Gli aspetti che costituiscono un buon dungeon crawler sono un inventario, tanti livelli pieni di mostri, loot coerenti e vari, e un grado di sfida sopra la media. Su questa falsariga, lo sviluppatore indie Skrypious ci propone Pangeon un piccolo gioco di ruolo che si rifà ai canoni del genere. Il titolo è disponibile su Steam a partire dallo scorso 30 marzo edito da Ultimate Games S.A., e da Gaming Fac. Ed ecco la nostra recensione. Buona lettura.
IL RAMBO DEI SOTTERRANEI
La regola d’oro di ogni dungeon crawler non è focalizzarsi sulla storia, proporre personaggi credibili o quest di particolare spessore. Ovviamente sono caratteristiche che se ben innestate elevano qualitativamente il prodotto, ma anche qualcosa di minimale ha sempre qualche freccia al suo arco. Per quanto concerne la storia, l’obbiettivo è semplice: discendere i livelli che compongono questo sotterraneo di proprietà del Pangeon, una setta oscura di cui si sa ben poco.
L’avventura che ci porterà nel cuore del sottosuolo, si susseguirà in piani colmi di folletti, blob, scheletri guerrieri e sciami di demoni, ma anche npc piazzati lì per non si sa quale ragione. Avviata la prima partita, potremo scegliere tra le canoniche classi:
- Guerriero
- Mago
- Ladro
- Arciere.
Mentre il guerriero e il ladro sono orientati ad un combattimento corpo a corpo, l’arciere e il mago (di contro) sfrutteranno magie e arco per attaccare dalla distanza. Scelta classe e deciso il nome, spenderemo una manciata di punti per migliorare le caratteristiche di base:
- Health (Salute)
- Mana (Magia disponibile)
- Strength (Forza)
- Dexterity (Destrezza)
- Luck (Fortuna).
La salute determinerà i punti vita del personaggio, mentre forza e destrezza il danno da corpo a corpo e a distanza. Notiamo subito che manca un valore relativo all’intelligenza o alla saggezza, che dovrebbe andare ad aumentare i danni magici. Archi e staffe hanno danni simili, pertanto il mago risulta la classe più svantaggiata del gioco. Il valore di fortuna andrà a determinare la casualità di trovare loot lasciato dai mostri, o nelle botti.
L’OMBRA SI CELA DIETRO GLI ANGOLI
Le mappe in Pangeon sono dei veri labirinti vecchio stile, ci hanno ricordato Minecraft e anche il mitico Wolfenstein 3D. I nemici si stagliano letteralmente dietro ogni angolo, e da perfetto dungeon crawler vecchio stile sono letali soprattutto ai bassi livelli.
Il sistema di controllo prevede l’utilizzo del mouse combinato con la tastiera. Si salta con lo “spazio”, si attacca con il tasto “sinistro” del mouse, e il tasto “I” è adibito all’inventario. Ci saremmo aspettati la possibilità di usare due armi nello stesso momento, ma questa possibilità non è stata prevista. L’arma secondaria che potremo aggiungere all’inventario si alternerà a quella principale per mezzo dello “scroll”.
Inizialmente a seconda della classe di partenza avremo solo qualche arma a disposizione, ma in totale potremo sbizzarrirci tra spade, archi, staffe, mazze, pugnali che spesso vengono riproposti in versioni potenziate. Lo stesso discorso vale per le parti d’armatura, che nelle fasi iniziali si presentano in cuoio, e passano per la versione a maglia e superiori.
Un lato negativo è rappresentato dal “targeting” dei nemici, visto che più di una volta e specialmente nel combattimento corpo a corpo, i colpi non andavano a segno. Per spiegarci meglio, vi proponiamo un bell’esempio:
Al secondo livello abbiamo incontrato dei piccoli blob che strisciavano sul terreno. A corto di mana, ci rimaneva da usare una bella mazza con statistiche base ma sufficienti a sbarazzarci di quei mostri. Ebbene, abbiamo perso più di 3 pozioni curative solo per riuscire ad abbattere due mostri visto che ogni colpo andava rigorosamente a vuoto. Abbiamo poi trovato la chiave di volta spostando la telecamera quasi a terra e colpendo i mostri da lì.
Abbiamo fatto diverse prove, e lo stesso difetto si è ripresentato usando il bastone magico, anche se usare un’arma da attacco a distanza va in parte a nascondere questa magagna. Se pensiamo che ogni volta che il nostro eroe cade in combattimento dobbiamo ripartire dall’inizio del livello, capite quanto possa essere frustrante dover ricominciare solo per essere stati messi a dura prova da creature di basso rango.
Oltre alla classica modalità base dove il nostro compito sarà quello di scendere nei vari livelli, è presente una modalità arena dove scelto il personaggio, affronteremo ondate di nemici interrotte da pause in cui potremo acquistare nuovi equipaggiamenti.
GRAFICA E SONORO DI PANGEON
Per quanto riguarda gli effetti audio e la musica, quello che vediamo in Pangeon si attesta su livelli discreti come molti prodotti di questa portata, e vanno a richiamare i canoni a 8 e 16 bit del genere.
Per quanto riguarda la grafica invece, dobbiamo ammettere che la tecnica d’uso del voxel ci è piaciuta. Pur tenendo conto dell’effetto “piatto” dei vari livelli, lo stile retrò è azzeccato anche se alla lunga risulta ripetitivo visto il riciclo dei posizionabili stessi, modificati solo nel colore. È un gioco che non richiede un hardware esoso per essere goduto al meglio.
COMMENTO FINALE
Pangeon è un dungeon crawler senza troppe pretese con un grado di sfida nella media. È un gioco a suo modo divertente ma il sistema di targeting impreciso lo rende a tratti frustrante. Si rifà ai canoni classici senza innovare, e questo è forse il suo più grande limite visto che altri sviluppatori indie hanno proposto diverse variazioni per attrarre vecchi e nuovi giocatori.
Altro punto a sfavore è il ridotto numero di livelli, parzialmente mascherato dai numerosi tentativi necessari a superare ogni piano. È una discreta opera prima, con alle spalle uno sviluppatore che ha ampi margini di miglioramento.
Pregi
Stile retrò ben riproposto. Tutto sommato divertente.
Difetti
Sistema di targeting impreciso. A tratti frustrante. 8 livelli sono un po’ pochi.
Voto
6+