Deliver Us To Moon, la recensione PS4
La Luna non è mai stata così vicina
Questa volta, con la nostra recensione di Deliver Us To Moon, portiamo voi e la vostra console PS4 sulla Luna, vivendo un viaggio assolutamente originale. Sull’originalità di questa avventura immersiva ne siamo certi. Il merito va all’ottimo lavoro svolto dal team olandese Keoken Interactive. Non solo riescono a realizzare un porting che graficamente regge il confronto con la versione Pc.
Apprezziamo, l’impegno nel localizzare il gioco in italiano. Questo non riguarda solo i classici sottotitoli ma anche degli elementi grafici come ritagli di giornale, palmari, disegni e scritte sulla lavagna. Molte grazie per aver pensato anche ai “nostri” giocatori.
La software house, oltre a integrarlo degli ultimi dlc usciti (senza farvi spendere altri soldi), riescono a ritagliarsi la loro fetta di visibilità in un genere che ultimamente è tanto “trafficato”. Di avventure immersive, senza nulla togliere ad altri, ne abbiamo un certo know-how. Vi abbiamo portato in Norvegia con Draugen e fatto provare un’esperienza da brividi con Infliction. Adesso vi tocca fare i bagagli e prendere dall’armadio la vostra tenuta da astronauta.
A distanza di oltre cinquant’anni dal primo sbarco dell’uomo sulla Luna, i prossimi a correre sul bianco deserto sarete voi, anche perché non sarà una passeggiata. Il destino della vita sulla Terra dipende da voi. La nostra recensione PS4 di Deliver Us To Moon è pronta per il decollo.
CI RESTANO SOLO 12 ANNI
Iniziamo la nostra recensione della versione per console PS4 di Deliver Us To Moon con una domanda bizzarra ma non anacronistica: tra quanto tempo finiranno le risorse energetiche sulla Terra? Probabilmente Greta Thunberg è più preparata di noi su questo argomento ma anche quelli di Keoken Interactive non scherzano mica.
Il publisher Wired Productions, attraverso il managing director Leo Zullo, raccontava, all’indomani del lancio della versione Pc, forniva una risposta alla nostra domanda piuttosto eloquente.
Ci restano solo 12 anni per poter salvare il pianeta da un cambiamento climatico irreversibile: l’incredibile storia ideata da KeokeN non potrebbe essere più attuale di così. Il 2019 segna mezzo secolo dall’atterraggio sulla Luna, una grande celebrazione sia per l’esplorazione spaziale che per la corsa alle stelle – alimentata innanzitutto dallo sfruttamento – portata avanti delle imprese private.
In queste frasi viene sintetizzata l’idea alla base di Deliver Us To Moon. Gli abitanti della Terra nel 2032, vedranno la Luna come unica fonte di energia. Si chiama Helium-3 e viene estratto dal cuore del bianco satellite terrestre. Attraverso una rete di trasporto altamente ingegnerizzata, l’MPT, viene trasferito sulla Terra, saziando il fabbisogno terrestre.
Tutto filava liscio, ma il destino non lascia conti in sospeso. Nel 2054 l’MPT si spegne, lasciando la Terra al buio. Tocca a voi adesso riaccendere la speranza. Un’ultima missione, un ultimo viaggio.
Questa volta non abbiamo iniziato parlandovi di gameplay, ma abbiamo evidenziato il valore culturale di un videogioco. Nelle prime 25 parole della nostra recensione vi abbiamo detto di come Deliver Us To Moon riusciva a essere originale, anche in un genere, quello delle avventure immersive, denso di idee inedite. Gli olandesi di Keoken Interactive non inventano nulla. Fotografano la situazione attuale, proiettandola nel futuro.
Di questo gliene diamo atto, e lo riteniamo uno tra i videogiochi più interessanti usciti sinora in questo 2020. Non sarà di certo tra i GOTY, anche se la mano sul fuoco non ce la metteremmo.
GUARDA CHE LUNA
Non ci vuole un grande sforzo di immaginazione per capire che la location principale degli eventi narrati in Deliver Us To Moon sarà la Luna. Togliendo una prima parte in cui farete giusto in tempo a salutare la vostra amata Terra (o forse è meglio dire Deserto), il resto sarà sabbia bianca e basi tecnologicamente avanzate. Fortuna vuole che non sarete soli in questa triste avventura.
A farvi compagnia ci sarà l’ASE, un drone in grado, tra le altre cose, di immagazzinare e riprodurre ricordi passati. Grazia a lui scoprirete, base dopo base, cosa è successo alla rete MPT e agli abitanti della colonia lunare.
