparatutto ruolistici. Ecco perché, quasi in un naturale fluire, l’approdo della saga su Switch, con l’arrivo della Borderlands Legendary Collection contenente il primo, il secondo ed il terzo capitolo cronologicamente parlando (quindi, il pre-sequel), costituisce sostanzialmente un attesissimo benvenuto.

Anche perché, Switch è sinonimo di cooperazione, un “discriminante” che Borderlands ha fatto suo da tempo immemore: azione forsennata, loot a perder gli occhi e possibilità di esplorare la follia delle lande di Pandora (e non solo) con altri giocatori, online e nel più classico del couch-coop. Il pacchetto comprenderà Borderlands, Borderlands 2 e Borderlands: The Pre Sequel!, assieme a tutti i vari dlc, tranne Commander Lilith & the Fight for Sanctuary per Borderlands 2. Vale il day one oppure no? Scopriamolo assieme grazie a questa nostra recensione.

CHECK ME OUT, I’M DANCING, I’M DANCING!

Per quei pochi che dovessero ignorarlo, Borderlands è uno sparatutto in prima persona a mondo aperto, con una componente ruolistica piuttosto forte.

La caratteristica fondante del gioco è costituita dall’infinita possibilità di ottenere bottini dai nemici abbattuti: una componente fondamentale, visto che armi ed equipaggiamento saranno legati a possibilità “quasi infinite”, che unendosi alla presenza di diverse classi, diverse in alcune caratteristiche per ogni capitolo presente nella collezione, rendono nei fatti lo sparatutto di Gearbox praticamente infinito. Descrivere il mondo di gioco non è facile: l’universo di Borderlands prende un po’ le mosse dal filone, iniziato negli anni ’80, dei film ad ambientazione post-apocalittica, a sua volta basato su romanzi apparsi a cominciare dagli anni ’70.

In sostanza, il mondo dello shooter targato Gearbox somiglia ad un Mad-Max esplosivamente fuori di testa e brutalmente comico: una caratteristica che potrebbe, per certi versi, allontanare quei giocatori interessati ad una avventura un po’ più seria. Naturalmente, il punto forte della produzione sarà la possibilità di perdersi per le lande desolate di pandora in cooperativa locale, limitata a due giocatori, e online fino a quattro.

Borderlands Legendary Collection

Per quanto concerne la trama, possiamo sostanzialmente sottolineare una caratteristica fondante che, immutata nei concept, si trasferisce anche nel gameplay: i vari capitoli contenuti nella Borderlands Legendary Collection, sono correlati fra loro non solo a livello di mera trama, ma anche a livello di gameplay che si trascina immutato o quasi per tutti i capitoli.

Questa raccolta, in sostanza, nonostante sia de facto composta così come elencato nell’introduzione all’articolo, può esser meglio intesa come un unico gioco diviso in tre vasti capitoli.

Per questo, nonostante le centinaia di ore (forse migliaia) contenuto in un pacchetto che costa, a conti fatti, meno di un singolo gioco “nuovo”, bisogna metter in cantiere una delle caratteristiche “amore/odio” della serie: la sua ripetitività concettuale e meccanica che, con lievi modifiche nell’avanzare dei capitoli (a partire dalle classi che, seppur diverse, presenteranno sempre caratteristiche parzialmente ereditate dai primi capitoli).

La storia del gioco, ci porterà prima alla ricerca di un mitico “Vault”, una cripta colma di inenarrabili tesori, per poi trascinarci su di una Pandora traviata da una “novella” corsa all’oro alla conquista dell’Eridium, un minerale alieno “miracoloso” e poi, nel pre-sequel, ancora alla ricerca di una mitica cripta sulla luna di Pandora, Elpis: come detto, le vicende saranno tra loro correlate ma, teoricamente, non sarà necessario giocare i titoli in ordine cronologico.

