The Elder Scrolls Online è un mmorpg sviluppato da ZeniMax Online Studios per conto di Bethesda e Greymoor è l’ultima espansione alla storia ufficiale. Inoltre introduce al sesto anno di attività del gioco online che ha seguito Skyrim nel novero dei titoli fantasy dell’editore americano. Stiamo parlando di un videogioco di ruolo rigorosamente multigiocatore, di massa, ambientato in tutto il mondo di The Elder Scrolls, contrariamente ai videogiochi a giocatore singolo che, da Morrowind in poi, si concentrano su una sola regione per volta.
Vi lasciamo alla recensione della versione Pc di questa espansione che ha fatto il suo debutto su questa piattaforma (assieme a quella per Mac), lo scorso 27 maggio.
SI TORNA A SKYRIM
Greymoor è l’ultimo capitolo di narrazione realizzato per arricchire il già vastissimo scenario inaugurato nel 2014 al tempo della pubblicazione del gioco e arricchitosi praticamente una volta all’anno a partire dal 2017.
Da quando, oseremmo dire, The Elder Scrolls Online è diventato quello che oggi è: un mmorpg gratuito, svincolato da un canone obbligatorio (come tutt’ora fanno Final Fantasy XIV e World of WarCraft, giusto per citare i due più famosi) ma che offre la facoltativa scelta di abbonarsi per poter accedere alle espansioni. Espansioni che sono anche acquistabili a parte, senza l’obbligo di doversi abbonare.
E così abbiamo assistito al ritorno di Morrowind nel 2017, Summerset nel 2018 (località mai più esplorata da The Elder Scrolls: Arena del lontano 1994), Elsweyr nel 2019, anch’esso inesplorato ed inesplorabile dal 1994. Greymoor chiude il cerchio offrendo la possibilità di calcare il selvaggio West di Skyrim e tutti i misteri che lo compongono.
Ricordiamo, infine, che gli eventi di The Elder Scrolls Online avvengono circa mille anni prima di quelli visti in Skyrim, Oblivion e Morrowind. Quindi le zone che andiamo ad esplorare sono le stesse ma, dal punto di vista storico, culturale, sociale, politico (e in certi casi anche d’ambiente) diverse in qualche maniera.
Per chi non lo sapesse: è il nome di una fortezza che riposa nelle lande di Skyrim, conosciuta anche come Black Moor o Darkmoor.
Chi ha già giocato a Skyrim, potrà calpestare nuovamente certe famose località, opportunamente contestualizzare e certamente diverse da mille anni di storia ancora non intercorsa fra queste e l’omonimo gioco del 2011. Il risultato è un misto tra il “ritornare a casa” e “arrivare per la prima volta”. Dettagli che, magari, nel 2011 erano solo abbozzati, forse rovine archeologiche o leggende scritte in qualche libro, qui sono davanti ai nostri occhi. L’emozione che potrebbe scaturire in certi, sensibili, videogiocatori, dovrebbe essere tanta e intensa.
UNA STORIA MEMORABILE
La storia ci getta subito nel vivo dell’azione di Greymoor e si guarda benissimo dal farci fare i soliti lavoretti tipo “raccogli dieci pelli di lupo” che hanno anche un po’ stancato.
Al contrario: le missioni si affidano a dialoghi dalle poche ed efficaci battute. Tra queste appare la possibilità di mentire o parlare con franchezza, oppure persuadere se dotati di carisma o corrompere se possiamo permettercelo.
Altri incarichi che sviluppano la trama riguardano l’ispezione di una scena del crimine o una caccia al fuggitivo. Insomma: tutto sembra pendere dal lato giusto della bilancia, volendo offrire un ritmo della narrazione mai sotto i livelli di guardia.
Senza rovinarvi troppo la sorpresa, qui possiamo dire che tutto ruota intorno ad una setta di vampiri che vogliono gettare il mondo nel caos. Per farlo si affidano alle cosiddette “Harrowstorms”, che potremmo tradurre “Tempeste d’Erpice”, che altri non sono che dei cataclismi controllati che provocano tre effetti sui malcapitati che si trovano al loro interno: morte istantanea, metamorfosi in vampiri assetati di sangue e privi di raziocinio e totale perdita di intelletto, ritrovandosi ad essere degli ebeti destinati a morire d’inedia.