Vivrete questa avventura immersiva in prima e in terza persona. Sarà il gioco a decidere la visuale migliore per la situazione che andrete ad affrontare. Il gameplay di Deliver Us To Moon si comprende sin da subito e diventa ricorsivo nel corso del gioco. Ripristinare l’energia delle varie basi e avamposti, talvolta risolvendo anche dei puzzle ed enigmi. Per evitare di finire nel vortice della monotonia, oltre a inserire diverse sequenze cinematiche, vi è concesso di farvi un giretto sulla Luna.
Vi sono diversi moduli lunari che potrete utilizzare per spostarvi sul bianco deserto. Sorprende nel vedere come la guidabilità dei mezzi sia estremamente realistica e ben curata. Solitamente questo aspetto viene tralasciato nei giochi in cui il core business non è la guida.
Non mancheranno situazioni da vivere “col fiato sospeso”, non solo in senso figurato. In più di un’occasione rimarrete a corto di ossigeno e dovrete trovare il modo per rifornirvi. Ci gioca molto su questa “bastarda” situazione Keoken Interactive, in grado di offuscare le nostre capacità di ragionamento.
Man mano che andrete avanti, il level design si complicherà sempre di più fino a raggiungere nel suo climax. Era un po’ che mancava un disarmante colpo di scena finale in un videogioco.
COINVOLGERE È UN’ARTE
Vogliamo concludere la nostra recensione PS4 di Deliver Us To Moon parlandovi dell’arte del coinvolgimento emotivo. I videogiochi si sa, riescono a prenderti e portarti dove vogliono, e questa volta è stato il turno della Luna. Siamo diventati astronauti e ora possiamo annoverare nel nostro curriculum conoscenze di astrofisica e viaggi spaziali.
Per riuscire a generare dei feedback emozionali così forti si agisce sulla nostra sfera sensoriale. Tradotto, in termini di gaming: grafica, audio e vibrazioni.
L’Unreal Engine è il motore grafico scelto dagli sviluppatori olandesi. Possiamo scegliere, tra le opzioni, se prediligere la risoluzione agli FPS anche se è piuttosto scontato rivolgere le nostre attenzioni alla prima delle due. Il level design è sicuramente apprezzato vista la sapiente gestione di luci e ombre. Il colpo d’occhio fornito durante le passeggiate sul suolo lunare è mozzafiato (perdonate il nostro homour).
Dispiace solo nel vedere frequenti e importanti cali di frame che terminano anche dei freeze. Questi si verificano spesso in occasione dei salvataggi automatici, quelli finalizzati ai checkpoint. A lungo andare da piuttosto fastidio vederli, anche perché rovinano l’atmosfera.
Non vi è una colonna vera e propria e, al suo posto, suoni sordi e cupi, intervallati da strepitii tecnologici, ne prendono l’eredità. Molto interessante è la ricostruzione del “vuoto” lunare. Quell’assenza di suoni, interrotta dai battiti del cuore e flebili passi sulla sabbia bianca, genera delle sensazioni vere. Sembra “quasi” di essere lì e immaginare cosa si prova, nel bene e nel male.
Fa parte del gioco se, nel correre verso la prossima riserva di ossigeno, arrivate anche voi con il fiato corto. Significa che Keoken Interactive ha fatto un buon lavoro.
La cosa che, invece, ci lascia piuttosto perplessi è la gestione delle vibrazioni e quindi del feeling tattile. A volte il motorino vibrante sembra andare a “casaccio”. Completamente assente durante il decollo e la partenza verso la Luna, diventa, talvolta, intenso in situazioni da gameplay “tranquilli”.
Nell’economia del gioco questo sa un po’ di confusione, parola pericolosa quando si parla “videogioco immersivo”.
COMMENTO FINALE
Siamo tornati sulla Luna grazie alla recensione PS4 di Deliver Us To Moon e sinceramente non si stava male a 384.400 di distanza dalla Terra. Keoken Interactive ci regala, dopo la versione Pc, un porting del suo gioco che non perde molto in qualità generale. La localizzazione in italiano lo rende fruibile e accessibile a tutti. Il gameplay, mostra delle meccaniche ricorsive che culminano, quasi sempre, con dei momenti di emotività.
I colpi di scena non mancheranno e serviranno a interrompere momenti di potenziale monotonia. L’Unreal Engine fa il suo lavoro anche se vi sono vistosi cali di frame e freeze. Avrete più occasioni per compiere il famoso “Moonwalk”, anche se non saranno passeggiate di piacere. Il tempo scorre inesorabile e la Terra ha bisogno di voi.
Tic Tac aspiranti “Neil”.
Pregi
Una storia originale, con degli spiccati elementi di attualità, rappresenta la cornice perfetta per questo viaggio sulla Luna. L'Unreal Engine dimostra ancora una volta di essere il catalizzatore perfetto per la parola immersione...
Difetti
... anche se talvolta scade in paurosi cali di frame e freeze. Il gameplay è nel suo complesso interessante ma presenta delle dinamiche ricorsive che vengono salvate solo da filmati e colpi di scena.
Voto
8