PSYCHO-KILLER, QU’EST-CE QUE C’EST

Il gameplay di Borderlands, come detto, ci vedrà scorrazzare di missione in missione nelle lande desolate di Pandora.

Tra la folle popolazione che calpesta Pandora, fatta perlopiù di pericolosissimi pseudo-criminali punk post apocalittici, e la sua altrettanto pericolosa fauna, vagamente preistorica non solo nell’aspetto, i nostri eroi avranno le mani ben impegnate nel difendersi dagli attacchi nemici.
Man mano, esplorare i brutali anfratti delle vaste mappe a disposizione, utilizzando diversi tipi di mezzi di locomozione “extra”, i nostri eroi otterranno non solo equipaggiamento via via migliore, suddiviso per “grado” di valore così com’è tradizione nei giochi di ruolo, ma anche punti esperienza che, dopo il level up, consentiranno di optare per differenti abilità.

Ogni classe, seppur impostata su dei limiti ben precisi, avrà però la possibilità di essere orientata parzialmente verso alcune caratteristiche intrinseche della classe stessa: ad esempio Roland, nel primo capitolo, potrà essere impostato sia come un soldato d’attacco che come una sorta di geniere, grazie alla sua possibilità di schierare una torretta in campo. Anche in questo frangente, come già specificato, Borderlands Legendary Collection sembrerà un unico, lunghissimo titolo che permarrà pressapoco invariato: a modificare parzialmente la sensazione di repetita, sarà il cambio di classe tra capitolo e capitolo che, però, non varierà di molto la situazione.

TECNICAMENTE

Veniamo però, forse alla questione più importante dell’intera collezione: il lato tecnico. Le prestazioni su Nintendo Switch, in linea di massima, sono più che soddisfacenti: tutti e tre i capitoli, seppur limitati ad un frame rate di 30 FPS, potranno contare per la maggior parte dell’avventura: ci saranno, specialmente nelle situazioni più caotiche, alcuni cali di frame rate, ma si presenteranno davvero sporadicamente. Naturalmente, a conti fatti, la versione per l’ibrida Nintendo è la “peggiore” di quelle attualmente disponibili per current gen, per i limiti tecnici della console.

Tutti i titoli, in aggiunta, godranno di una risoluzione a 1080p in modalità docked e 720p in modalità portatile, rivelando un ottimo lavoro di trasposizione estetica che, sostanzialmente, si attesta a livello di qualità in una linea immaginaria intermedie fra old gen e current gen.

Anche in questo frangente, in linea di massima il lavoro di trasposizione tecnica svolto sarà sostanzialmente eccellente, seppur qualche problema di texture “ballerine” e di compenetrazione poligonale sarà possibile da scorgere. In ultima sede, i controlli: nonostante Switch sia, probabilmente, la console più “ostica” dove masticare gli shooter, soprattutto se non si fa ricorso ad un più classico Pro Controller, la gestione complessiva tramite i Joycon si rivelerà più che buono, e addirittura, personalizzabile con diverse opzioni. Sarà possibile usare, ad esempio, anche gli accelerometri interni per prendere la mira, ma la soluzione più indolore resta comunque il dotarsi di un controller.

COMMENTO FINALE

Migliaia di ore di gioco ad un costo inferiore rispetto allo standard: nonostante alcuni limiti, la Borderlands Legendary Collection è probabilmente una delle migliori esperienze cooperative attualmente disponibili su Switch. Una mole mostruosa di contenuti, seppur “travagliati” da una certa, intrinseca ripetitività, lo rendono appetibile per coloro che vogliono sparare a tutto ciò che si muove senza particolari pensieri. E in compagnia.

Pregi

Uno sparatutto ruolistico con modalità cooperativa. Porting tecnicamente valido. Una vasta collezione di Borderlands...

Difetti

... che somiglia ad unico, lunghissimo, gioco. Gameplay piuttosto ripetitivo. La folle e assurda ironia potrebbe non piacere a tutti.

Voto

9-

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