Master of Magic, Recensione

Andiamo a riscoprire una delle pietre miliari dei giochi strategici a sfondo fantasy con la recensione di Master of Magic e del suo dlc, Caster of Magic

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Andare a recensire un gioco del 1994 può essere considerato retrogaming? Lo è senza alcuna ombra di dubbio, e non c’è nulla di male in questo, anzi. Spesso, perle di trent’anni fa riescono a soppiantare titoli odierni senza nemmeno sforzarsi. Deve essere proprio questo che ha spinto Slitherine ad accaparrarsi i diritti per aggiungere nel proprio catalogo Master of Magic, una delle pietre miliari del genere. E non contenta, ha rincarato la dose con un dlc a distanza di quasi venticinque anni che va ad aggiungere altra carne al fuoco. Entrambi i prodotti sono disponibili su Steam a 4,99 euro per il gioco base, e 2,39 euro per l’espansione.

UN PO’ DI STORIA

Cit. “Nelle botti piccole ci sta il vino buono”…

Master of Magic arriva da anni in cui guardavamo ancora speranzosi il cielo e le conquiste future, ma ci perdevamo anche in mondi fantastici pieni di creature dalle fogge più diverse, e mondi cavallereschi colmi di eroi.

Nel 1994, dopo aver rilasciato uno strategico di fantascienza che sarebbe divenuto il padre di un cult, Master of Orion, Simtex portò sugli schermi di tutti gli appassionati di strategia un mondo fantasy ricco di atmosfere e grandi potenzialità, ancora oggi probabilmente insuperato. Da quello stesso slancio, prese poi il volo Master of Orion 2, ma questa è un’altra storia.

Nei pochi megabyte che saranno necessari per l’avvio del gioco, troverete un 4X (Exploit, Expand, Explore, Exterminate) dove prenderete il controllo di un mago nella sua ricerca per diventare il signore incontrastato delle terre che lo circondano.

Unica piccola crepa di un quadro altrimenti soave, sono una mole di bug più o meno fastidiosi, cui i fan posero rimedio tramite una serie di patch correttive. Molto di questo materiale, è stato ripreso da Slitherine proprio per fornire la migliore esperienza possibile nel 2020.

SCEGLI IL TUO SENTIERO

Ad inizio gioco, saremo chiamati a decidere chi tra i 14 maghi a disposizione interpreteremo. Ogni mago ha tratti e personalità diverse, come anche le affinità magiche. Potremo personalizzare ulteriormente il personaggio con una serie di “grimori”, che andranno a determinare i tipi di magie con cui inizieremo la partita. Come in altre tipologie di gioco, vedi il Dungeons & Dragons, potremo optare per un mago specializzato in una determinata “area magica” o essere più generalisti.

Finito di personalizzare il proprio personaggio, non ci resta altro che arrivare sul mondo, che verrà generato proceduralmente per ogni partita. Per quanto Master of Magic sia un gioco ad ampio respiro e molto vario, non ci saranno romance ne una storia che ci guidi durante il gameplay, perché saremo noi stessi a fare la storia durante il gioco.

Partiremo con solo una città in nostro possesso, ed inizieremo l’esplorazione di ciò che ci circonda con gli scout sotto il nostro comando. Sono truppe di base piuttosto deboli, e presto dovremo iniziare a reclutare formazioni avanzate, ma ne parleremo più avanti. La mappa di gioco è ricca di luoghi d’interesse come grotte e rovine. Nella maggior parte dei casi, esplorare questi luoghi farà scattare un incontro con creature nemiche, a volte anche piuttosto forti, che se sconfitte forniranno tesori e monete con cui migliorare i propri possedimenti.

Se durante l’esplorazione dovessimo incappare in una terra fuori dalla nostra “portata” magica, durante gli scontri non potremo usare magie, e saranno le sole unità a vedersela con il nemico. Il lato positivo è che le creature che affronteremo non rigenereranno i punti ferita né le unità perdute, quindi il più delle volte basterà contare sulla semplice superiorità numerica per uscire vincitori da uno scontro.

Ci sono poi eroi, che possono portare molti benefici, tra i quali incantesimi e potenziamenti allo stesso esercito di cui è alla guida. Possono essere evocati tramite incantesimo, o chiedere di entrare nel nostro casato grazie alla fama ottenuta con il proseguire della campagna, un po’ come accade oggi su strategici come Interstellar Space Genesis che abbiamo recensito qui dove sono gli stessi eroi a proporsi al giocatore. Hanno un costo di mantenimento che se non soddisfatto, li farà disertare.

IN ALTO LE SPADE!

Il sistema di combattimento è a turni sequenziali, e vedrà l’alternarsi delle nostre truppe a quelle del nemico, siano esse altri eserciti umani o creature. Ogni unità potrà effettuare un movimento, combattere, o usare un’abilità o un incantesimo. E qui, le meccaniche di Master of Magic si fanno ancor più profonde di quanto non siano per la gestione cittadina.

Ogni unità ha diverse statistiche relative a difesa, attacco, resistenza, punti ferita, movimento, mana. Nessuna ma proprio nessuna di queste caratteristiche è secondaria, e dovremo tenerne conto. Attaccare un unità con alta difesa e attacco basso può sembrare un’ottima idea per non prendere troppi danni, ma se lo scontro si protrarrà troppo, questa strategia potrebbe ritorcersi contro di noi.

