My Friend Pedro approda su console PS4 e noi siamo pronti per proporvi la nostra recensione. DeadToast Entertainment e Devolver Digital, dopo le positive esperienze Pc, Switch e Xbox One, decidono di far divertire anche gli utenti della console Sony. Una storia curiosa quella legata alla nascita di questo gioco.
MFP: My Friend Pedro era il nome di un browser game, sviluppato in Adobe Flash da DeadToast Entertainment. Venne lanciato nel 2014, sotto l’ala protettrice di Adult Swim Games, e subito riuscì a farsi apprezzare per il suo stile molto originale. Attingendo dai film d’azione, il gioco presenta al suo interno sequenze realizzate in bullet time e tanta violenza gratuita.
Volendo includerlo in un genere ben definito, possiamo dirvi che My Friend Pedro rientra negli Shoot ’em up, anche se il meta è quello tipico di un platform. Ed è proprio questa la vera “chicca” del videogioco. Sembra di giocare a un classico platform con dei momenti di pura follia e violenza gratuita. Si passa dal saltare da una piattaforma all’altra e si arriva al fare una carneficina.
Beh, forse Super Mario e Sonic, stanchi di saltare e collezionare funghi e anelli, hanno “dato di matto” e hanno deciso scatenare la vena creativa dietro il lavoro di DeadToast Entertainment. Si tratta ovviamente di una folle supposizione, sia ben chiaro, ma pensarlo ci diverte. In fondo, My Friend Pedro ispira “idee strane”, e la nostra recensione per console PS4 seguirà questo flusso.
GAMEPLAY DI ORDINARIA FOLLIA
Abbiamo tentato di non far risucchiare nel vortice di follia di My Friend Pedro, sia console PS4 che recensione. Non vi nascondiamo che i BPM del nostro cuore da gamer hanno viaggiato su ritmi molto alti. Tutto merito dell’ondata di frenesia che caratterizza il gameplay del videogioco, con una vena action in cui scorre adrenalina a fiumi. La dichiarazione di intenti (o di guerra, se preferite) è chiara sin dai primi frame di gioco. Un gameplay semplice, con pochi comandi e poche pretese a livello mnemonico. D’altro canto servono prontezza di riflessi, sangue freddo e una buona dose di creatività.
Il livello di difficoltà di My Friend Pedro è progressivo. Andando avanti con i livelli, questo si alza sempre di più. In particolare, è il level design a complicarsi sempre di più, aggiungendo enigmi e puzzle. I nemici aumentano in numero e l’IA diventa “più cattiva” man mano che ci addentriamo nella insana e folle storia.
Il comparto narrativo svolge un ruolo marginale ai fini dell’esperienza di gioco. Anche se il gioco non è localizzato in italiano, i fumetti in lingua inglese sono di facile comprensione. Per quel che serve My Friend Pedro racconta una storia di vendetta, dove un signor qualunque, aiutato dalla sua coscienza, decide di fare una carneficina tra i cattivi di turno.
Pinocchio aveva il grillo parlante che forniva validi consigli al famoso burattino di legno. Il nostro protagonista da retta a una banana che si chiama Pedro. Più che da coscienza funge quasi da amico immaginario e appare ogni tanto per fornire dei “discutibili” consigli sul da farsi. La presenza della banana è, in ogni caso, un tocco artistico di pregevole fattura.
SI RIVEDE IL BULLET TIME
Finalmente si rivede il bullet time in un videogioco. My Friend Pedro, ricalcando i fasti di Max Payne e Bulletstorm, riporta in auge questa tecnica presa in prestito dal mondo del cinema. Tutti ricorderanno la famosa scena in cui Neo schiva i proiettili nel primo episodio di Matrix. Anche il nostro protagonista si diverte a schivarli a modo suo, con capriole e piroette come un vero ballerino di break dance. Molto divertente sia da vedere che da praticare in gameplay.
Oltre a schivare pallottole dobbiamo anche dar voce alle nostre bocche di fuoco. L’arsenale che potete utilizzare in My Friend Pedro è piuttosto ampio e fornito. Vi sono delle armi che possono essere utilizzate singolarmente come fucili a pompa e d’assalto, e altre che possono essere utilizzate in coppia come pistole e mitra. Il vantaggio in gameplay è piuttosto soggettivo.
L’arma singola è senza ombra di dubbio più potente ma può agganciare un solo bersaglio per volta. D’altro canto la doppia arma ha una potenza inferiore ma permette di uccidere cattivi in sincrono.
