A volte ritornano, diceva qualcuno. Gothic Playable Teaser riporta in vita un franchise storico; nella fattispecie quel primo Gothic che quasi 19 anni fa diede vita a una trilogia di grande successo destinata a essere ricordata nell’Olimpo degli rpg. Questo nonostante un sensibile calo mostrato con il terzo e ultimo capitolo della serie, che risale al lontano 2006.
Lo sviluppo, realizzato con l’ausilio dell’Unreal Engine 4, è stato affidato a THQ Nordic Barcellona, che ha lavorato a questa sorta di demo sperimentale della durata complessiva di due ore. Un punto di domanda su un eventuale remake di Gothic, un amo lanciato ai fan per carpire ciò che si aspettano da una resurrezione videoludica che avrebbe molto da dire.
Gothic Playable Teaser è stato lanciato su Pc, via Steam, ed è disponibile gratuitamente per tutti i possessori di un qualunque titolo sviluppato da Piranha Bytes, acquisito lo scorso anno dalla stessa THQ Nordic. Di seguito l’anteprima di una versione che non ha nulla di definitivo, ma che comunque offre uno stralcio di ciò che potrebbe offrire il futuro della serie: non a caso in seguito gli addetti ai lavori proporranno un sondaggio agli utenti circa le sensazioni e i desideri relativi a quanto provato. Vi auguriamo una piacevole lettura.
IL CONTESTO
Questo non è un gioco completo. È una versione teaser giocabile che ha lo scopo di dimostrare un potenziale approccio a un nuovo titolo della serie Gothic. Non c’è nulla di definitivo. Il tuo feedback è essenziale per trasformare Gothic in un gioco moderno. Di conseguenza, e per premiare la tua fedeltà, Gothic Playable Teaser è gratuito per tutti i fan in possesso di un titolo della saga di Gothic o sviluppato da Piranha Bytes!
L’avvio di Gothic Playable Teaser si apre con un messaggio di testo a opera degli autori, che tuttavia non rivela le scelte compiute all’interno della “demo”. Nell’atto di riportare in vita un titolo irrimediabilmente vetusto infatti, solitamente gli addetti ai lavori possono ad esempio percorrere la via della remastered (come con Medievil), che aggiorna il più possibile i comparti tecnici principali lasciando però inalterata la struttura del gioco e i suoi caratteri distintivi. Una scelta che non di rado, tuttavia, fatica a cancellare la cocente sensazione di “vecchio” che determinate meccaniche possono suscitare a distanza di tanti anni. La via più coraggiosa, oltre che più dispendiosa, è invece quella del remake (come con Resident Evil 2), che viceversa cerca di modernizzare ogni aspetto, mettendo sul piatto una creazione capace di soddisfare sia i palati storici che quelli più recenti e tecnologicamente esigenti.
In quest’ultimo caso però, si corre spesso il rischio di stravolgere l’identità dell’originale, il che non costituisce, di principio, né un bene né un male. Almeno in teoria. Nel caso di THQ Nordic Barcellona, già all’inizio si ha modo di constatare con mano la direzione intrapresa dal team di sviluppo, in totale contrasto rispetto allo storico primo capitolo.
Il giocatore viene introdotto al gioco in stile Uncharted, con una rocambolesca sequenza d’avvio che inaugura un abbondante, e oggettivamente eccessivo, utilizzo di cutscene (prima sconosciute alla serie) e di sezioni guidate. Se nel lontano 2001 si veniva abituati a un universo di gioco nudo e crudo segnato dall’azione e dal pericolo fin dai primi minuti, adesso si ha invece a che fare con una realtà irrimediabilmente facilitata, che di fatto snatura uno dei punti di forza del franchise. Un ecosistema dinamico pervaso dalla necessità di essere cauti, come in un verosimile (a livello di approccio) mondo fantasy medievale.
