PlayStation 5, Sony rinvia evento 4 giugno
L’annuncio sui social: “non è il momento giusto” a seguito di un messaggio di condanna contro il razzismo
Salta la presentazione dei giochi per PlayStation 5 previsto per il prossimo 4 giugno. Sony ha annunciato attraverso i suoi social che l’evento non ci sarà e che è stato rinviato a data da destinarsi. Non è al momento certa la motivazione di questa decisione della multinazionale giapponese anche se da un paio di messaggi potremmo farci una chiara idea.
Il testo pubblicato su Twitter alle 20,36 italiane, recita così:
Abbiamo deciso di rimandare l’evento di PlayStation 5 previsto per il 4 giugno. Mentre comprendiamo che i giocatori di tutto il mondo sono entusiasti di vedere i giochi per PS5, non pensiamo che questo possa essere il momento giusto per celebrarlo e per adesso vogliamo fare un passo indietro e permettere ai messaggi più importanti di essere ascoltati.
Da capire quale sia effettivamente questo motivo. Non pensiamo si riferisca al Coronavirus. La situazione, del resto, per quanto complicata è stabile e comunque l’industria di settore non si è fermata mai del tutto.
Sembrerebbe, però, essere un vero e proprio un passo indietro dovuto ai tragici episodi di violenza e disordini avvenuti negli Usa a seguito della morte di George Floyd in circostanze che comunque devono essere ancora chiarite ufficialmente.
Il tragico episodio di cronaca che ha visto Floyd morire a seguito dell’arresto violento (ci prendiamo la responsabilità di quanto scriviamo) anzi, barbaro, da parte di alcuni agenti della polizia di Minneapolis è avvenuto il 25 maggio scorso. Su Twitter, infatti, è apparso poche ore fa un messaggio di condanna da parte di Sony contro ogni episodio di razzismo. Sotto questo punto di vista non possiamo che essere d’accordo. Anche se se…
Ecco il cinguettio delle 16,52 ora italiana:
Uno più uno in matematica fa due a meno che dei liberi pensatori dicano il contrario. … anche se… questa tempistica da parte del colosso giapponese di lascia un po’ perplessi. Stando alle motivazioni, non però chiarite anche se tutto lo fa presupporre, il precedente annuncio sulla presentazione – datato 29 maggio, ovvero 4 giorni dopo l’episodio scatenante – non si sarebbe dovuto neppure fare. Almeno così pensiamo. Ai posteri l’ardua sentenza.