Dragon Ball Z: Kakarot, Recensione Pc
Le famose battaglie dei guerrieri Z ritornano in un videogioco firmato Bandai Namco e CyberConnect2. Come sarà andata?
È tempo di una nuova recensione e questa volta vi parleremo di Dragon Ball Z: Kakarot, titolo giocato nella sua versione Pc. Quando si parla dell’universo creato da Akira Toriyama ci si rivolge a intere generazioni e questo Bandai Namco lo sa bene. L’idea, infatti, di affidare lo sviluppo ai già navigati di CyberConnect2, è stata quasi una scelta naturale. La software house giapponese è già salita sul podio del gaming che conta grazie al tie-in della serie di Naruto, regalando ben 13 videogiochi del franchise ai suoi fan.
È molto difficile scindere le due personalità, quelle del fan e quella del recensore. L’obiettività viene facilmente offuscata dall’entusiasmo di chi è cresciuto a “pane e Dragon Ball”. Partendo da questo dovuto chiarimento, tutto sommato Bandai Namco propone una fedele trasposizione videoludica del celebre lavoro del maestro Akira Toriyama, riproponendo i toni e le emozioni che hanno caratterizzato la serie. In più di un’occasione si ha la sensazione di essere in una puntata dell’omonimo anime.
4 episodi e 40 ore di gioco estendibili a 100 (e passa) con le quest e le attività secondarie e collaterali. Questi sono i numeri dell’intrattenimento generato da Dragon Ball Z: Kakarot ma non è sempre tutto oro quello che luccica. Sebbene il meta gioco sia fortemente legato alla logica degli scontri e dei combattimenti il rischio che arrivi la ripetitività è in agguato. Nonostante siano state inserite numerose attività secondarie, utili alla crescita del personaggio e al contesto storico degli eventi, queste potrebbero essere non sufficienti ad accontentare i gusti della eterogenea platea dei gamer.
Rompiamo gli indugi e iniziamo il nostro viaggio insieme, percorrendo il cammino tracciato nella nostra recensione per PC di Dragon Ball Z: Kakarot.
IL GAMEPLAY, TRA COMBATTIMENTI E TEMPO LIBERO
Il lavoro di analisi svolto sul gameplay di Dragon Ball Z: Kakarot ci porta a dire che il gioco può essere suddiviso essenzialmente in due fasi, quella del combattimento e quella della gestione del tempo libero. Rientra, nella prima fase, la parte più bella del nuovo videogioco di Bandai Namco e CyberConnect2. Qui vengono riproposte tutte le battaglie più famose presenti nei quattro archi narrativi della saga Z. Preme evidenziare la fedeltà con cui queste sono state rielaborate in Dragon Ball Z: Kakarot. Vi ricordate quanto vi dicevamo di come, in più di un’occasione, si ha la sensazione di trovarsi dentro l’anime? Bene, facevamo riferimento proprio a questo aspetto, che secondo noi rappresenta uno dei punti di forza del videogioco.
Ovviamente, tra una battaglia e l’altra, il meta del gioco invoglia il giocatore ad esplorare la mappa come se si fosse in un open world. Dragon Ball Z: Kakarot offre una serie di attività collaterali e secondarie che sono propedeutiche alla crescita del personaggio. Sebbene il gioco sia principalmente un action basato sui combattimenti e gli scontri fisici, sono state inserite, anche, delle (leggere) meccaniche RPG. La presenza del livello del personaggio e dell’albero delle abilità serve da stimolo per non pensare solo ed esclusivamente al combattimento, ma anche a farsi un giro per esplorare il mondo di Dragon Ball. Ma attenzione, non è un open world vero e proprio.
La mappa ha dei confini e se volete volare dalla casa di Son Goku a quella del Genio della tartaruga non potete farlo come se foste in un vero open world. Nonostante la mappa giocabile sia bella ampia, il mondo è suddiviso in zone e per spostarsi tra loro dovete utilizzare il viaggio rapido. Per farla breve, e come se fossero tante mappe collegate tra loro, dando l’illusione dell’open world.
Le attività che si possono svolgere non sono comunque poche. Si passa dalla pesca, alla caccia e alla raccolta di frutta e verdura sino alla ricerca delle sfere Z. Mentre le prime sono utili per gustare degli ottimi piatti preparati dalle varie cuoche presenti nelle città e ricevere un boost temporaneo sulle statistiche del personaggio, le sfere Z si possono spendere nell’albero delle abilità per far crescere il vostro personaggio e apprendere nuove tecniche (o skill se preferite, ndr). L’allenamento è fondamentale. Vi sono, sparsi nella mappa, diversi campi di allenamento dove, a seconda del livello del personaggio, si possono acquisire nuove mosse speciali. E poi, per concludere, non potevano mancare le quest secondarie utili non solo allo sviluppo del vostro guerriero ma anche a quello della storia e degli eventi del gioco.
LA GRAFICA E IL SUONO COME ELEMENTI DI EMPATIA
Mentiremmo se vi dicessimo che Dragon Ball Z: Kakarot è un titolo apprezzabile, da tutti, allo stesso modo. Ci sono delle sfumature e dei particolari che solo gli amanti della serie riescono ad apprezzare. E non stiamo parlando delle mosse e supermosse, dei nemici, delle sequenze narrate e del mondo di gioco. Parliamo di qualcosa che è sempre presente nel gioco ma che molte volte passa in secondo piano, perché oscurata dall’importanza del gameplay. Ci stiamo riferendo alla grafica e ai suoni, cardini su cui si basa il successo del videogioco.