IMBOCCATI DALL’INIZIO (ALLA FINE)
Non mancano le citazioni, come quella (palese) a Dark Souls. Il protagonista, incredibilmente loquace rispetto alla sua controparte di inizio millennio, inizia infatti la sua avventura con una spada spezzata, che trova poco dopo il suo ingresso nell’universo di Gothic Playable Teaser.
Da lì avviene poi il primo faccia a faccia col pericolo, nei panni di un piccolo branco di scavenger: pericolo per modo di dire dal momento che a un certo punto si verrà salvati da Diego, il primo storico npc che si incontra in Gothic. Nel primo capitolo una sortita fuori da un sentiero poteva rivelarsi fatale anche con un buon equipaggiamento: qui si riesce a tenere testa ai propri avversari anche con una spada spezzata.
E’ presto per giudicare un’eventuale (a livello di remake ufficiale) scelta di distaccarsi tanto dai tratti distintivi dell’originale. Di certo però gli aficionados della serie avranno provato una confusione non irrilevante nell’avere a che fare con uno stravolgimento tanto possente. Anche i dialoghi risultano cambiati radicalmente, con l’introduzione di scelte di testo alla Mass Effect che tuttavia, come altre innovazioni, svecchiano non poco un titolo che nei panni di semplice remastered farebbe, oggi, irrimediabilmente molta fatica a imporsi. L’interazione con Diego introduce il giocatore alla situazione nella Colonia, con le tre fazioni impegnate a contendersi la supremazia.
La missione principale affidata da Diego fa da pretesto per conoscere gli altri punti cruciali su cui il team di sviluppo voleva (e doveva) operare una netta modernizzazione: interfaccia utente e combat system. La prima si rivela un po’ scomoda con mouse e tastiera, ma mostra un consistente avvicinamento agli odierni standard. Le varie sezioni (Inventario, Armi, Armatura ecc) sono accuratamente divise e dettagliate, anche se talvolta l’abbondanza di voci presenti può dare adito a della confusione. Discorso diverso invece per il gameplay relativo al combattimento, che ispirandosi a quello di For Honor propone la possibilità di effettuare colpi e parate direzionali, così da mettere su un confronto dinamico che prevede, nondimeno, finte e contro-finte.
Tale sistema risulta tuttavia raffazzonato in questo caso specifico, con lo spam di tasti che risulta essere più efficace in svariate occasioni rispetto a un approccio più strategico al combattimento. La sensazione generale rimane tuttavia quella di un’esperienza eccessivamente semplificata, troppo in linea con l’andazzo videoludico recente e troppo in disaccordo con le caratteristiche peculiari del Gothic originale. Tra alcuni buoni spunti, il quadro che emerge è dunque quello di una direzione che, probabilmente, potrebbe rivelarsi più fruttuosa dando vita a un titolo a parte, più che a un remake.
COMMENTO FINALE
Le scelte d’autore, si sa, vanno discusse con le pinze. E THQ Nordic è stata brillante a proporre una demo sperimentale che facesse da sondaggio popolare circa un eventuale ritorno di Gothic tramite un remake. Particolarmente saggia è stata la decisione di non specificare il livello di fedeltà all’originale, che obiettivamente è piuttosto basso. Gothic Playable Teaser ha infatti il (de)merito di stravolgere completamente le meccaniche, oltre che la stessa filosofia, di un titolo che a prescindere costituisce parte integrante della storia degli rpg.
I riferimenti e in generale i prestiti da altri titoli contribuiscono alla realizzazione di un quadro che finirebbe irrimediabilmente con lasciare l’amaro in bocca ai nostalgici del franchise, traditi da un’esigenza di modernizzazione arrivata a snaturare i tratti distintivi dello storico primo capitolo. Cosa ci riserverà il futuro, se un gioco a parte oppure un remake messo a punto tramite i feedback della community, non ci è dato ancora sapere. Ai posteri l’ardua sentenza.
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