Pillars of Eternity 2: Deadfire, Recensione

Salpiamo verso le acque agitate dell’arcipelago di Mortafiamma, con la recensione console di Pillars of Eternity 2: Deadfire

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Nel 2015, Obsidian Entertainment ha portato sui nostri schermi un gioco che avrebbe rivitalizzato il mondo degli rpg di stampo isometrico, forse più dello stesso Torment: Tides of Numenera firmato da InXile. Sviluppato da appassionati del genere, e orientato ad un pubblico capace di apprezzare dialoghi con mille sfumature ed una storia ben impostata, Pillars of Eternity ha riscosso un enorme successo tra pubblico e critica. L’8 maggio di due anni fa, pur orfana di Chris Avellone, Obsidian ha proseguito la storia con il secondo capitolo intitolato Pillars of Eternity 2: Deadfire che ha ricevuto generalmente buoni consensi.  Dopo l’esordio su Pc, dunque. lo abbiamo atteso a lungo, ma finalmente oggi il gioco arriva anche sulle console domestiche PS4 e Xbox. Ed arriva con un’edizione “all in one” (omnicomprensiva se vi preferite, ndr) che propone tutti le espansioni uscite in precedenza.

Detto questo, vi lasciamo alla nostra recensione della versione PlayStation 4 di Pillars of Eternity 2: Deadfire edita da Versus Evil ed in uscita oggi, 28 gennaio. Buona lettura.

MONDI FANTASTICI, RICCHI DI FIABE

Nel 2015, Pillars of Eternity riuscì a trasmetterci emozioni che fino ad allora, erano rimaste appannaggio del primo Baldur’s Gate. Un’ambientazione di stampo medievale, coerente e davvero approfondita. Ci piacque così tanto che acquistammo a parte il compendium che andava ad analizzare in profondità l’intera lore di gioco. L’arrivo del secondo capitolo ci trasmise invece la sensazione del secondo capitolo della saga dedicata al figlio di Bhaal, pur con meccaniche diverse e una maggiore libertà.

Avendo giocato e finito il primo capitolo su console, eravamo ansiosi di provare questa nuova iterazione pad alla mano. Fortunatamente l’attesa non è stata vana.
Il punto cardine, che vale per entrambi i capitoli di questa serie, è che i giochi epici per giocatore singolo vanno assolutamente provati e supportati, ne vale assolutamente la pena.

UNA STORIA, UN AMICO PERDUTO

Una delle punte di diamante del primo Pillars, era la storia e la caratterizzazione dei personaggi. La presenza di un’icona come Chris Avellone dava certezze che in altri casi sarebbero rimaste solo supposizioni. Purtroppo, il secondo capitolo è stato scritto senza la presenza del noto game designer, e in molti erano scettici sulla possibilità che il livello qualitativo sarebbe rimasto tale.

Nonostante alcune sbavature e una caratterizzazione dei personaggi non al livello del primo capitolo, Deadfire non sfigura affatto. Come per Baldur’s Gate II, gli intrecci e le varie storie che si svilupperanno man mano che proseguiremo con l’avventura danno un’idea di gioco “ad ampio respiro”. Forse meno profondo, ma sicuramente più godibile, più libero. Anche le “quest secondarie” sono difficili da separare dalla “quest principale”, questo perché il mondo di gioco è collegato in maniera tanto sapiente quanto intelligente.

Per non rovinarvi una storia che vi consigliamo caldamente di apprendere da soli, vi basti sapere che in seguito alle vicende del primo capitolo, sarete giocoforza costretti a viaggiare dal continente dove risiedevate in tranquillità alle isole che compongono l’arcipelago. Se avete amato il primo capitolo comunque, Pillars of Eternity 2 vi piacerà sicuramente, pur per motivi diversi. Trattandosi di un sequel diretto, non abbiate paura di giocarlo se vi siete persi il prequel, anche se i richiami alla vecchia avventura sono parecchi.

Ci è capitato sovente che durante il proseguo di questa o quella quest, i vari npc fornissero informazioni e commenti sulle nostre precedenti conquiste, e questo potrebbe risultare poco chiaro per i nuovi arrivati. Paradossalmente, potrebbe ingolosire e far venir voglia di riprendere (o iniziare) il primo capitolo, tornando in un momento successivo a respirare la brezza marina dell’arcipelago di Mortafiamma.

Se avete giocato e finito il primo capitolo su Pc, è possibile importare il salvataggio e il personaggio che ha contraddistinto le nostre avventure. Al momento della stesura di questa recensione, tale feature peraltro non secondaria, risulta preclusa al pubblico console. Siamo sicuri verrà ripristinata quanto prima, ma è giusto segnalarlo.

PENNA, CAPPA, PISTOLA E SPADA

Trattandosi di un gioco di ruolo vecchio stile, gli amanti della creazione del personaggio avranno di che sbizzarrirsi, tra razze, classi, bonus, magie e persino discendenze. Pillars of Eternity II offre tante possibilità. Al contrario, la personalizzazione estetica è nella media, ma trattandosi di un gioco in isometrica è più che soddisfacente.

