Giraffe and Annika, Recensione Pc
Una giovane ragazza-gatto alla scoperta dei misteri di un'isola, il tutto mentre farà luce sul suo passato a ritmo di magia
La storia, compresa quella dei videogiochi, ci insegna che dai mash-up possono nascere grandi cose. Mescolande di idee e suggestioni differenti, capaci a volte di dar vita, o di divenire simbolo, di un genere a sé stante (vedi i Borderlands, serie simbolo del genere looter-shooter). Lo studio esordiente nipponico Atelier Mimina prova esattamente ad andare in questa direzione con Giraffe and Annika. Un connubio tra avventura 3d dal sapore retrò e rhythm game, di chiara ispirazione Ghibliana a livello di design in stile manga.
Distribuito da Playism, il gioco è disponibile su Steam al prezzo di 16,79 euro; delle versioni per PS4, Xbox One e Switch saranno invece rilasciate entro l’anno. Di seguito la nostra recensione: vi auguriamo una piacevole lettura.
UN’ISOLA MISTERIOSA DA (RI)SCOPRIRE
Giraffe and Annika si svolge all’interno di un mondo fantasy, abitato da svariate creature magiche e antropomorfe. Streghe, fantasmi, conigli parlanti, spaventapasseri animati e tanti altri ancora. Il giocatore veste i panni di Annika, una giovane ragazza-gatto che si risveglia “intrappolata” nell’isola di Spica.
Dopo una sequenza in stile manga che mostra uno scambio di battute tra Annika e un’altra donna, avrà inizio l’avventura che vedrà la giovane ragazza-gatto intenta a esplorare l’isola con l’obiettivo di svelarne i misteri, recuperando allo stesso tempo i ricordi persi.
Essa non ha memoria né di come sia finita lì né tantomeno del suo passato; il primo incontro avviene infatti con Giraffe, una sorta di ragazzo-lupo che dà l’impressione di conoscerla (al pari di altri abitanti dell’isola), senza che tuttavia Annika se ne ricordi a sua volta.
Giraffe incaricherà il giocatore (senza fornire da subito una chiara spiegazione) di trovare tre frammenti di stella speciali, probabilmente disseminati in alcuni dei cinque dungeon presenti sull’isola, insieme ad altri luoghi di interesse. Il tutto non potrà, naturalmente, svolgersi senza un qualche intoppo.
La prima delle “antagoniste” di Annika sarà infatti la strega della Foresta Misteriosa, Lily, che ingaggerà con la protagonista una battaglia a ritmo di magia (meccanica che si ripeterà con le successive “boss battle”). Esplorando e continuando a superare le varie avversità Annika acquisirà nuove capacità e consapevolezze, facendo luce una volta per tutte sul passato a lei ignoto che la collega indissolubilmente a Spica e ai suoi abitanti.
ESPLORAZIONE E RITMO
Il gioco si compone di due fasi, quella esplorativa e quella da rhythm game. Fasi che vedranno di tanto in tanto degli intermezzi a fumetto che faranno progressivamente luce su particolari della trama, che nella sua semplicità sa comunque mantenere vivo l’interesse. Giraffe and Annika si pone infatti come un gioco indirizzato a un pubblico giovane e senza troppe pretese: sia per la linearità della progressione che per la difficoltà intrinseca tutt’altro che elevata, un tratto che emerge soprattutto nelle battaglie contro i boss. Scontri che pur costituendo il fulcro dell’esperienza “competitiva” del titolo, si rivelano piuttosto abbordabili anche al livello di difficoltà più alto. Di fatto la componente “rhythm game” si esaurisce nei cinque (come i dungeon) scontri contro i boss, che potranno essere ripetuti in qualsiasi momento nel tentativo di migliorare il proprio punteggio.
Punto forte del titolo, queste battaglie si basano sul tempismo nell’atto di premere il tasto dedicato nel momento in cui il “proiettile magico” passa per la zona designata, portando nello stesso momento Annika nella direzione giusta. Un movimento, quest’ultimo, che serve anche a evitare i colpi avversari, che con il passare del tempo (e con l’aumento della difficoltà) non si limiteranno ad aumentare di numero e intensità nelle due zone evidenziate, ma cominceranno nondimeno a bersagliare Annika. Ad ogni colpo che quest’ultima riuscirà a intercettare, l’energia dell’antagonista inizierà a calare, fino a decretarne la sconfitta con un ultimo attacco finale, una volta che la barra sarà arrivata a circa un quarto di lunghezza.
