Ci sono date che in ambito videoludico sono molto importanti. Il 30 marzo 2017 lo ricordiamo per l’esordio di Thimbleweed Park che è probabilmente – senza chiaramente offendere nessuno – uno degli ultimi capolavori assoluti in termini di avventure grafiche punta e clicca.
Ricordo la lunghissima recensione pubblicata proprio quel giorno, la lunga corsa per pubblicarla assieme agli altri. Una recensione in cui mi lasciai andare ad un 9,5. Sostanzialmente un titolo perfetto che, dall’uscita, è stato pure migliorato ulteriormente (con l’aggiunta anche dei videogiochi della sala arcade ed altre chicche) e che ora quasi certamente meriterebbe un dieci tondo come poche volte capita di leggere o di assistere. Mi piace ricordare che uno dei primi 10 nella ginnastica artistica, lo diedero a Nadia Comaneci alle Olimpiadi di Montreal nel 1976. Lo sport, sapete, fa sempre parte della mia vita e, avendo cominciato 20 anni fa la mia carriera proprio come cronista sportivo, mi piace ogni tanto andare ai parallelismi.
Torno, però, sul binario principale. È stato un tweet a ricordarmi dell’evento, ossia del terzo anniversario di Thimbleweed Park che ha mantenuto intatto quel fascino antico dovuto ad un’atmosfera sapientemente ricreata dal team di sviluppo e dagli autori che il mondo riconosce come maestri in fatto di avventure grafiche punta e clicca. E lo ha fatto non disdegnando anche alcune migliorie tecniche all’interfaccia ed in generale realizzati da Ron Gilbert, Gary Winnick e David Fox che hanno dato spessore all”opera.
Il gioco, come saprete, ci riporta indietro negli anni ’80 quando il Commodore 64 andava per la maggiore e tante altre cose erano di moda. Così come gli inizi delle convention realizzate e dedicate ai fumetti, serie tv, roba da nerd come si direbbe ora che prima erano per pochi ed ora, invece, sono rivalutate.
Inutile dire che si tratti di un’avventura di grandi proporzioni, ricchissima di citazioni anche dei passati titoli firmati dalla gloriosa LucasFilm (poi LucasArt).
I personaggi poi sono splendidi, a proposito, qual è il vostro? Tutti hanno il loro carisma, dalla poliziotta Angela Ray al collega, e novellino, Antonio Reyes, dalla sviluppatrice Dolores Edmund a suo padre Franklin, al maledetto clown Ransome. Il mio personaggio preferito? Beh, il timido papà di Dolores.
Tutti, ripeto, hanno un background di grande potenziale e generoso di sfumature. Le storie si intrecciano e creano un gioco molto longevo.
Thimbleweed Park è uno di quei pochi giochi che avendolo d’avanti evoca i vari The Secret of Monkey Island, McKracken and the Alien Mindbenders, Maniac Mansion e The Day of the Tentacle. È un po’ come guardare Italia-Germania 4-3, la partita delle partite. Avventure grafiche punta e clicca così ne escono una ogni 15-20 anni. Giocarlo e rigiocarlo è sempre un piacere anche perché sia a livello visivo (sontuosa la pixel art) che per quanto riguarda le musiche (la colonna sonora è firmata da Steve Kirk) è tanta roba. Stesso dicasi per il doppiaggio. Per non parlare delle numerose chicche.
I dialoghi, sapientemente tradotti in italiano da Fabio Bortolotti (che intervistati qualche settimana dopo), fanno il resto così come gli enigmi che si uniscono alla storia potente e maestosa.
Il tutto è nato da un progetto Kickstarter a metà novembre del 2014. La raccolta fondi si chiuse decisamente bene con oltre 15.500 appassionati che donarono qualcosa come oltre 625.000 dollari. Una buona cifra se si considera che è stata destinata per un’avventura grafica punta e clicca. E l’ennesima prova di quanto l’inventiva degli sviluppatori indie possa fare grandi cose. Poi la grande attesa fino a quando il 30 marzo del 2017 il titolo non debuttò su Pc per poi arrivare su console.
Ricordo anche che sperai – tramite l’eccellente ufficio stampa di Terrible Toybox – di intervistare nientepopodimeno che Ron Gilbert, che ricorderete essere uno dei papà di The Secret of Monkey Island. Purtroppo non ci riuscì ma almeno non ebbi problemi per la recensione. Anzi.
E si, per tutte le mozioni che mi ha regalato, un po’ rimpiango di non avergli dato il 10 perché se dovessi recensirlo ora, il voto sarebbe questo. Senza se e senza ma. Tanti auguri, Thimbleweed Park, cento di questi giorni. A, forse a sminuire quest mio ricordo, vi dico che il titolo – proprio per festeggiare questo terzo anniversario – è attualmente in saldo su Steam del 60 percento fino al prossimo 6 aprile (2020). Sapete come sono fatto, un articolo, anche se ricordo o editoriale di un inguaribile sentimentale, deve contenere notizie.