Coffee Talk, Recensione

Una nuova visual novel di provenienza indonesiana caratterizzata da tematiche moderne affrontate con leggerezza e intelligenza

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A ogni videogioco corrisponde solitamente un determinato tipo di platea, un’utenza più o meno caratteristica eletta a destinataria, fruitrice ideale di quella singola realizzazione. Tra svariate categorie e generi videoludici capita, tuttavia, di incontrare dei prodotti pensati e realizzati in maniera diversa. Non tanto con la suddetta intenzione di incontrare il gusto di un’utenza specifica, quanto invece quella di proporsi come “salvagente del quotidiano”. Un videogioco a misura di “mood”, dell’umore del momento: un videogioco capace di dare il suo massimo se giocato a determinate condizioni. Questo è senz’altro il caso di Coffee Talk, che costituisce un’autentica pausa tra i tanti titoli adrenalici che permeano la produzione videoludica moderna.

Sviluppato dal team indipendente Toge Productions, di provenienza indonesiana, Coffee Talk si distingue come una visual novel rilassata e rilassante, dalla narrazione leggera ma incisiva, con tematiche moderne scandite dal sorseggiare di bevande calde.

Di seguito la nostra recensione della versione Pc del titolo, che è disponibile anche su PS4, Xbox One e Switch. Vi auguriamo una piacevole lettura.

UNO SLICE OF LIFE DALL’ESTETICA FANTASY

 

Le vicende di Coffee Talk sono ambientate in una Seattle dei giorni nostri, nel 2020, ma dall’impronta spiccatamente fantasy. Ad affollare le strade, gli uffici e i locali delle metropoli americana non ci sono soltanto esseri umani, ma una gran moltitudine di razze diverse.

Elfi che sono usciti dalle foreste per dar vita alle proprie startup, orchi che hanno (letteralmente) sotterrato le asce di guerra iniziando viceversa ad adoperare i computer per migliorare le loro vite, e via discorrendo. Un immenso melting pot (“calderone”) dove gli individui fanno i conti con la vita di tutti i giorni, con le differenze biologiche e culturali dell’altro, e con una società frenetica che non lascia molto margine per un rapporto sincero con se stessi e con gli altri.

Il giocatore veste i panni di un barista che gestisce una caffetteria, una piccola ma confortevole oasi di pace che offre ai clienti un momento di ristoro sia per le loro membra che per il loro spirito, bisognoso di apertura e condivisione con gli altri. Non a caso “un buon caffè può parlare all’anima” è una delle frasi emblematiche pronunciate dal protagonista, che assiste e partecipa ai vari dialoghi tra i clienti della caffetteria, con svariati personaggi ricorrenti.

Prima fra tutte Freya, la giovane scrittrice amica e cliente fissa del barista che tra un espresso e l’altro è la prima a prendere parte alle conversazioni, nell’atto di proporre al giocatore storie di vita e vicende che sì, riguardano un mondo fantasy, ma raccontano e trattano in maniera leggera e rilassante tante tematiche e problemi del nostro tempo. Come la vicenda dell’elfo Baileys e della succubus Lua, una coppia messa in crisi dall’ostilità delle rispettive famiglie circa l’unione con un esponente di una razza diversa.

TUTTI ALLA MACCHINA

Una caratteristica peculiare delle visual novel è la possibilità di decidereil corso delle vicende tramite delle scelte di testo. Questa meccanica viene invece introdotta in Coffee Talk attraverso la preparazione delle bevande. I dialoghi e in generale le vicende non vengono influenzate dalla possibilità di esprimere la propria opinione su qualcosa, bensì dall’accortezza/bravura di barista.
A seconda della capacità del giocatore di soddisfare la richiesta di un cliente, il rapporto con lui subisce dei cambiamenti, e di conseguenza l’andamento dei dialoghi, così come il contenuto, può cambiare. Durante lo svolgersi del gioco, caratterizzato (come è giusto che sia per un titolo del genere) prevalentemente da dialoghi, è possibile consultare in qualsiasi momento il cellulare, che funge un po’ da “inventario”. Tramite esso è possibile accedere a quattro applicazioni diverse:

