Exoplanet: First Contact, anteprima
Atterriamo su K’Tharsis per provare un "nuovo" rpg open world sulle orme di Gothic
Gli open world sono uno dei generi più amati dai videogiocatori perché possono garantire ore ed ore di divertimento senza mai stancare. Lo sviluppatore indipendente Alersteam ha deciso di accettare la sfida creando un gioco di ruolo che si allontana dalle atmosfere fantasy per passare al meno consueto connubio tra fantascienza e western. Exoplanet: First Contact si basa in realtà su un progetto ancor più ambizioso che pone l’ambientazione come base per futuri sequel. In accesso anticipato su Steam dal lontano 9 dicembre 2016, l’anteprima di oggi si basa sull’ultima build rilasciata a settembre del 2019.
Non ci resta che augurarvi una buona lettura.
LANCIARE IL GUANTO
Possiamo dirlo senza mezzi termini: creare un gioco di ruolo open world è una sfida tanto ambiziosa quanto pericolosa. Il mondo di gioco deve essere coerente, variegato e pieno di cose da fare. Deve tenersi lontano il più possibile dalla ripetitività insita nella nicchia a cui fa riferimento, e deve fornire un grado di sfida scalabile ma appagante. Si tratta di quindi di un compito assai difficile, quasi titanico se parliamo di software house indipendenti le cui risorse sono esigue.
Alersteam ha deciso di solcare i sentieri di un’iconica serie famosa proprio per il suo essere open world, Gothic. E i richiami ci sono tutti a partire dalle fazioni avverse, l’inquadratura, persino lo stile di combattimento. Non che questo sia un male e anzi, dopo aver trascorso un po’ di tempo su K’Tharsis, le sensazioni sono positive. Ma c’è ancora molta strada da fare per arrivare alle pendici d’una montagna difficile da scalare.
SERVIMI IL WHISKY IN UN BICCHIERE SPORCO
Siamo la fotocopia non originale di un Han Solo, la perfetta canaglia cattiva fuori ma tutto sommato dolce all’interno. Dato che per mantenersi un contrabbandiere deve accettare un po’ di tutto, l’incarico di trasportare un equipaggio su un pianeta sembrava un compito fin troppo facile. E infatti poco prima dell’atterraggio su K’Tharsis verremo detronizzati dal comando della nave e sbalzati fuori in mezzo al nulla. Dato che le cattive notizie arrivano sempre tutte insieme, sopravviviamo solo per essere rapinati appena “discesi” su questa landa dimenticata da varie divinità.
Questo è in due parole il racconto di Jack Sharp, protagonista di questi sfortunati eventi e personaggio che controlleremo durante il corso dell’avventura. Il nostro obbiettivo, oltre quello di riprenderci la nave, è quello di capire perché ci hanno fatto questo e già che ci siamo fargliela pagare.
SOLI E DISPERSI
Finite le spiegazioni saremo lasciati quasi del tutto a noi stessi, fatta eccezione per una serie di indicazioni circa i comandi di gioco. Ci si guarda in torno con il mouse, ci si muove con la combinazione W/A/S/D, si combatte con entrambi i tasti del mouse. La scheda del personaggio è un po’ scarna, e oltre all’inventario propone una serie di indicatori relativi a fame, sete, energia.
Questo perché oltre ad esplorare e vivere avventure, Jack dovrà fare anche sostentarsi e questo aggiunge anche lo strato “survival” all’esperienza. Le aree che visiteremo potrebbero non essere esteticamente accattivanti, ma dobbiamo considerare che ci troviamo in un’area completamente desertica e il senso di “verticalità” è stato oggetto di particolare cura.
Oltre agli umani potremo incontrare anche una razza indigena del pianeta, che ci ha ricordato da vicino i particolari “Chasch” del Ciclo di Tschai di Jack Vance, una serie di libri molto amati da chi redige questo articolo.
Sia gli umani che gli “outcast”, la razza indigena, godono di una discreta caratterizzazione anche se il dettaglio grafico e le animazioni sono ridotte al minimo. È chiaro che in questa fase lo sviluppatore abbia puntato tutto sul gameplay piuttosto che sulla parte prettamente estetica.
Per quanto riguarda le linee di dialogo invece siamo su livelli soddisfacenti, visto che sono tante e molto diverse. Dialogando con personaggi anche secondari si apprendono informazioni sulla lore di gioco, sidequest e utili consigli sulla sopravvivenza. Al momento è tutto in inglese e non abbiamo notizie circa la possibile introduzione di altre lingue.
IL MIO FIDATO FUCILE
Un gioco di ruolo che si rispetti deve avere un sistema di combattimento che funziona, sia esso a turni o in tempo reale. In effetti è sempre stato il tallone d’Achille di Gothic e dei suoi successori. Dato che Exoplanet segue il solco tracciato da Piranha Bytes, soffre purtroppo degli stessi punti deboli con altre aggravanti.
Le animazioni in combattimento sono lente, legnose ed imprecise. I nemici invece sono veloci e letali, tanto che mentre noi attacchiamo con un fendente loro ci hanno già colpito due o tre volte. A distanza la situazione è ancora peggiore visto che il nemico ha munizioni infinite e non deve mai ricaricare. Questi sono fattori su cui lo sviluppatore dovrà intervenire quanto prima perché rovinano l’intera esperienza, Obbligano di fatto i giocatori a continui “save&reload” o a sfruttare il movimento laterale creando una sorta di girotondo infinito che spesso si traduce in una frustrante dipartita.
A questo si aggiungono le volte in cui si continua a cliccare ma non si colpisce dando la possibilità a creature anche minuscole di mandarci a tappeto. Anche l’intelligenza artificiale andrà rivista perché fatta eccezione per gli scontri a distanza, tutte le creature non fanno altro che attaccare frontalmente senza alcuna tattica. Ci aspettiamo notevoli miglioramenti su questi aspetti nelle prossime build, visto che ad oggi rovinano un’esperienza altrimenti divertente.
COMMENTO FINALE
Creare un gioco di questa portata non è affatto semplice, quindi è più che giusto dare tempo ad Alersteam per migliorare ed ampliare un prodotto che qualcosa da dire ce l’ha. Perché Exoplanet è molto interessante.
Ci sono molte linee di dialogo, l’esplorazione è interessante e tutto sommato appagante, la meccanica “survival” seppur base aggiunge un ulteriore livello di profondità. Da rivedere abbiamo il sistema di combattimento che al momento risulta insufficiente e la stessa intelligenza artificiale.
Il potenziale c’è tutto, quindi non vediamo l’ora di scoprire quali altri insidie ci aspettano nella nostra avventura su K’Tharsis.