Ci sono undici classi singole e un gran numero di opzioni multiclasse. La parte culturale durante la creazione, definirà l’eredità del proprio personaggio, coadiuvata da alcuni vantaggi. Per creare un eroe che sia coerente, è intelligente che discendenze, classe e competenze siano affini, così da sfruttare al meglio i bonus ad esse legati. Creare un mago che arriva da una landa selvaggia può essere un’idea divertente, ma a conti fatti sul piano delle statistiche qualcosina perderemo. Nulla comunque, ci è precluso.

Molte delle stesse opzioni sono disponibili anche per i membri del tuo gruppo. Nel corso dell’avventura, incontreremo vecchi compagni e nuovi arrivati, che seguiranno il nostro eroe in mille avventure. Ogni personaggio, può essere personalizzato a piacere, sfruttando anche le possibilità garantite dall’opzione multiclasse, anche se la nostra scelta è ricaduta sugli stessi archetipi usati nella foresta di Drywood.

Una tale libertà, potrebbe facilmente scoraggiare i neofiti o tutti quei giocatori abituati a giochi più “immediati”, ma la varietà di opzioni e automatizzazione del livellamento, garantirà la possibilità di godersi il gioco per intero, pur perdendo un importante fase che contraddistingue ogni crpg.

E veniamo al combattimento, che coprirà una buona porzione di ogni gameplay. Ad inizio partita potremo scegliere tra una modalità normale con pausa tattica, o una modalità interamente a turni. Il ventaglio di opzioni permetterà di trovare il punto d’incontro tra fluidità di gioco e strategia. Potremo ad esempio far scattare la pausa al rilevamento di una trappola, all’avvistamento di un nemico, o di una porta nascosta, giusto per fare qualche esempio. In ogni caso, potremo mettere il gioco in pausa in qualunque momento, ed impartire i comandi al party in tutta tranquillità.

Una bella caratteristica introdotta in questa serie, sta nella possibilità di migliorare ogni abilità rendendola più forte, permettendo ad esempio di curare più punti ferita a più componenti del party. O, ancora, garantire un certo livello di protezione, a seconda di ciò che sceglieremo. Nei combattimenti più difficili o ai livelli di difficoltà avanzati, questa opportunità si rivelerà cruciale per proseguire con l’avventura.

Altro punto a favore di questo gioco, è l’intelligenza artificiale di tutti i personaggi, sia del party che i nemici. Nettamente migliorata rispetto al capitolo precedente, ora i nostri amici non si butteranno a capofitto nel combattimento, ma rimarranno in formazione, useranno incantesimi appropriati a seconda della situazione. Come detto sopra, diverse opzioni gli garantiranno una certa libertà, ma potremo in qualunque momento gestire ogni scelta in prima persona.

ISSATE LE VELE!

Caratteristica introdotta in Deadfire, è la gestione della propria nave (che sostituisce la gestione tipicamente medievale della fortezza di Caed Nua), anche durante i combattimenti. Solcare i mari dell’arcipelago di Mortafiamma ci darà l’idea di essere in un mondo realmente aperto, e dato che parliamo di un territorio colmo di pirati, presto o tardi dovremo incrociare le spade con una nave che batte bandiera nera.
Purtroppo, e detto tra noi, è davvero un gran peccato, tali schermaglie non saranno vissute in prima persona, ma saranno vissute attraverso una sorta di librogame dove le scelte determineranno l’esito dello scontro.

Inizialmente abbiamo faticato a determinare la posizione della nostra nave rispetto a quella nemica, e spesso abbiamo fatto scelte quantomeno discutibili. Finché le cannonate saranno a distanza, tutto si svolgerà sotto forma di testo, ma in caso di abbordaggio, si tornerà immediatamente alla familiare schermata ad area dove respingeremo gli assalti o daremo il via alle danze.

Se la controparte “tattica” tra le navi fosse stata vissuta come in Sid Meier’s Pirates, ci saremmo trovati davanti ad un titolo imperdibile senza se e senza ma. Deadfire lo è ancora, ma l’amaro in bocca per un’occasione mancata rende il tutto di un sapore meno dolce di quanto avremmo desiderato.

Poter migliorare la propria nave con uno scafo migliore, vele di qualità, cannoni e armi di vario tipo, oltre che di marinai più esperti, offre una buona alternativa alla giocata prettamente ruolistica, ma forse rimettere in sesto Caed Nua ha ancora qualcosa in più. I combattimenti in mare, garantiranno oro ed equipaggiamento, che potremo dividere con la ciurma che guadagnerà esperienza, migliorando le proprie prestazioni in caso di incontri poco amichevoli.
Ovviamente, il miglioramento della Sprezzante e battere il mare, avrà dirette conseguenze con le varie fazioni di gioco: la compagnia di commercio Valiana, Huana, la Compagnia Reale di Mortafiamma, e altre, non vedranno l’ora di stringere rapporti con noi. In Pillars of Eternity 2 sarà possibile stringere alleanze con alcuni, o tentare di essere amico di tutti.