Solitamente è bene osservare il nemico, e quando possibile usare magie ad area o unità a distanza per “ammorbidire” le difese. Il conto di ogni unità e la potenzialità della stessa, fa il verso ad altri giochi conosciuti come Heroes of Might & Magic, pertanto se avete già giocato a titoli del genere vi troverete a casa. La differenza in questo caso, è che la difficoltà è tendenzialmente più alta.

Prendiamo l’esempio delle creature sotto l’incantesimo d’invisibilità. Non saranno visibili fino a che non saranno proprio accanto a noi, mandando spesso a rotoli una strategia impostata in precedenza. È a tratti appagante (quando vinci comunque), e molto frustrante (quando eri lì lì per vincere e perdi tutto).

In ogni caso, la variabile cardine oltre ad una mole di creature e truppe molto differenti, è rappresentata dal buon uso degli incantesimi magici. Se usate con saggezza e al momento giusto, le scelte del mago potranno sovvertire l’esito di uno scontro, anche in situazioni di inferiorità numerica. Tutto questo dona al titolo una profondità tattica senza pari.

IL PROPRIO FEUDO

Il management dei propri possedimenti porta Master of Magic vicino ai gestionali vecchio stampo. Dovremo sviluppare al meglio i territori circostanti, garantire la felicità e la soddisfazione dei sudditi, e far fronte alle necessità quali ad esempio il cibo. Ci sono poi diverse risorse come i minerali, che saranno fondamentali per la costruzione di altre città. In generale, il giocatore è portato ad espandere la propria influenza tramite la fondazione di nuove città, un po’ come accadeva nei vecchi Civilization.

All’interno del proprio castello potremo poi sviluppare altri edifici di vario tipo. Quelli religiosi saranno utili per la felicità del popolo e per il mana, le biblioteche come in Heroes of Might and Magic serviranno per la ricerca di nuovi incantesimi, i mercati serviranno per avere ulteriori entrate, la gilda dei guerrieri garantirà punti esperienza extra per ogni unità reclutata. Questi sono solo alcuni esempi, in quanto ci sono più di trenta edifici disponibili alla costruzione, molti dei quali con requisiti specifici.

Come per gli eroi, anche gli edifici hanno un costo di mantenimento, in questo caso in oro, e sarà cura del giocatore stare molto attendo a quando e dove erigere una nuova costruzione. Insomma, la gestione dei propri possedimenti è tanto profonda quanto sfaccettata, esattamente come il combattimento.

È TUTTO ORO?

Grafica e sonoro a parte, che non giudicheremo in quanto a oltre venticinque anni di distanza la grafica di gioco è quanto di più simile ci sia alla pixel art, Master of Magic qualche problemino se lo porta dietro. L’interfaccia di gioco è molto descrittiva, e questo rappresenta sia un punto a favore che un punto debole.

Questo perché per prendere confidenza con i comandi ci vorranno almeno un paio di partite. Certo, c’è sempre la possibilità di ricevere una breve descrizione di ogni comando premendo il tasto destro del mouse, ma soprattutto per i giocatori meno “navigati”, la frustrazione potrebbe prendere il sopravvento.

C’è poi il problemino della fine del turno. In poche parole, ad inizio partita l’esplorazione va per la maggiore, ma nelle fasi avanzate, spesso perderemo tempo solo nell’attesa che uno degli edifici venga costruito per procedere con lo sviluppo di nuove unità o ricerche. Insomma, tanto materiale di qualità ma con qualche chiaroscuro.

IL DLC

E veniamo al nuovo contenuto, rilasciato il 25 febbraio scorso ( in concomitanza con le espansioni di Battlestar Galactica Deadlock: Ghost Fleet Offensive e Warhammer 40,000: Gladius – T’au). Grazie a Caster and Magic, avremo a disposizione una pletora di nuove opzioni e diversi contenuti non disponibili nel gioco base. Questo contenuto, è nato in realtà come mod del gioco, sviluppato da Seravy uno dei volti di spicco della community di Master of Magic, e già autore della famosa patch fanmade.

Tra le più importanti caratteristiche, segnaliamo una migliore personalizzazione della procedura di creazione della partita, un sistema diplomatico migliorato, più incantesimi e creature, nuovi edifici e una nuova AI che offrirà un grado di sfida ancora maggiore.

Queste e altre novità, si traducono in un gameplay non rivoluzionato ma decisamente migliorato, soprattutto per quanto riguarda l’intelligenza artificiale che assumerà un comportamento decisamente più “umano” e meno schematizzato, aumentando il livello di difficoltà anche se impostata su normale.

COMMENTO FINALE

Ad oltre venticinque anni di distanza, un gioco può ancora far parlare di se? La risposta è sì, senza alcuna ombra di dubbio. Master of Magic è e rimane una pietra miliare tra gli strategici 4X, e rappresenta l’anello di congiunzione con molte produzioni moderne.

È un gioco adatto ai neofiti, a patto di impostare un livello di difficoltà tra il normale e il semplice. Sicuramente, è ancor più adatto ai giocatori navigati che hanno voglia di una vera sfida, e tanta profondità pur con una grafica datata. Il dlc è un acquisto praticamente obbligatorio, vuoi per l’irrisorio prezzo proposto, ma soprattutto per la grande mole di contenuti e di modifiche capace di introdurre.

Pregi

Una delle pietre miliari della storia dei 4X. Profondo, immenso, difficile, appagante. Il dlc è un'acquisto obbligato, e costa un'inezia. Preparatevi a leggere il manuale, per davvero.

Difetti

Interfaccia che sente il peso degli anni. A tratti frustrante. Curva d'apprendimento nettamente sopra la media.

Voto

8+