La tecnica grafica alla base di Dragon Ball Z: Kakarot e quella del cel-shading. Questa rappresenta il giusto mix tra arte e divertimento. I colori, le luci e le ombre sono molto vicine a quelle dell’anime originale di Dragon Ball Z. Ma la cosa che ci ha stupito maggiormente sono le animazioni dei personaggi, studiate dagli uomini di CyberConnect2 nei minimi dettagli. Badate bene, non è una cosa da poco riuscire a riprodurre i movimenti propri di un anime perché basati sul disegno e non sul motion capture. La menzione d’onore era dovuta.
Anche i suoni presenti in Dragon Ball Z: Kakarot, mantengono un alto grado di fedeltà con l’anime di Dragon Ball Z. Questo aspetto è maggiormente percepibile nei momenti concitati come gli scontri e le battaglie dove gli effetti sonori sono molteplici. Attacchi speciali, trasformazioni, caricamento dell’aura, schivate, parate, colpi subiti e salti nel vuoto molto probabilmente sono stati campionati direttamente dall’anime. Questa fedeltà si avverte di meno, invece, in fase esplorativa.
La grafica, le animazioni e i suoni non fanno altro che alimentare il sentimento di empatia verso Dragon Ball Z: Kakarot, richiamando la memoria dei fan e degli amanti della serie. Di chi, anche attraverso i dettagli, si identifica in un contesto e in un mondo abbastanza esclusivo. E questa esclusività può rappresentare un’arma a doppio taglio per i “non fan”. Giusto, però, segnalare (e ribadire), soprattutto nelle fasi di esplorazione delle varie mappe alcuni alti e bassi: gli ambienti in alcuni casi sono troppo spogli e sporadicamente abbiamo visto qualche piccolo glitch o effetti pop-up. Nulla, ovviamente, che intralci la godibilità o il gameplay ma è doveroso farne menzione.
GLI EMBLEMI E LE COMUNITÀ
Per dare un tocco di brio al meta del gioco, in Dragon Ball Z: Kakarot sono presenti oggetti da raccogliere e collezionare, costituiti dagli emblemi. Questi, altri non sono che delle medaglie raffiguranti i vari personaggi apparsi nella saga di Dragon Ball. Trovarli non è così semplice. Ve ne sono alcuni che vengono rilasciati a esito di scontri e battaglie, altri dopo aver superato delle missioni secondarie e altri ancora si trovano in giro nella mappa.
Da soli gli emblemi servono a poco e niente. Questi, infatti, devono essere collegati tra loro e inseriti all’interno delle comunità. Il meccanismo è simile a quello delle monete e dei link utilizzati nei videogiochi della serie One Piece Pirate Warriors. Gli emblemi devono essere inseriti all’interno di un contesto e legati tra loro da un legame. Il classico esempio è quello della comunità degli Dei dove i vari Kaioh sono legati tra loro dal solo fatto di essere delle divinità.
Le comunità sono 7 e ognuna di esse dona dei miglioramenti (o boost, se preferite) specifici e sempre attivi al personaggio utilizzato. Ovviamente, man mano che gli emblemi inseriti aumentano si sbloccano dei bonus ulteriori.
L’inserimento del meccanismo dei “collezionabili” rappresenta un motivo in più per strizzare l’occhio anche alla fase esplorativa. In realtà, facendo appello al desiderio di collezionare sempre nuovi emblemi per aumentare la potenza del proprio personaggio, si cerca un modo per evitare la ripetitività, fisiologicamente generata dal gameplay.
COMMENTO FINALE
Titoli di coda per la nostra recensione per Pc di Dragon Ball Z: Kakarot. Come detto nelle battute iniziali della nostra recensione, l’obiettività, in più di un occasione, ha subito degli attacchi ad opera del nostro lato “fan della saga”. Secondo noi, questo è un gran punto di forza del gioco. Il fatto di creare con il giocatore un legame empatico, creato sopratutto dalla precisione e fedeltà dei dettagli narrativi, grafici e sonori, rappresenta la pietra miliare del lavoro svolto da Bandai Namco e CyberConnect2. Purtroppo vi sono delle criticità date dalla potenziale ripetitività in cui il gameplay, in generale, potrebbe scadere.
Noi crediamo che il videogioco sia dedicato a una nicchia dei gamer, quelli che hanno vissuto le avventure di Son Goku e i guerrieri Z. Quelli che conoscono, già da tempo immemore il mondo e l’immaginario di Akira Toriyama. Si devono fare delle scelte e noi abbiamo deciso di premiare l’aspetto empatico del gioco.
Pregi
Se siete amanti di Dragon Ball Z questo è un gioco che dovete assolutamente acquistare. La fedeltà grafica, le animazioni e il sonoro sono prese direttamente dal famoso anime e sono - nella stragrande maggioranza dei casi - una chicca per gli occhi. I combattimenti sono il pane quotidiano...
Difetti
...anche se la ripetitività si presenta spesso e volentieri. Nonostante vi siano numerose attivita collaterali da svolgere, queste potrebbero non servire a uscire da questo tunnel. Qualche alto e basso tecnico nonostante una qualità a tratti splendida.
Voto
8,5