I videogiochi di carte sono in circolazione da diversi lustri e ogni tanto il genere, d’improvviso, si “risveglia” grazie a nuovi giochi che appaiono sul mercato. Il più noti oggi sono ancora Heartstone di Blizzard e Magic The Gathering Arena ed è evidente che altri studi stiano cercando di far tesoro dagli “errori” e dei successi dei due giochi per proporre sul mercato prodotti “freschi” ma che siano, come vuole una “legge non scritta” del settore, consci dei dogmi e della tradizione univoca del settore. Dall’inizio del 2020, sono stati lanciati sul mercato numerosi giochi di carte, ognuno con una propria anima, diversificata dagli altri. Fra questi, Phageborn Online Trade Cards realizzato da Games Revolted.
Lo studio indie ha pubblicato qualche giorno fa il titolo in early access su Steam con un obiettivo chiaro: renderlo uno dei punti di riferimento del settore grazie ad una serie di scelte di gameplay realizzando, così, un interessante ibrido e variazione sul tema dei classici crismi dei titoli di carte. Ecco la nostra anteprima.
UN MONDO OSCURO
Sin dalle prime battute, Phageborn prova qualcosa di diverso rispetto alla maggior parte dei giochi di carte. Un cupo video introduttivo fornisce alcune informazioni sul mondo (ad ambientazione fantasy) e la classica contrapposizione tra luce e buio. Ma sembra proprio quest’ultimo a dominare nel titolo, almeno a livello prettamente artistico: l’intero gioco si muove su cromatismi oscuri che funzionano bene con gli avatar, le fazioni e le carte unità, attestandosi ad una qualità generale sorprendentemente alta nonostante si tratti di un lavoro completamente indipendente.
Arrivati al menu principale saremo accolti da una serie di eroi in plastiche movenze che rappresenteranno diversi “rami” dell’offerta ludica del titolo. È bene sottolineare che Phageborn non possiede un tutorial “classico”, ma avremo l’opportunità di esser introdotti al gioco attraverso un video completamente in inglese e senza sottotitoli piuttosto lungo: una pecca non da poco, soprattutto se si ha difficoltà nel comprendere foneticamente la lingua di Albione.
Ma veniamo al cuore pulsante del gioco: prima di affrontare l’effettivo gameplay di Phageborn, al momento “relegato” unicamente alla componente relativa al multiplayer competitivo, saremo chiamati a creare un mazzo specifico con carte unità, le quali saranno “normali” o uniche, e poteri specifici.
Nel gioco vestiremo i panni di uno dei comandanti delle cinque armate principali in lotta tra loro: Drakkorith, Oblivion, Vestige, Corrotti e Ascesi. Ognuno rappresentato da una serie di specifici avatar, i quali avranno un ruolo attivo, grazie a peculiari caratteristiche e poteri, anche durante i match.
Ogni fazione sarà caratterizzata da poteri concettualmente unici e, di conseguenza, pro e contro specifici che ne caratterizzeranno forza e debolezza complessiva. All’interno del mazzo troveremo carte unità, la nostra “manovalanza” suddivisa per specifiche abilità, la quale avrà un costo in energia, punti ferita e punti attacco, e carte dedicate a poteri specifici, correlati al tipo di fazione prescelta.
Nella costituzione di un mazzo completo, dovranno esser considerati anche due fattori specifici extra, l’Essenza e l’Energia. La prima statistica sarà sostanzialmente il quantitativo di “mana” che avremo a disposizione e che potremo utilizzare per evocare in battaglia le nostre unità d’attacco: l’Essenza crescerà in modo automatico durante il match. L’energia invece dovrà esser accresciuta manualmente dal giocatore all’inizio di ogni turno e andrà ad impattare sull’utilizzo di carte speciali, generalmente poteri o “condizioni” che applicheremo sul campo di battaglia, o sulle capacità specifiche in battaglia del nostro alter-ego virtuale, il comandante inizialmente prescelto, che in base al quantitativo disponibile, potrà adoperare poteri specifici o addirittura utilizzare carte speciali.
