John Wick Hex, recensione PS4
A meno di un anno di distanza dalla versione Pc, John Wick Hex sbarca su console PS4 e siamo così pronti per la recensione. Un gioco fortemente voluto dal famoso Mike Bithell che, tra l’altro, ha chiesto e ottenuto il permesso da LionsGate per realizzare il secondo gioco (il primo è John Wick Cronicles) dedicato al franchise. Bithell Games, rovinando la festa a quelli di CD Projekt RED, mostra per primo Keanu Reeves in un videogioco, in una versione inedita cartoon/stilizzata. Graficamente John Wick Hex risulta molto originale anche se a volte sfocia nel “troppo”.
Il gameplay, come definito dagli stessi sviluppatori, è uno strategico a turni con una buona base action. A noi, sinceramente parlando, ci è sembrato più una versione esasperata di un RTS. Il tempo (o il turno se preferite) è dettato dalla presenza di una timeline. Il porting su console è riuscito alla perfezione, anche se non vi sono contenuti aggiuntivi e/o inediti dedicati a questa release. Doveroso segnalare la presenza di una localizzazione “quasi” completa in italiano, che vede la presenza di sequenze filmate sub-ita.
Se volete farci compagnia vi invitiamo nella lettura della nostra recensione di John Wick Hex, titolo, vi ricordiamo, giocato su console PS4. Buona lettura.
UNA PERICOLOSA PARTITA A SCACCHI
Iniziamo la nostra recensione PS4 di John Wick Hex parlando, come di consueto, dell’aspetto gameplay. Come vi anticipavamo all’inizio, il gioco si presenta come uno strategico a turni. Il concetto di turno è scandito dalla presenza di una timeline che, quasi come un metronomo, indica a chi tocca fare la mossa. Dovete immaginare il gameplay come una partita a scacchi. Ogni volta che tocca a noi, il mondo di gioco entra in uno stato sospeso in attesa di una nostra decisione, attaccare o muoverci.
Se seguiamo il nostro istinto da killer, possiamo decidere se eseguire attacchi fisici o utilizzare la nostra inseparabile arma. Tutto dipende dalla distanza e dalla tipologia di nemico. Nemici lontani aumentano la possibilità di fallire il bersaglio, al tempo stesso nemici corazzati sono difficili da buttare giù a mani nude. La situazione non sempre volge a nostro favore per cui bisogna anche saper evitare pericoli. Oltre al classico spostamento possiamo anche utilizzare il rotolamento, comodo per spostarsi velocemente dietro ai ripari ma con uno spettro di movimento limitato.
Attacchi e schivate vengono influenzati dal livello di concentrazione. Questo rappresenta una variabile da non sottovalutare, anche perché influenza fortemente il gameplay in John Wick Hex. La precisione della mira, l’efficacia nel corpo a corpo e la nostra capacità di schivare dipendono, infatti, dal livello di concentrazione. Quando questo si esaurisce diventate dei bersagli facili.
La componente strategica, a nostro avviso, è quella che emerge maggiormente nell’economia del gameplay di John Wick Hex. La parte action è subordinata alle nostre azioni al punto che a ogni nostra scelta il gioco si blocca e resta in attesa di un feedback. Nel tempo questo innovativo sistema rischia di diventare un vestito troppo stretto, anche per via dell’incapacità di offrire “cose nuove”.
DE GUSTIBUS
Seguire lo spirito guida di John Wick Hex non è cosa facile, e questo aspetto traspare nella nostra recensione per PS4. Le criticità non riguardano solo il gameplay e la sua fisiologica ripetitività. Ci sono anche delle perplessità circa la grafica e il design scelto. Ovviamente questi, come il titolo della sezione anticipa, sono delle considerazioni che vengono dal gusto personale di chi scrive. Non restano, però, fini a se stesse, visto che colori e grafica inficiano sull’esperienza utente finale, e, quindi, sul gameplay.
Bithell Games, forte della licenza ufficiale del franchise concessa da Lionsgate, si lancia nel racconto del prequel del primo capitolo, disegnando un John Wick taciturno e dark. In parole povere Baba Yaga, che in russo significa “L’uomo nero”. Era questo il soprannome del protagonista del gioco prima degli eventi che sconvolgeranno la sua vita. La scelta cromatica, sotto questo punto di vista, rispecchia fortemente il carattere della versione cinematografica di John Wick.