Pur essendo il punto forte del titolo, tali sezioni da rhythm game lasciano tuttavia quasi tutto lo spazio alla fase esplorativa, da avventura 3D. Fase in cui il giocatore interagisce con gli NPC, esplora l’isola, si muove per i dungeon e percorre in prima (o per meglio dire, in terza) persona il viaggio della giovane Annika. Superando i dungeon, sconfiggendo i boss ed entrando in possesso dei frammenti di stella, si potranno infatti sbloccare le “abilità” precedentemente indisponibili… Quali correre e saltare. In un titolo prevalentemente basato sull’esplorazione, vedersi limitato fin dall’inizio il ventaglio di azioni di base tipiche del genere, non può essere certo definito un tratto positivo.
Anche le sezioni sottomarine, in cui Annika potrà nuotare sott’acqua, cominceranno a essere più godibili solamente dopo il superamento del secondo dungeon, quando la ragazza acquisirà la capacità di resistere maggiormente una volta immersa. Sì, poichè per ogni secondo di immersione la vita (non una barra dell’ossigeno, ma proprio gli HP) comincia a calare progressivamente, dovendo essere poi ripristinata, una volta raggiunta la terraferma, mediante l’assunzione di cibo oppure tramite l’esposizione a dei cristalli disseminati lungo l’isola. L’interazione limitata a pochi oggetti e persone in ampi scenari poveri di punti di interesse completa un quadro piuttosto desolante di ciò che il titolo mostra di voler/poter offire, e che invece disattende puntualmente.
UNO STILE GRADEVOLE SCARSAMENTE ESPRESSO
Come abbiamo espresso in principio di recensione, lo stile dei disegni ricorda non poco quello delle opere dello studio Ghibli. Spica e i suoi abitanti spiccano infatti per la loro graziosità e grado di rifinitura, con delle texture che danno l’impressione far trovare il giocatore di fronte alla remastered di un qualche titolo storico, quasi da Nintendo 64. Uno stile e una cura che tuttavia mostrano di essere tutt’altro che omogenei all’interno dell’isola: non poche sono infatti le sezioni spoglie, avare di punti di interesse anche solo a livello visivo. In un titolo che avrebbe dovuto rendere l’esplorazione più accattivante che mai, l’impressione è quella che su una mappa comunque contenuta quale quella di Spica e delle sue aree, si sarebbe decisamente potuto fare di più in tal senso.
Buona invece la colonna sonora, che nonostante comprenda un numero fin troppo limitato di brani sa inserirsi in maniera calzante nei luoghi e nei contesti, rendendo l’atmosfera rilassante e divertente. A dispetto della sua natura low budget, Giraffe and Annika presente inoltre diversi settaggi nelle impostazioni, che consentono anche ai possessori di Pc più datati di godersi l’esperienza a un framerate stabile. Una volta trovata la combinazione di settaggi a misura del proprio hardware, l’avventura scorre senza alcun intoppo a livello di framerate, dando prova, almeno sul lato dell’ottimizzazione, di un’ottimo livello di cura.
COMMENTO FINALE
Giraffe and Annika si pone come la proverbiale occasione mancata. Lo studio nipponico esordiente Atelier Mimina mette insieme due generi, rispettivamente avventura 3d e rhythm game, nel tentativo di dar vita a una formula semplice ed efficace. Una formula dalle premesse veramente incoraggianti, data l’estetica estremamente caratteristica in grado di attirare chiunque si professi apprezzatore del mondo nipponico, videoludico e non solo.
Il risultato tuttavia finisce con il non corrispondere alle suddette premesse, nella cornice di un titolo che vede ai margini la componente (quella rhythm game) meglio realizzata e curata dell’intera produzione. Tante buone idee che hanno finito con l’essere incapaci nell’esprimersi nella loro totalità, complici delle scelte di level design e di gameplay che rendono il titolo distributo da Playism poco scorrevole e, a tratti, quasi insipido. Giraffe and Annika avrebbe potuto (e voluto, probabilmente) essere molto di più ma si è, purtroppo, visto tarpare le ali.
Pregi
Design accattivante e grazioso, che ricorda le opere del celebre studio Ghibli. Componente rhythm game che nella sua minore presenza surclassa, qualitativamente, la predominante componente esplorativa. Ottima scalabilità nei settaggi e stabilità del framerate.
Difetti
Scarsa presenza di luoghi d'interesse che rendono lineare e scarsamente accattivante l'esplorazione per conto proprio. Difficoltà eccessivamente bassa, anche al livello più difficile. Componente rhythm game eccessivamente marginale rispetto alle premesse.
Voto
5