IL PORTING

E veniamo al fulcro, ossia la qualità del porting per console. Possiamo dire di essere davvero soddisfatti della qualità con cui Obsidian ha trasportato le avventure dell’Osservatore su console. Il movimento dei personaggi è fluido e i comandi sono discretamente intuitivi, pur necessitando di un certo periodo di confidenza, normale per un gioco di ruolo classico di questo tipo.

Il movimento del personaggio avverrà attraverso lo stick sinistro, mentre i due dorsali inferiori serviranno ad aprire i menu legati alla scheda dei personaggi o alle azioni e le abilità disponibili. La velocità di caricamento tra le transizioni e le aree è piuttosto veloce, e l’interfaccia è stata riadattata per sposarsi al meglio con schermi grandi, grazie anche alla possibilità di aumentare la grandezza dei font.

La qualità visiva è davvero di prim’ordine, sia per le parti a terra che per mare, dove l’acqua passerà dal blu al turchese man mano che ci si avvicina alle spiagge. Anche le animazioni e gli effetti particellari sono nettamente migliorati rispetto l primo capitolo, con nuvole di sabbia che svolazzano sul terreno, fulmini che ci sorprendono al calar della notte, e una serie di animazioni dedicate al combattimento dove smembreremo letteralmente i nemici dopo averli colpiti con un colpo critico. In Pillars of Eternity 2, anche gli incantesimi ad area, hanno davvero degli effetti gradevoli.

Ma un gioco del genere non poteva arrivare senza una colonna sonora all’altezza. Per questo secondo capitolo, si è passati da un’atmosfera medievaleggiante a toni pirateschi e marinareschi. Con più di novanta minuti di tracce audio, l’audio di gioco ci terrà compagnia senza mai stancarci, grazie anche ad un connubio di suoni ambientali che aumenteranno ulteriormente l’immersione nel mondo di gioco.

Se vogliamo cercare il pelo nell’uovo a tutti i costi, possiamo muovere tre critiche al porting. La prima, è che pur con prestazioni buone, spesso ci si imbatte in situazioni dove dopo aver recuperato un carico e premuto nuovamente il tasto sul contenitore vuoto, gli oggetti riappaiono per qualche secondo. Un margine di miglioramento può esserci, ma è chiaro che anche la PS4 Pro inizia a mostrare il fianco dell’età.

La seconda critica è quella di cui abbiamo parlato ad inizio articolo, ossia l’impossibilità di importare il proprio salvataggio. Operazione che ci ha in parte impedito di godere appieno dell’avventura durante battute iniziali.

La terza nota stonata, è l’interfaccia. Ne abbiamo parlato, e già detto che è ben implementata, ma una modifica proprio non ci è piaciuta. Abituati all’uso delle due ruote delle azioni mediante i dorsali inferiori, abbiamo notato che quella relativa alle azioni veloci è stata abolita in favore di una sorta di riepilogo di icone sopra i ritratti dei personaggi che risulta poco intuitivo.

COMMENTO FINALE

Potevamo parlare della storia, ma avremmo rovinato la sorpresa, o soffermarci sul combattimento, o sulle emozioni che abbiamo provato. Insomma, Pillars of Eternity 2 è proprio come Baldur’s Gate II, un nuovo gioco che aumenta l’offerta a dismisura. E con un mondo interamente aperto garantirà ore ed ore di divertimento senza mai stancare. È un sequel degno di questo nome, con la “S” maiuscola.

Grafica e sonoro al top, personalizzazione ai massimi, ed un mondo di gioco sconfinato e coerente. Forse è proprio la storia ad essere l’anello debole: non perché sia qualitativamente inferiore ma perché, in linea con ogni open world che si rispetti, garantisce libertà totale risultando quindi non preponderante.

L’amaro in bocca è rappresentato solo dalla componente navale, ben sviluppata ma approfondita solo in parte nella meccanica più importante, la battaglia. Questo e una serie di personaggi caratterizzati in modo superficiale rappresentano quel sapore acre di un’opera comunque splendida, che ogni appassionato di giochi di ruolo deve giocare. I 59.90 euro necessari per salpare con la Sprezzante sono un prezzo onestissimo, considerando anche tutti i dlc inclusi in questo pacchetto.

Pregi

Mondo di gioco immenso. Tutte le espansioni sono incluse. Sistema di combattimento strategico e appagante. Porting ben realizzato. Longevo. Rigiocabile.

Difetti

Alcuni personaggi caratterizzati solo in superficie. Combattimenti navali solo testuali. La storia, paga in parte l’assenza di Chris Avellone.

Voto

9