La preparazione delle bevande, oltre a determinare il rapporto che si va a instaurare con il cliente di turno, costituisce inoltre la principale, nonchè unica, componente del gameplay effettivo. Una meccanica contenuta persino in una modalità a parte rispetto alla “storia”, dove il giocatore può scegliere se dedicarsi ininterrottamente ed esclusivamente alla mansione di barista in maniera libera, o se lanciarsi nella modalità endless, una sfida caratterizzata da un tempo limite nel quale bisogna soddisfare le ordinazioni dei clienti nella maniera più corretta e veloce possibile. L’introduzione della preparazione concreta delle bevande costituisce la croce e la delizia per questa piccola e promettente visual novel indonesiana.

Se da una parte arricchisce e dona una maggiore identità e caratterizzazione al titolo e alle sue vicende, scandite in maniera originale, dall’altra ne rappresenta nondimeno il limite. Gli ingredienti e le relative combinazioni possibili non sono tantissime, e si basano su quattro semplici parametri. Figurano inoltre delle imprecisioni piuttosto evidenti nei controlli. Per esempio, dopo aver preparato un buon cappuccino, è possibile decorarne la superficie (prima di servirlo) con una “latte art”. Trascinando il cursore del mouse si può disegnare la figura che si desidera: una piccola e interessante trovata rovinata dalla precedentemente menzionata imprecisione nel controlli.

SEMPLICE MA AFFASCINANTE

Principale punto di forza di Coffee Talk è senz’altro l’atmosfera che è in grado di offrire al giocatore. Tramite le vicende, storie di vita che non presentano particolari colpi di scena ma che intrattengono e invitano costantemente alla riflessione, ma anche e soprattutto per la resa generale del titolo.

Le ambientazioni, i personaggi ed altro sono, infatti, realizzati con una pregevole pixel art che dona un piacevole tocco retrò al gioco. Il fascino ne risulta notevolmente amplificato. I modelli e i disegni sono semplici ma curati e le immagini sono caratterizzate da animazioni in grado di scacciare la tipica sensazione di staticità delle visual novel tradizionali.

Il comparto audio presenta diversi brani piacevoli e rilassanti, che si sposano egregiamente con l’atmosfera e in generale le finalità del titolo, che presenta un ottimo livello di ottimizzazione. Pochissimi i settaggi disponibili in Coffee Talk, che tuttavia promette di girare fluidamente su qualunque tipo di computer. Vi è invece una totale assenza di altre lingue europee a parte l’inglese: la scelta è tra quest’ultimo e un altro idioma di matrice orientale (cinese, giapponese, coreano e così via). Ciò contribuisce a rendere il titolo ancor più di nicchia, in un momento viceversa favorevole alle visual novel, lentamente ma progressivamente più popolari all’interno del mercato occidentale.

COMMENTO FINALE

Trattare in maniera così rilassante ma comunque riflessiva tante peculiarità e problematiche dei nostri tempi non è cosa da tutti. Coffee Talk è una visual novel leggera ma incisiva, dove la combinazione degli ingredienti non va a creare solamente le bevande da servire ai bizzarri avventori. Ma offre anche l’occasione di misurarsi con un videogioco diverso, che seppur rivolto a una nicchia presenta molto da offrire.

Il piccolo studio indonesiano Toge Productions ha confezionato un’opera semplice ma accattivante, i cui difetti non riescono comunque a minare l’originalità e la cura dimostrate nella realizzazione del titolo. Un’esperienza ideale da vivere in una sera d’inverno con una tazza fumante in mano.

Pregi

Tante piccole vicende che si intrecciano in un quadro disteso e accattivante che simboleggia i tempi moderni; una capacità di influenzare la trama tutta nuova nell'ambito del genere, dove la preparazione delle bevande costituisce un azzeccatissimo e affascinante intermezzo tra i dialoghi; realizzazione tecnica e artistica di rilievo.

Difetti

La meccanica di creazione delle bevande risulta tendenzialmente poco varia e, nella modalità endless, particolarmente frustrante; controlli imprecisi nella sezione del "latte art"; la sola presenza dell'inglese tra tutte le lingue occidentali rappresenta un limite tutt'altro che irrilevante.

Voto

8