IL POTERE DELLE CARTE
L’animo del titolo di Games Revolted è ovviamente la sfida online contro altri giocatori: una volta completato il matchmaking, ci addentreremo in uno dei tanti “tavoli virtuali” da gioco.
È bene sottolineare l’ottimo lavoro artistico e grafico degli sviluppatori per quanto concerne la complessiva qualità rappresentativa di ogni stage in cui giocheremo, sempre tendenzialmente bui ma sorprendentemente dettagliati e in grado ampiamente di distinguersi dagli altri. La prima caratteristica originale di Phageborn, sarà la suddivisione in due “lane” della mappa di gioco: in sostanza, ogni “tavolo virtuale” sarà suddiviso in due “sotto-tavoli” separati e che andranno gestiti in modo autonomo anche se durante i turni sarà possibile scambiare le carte presenti nelle due lane e, in aggiunta, alcuni poteri e abilità ci consentiranno, in vari modi, di far interagire le unità nelle diverse aree del campo di gioco.
Come esempio chiarificatore, una nostra unità posizionata sul lato sinistro della mappa, non potrà attaccare una carta giocata nel lato destro del campo del nostro avversario, se non in particolari condizioni. In linea di massima, tranne particolari casi, anche il nostro avatar subirà lo stesso condizionamento “geografico” nel caso in cui si scelga di attaccare un’unità specifica.
Quando il gioco avrà selezionato un avversario, entreremo in campo ed avremo subito a disposizione cinque carte. Nel caso non fossimo soddisfatti della prima “mano” di carte, avremo facoltà di distruggerle e selezionarne altre.
All’inizio del turno, dovremo scegliere uno fra tre attributi da potenziare, fra Leadership (che farà aumentare i punti ferita del nostro avatar e potenziare alcune carte specifiche), Energia, il cui aumento ci consentirà non solo di usare più carte ma anche di avere accesso a carte più potenti che sfruttano questa risorsa, e Overcharge che, in base al suo specifico livello indicato nell’interfaccia di gioco, ci consentirà di pescare una carta aggiuntiva al contempo danneggiando il nostro nucleo vitale di un valore numerico pari al nostro livello complessivo di overcharge che aumenterà ogni qual volta lo selezioneremo fra i tre.
L’obiettivo di entrambi i giocatori sarà quello di rompere il nucleo vitale dell’avversario, riuscendo così ad eliminarlo dal gioco, il quale avrà a disposizione 30 punti ferita complessivi. Attaccare il nucleo, in un modo piuttosto standard per il genere, è possibile solo se l’avversario non ha carte in campo: l’obbiettivo, quindi, sarà in linea di massima “liberare il campo” dalle carte unità avversarie per poter puntare al cuore dell’avatar nemico.
Un’altra concezione fondamentale per comprendere appieno il gameplay di Phageborn, è una sorta di “piramide d’attacco” fissa che, in linea di massima, rispetta i canoni del settore: tranne casi particolari, correlati a specifici poteri, per poter arrivare al nucleo vitale avversario, dovremo spazzar via le unità in campo dello stesso, almeno in una lane.
In questo senso, come preannunciato, ci saranno delle regole fisse: le unità “semplici” potranno attaccare altre unità e il Nucleo Vitale, ma non l’avatar avversario. Al contrario, il nostro comandante potrà attaccare le unità presenti in campo e l’avatar avversario, premesso che non ci siano altre unità semplici a “bloccare” l’attacco, ma non il Nucleo Vitale. Come detto, anche il nostro specifico avatar avrà un ruolo attivo durante il match: in sostanza, per meglio comprendere il suo ruolo nell’economia dei match, il comandante sarà una sorta di “carta perenne”, seppur anch’esso avrà dei punti ferita limitati, che potremo utilizzare durante il match e che sarà caratterizzato da una abilità speciale, utilizzabile ogni qual volta toccherà a noi agire, e alcuni specifici attributi “passivi”.
