Tra i generi videoludici di riferimento assoluto, il platform è uno di quelli sicuramente più seguiti e apprezzati globalmente. Nonostante ci sia qualche controversia per quanto concerne il “capostipite” assoluto del genere, tutti concorderanno che il primo proto gioco di piattaforme in chiave moderna è stato Donkey Kong, pubblicato nel 1981 da Nintendo. Il primo titolo che, in sostanza, consentiva di saltare da una piattaforma all’altra e che introdusse Jumpman, personaggio che oggi, semplicemente, chiamiamo… Mario! Ed è proprio a questo genere che Pode, il titolo di cui parleremo in questa recensione, appartiene. Ma, nonostante l’appartenenza di facciata, il titolo sviluppato e pubblicato dalla software house indipendente norvegese Henchman & Goon sulla piattaforma Steam, ma già approdato in precedenza su altri sistemi, sarà focalizzato in larghissima parte sulla risoluzione di enigmi “fisici”, che lo fanno de facto “strabordare” dai “semplici” limiti del genere.
TRAMA
Pode è un gioco d’avventura, fortemente influenzato dai canoni dei giochi di piattaforme, ma non “limitato” ad essi. Il titolo vedrà sostanzialmente una roccia e una stella caduta collaborare per risolvere rompicapi ed enigmi in un’ambientazione meravigliosa ispirata all’arte, al folklore e alla cultura norvegesi. I due protagonisti, Bulder e Glo, nel loro viaggio che li condurrà all’interno di una montagna magica e misteriosa, il monte Fjellheim, esploreranno le rovine di un’antica civiltà perduta.
L’obbiettivo dei due? Semplice: aiutare la stella a ritrovare la via di casa, raggiungendo la sommità del monte per far crescere un altissimo albero che potrà aprire una via per il cielo. Per farlo, l’improbabile duo dovrà raccogliere, livello dopo livello, dei boccioli che serviranno per far spuntare dal terreno l’altissimo fusto dell’albero. Una linea narrativa non particolarmente elaborata ma che, complice anche una riuscitissima estetica ispirata visibilmente al mondo delle favole, sarà coerentemente capace di fornire sufficiente motivazione per aiutare il duo nel completare la missione.
GAMEPLAY
Come detto, Pode è sì un gioco di piattaforme da un punto di vista meramente meccanico, ma intervallato da un alto numero di puzzle di stampo fisico da risolvere. Enigmi che, in un voluto (e tendenzialmente riuscito) dissidio concettuale con la rilassatezza dei colori, dei temi e dei messaggi del gioco, in linea di massima saranno tutti o quasi impegnativi. Un impegno che aumenta gradualmente col passare del tempo, in una curva di difficoltà saggiamente dosata anche se alle volte improvvisamente acuita dalla cripticità di alcuni rompicampo, sino a toccare il suo culmine nelle fasi finali di ogni stage, dove ci si parerà innanzi un puzzle solitamente complesso da risolvere.
L’intera esperienza ludica, al momento unicamente rappresentata dalla campagna, si attesterà tra le 5 e le 10 ore di gioco al massimo. Gli enigmi sono importanti in un titolo che è sostanzialmente costruito su di un’area di riferimento, da cui potremo accedere agli otto stage complessivi. Come detto, l’intera avventura si svolgerà nel ventre del succitato monte, con ogni livello che sarà sostanzialmente una grotta dai colori e dai “profumi” differenti.
Al momento, il titolo offre unicamente una modalità campagna che, oltre alla mera prosecuzione della la linea narrativa preimpostata, non offrirà grandi divagazioni sul tema, se non alcuni oggetti da collezione che potranno essere raccolti. In sostanza, una volta conclusa la campagna, Pode non offrirà granché in termini di mera rigiocabilità.
Ludicamente parlando, è bene sottolineare che Pode supporterà il cooperativo locale, sia quello online attraverso la comoda funzione “Remote Play Togheter” di Steam. Il titolo è sostanzialmente creato appositamente per esser giocato in coppia, data la complessiva semplicità meccanica di comando dei personaggi, e la natura stessa degli enigmi di cui il gioco è costellato, studiati appositamente per due.
Gran parte delle sfide, richiederanno non solo una collaborazione fisica fra i due personaggi, come ad esempio il “saltarsi in testa” per riuscire a superare uno scoglio specifico, ma anche l’utilizzo delle abilità speciali dei protagonisti: con la semplice pressione di un tasto, la stella riuscirà a far ricrescere la flora in ogni ambiente, mentre la roccia farà sorgere minerali di varia natura, forma e grandezza dal terreno.
TECNICA ED ARTE
Artisticamente il titolo di Henchman & Goons offre sicuramente uno spettacolo degno di nota, con colori spessi e che passano dal vivace al cupo mantenendo una certa coerenza stilistica e senza “esagerare” mai. Un dualismo “colore e assenza di colore” che si ripete in ogni aspetto o quasi della complessiva realizzazione estetica, a partire dal binomio stella luminosa/roccia, che si traslerà anche all’ambiente, dominato dal duopolio piante/minerali.
Nonostante una generale complessità tecnica di poco conto, Pode poggerà su delle buone basi ma non sarà esente da alcuni limiti. A partire da una performance un po’ ballerina, su di una configurazione di media/alta potenza, a livello di fluidità, alle volte a singhiozzo anche in situazione che, a colpo d’occhio, non sembrano particolarmente intense per quanto concerne gli elementi presenti su schermo.
Altro neo è rappresentato dalla telecamera del gioco. Alle volte, infatti, va fuori posizione. Questo renderà alcune sezioni platform/alcuni enigmi più complicate del previsto proprio per un non azzeccatissimo posizionamento della visuale. Un plauso, invece, alla sezione più squisitamente musicale e sonora del titolo. Per quanto riguarda gli effetti sonori, essi saranno di ottima qualità generale e coerenti con la “morbidezza” che trasuda il titolo. E lo sono sia per quanto concerne l’ambiente, sia per tutti gli altri suoni tra cui quelli emessi dai due protagonisti.
Nei riguardi delle tracce musicali, queste provengono da uno dei migliori compositori dell’industria videoludica in circolazione, Austin Wintory, di già realizzatore del comparto di giochi quali Journey, The Banner Saga ed altri. Inutile sottolinearne la qualità elevatissima e la ragguardevole originalità compositiva.
COMMENTO FINALE
Pode è un gioco sicuramente pregevole. E questa dote aumenta a dismisura anche grazie alla sua natura specificatamente studiata per il gameplay cooperativo. Gameplay cooperativo fruibile sia in locale, sia attraverso il “Remote Togheter” di Steam.
Ad un comparto artistico generale ben realizzato, si adagia un comparto ludico divertente e impegnativo, anche se non propriamente longevo. Il tutto, incorniciato da un settore tecnico buono ma non eccezionale. Un platform che non è un platform, costellato di tanti enigmi: una variazione sul tema, anche grazie alla possibilità di cooperare con un altro giocatore.
Pregi
Una fiaba platform colma di enigmi. Artisticamente pregevole. Cooperativo locale o tramite "Remote Togheter". Colonna sonora di altissimo livello.
Difetti
Poco longevo. Tecnicamente imperfetto. Alcuni puzzle troppo "criptici".
Voto
7,5