Vengono preferiti colori scuri e dark, esaltati da punte cromatiche di rosso e viola. Chinatown, il primo stage del gioco, ne è praticamente permeata da questi ossimori cromatici. Sebbene all’inizio profumino di “stiloso”, nel corso del gameplay stancano molto l’occhio. Il ritmo del gioco non aiuta a superare questo ostacolo visivo, anzi lo esalta ulteriormente. Le continue interruzioni, volte a favorire le nostre scelte, diventano molto presto fastidiose e non gradite.
Oltre allo stile cromatico anche la scelta del design lascia delle riserve. Piace l’idea di sviluppare il gioco come se fosse un racconto a fumetti. La scelta di utilizzare il comics, anche come stile di design, poteva funzionare. Le animazioni, però, penalizzano la scelta operata. I movimenti dei personaggi sono decisamente robotici, non evidenziando in alcun modo la vena action del gioco. Forse è anche per questo motivo che viene fuori solo l’aspetto strategico del gioco, trasformandolo in un bizzarro esperimento RTS. Come vi abbiamo detto, de gustibus.
PERCHÉ UNO STRATEGICO E NON UN ACTION PURO?
Vogliamo concludere la nostra recensione PS4 di John Wick con una nostra ultima considerazione personale sul gameplay. Un videogioco, senza distinzioni tra indie e non, segue una filosofia ben precisa. È una scelta progettuale che diventa poi una carta d’identità del gioco stesso. Nei primi istanti di gameplay si decide se aderire o meno a quella filosofia. I tutorial iniziali servono proprio a questo, introdurre al videogioco e alle scelte progettuali operate.
Noi, purtroppo, queste scelte non le abbiamo condivise. Non l’abbiamo fatto nella misura in cui, probabilmente, non le abbiamo capite fino in fondo, o perché troppo legati all’immaginario cinematografico dietro il gioco. Il problema è che se ti promuovi come il videogioco ispirato al franchise John Wick, sorge un obbligo morale nel rispettare i valori che la pellicola porta con sé. Il personaggio stimola action, violenza, rabbia, vendetta, disperazione e anche una piccola dose di follia. Ne abbiamo trovati solo alcuni e i più importanti sono rimasti nella pellicola.
Non è facile costruire un videogioco che riesca a ereditare e al tempo stesso stimolare l’immaginario cinematografico. Il problema è che la gente se lo aspetta, altrimenti, al posto di John Wick, poteva esserci un personaggio qualunque. Sicuramente un taglio decisamente più action, aiutato, magari, dalla presenza di sequenze bullet-time, poteva richiamare a sé lo spirito di John Wick.
C’è poca violenza e poco sangue e questa scelta “buonista” stona molto con il leitmotiv del franchise originale. John Wick chiama, “ogni 3×2”, kg di proiettili e tante sane botte in stile ju jitsu. John Wick risponde, erogandole previa nostra scelta, innestando un ciclo che ben presto finisce con la parola noia.
COMMENTO FINALE
Ebbene siamo arrivati al momento dei saluti di rito, tirando le somme di quella che è stata la nostra esperienza con John Wick Hex. Il gameplay è quello che non ti aspetti. Arrivando dalle gesta cinematografiche, troviamo un Keanu Reeves, versione Baba Yaga, che prima di picchiare ed erogare kg di piombo entra in uno stato sospeso, in attesa di una nostra decisione. Questo genere di approccio, che lo si classifica come action RTS, inizia con l’essere originale ma ben presto mostra la sua incapacità di rinnovarsi.
Non abbiamo apprezzato questo genere di soluzione e molto probabilmente, in tutto questo, ha pesato il nostro passato da cinefili. Ti aspetti azione, violenza e sequenze ad alto contenuto emotivo. La scelta di giocare una partita a scacchi, dove le nostre uniche mosse sono “attacca o muoviti”, ci è sembrata un vestito un po’ troppo attillato. Il level design e lo stile grafico utilizzato sono interessanti ma la scelta dei colori, il più delle volte, appesantisce il fattore divertimento. Descrivere l’insoddisfazione, dopo un esperienza videoludica, non è per niente facile. Ma lo dobbiamo fare, per voi e per gli sviluppatori.
Pregi
John Wick Hex si presenta come action RTS, originale e anacronistico rispetto ai "valori" richiamati del franchise cinematografico. L'originalità la si vede nel design grafico scelto, realizzando "quasi" un fumetto veicolato da scelte cromatiche talvolta piuttosto bizzarre. Le intenzioni erano buone ...
Difetti
... ma la realtà presenta un gameplay che, superato il momento iniziale, scade nella monotonia. La componente action si muove all'ombra di quella RTS trasformando il gioco in uno strategico a tutti gli effetti. A qualcuno magari potrà anche piacere ma poteva chiamarsi anche in un altro modo, non per forza John Wick.
Voto
7-