Naturalmente, il nostro alter-ego virtuale avrà degli indicatori che ne sottolineeranno il potere complessivo, il pool della vita e l’energia massima con cui potremo evocare le abilità e, nonostante rivesta sostanzialmente il ruolo di “carta speciale”, potrà anch’esso esser danneggiato e inabilitato durante il corso del match, il che risulterà in un danno di 5 punti al nostro nucleo vitale e alla possibilità per l’avversario di pescare una nuova carta.
Nel mentre il nostro avatar sarà “soggiogato”, non potremo accedere a tutte quelle carte che utilizzano l’energia per esser evocate: per nostra fortuna, dopo alcuni turni, il nostro campione tornerà disponibile sul campo e pronto all’azione. Phageborn, nella sua originalità contenutistica, offre anche una sezione più squisitamente ruolistica. Conclusa infatti una battaglia, otterremo dei punti esperienza che andranno a far progredire due sezioni completamente diverse, ovvero il livello del giocatore e il livello specifico della fazione.
Per quanto concerne il primo, esso sarà correlato al semplice giocare e ci consentirà, salendo di livello in livello, di poter sbloccare nuovi comandanti, ognuno con caratteristiche e peculiarità differenti. Per quanto concerne il level up della fazione, la progressione in questa sezione ci consentirà di sbloccare non solo nuove carte correlate, che si distingueranno per la complessiva “qualità” e potenza, ma anche e soprattutto sbloccare nuovi tratti e abilità del nostro alter-ego, il quale avrà un suo albero delle abilità specifico e potrà contare su poteri particolari che ne determineranno il ruolo complessivo sul campo di battaglia ma anche la generale “sinergia” con il nostro deck.
Nonostante Phageborn offra, ad un prezzo davvero contenuto, un comparto contenutistico piuttosto originale e vasto nonostante l’accesso anticipato, come ogni titolo di carte, soffre dei “malanni” specifici del settore. In pratica presenta un generale bilanciamento delle carte ancora non perfetto. Dettaglio che è poi, in verità, una questione che richiede per la complessa natura concettuale del settore tempo per esser completamente levigato.
Ci saranno infatti fazioni che, con un minimo di lavoro di costruzione del mazzo (tra l’altro, alcune strategie vincenti sono già rintracciabili online), saranno quasi imbattibili proprio per un imperfetto e generale sbilanciamento. Per completezza espositiva, gli sviluppatori sono ben consci della questione e sono intervenuti più volte, con differenti patch, per ovviare ai disequilibri più evidenti e impattanti nella complessiva economia ludica del gioco.
Un’altra caratteristica mancante, ma che è presente nella complessiva roadmap di sviluppo del gioco, è una modalità “campagna” contro l’intelligenza artificiale, che funga anche da concreto tutorial per apprendere il funzionamento complessivo del gioco.
Un’altra complessiva difficoltà, non correlabile alla natura del gioco, è al momento della redazione dell’articolo, il numero esiguo della community attualmente disponibile, che logicamente allunga in modo sostanziale i tempi di attesa per poter giocare. Detto ciò, Phageborn è un titolo validissimo da un punto di vista meramente tecnico che, per la natura complessiva del titolo non particolarmente complicata, si presenta di già privo di bug o imperfezioni e perfettamente godibile.
COMMENTO FINALE
Phageborn è un ottimo gioco di carte: è già perfettamente godibile nonostante il suo status complessivo di accesso anticipato. Troviamo, infatti, contenuti vasti, alta rigiocabilità ed un’offerta ludica personale e con tanti spunti particolari, il tutto ad un prezzo contenutissimo e con una formula “Buy Once” che, tradotto in soldoni, significa nessuna micro-transazione.
Il titolo non è perfetto e, per la maggiore, soffre di problematiche relative al bilanciamento generale delle carte ma, per quanto sin qui mostrato, gli sviluppatori appaiono attenti alle richieste della community e “vivi”. Un gioco che potrebbe imporsi, in un tempo ragionevole, come uno dei migliori sul mercato nel settore.