In tutto questo il bullet time funge da benzina sul fuoco. Rallentando l’azione potete esibirvi nella vostra danza della morte, fatta di schivate e kill spettacolari. Occhio al contatore delle combo, che deve sempre avere un moltiplicatore attivo. Quanto più sceniche saranno le vostre performance da killer tanto più si alzerà quel numerino accanto al “X”. Questo vi servirà a fine livello, quando verrà valutata la qualità della vostra carneficina.
UN LEVEL DESIGN ORIGINALE
Come vi abbiamo anticipato nella parte iniziale della nostra recensione PS4 di My Friend Pedro, non siamo d’accordo sull’etichettarlo come Shoot ’em up. Sia ben chiaro, gli elementi per uno sparatutto ci sono tutti e non ne manca nessuno all’appello. DeadToast Entertainment richiede,però, anche un po’ del nostro genio creativo e non solo quello da killer.
Il design dei livelli è tematico e rispecchia una zona particolare della città. Bellissima è l’ambientazione dei “dipendenti da videogiochi”, originale per come è stata resa a livello metaforico. Lo stile si riflette anche sul design dei personaggi, con una resa finale molto originale. Non reputatele delle piccolezze, anche perché è dai dettagli che si coglie il meglio di un videogioco.
Il nostro personaggio non si limiterà solo a vomitare proiettili ma dovrà anche utilizzare la sua materia grigia. Andando avanti con la storia, i livelli si complicheranno sempre di più. Troverete delle situazioni enigmatiche con porte e interruttori temporizzati, collegati a piattaforme ed ascensori. I vostri proiettili, talvolta, serviranno anche per premere pulsanti e abbassare leve, oltre che a generare morte e distruzione.
Il meta, a grandi linee, è piuttosto omogeneo nel corso della storia. Ogni sezione della storia culmina con un livello il cui gameplay è slegato dalle logiche abituali. Un salto nel vuoto, cercando di ammazzare babbo natale, è una cosa non capita tutti i giorni di vedere.
NON ESISTE UNA SOLA SCELTA
La nostra recensione della versione per console PS4 di My Friend Pedro si avvia verso le battute conclusive. Vogliamo, prima di lasciarci, spendere due parole su un aspetto che ci ha lasciato piacevolmente stupiti. Di solito in un videogioco si è guidati nel fare una cosa in un determinato modo. Ti ci porta il level design, il dialogo con un personaggio, o anche il gameplay stesso. Trattandosi di un software, in un gioco la nostra libertà di scelta ha dei confini delineati.
Nonostante My Friend Pedro sia un gioco con un grado di complessità piuttosto basso, gli sviluppatori hanno inserito numerose variabili in-game. Detto in parole più semplici: per fare la stessa cosa potete seguire molte strade.
La stessa sequenza di gioco può essere svolta con una carrucola, con uno skateboard oppure correndo all’impazzata. Potete far fuori un cattivo con un colpo di pistola, facendo esplodere un barile, oppure dando un calcio a una pentola, con un bel tiro diretto “all’incrocio degli occhi”.
Questa scelta operata da DeadToast Entertainment ha reso possibile eliminare il fattore ripetitività. Non essendo un gioco con una storia e una trama forte alla spalle, si punta tutto sul gameplay puro. Un platform, seppur con un forte carisma action, a lungo andare “stufa”. Con questa varietà, difficilmente vi annoierete in My Friend Pedro.
COMMENTO FINALE
DeadToast Entertainment fa provare momenti di insana follia, con il suo My Friend Pedro, anche agli utenti PS4. Ancora una volta, la formula per il divertimento si trova nella semplicità. Bisogna dire che le operazioni di porting non hanno patito alcuna perdita a livello di gameplay (e nemmeno guadagni dal punto di vista grafico). Ancora una volta Unity si presta in favore degli indie, mostrandosi come un engine elastico e non troppo pesante.
Pallottole e violenza in quantità industriali sono i due capisaldi del gioco. Il level design, invece, riesce nell’ardua sfida di scacciare i cattivi pensieri della ripetitività. La formula del meta funziona a due velocità, riuscendo ad accelerare e decelerare il gioco quando serve.
Anche se la storia funziona un po da cornice, la localizzazione in italiano poteva essere un ulteriore valore aggiunto. Nonostante questo, l’esperienza generale di gioco è stata, nel suo complesso, molto positiva. Non ci resta che attendere il secondo capitolo.