Oltre a questa terribile setta, intrighi politici e militari minacciano di gettare Skyrim nel caos politico e sociale più totale e a noi resta il compito di fare luce sull’eminenza grigia che si nasconde dietro a tutto questo.
UN GIOCO TUTTO NUOVO O QUASI
The Elder Scrolls Online: Greymoor accorre a svecchiare alcuni elementi del gameplay che si era richiesto di rivisitare. Gli sviluppatori sembra che abbiano trovato la quadratura del cerchio, andando a snellire tanto la progressione del personaggio quanto l’evolversi degli eventi.
Della storia abbiamo accennato più sopra. Questa è la sede per parlare, prima di tutto, di una nuova attività che in gergo si chiama “da end game”, cioè quando la storia è stata portata a termine, il personaggio è al massimo livello e può affrontare sfide a lui espressamente dedicate.
Kyne’s Aegis è una prova rivolta a gruppi di 12 persone che provano ad abbattere tre boss: Yandir The Butcher, Captain Vrol e Lord Falgravn, un potente vampiro. Kyne’s Aegis non è solo un combattimento contro tre boss ma più simile ad una specie di “modalità orda” che fa tanto Gears of War, sfrondata di tutta la pesantezza e la monotonia possibile. L’intenzione è quella di rendere, ogni prova, diversa da quella precedente e in qualche maniera il risultato riesce a convincere.
Altra rivisitazione riguarda il monumentale complesso di gallerie sotterranee di Blackreach, ora ancor più grande ed esplorabile che in passato. Possiamo tranquillamente definirlo un gargantuesco “sotto-gioco” per estensione e attività offerte, che non sfigura di fronte a Western Skyrim e a tutto quello che offre in questa nuova espansione. In parole povere: preparatevi a perdervi, anche letteralmente, in Blackreach.
Altra novità degna di nota è il cosiddetto Antiquity System: si trova una gilda tutta nuova, quella degli antiquari, che ci affida il compito di ritrovare alcuni manufatti considerati perduti o introvabili o leggendari. Questo spalanca le porte ad un modo di esplorare Tamriel (il continente di gioco) tutto nuovo, alla ricerca di questo o quel ritrovamento archeologico e antico. Sebbene il tutto sembra ridursi al solito “grinding”, le ricompense di fine missione o quelle che si sbloccano al raggiungimento di determinati obbiettivi sono certamente molto succulente e ripagano della fatica e del tempo investiti.
Non ci sono classi nuove, ritroviamo dunque le ultime due (Druido e Negromante) affiancare quelle di partenza e – lo ribadiamo – una rivisitazione di quelle che sono le abilità del vampiro (qualora decidessimo di diventarlo).
COMMENTO FINALE
The Elder Scrolls Online: Greymoor è sicuramente un tassello imperdibile per completare l’esperienza narrativa offerta da The Elder Scrolls Online. Offre un ritorno a Skyrim insperato e grandemente emozionante, oltre ad una buonissima dose di contenuti e novità.
Peccato per il sempiterno e atavico problema della mancata traduzione dei testi in lingua italiana. “Fenomeno” che non permette alle persone meno ferrate in inglese di avvicinarsi a questa, pur sempre validissima, epopea fantasy di ZeniMax e Bethesda.
Pregi
Una Skyrim tutta nuova: più grande, più bella e ricca di contenuti che mai. Storia avvincente. Rivoluzionati alcuni aspetti di gameplay (vampirici soprattutto). Colonna sonora d’impatto ed evocativa.
Difetti
Tecnicamente fermo al 2011. Nessuna localizzazione dei testi in italiano: solo in inglese (assolutamente comprensibile e scolastico).
Voto
8
1 commento su “The Elder Scrolls Online: Greymoor, Recensione Pc”