La nostra carrellata sui giochi più interessanti dell’anno scorso continua: questa volta parliamo dei migliori sparatutto del 2019.
Partiamo da alcuni titoli da nominare che non sono entrati nella nostra cinquina. Ace Combat 7 Skyes Unknown è stato uno dei giochi più attesi di inizio anno scorso e le sue caratteristiche tecniche (esaltate dall’Unreal Engine 4) ma anche di gameplay e di contenuti ne hanno fatto un titolo solido, da ricordare sicuramente, da acquistare assolutamente per gli appassionati della serie.
Buono, invece, Far Cry Dawn e più che discreto Rage 2. Su quest’ultimo, ricordiamo, c’erano molte aspettative e forse – almeno in fase di lancio – non è stato del tutto all’altezza della situazione. Ma ecco i nostri migliori cinque sparatutto del 2019, top five stilata in base alle nostre recensioni. Buona lettura.
5) WOLFENSTEIN YOUNGBLOOD
Buon sangue non mente dice la massima e così sembra funzionare anche in Wolfenstein Youngblood che vede protagoniste Sophia e Jessica, le figlie gemelle di B. J. Blazkowicz, personaggio iconico della serie fps e non solo.
Questa volta la saga porterà gli appassionati a Parigi, negli anni ’80, sempre con l’obiettivo di prendere a calci nel sedere i nazisti. Diciannove anni dopo gli eventi di Wolfenstein II, l’eroe senza paura, B.J. Blazkowicz è scomparso nella capitale francese a seguito ad una missione. Youngblood è tutto fuorché un canonico seguito di uno dei “canoni” dei videogame. B.J. Blazkowicz è (momentaneamente) a riposo ed ha lasciato l’intero palcoscenico alle sue dolci figlie. Il gioco realizzato da MachineMachines ed Arkane Studios per Bethesda so rivela buono sotto tutti i punti di vista ma ecco cosa ha scritto Donato Marchisiello nel suo commento finale in sede di recensione:
Wolfenstein: Youngblood non è esattamente il sequel che ci aspettavamo, ma forse è l’incipit di una “nuova via” per la serie: la svolta RPG e cooperativa rende sicuramente il gioco più godibile, seppur gli amanti degli shooter old style potrebbero restare “insoddisfatti” dal notevole numero di “ostacoli” da superare per riuscire a godere appieno del flusso dinamicamente vivace a cui la serie ci ha da tempo abituato.
4) THE DIVISION 2
Più grande e vario del predecessore, Ottimo livello di sfida grazie a un efficace sistema di sparatorie, al buon feedback delle armi e alla funzionale intelligenza artificiale dei nemici. Tecnicamente ben fatto…
Sono i pregi di The Division 2, titolo firmato da Ubisoft, arrivato a metà marzo. Nel suo commento finale, Massimo Reina ha descritto così il titolo:
Una produzione ambiziosa che migliora tutto il migliorabile del gioco che lo ha preceduto. Basato come esso sulle sparatorie, il loot e l’equipaggiamento, The Division 2 punta su un maggior numero di contenuti e su alcuni ritocchi al gameplay per conquistare quella vasta fetta di pubblico che ama i cosiddetti loot–based shooter, che qui troveranno pane per i loro denti. Da questo punto di vista l’ultima fatica di Massive Entertainment non è un gioco per tutti, specie per chi magari è alla ricerca di un’avventura ricca di sfaccettature a livello narrativo: ma d’altronde chi ambisse a giocare a The Division 2 principalmente per gli elementi ruolistici o per una storia profonda e appagante sarebbe decisamente fuori strada.
3) METRO EXODUS
Era uno di quei titoli molto attesi nel 2019. Metro Exodus doveva portare novità alla amatissima serie ad ambientazione post-apocalittica. Artyom, leggendario protagonista della serie, e gli altri sopravvissuti partono da Mosca alla ricerca di un’improbabile “terra promessa”.
Tanti i punti di forza del gioco di 4A Games che ne dipingono un prodotto solidissimo e ben realizzato. Tra questi la storia intrigante e ben raccontata ma anche la bella l’alternanza tra momenti all’aperto e altri più claustrofobici al chiuso come da tradizione per la serie. Il sistema di crafting delle armi offre, inoltre, una grande libertà di manovra e personalizzazione.
Ambientazioni azzeccate in grado di offrire degli scorci davvero suggestivi. Pregi che sovrastano i difetti riscontrati da Reina nella recensione del titolo: espressività e animazioni dei personaggi deludenti, qualche sbavatura nell’intelligenza artificiale ed infine, i “silenzi” di Artyom stonano davanti ai molti dialoghi presenti nel gioco.
Metro Exodus è comunque un titolo molto interessante che merita di essere nella nostra cinquina dei migliori sparatutto del 2019.
2) CALL OF DUTY: MODERN WARFARE
Il reboot di Call of Duty: Modern Warfare è stato senza dubbio uno di quei giochi evento del 2019. Forte sotto quasi tutti i punti di vista. Ineccepibile dal punto di vista tecnico, una grande colonna sonora. Forse, l’unica pecca del titolo griffato da Infinity Ward sta nella modalità Storia, “breve ma intensa” come descritta Massimo Reina.
Le novità sono molte, sostanziose e tutte perfettamente inserite nelle meccaniche di gioco, comprese la fisica e lo sviluppo dell’arma, che donano un certo elemento strategico al gameplay. Davvero ben fatta poi la campagna, breve, ma in grado di coinvolgere come ben poche altre nella storia del franchise. In definitiva, un pacchetto di gioco dal grande valore, che amplia quanto già proposto nei precedenti capitoli in modo da affrontare la serrata concorrenza di questi giorni a tutto campo, per uno dei migliori Call of Duty di sempre.
and the winner is… GEARS OF WAR 5
Il gameplay tra tradizione e qualche novità, la modalità Orde fedele a sé stessa ma più ricca e divertente, la nuova modalità Fuga ed una campagna longeva hanno decretato secondo Massimo Reina il successo di Gears of War 5 che si trova in cima alla top five dei migliori sparatutto del 2019.
La guerra alle Locuste fa il suo salto di qualità con The Coalition che ha sfornato un gioco rivoluzionario che però non ha snaturato la amatissima saga.
Con Gears of War 5 il team di sviluppo abbandona alcuni canoni classici delle passate produzioni targate Cliff Bleszinski in favore di una serie di sensibili novità che, senza sacrificare tutto ciò che ha reso grande il franchise, ne amplia le possibilità facendola evolvere.
Grazie infatti all’introduzione di ambientazioni spaziose e liberamente esplorabili, e di alcune novità nel gameplay, le “vecchie” meccaniche sparatutto sembrano aver trovato nuova linfa vitale, corroborate anche da un sistema di controllo e da una fluidità generale piuttosto buoni. A questi aspetti si aggiungono poi una trama azzeccata e una miriade di modalità extra, su cui spicca la solita Orda, per un’opera che nel suo genere, per certi versi, rasenta quasi la perfezione.